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Giustizia

La giustizia rappresenta uno dei settori maggiormente interessati dall'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), che ha inserito la riforma del sistema giudiziario - incentrata sull'obiettivo della riduzione del tempo del giudizio - tra le c.d. riforme orizzontali, o di contesto, ovvero innovazioni strutturali dell'ordinamento, tali da interessare, in modo trasversale, tutti i settori di intervento del Piano. Lo scopo perseguito è quello di aumentare l'efficienza dell'amministrazione della giustizia, considerata un fattore chiave per liberare il potenziale di crescita del Paese; a tal fine il Piano ha previsto - oltre a riforme ordinamentali, da realizzare ricorrendo allo strumento della delega legislativa - anche il potenziamento delle risorse umane e delle dotazioni strumentali e tecnologiche dell'intero sistema giudiziario, al quale sono destinati specifici investimenti.

Nell'attuale legislatura sta proseguendo il processo riformatore del settore della giustizia, iniziato negli ultimi anni della scorsa legislatura e scandito da una serie di traguardi e obiettivi da conseguire secondo tempistiche ben definite, al termine del quale dovrebbe essere portato a compimento l'impegno assunto con le istituzioni europee di ridurre del 40% il tempo medio di durata dei procedimenti nel settore civile e del 25% in quello penale, nonché di ridurre del 90% l'arretrato che grava sugli uffici giudiziari. In concreto, l'Italia intende realizzare l'abbattimento dei tempi processuali e dell'arretrato giudiziario attraverso la piena attuazione dell'Ufficio del processo; il rafforzamento della capacità amministrativa del sistema, tramite la valorizzazione delle risorse umane già disponibili e l'integrazione con nuove professionalità tecniche, laddove carenti; il potenziamento delle infrastrutture digitali, con la revisione e la diffusione dei sistemi telematici di gestione delle attività processuali e di trasmissione di atti e provvedimenti; la realizzazione, anche attraverso interventi di recupero del patrimonio esistente, di strutture edilizie efficienti e moderne; il contrasto alla recidiva dei reati, con il potenziamento degli strumenti di rieducazione e di reinserimento sociale dei detenuti. Per quanto riguarda lo stato di attuazione delle riforme in materia di giustizia comprese nell'ambito del PNRR si rinvia all'apposita sezione del portale della documentazione.

  • I principali provvedimenti adottati nella presente legislatura

Tra i principali interventi normativi in materia di giustizia adottati nella presente legislatura si segnala, in primo luogo, il decreto-legge n. 162 del 2022, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 dicembre 2022, n. 199, detta misure in materia di accesso ai benefici penitenziari e alla liberazione condizionale da parte dei detenuti condannati per specifici reati particolarmente gravi e ritenuti tali da precludere l'accesso ai benefici stessi in assenza di collaborazione con la giustizia (c.d. "reati ostativi"), di cui all'articolo 4-bis della legge sull'ordinamento penitenziario (legge n. 354 del 1975), facendo seguito ad un pronunciamento della Corte costituzionale che aveva richiesto un intervento del legislatore sulla materia. Il medesimo decreto, noto come "decreto anti-rave", ha inoltre introdotto il nuovo reato di invasione di terreni o edifici con pericolo per la salute pubblica o l'incolumità pubblica, che punisce con la reclusione da 3 a 6 anni e con la multa da euro 1.000 a euro 10.000, chiunque organizza o promuove l'invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati, al fine di realizzare un raduno musicale o avente altro scopo di intrattenimento (art. 5).

E' stato inoltre adottata la legge n. 49 del 2023 che reca la disciplina dell'equo compenso delle prestazioni professionali. La legge definisce come equo il compenso che rispetta specifici parametri ministeriali, prevedendo la nullità delle clausole che recano un compenso per il professionista inferiore ai parametri. 

Un altro significativo provvedimento adottato (legge n. 60 del 2023) è quello in materia di procedibilità d'ufficio e di arresto in flagranza, recante alcune modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e al codice antimafia e delle misure di prevenzione, volte ad ampliare il novero dei reati perseguibili d'ufficio e a prevedere l'arresto obbligatorio in flagranza, nel caso di delitti perseguibili a querela, anche nel caso in cui la querela non sia ancora sopravvenuta per irreperibilità della persona offesa. Si segnala, inoltre, la conversione in legge del decreto-legge n. 105 del 2023 che ha introdotto alcune rilevanti misure in materia di intercettazioni e di contrasto alla criminalità informatica. Sul tema della cybersicurezza è quindi intervenuta la legge n. 90 del 2024 che, da un lato, ha introdotto misure finalizzate a conseguire una più elevata capacità di protezione e risposta di fronte a emergenze cibernetiche e, dall'altro lato, ha apportato numerose modifiche al codice penale volte a rafforzare le previsioni in materia di prevenzione e contrasto dei reati informatici. Sul tema delle intercettazioni, invece, è stata approvata la legge n. 47 del 2025 che ha stabilito un termine massimo di durata complessiva di tali operazioni, il quale può essere superato solamente al ricorrere di specifici criteri prescritti dalla legge. Si segnala, inoltre, l'adozione della legge n. 114  del 2024 che ha apportato significative modifiche ai codici penale e di procedura penale, tra cui l'abrogazione del delitto di abuso di ufficio e l'introduzione di divieti di acquisizione di comunicazioni tra difensore ed imputato e di pubblicazione del contenuto di intercettazioni, nonché interventi sull'ordinamento giudiziario relativi all'introduzione della composizione collegiale del giudice per le indagini preliminari in materia di decisione circa l'applicazione della custodia in carcere o di una misura di sicurezza detentiva. E' previsto inoltre un incremento di 250 unità del ruolo organico della magistratura.

Da ultimo, il decreto-legge n. 48 del 2025, ha introdotto disposizioni urgenti in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittima dell'usura e di ordinamento penitenziario.

E' stato inoltre emanato il decreto legislativo n. 198 del 2024 volto all'adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni della direttiva (UE) 2016/343 del 9 marzo 2016, sul rafforzamento di alcuni aspetti della presunzione di innocenza e del diritto di presenziare al processo nei procedimenti penali.  In particolare, il provvedimento modifica il regime di pubblicazione degli atti del procedimento penale, introducendo il divieto di pubblicazione integrale o per estratto del testo dell'ordinanza di custodia cautelare finché non siano concluse le indagini preliminari ovvero fino al termine dell'udienza preliminare.

In materia penitenziaria si segnala il decreto-legge n. 92 del 2024 che prevede, in particolare, l'assunzione di personale di polizia penitenziaria e di dirigenti e medici penitenziari, la semplificazione del procedimento per la concessione della liberazione anticipata, l'istituzione del Commissario straordinario per l'edilizia penitenziaria, l'aumento del numero di colloqui telefonici consentiti ai detenuti, l'esclusione dai programmi di giustizia riparativa dei detenuti sottoposti al regime speciale di cui all'art. 41-bis dell'ordinamento penitenziario, l'istituzione presso il Ministero della giustizia di un elenco delle strutture residenziali idonee all'accoglienza e al reinserimento sociale dei detenuti adulti, l'introduzione del nuovo delitto contro la pubblica amministrazione di indebita destinazione di denaro o cose mobili.

In materia di violenza di genere,  oltre all'istituzione della Commissione bicamerale d'inchiesta finalizzata ad indagare il fenomeno della violenza di genere, che si è costituita nella seduta del 26 luglio 2023, sono state approvate la legge n. 168 del 2023, che ha apportato incisive modifiche ai codici penale, di procedura penale, delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione (d.lgs. n. 159/2011) e ad alcune leggi speciali al fine di rendere maggiormente efficace l'impianto delle misure di prevenzione e contrasto alla violenza sulle donne, e la legge n. 122 del 2023, che incide sull'obbligo (introdotto dalla legge n. 69 del 2019, nota come "codice rosso") di assumere informazioni dalla persona offesa nel termine di tre giorni dall'acquisizione della notizia di reato, stabilendo che qualora il magistrato assegnatario delle indagini non proceda nel termine prescritto, il procuratore della Repubblica possa revocargli l'assegnazione del procedimento e procedere direttamente all'assunzione di informazioni dalla persona offesa ovvero assegnare il procedimento ad un altro magistrato dell'ufficio. Per maggiori approfondimenti si consulti il tema Violenza nei confronti delle donne e violenza domestica

Sul tema dell'ordinamento giudiziario la legge 17 giugno 2022, n. 71, approvata nella XVIII legislatura,  ha dettato norme che vanno dall'accesso in magistratura, all'organizzazione degli uffici, all'eleggibilità e al ricollocamento in ruolo dei magistrati fino ad un nuovo sistema di elezione del Consiglio superiore della magistratura Alcune di queste norme sono immediatamente precettive, mentre per altri aspetti il legislatore ha conferito una delega al Governo. Nella legislatura corrente, dunque, sono stati adottati 2 decreti legislativi: il decreto legislativo 28 marzo 2024, n. 44, che ha introdotto disposizioni per la riforma dell'ordinamento giudiziario e per l'adeguamento dell'ordinamento giudiziario militare, nonché disposizioni in materia ordinamentale, organizzativa e disciplinare, di eleggibilità e ricollocamento in ruolo dei magistrati e di costituzione e funzionamento del Consiglio superiore della magistratura e il decreto legislativo 28 marzo 2024, n. 45, recante disposizioni per il riordino della disciplina del collocamento fuori ruolo dei magistrati ordinari, amministrativi e contabili. Ulteriori interventi in materia di ordinamento giudiziario hanno riguardato la magistratura onoraria e la giustizia tributaria.

Si segnala, infine, che è all'esame del Senato, approvato in prima lettura dalla Camera dei deputati il 16 gennaio 2025, il disegno di legge costituzionale A.S. n. 1353, recante "Norme in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare". Il provvedimento è volto a modificare alcuni articoli della Costituzione (gli articoli 87, 102, 104, 105, 106, 107, 110), con l'obiettivo di separare le carriere dei magistrati requirenti e giudicanti. A tal fine, vengono previsti due distinti organi di autogoverno: il Consiglio superiore della magistratura giudicante e il Consiglio superiore della magistratura requirente.

 
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