Politica estera e questioni globali

La politica estera e di sicurezza dell'UE (PESC)

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La questione del ruolo dell'Europa nel contesto globale ha assunto particolare rilievo a partire dell'attuale mandato della Commissione europea, iniziato nel 2014 che è coinciso con un periodo di grandi cambiamenti e tensioni a livello globale quali:

  • l'avvicendarsi di una nuova amministrazione USA che, da una parte, ha confermato alcuni trend già in atto nella politica estera statunitense, quali il progressivo disimpegno nei confronti dell'area europea e la rotazione degli interessi americani verso il quadrante asiatico e, dall'altra, ha segnato una forte discontinuità in altri profili quali un diverso atteggiamento nei confronti dell'apertura del commercio mondiale e della lotta al cambiamento climatico;
  • la situazione di insicurezza creata in Europa da una serie di attentati terroristici;
  • un atteggiamento maggiormente volto alla proiezione esterna della Federazione Russa, in particolare ai confini dell'Europa orientale, in Ucraina e in Medio Oriente, in Siria;
  • il percorso di uscita dalla crisi economica globale innestatasi dal 2007, che ha avuto un forte impatto sull'economia reale e sulla situazione delle finanze pubbliche europee;
  • il crescente peso delle economie del paesi del Sud-est asiatico, e in particolare della Cina, nel panorama economico e commerciale globale;
  • l'esito negativo del referendum sulla permanenza del Regno Unito nell'UE (cosiddetta Brexit);
  • il crescente impatto dei flussi migratori in provenienza prima dall'area siriana e poi dall'area del mediterraneo meridionale in conseguenza dell'instabilità in Libia e della situazione di crisi di vaste zone dell'Africa sub-sahariana.

L'emergere dei sopracitati elementi di tensione avviene peraltro in un quadro di lunga durata caratterizzato da una asimmetria tra alcuni profili fortemente positivi del processo di integrazione europea e da una perdita progressiva del peso globale dell'Europa.

Per fronteggiare alcune di queste dinamiche l'UE sta cercando di ridefinire la sua collocazione a livello globale sulla base delle priorità individuate nella nuova Strategia globale per la politica estera e di sicurezza e avviando, con il libro bianco sul futuro dell'Europa del marzo 2017, una riflessione sulle prospettive del processo di integrazione (vedi "Dibattito sul futuro dell'Europa").

Alcuni progressi sono stati conseguiti nell'ultimo anno in materia di rafforzamento della cooperazione europea nel settore della difesa e della sicurezza, che allo stato appare l'unico "cantiere" di natura istituzionale che è possibile avviare a Trattati vigenti, sulla base di disposizioni non ancora pienamente sfruttate (vedi " La politica di difesa e sicurezza dell'UE").

Infine, il rilievo della proiezione esterna dell'UE è confermato anche dal particolare ruolo attribuito all'Alta Rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell'UE e Vicepresidente della Commissione europea, Federica Mogherini, che all'interno del collegio della Commissione coordina il lavoro dei commissari con portafogli che hanno un impatto sulle relazioni esterne dell'UE.

Le linee di azione della politica estera e di sicurezza dell'UE sono delineate nella nuova strategia globale per la politica estera e di sicurezza dell'UE   che l''Alta Rappresentante, Federica Mogherini, ha presentato al Consiglio europeo il 28 e 29 giugno 2016.

La nuova Strategia globale si concentra in particolare su:

  • rafforzamento della coerenza tra la dimensione esterna e quella interna delle politiche dell'UE, con particolare riferimento agli ambiti dello sviluppo sostenibile, della migrazione, della lotta al terrorismo, della cibersicurezza e della sicurezza energetica;
  • il rafforzamento della resilienza delle democrazie, degli Stati e delle società, ossia della loro capacità di resistenza e riforma in relazione a crisi interne ed esterne, con particolare riferimento agli Stati posti in prossimità dei confini orientali e meridionali dell'UE;
  • un approccio integrato alle situazioni di conflitto, sviluppando la capacità dell'UE di intervenire tempestivamente in tutte le fasi del ciclo di un conflitto ed ai diversi livelli di governance locale, nazionale, regionale e globale;
  • il rilancio della politica estera e di sicurezza attraverso un ruolo maggiormente proattivo dell'UE nel contesto globale;
  • la promozione di ordini regionali cooperativi, attraverso partenariati regionali ed internazionali e lo sviluppo di una governance globale basata sul diritto internazionale, la tutela e promozione dei diritti umani ed uno sviluppo sostenibile.

La nuova Strategia globale individua le seguenti priorità:

Sicurezza e difesa

Pur riconoscendo il ruolo della NATO per la difesa collettiva, l'UE deve dotarsi di capacità autonome sia per contribuire all'Alleanza atlantica sia per agire autonomamente se e quando necessario in particolare attraverso: una maggiore cooperazione e pianificazione tra gli Stati membri nel settore della difesa, anche facendo ricorso alla cooperazione rafforzata tra gruppi di Stati membri; una maggiore capacità di risposta rapida alle situazioni di crisi; maggiori investimenti per la creazione di una forte industria europea della difesa nella sicurezza e difesa, e nel settore della ricerca (vedi "Politica di sicurezza e difesa dell'UE").Lotta al terrorismo

Sono essenziali maggiori investimenti e solidarietà in materia di antiterrorismo. A tal fine occorre incoraggiare una maggiore condivisione di informazioni e una più intensa cooperazione in materia di intelligence tra Stati membri e agenzie dell'UE.

L'UE si adopererà per combattere la radicalizzazione, ampliando i partenariati con la società civile, gli attori sociali, il settore, nonché mediante il dialogo interculturale e interreligioso (vedi "L'unione della sicurezza e il contrasto al terrorismo")

Cibersicurezza

L'UE intende rivolgere maggiore attenzione alla cibersicurezza, dotandosi dei mezzi necessari per tutelarsi contro le minacce informatiche, mantenendo nel contempo un ciberspazio aperto, libero e sicuro. Le questioni riguardanti la cibersicurezza devono permeare tutti i settori politici e, in tale ambito, saranno necessari il rafforzamento della cooperazione con gli Stati Uniti e la NATO e lo sviluppo di partenariati pubblico-privato (vedi "L'unione della sicurezza e il contrasto al terrorismo").

Sicurezza energetica

In linea con gli obiettivi dell'Unione dell'energia, l'UE punterà a diversificare le sue fonti energetiche, le sue rotte e i suoi fornitori, in particolare nel settore del gas, nonché a promuovere gli standard di sicurezza nucleare più elevati nei paesi terzi.

Dovranno essere rafforzate le relazioni con paesi produttori di energia e di transito affidabili sostenendo inoltre la creazione di infrastrutture che consentano a fonti diversificate di raggiungere i mercati europei.

Sul piano interno, l'UE si adopererà per un mercato interno dell'energia pienamente funzionante, si concentrerà sull'energia sostenibile e sull'efficienza energetica (vedi "L'unione dell'energia e la lotta ai cambiamenti climatici")

Politica di allargamento

La sfida strategica per l'UE è quella di promuovere le riforme politiche, lo Stato di diritto, la convergenza economica e relazioni di buon vicinato nei Balcani occidentali e in Turchia e nel contempo perseguire coerentemente la cooperazione in diversi settori.

Il Presidente della Commissione europea Juncker, ad inizio del suo mandato, aveva escluso la possibilità di nuove adesioni all'UE nel breve e nel medio periodo. La Commissione europea ha presentato l'8 febbraio 2018 una comunicazione nella quale ha prospettato, con un cambio di visione, la possibilità di un ingresso di Serbia e Montenegro nell'UE per il 2025.

I paesi dei Balcani occidentali che hanno status di paese candidato e per i quali sono stati avviati negoziati sono Montenegro, Serbia. L'ex Repubblica iugoslava di Macedonia e Albania hanno status di paese candidato, ma i negoziati di adesione non sono ancora stati avviati. Bosnia Erzegovina e Kosovo sono ancora qualificati come " potenziali candidati".
Oltre ai paesi dei Balcani occidentali, anche la Turchia è coinvolta nella politica di allargamento dell'UE. I negoziati però sono al momento sospesi per il mancato impegno della Turchia nel rispetto dei principi dello stato di diritto e della protezione dei diritti fondamentali.
Politica di vicinato

L'UE si impegna nell'ambito della politica europea di vicinato (PEV) a sostenere dei paesi del partenariato orientale e del Mediterraneo meridionale nell'attuazione degli accordi di associazione, compresi gli accordi di libero scambio (ALS) globali e approfonditi.

Verranno, inoltre, valutate nuove modalità per approfondire ulteriormente i partenariati su misura come: la creazione di uno spazio economico con i paesi che attuano ALS globali; l'ampliamento delle reti transeuropee e della comunità dell'energia; lo sviluppo delle connessioni fisiche e digitali.

Saranno inoltre potenziati i collegamenti a livello della società civile attraverso una maggiore mobilità, scambi culturali e educativi, la cooperazione nel settore della ricerca e attraverso le piattaforme della società civile.

La politica di vicinato dell'UE riguarda 16 paesi, raggruppati tra:
  • paesi del Mediterraneo: Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Libia, Marocco, Palestina, Siria e Tunisia;
  • paesi dell'Europa orientale e del Caucaso: Armenia, Azerbaijan, Bielorussia, Georgia, Moldavia e Ucraina.
Politica migratoria

Uno dei punti centrali dell'azione dell'UE volta a sostenere la resilienza riguarderà i paesi di origine e di transito dei migranti e dei rifugiati.

L'UE intende potenziare in misura considerevole gli sforzi umanitari in tali paesi, concentrandosi sull'istruzione, le donne e i minori. Dovranno essere sviluppati - insieme ai paesi di origine e di transito - approcci comuni e su misura alla migrazione che coprano sviluppo, diplomazia, mobilità, migrazione legale, gestione delle frontiere, riammissione e rimpatrio.

Si dovrà lavorare per un sistema europeo comune di asilo più efficace, che tuteli il diritto di chiedere asilo garantendo l'arrivo sicuro, regolamentato e legale di rifugiati che cercano protezione internazionale nell'UE.

Al tempo stesso, la cooperazione con i partner internazionali dovrà garantire responsabilità e solidarietà globali condivise. A tal fine verranno istituiti partenariati più efficaci in materia di gestione della migrazione con le agenzie dell'ONU, gli attori emergenti, le organizzazioni regionali, la società civile e le comunità locali.

Occorrerà, infine, superare la frammentazione delle politiche che riguardano la migrazione. La questione della migrazione dovrà entrare sia nelle diverse politiche e strumenti esterni, da diplomazia e PSDC a sviluppo e clima, sia nelle politiche interne concernenti gestione delle frontiere, sicurezza interna, asilo, occupazione, cultura e istruzione (vedi "L'Agenda europea sulla migrazione").

Politica di sviluppo

La politica di sviluppo dell'UE deve diventare più flessibile e maggiormente allineata con le priorità strategiche. Si ribadisce l'impegno collettivo a raggiungere l'obiettivo dello 0,7% dell'APS/RNL (rapporto tra gli aiuti pubblici allo sviluppo e Reddito nazionale lordo). Gli strumenti finanziari della politica di sviluppo dovrebbero essere resi più flessibili nell'ambito della programmazione pluriennale, riducendo il loro numero ed aumentando al contempo l'importo complessivo destinato allo sviluppo.