Politica estera e questioni globali

L'Agenda globale per lo sviluppo sostenibile

Dal 1° gennaio 2016 sono in vigore a livello internazionale l'Agenda globale per lo sviluppo sostenibile e i relativi obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) adottati all'unanimità dai Paesi membri delle Nazioni Unite, che si sono impegnati a raggiungerli entro il 2030. L'Agenda 2030 e gli SDGs costituiscono il nuovo quadro di riferimento per lo sviluppo, dopo la conclusione (31 dicembre 2015) della fase degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (MDGs). I nuovi obiettivi di sviluppo sostenibile si basano su un concetto di sviluppo per il quale la soddisfazione dei bisogni del presente non deve pregiudicare la capacità delle future generazioni nella soddisfazione dei propri bisogni. Inoltre, la dimensione economica dello sviluppo è ora inscindibilmente affiancata dai altri due pilastri fondamentali, l'inclusione sociale e la tutela dell'ambiente.

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Il 25 settembre 2015  i 193 Paesi membri delle Nazioni Unite hanno adottato all'unanimità (con la risoluzione 70/1) l'Agenda globale per lo sviluppo sostenibile intitolata "Trasformare il nostro mondo: l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile" e gli obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs), impegnandosi a raggiungerli entro il 2030.

L'Agenda è un programma d'azione che ingloba 17 Obiettivi per lo sviluppo sostenibile articolati in 169 ‘target' o traguardi che, in vigore dal 1° gennaio 2016, ha sostituito i Millennium Development Goals fissati nel 2000.

Gli obiettivi, interconnessi e indivisibili, bilanciano le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile: crescita economica, inclusione sociale, tutela dell'ambiente, estendendo l'Agenda 2030 dal solo pilastro sociale degli Obiettivi del Millennio agli altri due pilastri, economico ed ambientale.

Gli SGDs si incardinano sulle c.d. cinque P:

  •   Persone: eliminare fame e povertà in tutte le forme e garantire dignità e uguaglianza;
  •   Prosperità: garantire vite prospere e piene in armonia con la natura;
  •   Pace: promuovere società pacifiche, giuste e inclusive;
  •   Partnership: implementare l'agenda attraverso solide partnership;
  •  Pianeta: proteggere le risorse naturali e il clima del pianeta per le generazioni future.

 

Questi i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile:

  1. Povertà zero: porre fine ad ogni forma di povertà nel mondo;
  2. Fame zero: porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione, promuovere un'agricoltura sostenibile;
  3. Salute e benessere: assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età;
  4. Istruzione di qualità: fornire un'educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti;
  5. Uguaglianza di genere: raggiungere l'uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze;
  6. Acqua pulita e igiene: garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell'acqua e delle strutture igienico sanitarie;
  7. Energia pulita e accessibile: assicurare a tutti l'accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni;
  8. Lavoro dignitoso e crescita economica: incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un'occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti;
  9. Industria, innovazione e infrastrutture: costruire un'infrastruttura resiliente e promuovere l'innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile;
  10. Ridurre le disuguaglianze: ridurre l'ineguaglianza all'interno di e fra le nazioni;
  11. Città e comunità sostenibili: rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili;
  12. Consumo e produzione responsabili: garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo;
  13. Agire per il clima: promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico;
  14. La vita sott'acqua; conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile;
  15. La vita sulla terra: proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell'ecosistema terrestre;
  16. Pace, giustizia e istituzioni forti;
  17. Partnership per gli obiettivi; rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile.

La complessa messa a punto dell'Agenda 2030 ha visto un elevato livello di partecipazione non solo del sistema delle Nazioni Unite e degli Stati membri, ma anche di attori della società civile internazionale, con conseguente ampia produzione di proposte e documenti che ne reso più complessa la sintesi in un testo unitario.

L'adozione dell'Agenda globale delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile e degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile 2030 rappresenta un evento storico da più punti di vista, in quanto:

  • è stato espresso un chiaro giudizio sull'insostenibilità dell'attuale modello di sviluppo, non solo sul piano ambientale, ma anche su quello economico e sociale: si è quindi superata l'idea che la sostenibilità sia una questione esclusivamente ambientale e si è affermata una visione integrata delle diverse dimensioni dello sviluppo;
  • tutti i paesi sono chiamati a contribuire allo sforzo necessario a portare il mondo su un sentiero sostenibile, senza più distinzione tra paesi sviluppati, emergenti e in via di sviluppo. Pertanto ogni paese deve impegnarsi a definire una propria strategia di sviluppo sostenibile, che consenta di raggiungere i relativi obiettivi, rendicontando sui risultati conseguiti all'interno di un processo coordinato dall'ONU;
  • l'attuazione dell'Agenda richiede un forte coinvolgimento di tutte le componenti della società, dalle imprese al settore pubblico, dalla società civile alle istituzioni filantropiche, dalle università e centri di ricerca agli operatori dell'informazione e della cultura.

Quanto agli aspetti attuativi, la base di partenza è rappresentata dal Piano d'azione di Addis Abeba   della terza Conferenza Internazionale sui Finanziamenti allo Sviluppo, adottato dall'Assemblea Generale il 27 luglio 2015 (Risoluzione 69/313), parte integrale dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Il Piano valorizza il ruolo dell'aiuto pubblico allo sviluppo quale catalizzatore per la mobilitazione di risorse, non solo finanziarie, da una varietà di fonti, fra cui il settore privato (dalle piccole imprese alle multinazionali), la società civile e le organizzazioni filantropiche.

Quanto invece al controllo sull'adozione dell'Agenda 2030 e sui risultati delle politiche poste in essere a tale scopo, di cui i Governi sono i primi responsabili, esso si articola a livello nazionale, regionale e globale.

Il ruolo centrale a livello globale è assegnato all'High-level Political Forum on Sustainable Development-HLPF. L'HLPF si riunisce annualmente sotto l'egida del Comitato Economico e Sociale (ECOSOC) dell'ONU, mentre ogni quattro anni la riunione si svolge sotto l'egida dell'Assemblea Generale (GA). Le riunioni annuali si tengono a livello di ministri, quelle quadriennali a livello di Capi di Stato e di Governo. Il compito dell'HLPF è quello di valutare i progressi, i risultati e le sfide rilevanti per tutti i paesi, nonché di assicurare che l'Agenda resti "rilevante ed ambiziosa". Il Forum può adottare dichiarazioni politiche negoziate a livello intergovernativo.

L'High-level Political Forum on Sustainable Development 2016, il primo dall'adozione dell'Agenda 2030, si è svolto a New York dall'11 al 20 luglio 2016 (Ministerials days 18-20 luglio) incentrandosi sul tema "Ensuring that no one is left behind". Durante la sessione si sono svolte la voluntary reviews di 22 paesi e reviews tematiche del progresso sugli obiettivi di sviluppo sostenibile, mentre una serie di eventi collaterali si è focalizzata su partenariato e formazione.

Le revisioni nazionali volontarie-VNR) (Voluntary National Review), costituiscono procedimenti country-led a carattere volontario che riguardano i progressi compiuti a livello nazionale e sub-nazionale. Le VNR mirano a facilitare la condivisione di esperienze e sono alla  base delle revisioni periodiche dell'HLPF finalizzate, a loro volta, ad accelerare l'attuazione dell'Agenda 2030. I paesi che si sottopongono a VNR presentano relazioni scritte rese disponibili nel database VNR, dove confluiscono anche i dati relativi ai risultati conseguiti.

High-level Political Forum 2017 (New York 10-19 luglio, ministerial meeting 17-19 luglio) intitolato "Eradicating poverty and promoting prosperity in a changing world" si è concentrato sui goals 1 (povertà zero), 2 (fame zero), 3 (salute e benessere), 5 (uguaglianza di genere), 9 (industria, innovazione e infrastrutture), 14 (vita sottomarina) e 17 (partnership finalizzata al raggiungimento degli obiettivi). Nel 2017, 43 paesi, tra i quali l'Italia, si sono sottoposti a VNR.

High-level Political Forum 2018, previsto sempre a New York il 9-18 luglio 2018 e dedicato a "Transformation towards sustainable and resilient societies" , si focalizzerà sugli obiettivi 6 (Acqua pulita),7 (Energia pulita e accessibile),11 (Città e comunità sostenibili),12 Consumo e produzione responsabili,15 (La vita sulla terra) e, come ogni anno, 17 (partnership).

II monitoraggio dei risultati si basa su un panel di indicatori statistici globali (global indicator framework), elaborati dall'Inter-agency and Expert Group on SDG Indicators (IAEG-SDGs)  , composta da rappresentanti degli Stati membri e, in qualità di osservatori, da esponenti di agenzie regionali ed internazionali. Gli indicatori, individuati in accordo con la UN Statistical Commission, sono stati adottati dall'Assemblea Generale il 6 luglio 2017 (risoluzione A/RES/71/313). Essi sono completati dagli indicatori per i livelli nazionali e regionali sviluppati, invece, dagli Stati membri.

Per l'Italia è l'ISTAT, in particolare, a svolgere un ruolo attivo di coordinamento nazionale nella produzione degli indicatori per la misurazione dello sviluppo sostenibile e il monitoraggio dei suoi obiettivi. Periodicamente l'Istituto presenta un aggiornamento e un ampliamento delle disaggregazioni degli indicatori utili a tale scopo.

Va sottolineato che i progressi compiuti nel cammino verso la realizzazione degli obiettivi sono misurati anche attraverso indicatori complementari al PIL, quali, ad esempio, per il nostro paese gli indicatori BES (Benessere Equo e Sostenibile) posti in essere da alcuni anni su iniziativa CNEL e ISTAT.

 

Nella seduta del 14 giugno 2016   la Commissione Affari esteri ha deliberato all'unanimità lo svolgimento di un'indagine conoscitiva sull'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile ai sensi dell'articolo 144, comma 1 del regolamento della Camera dei deputati, delegandone lo svolgimento al Comitato permanente sull'attuazione dell'Agenda 2030 e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Il termine per la conclusione dell'indagine, inizialmente stabilito per il 31 dicembre 2016, è stato successivamente differito al 31 dicembre 2017.

Nel programma dell'indagine conoscitiva si sottolinea che l'obiettivo è l'approfondimento dell'attività posta in essere dalla Comunità internazionale e dal Governo italiano per il raggiungimento degli obiettivi dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, anche in quanto orizzonte di riferimento per il settore della cooperazione italiana allo sviluppo. Nel quadro dei diversi soggetti che operano nella Comunità internazionale, obiettivo dell'indagine conoscitiva è lo svolgimento di un'azione di monitoraggio sulle iniziative assunte dai Paesi del G7  (di cui l'Italia nel corso del 2017 è la presidente). L'indagine è finalizzata alla valutazione di iniziative, aspetti finanziari ed eventuali rapporti con istituzioni internazionali utili a qualificare la posizione dell'Italia sulle diverse questioni nonché all'individuazione delle modalità più opportune per dare maggiore visibilità, soprattutto nelle sedi europee, all'impegno italiano per la realizzazione dell'Agenda 2030. L'attività di indagine si articolerà principalmente in audizioni di soggetti rilevanti ai fini dei temi trattati e, ove necessario, in sopralluoghi al di fuori della sede parlamentare, previa autorizzazione della Presidenza della Camera. Tra i soggetti da audire il programma indica rappresentanti dei Dicasteri competenti; rappresentanti di Organizzazioni internazionali e regionali; rappresentanti delle Istituzioni Finanziarie Internazionali; rappresentanti della società civile; rappresentanti del settore privato; rappresentanti organi di informazione; accademici ed esperti.

In sede d'indagine conoscitiva, il Comitato ha ascoltato il Direttore per le relazioni esterne del Fondo globale per la lotta all'AIDS, la tubercolosi e la malaria, Christoph Benn, ed il responsabile del Dipartimento del farmaco dell'Istituto Superiore di Sanità, Stefano Vella, (5 luglio 216  ), il portavoce dell'Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), Enrico Giovannini (13 luglio 2016  ), la Vicedirettrice generale dell'Organizzazione mondiale della sanità, incaricata dei problemi della salute, della famiglia, delle donne e dei bambini, Flavia Bustreo (14 luglio 2016  ), il Viceministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Mario Giro (9 novembre 2016  ), il Direttore finanziario di Medicines for Malaria Venture, Andrea Buscaglia e la responsabile per le relazioni esterne della stessa associazione, Silvia Ferazzi (18 gennaio 2017  ), i vertici del Forum permanente per il sostegno a distanza (ForumSaD) (7 febbraio 2017),   il Direttore dell'Autorità nazionale - UAMA (Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento) Francesco Azzarello (22 marzo 2017  ), e Giorgio Beretta, ricercatore dell'Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e le Politiche di Sicurezza e Difesa-OPAL (4 ottobre 2017  ).

 

     L'indagine conoscitiva è stata avviata il 5 luglio 2016   con l'audizione del Direttore per le relazioni esterne del Fondo globale per la lotta all'AIDS, la tubercolosi e la malaria  , Christoph Benn. Nel corso della seduta è stata presentata un'ampia ricognizione della struttura organizzativa e delle attività del Fondo, che è al tempo stesso un' istituzione finanziaria progettata per combattere AIDS, tubercolosi e malaria nella loro forma epidemica ed un partenariato tra governi, società civile, il settore privato e le persone affette dalle malattie.

Il Fondo, istituito nel 2001, raccoglie ed investe circa 4 miliardi di dollari l'anno per sostenere programmi gestiti da esperti locali - e non direttamente dal Fondo - nei paesi e nelle comunità colpite dall'epidemia. Il Fondo ha base a Ginevra ed è composto da personale dalla più varia esperienza professionale proveniente da oltre 100 differenti paesi. Gli investimenti effettuati nelle aree colpite dalle epidemie sono modellati sulle esigenze specifiche e sulle caratteristiche di ciascun paese, nonché su quelle delle comunità più colpite dalle tre malattie, in ossequio al principio della country ownership e dei complementari principi del finanziamento performance-based, che correla il finanziamento a risultati comprovati, monitorati e verificati dagli agenti locali, ed al principio di trasparenza. Replicando ad uno specifico quesito posto dalla Presidente Spadoni, il direttore del Fondo ha precisato che l'incidenza dei costi operativi è pari al 3% dei 4 mld di dollari annualmente spesi per i programmi. Con riferimento al contributo italiano al Fondo, dal 2001 l'Italia ha erogato complessivamente 890 milioni di euro. E' stato evidenziato, inoltre, che dopo la battuta d'arresto degli anni 2009 e 2010 (quando il nostro paese non aveva dato seguito agli impegni finanziari assunti), nel dicembre 2013, durante la Conferenza di replenishment di Washington l'Italia è rientrata a pieno titolo tra i finanziatori del Fondo, con un pledge per il triennio 2014-2016 pari ad un totale di 100 milioni di euro.

Si rammenta che sul finanziamento al Fondo la Commissione Affari esteri aveva approvato, il 14 giugno 2016, la risoluzione conclusiva 8/00186 d'iniziativa dell'on. Quartapelle Procopio che impegna il Governo a formalizzare in occasione della sessione finale della quinta Conferenza di rifinanziamento del Fondo globale un significativo rafforzamento dell'impegno dell'Italia per il triennio 2017-2019, a conferma del rinnovato impegno italiano nell'ambito della cooperazione internazionale allo sviluppo ed a promuovere, accanto al rafforzato impegno finanziario, un ruolo politico più attivo dell'Italia in seno alla struttura di governo del Fondo Globale in sinergia con le priorità nazionali di politica estera e di cooperazione internazionale, assicurando di monitorare e incidere sulle decisioni che riguardano la trasparenza e la rendicontazione nella gestione dei programmi di finanziamento, il sostegno ai sistemi sanitari nazionali dei Paesi beneficiari, nonché il pieno coinvolgimento dei Paesi fruitori e della società civile nelle fasi decisionali.

 

Nella seduta del  13 luglio 2016    l'indagine è proseguita con l'audizione del portavoce dell'Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS)  , Enrico Giovannini. Nel corso dell'audizione sono stati estesamente trattati i profili relativi al raggiungimento degli SDGs, processo nel quale si inquadra l'ASviS, sorta con l'obiettivo di mobilitare la società italiana, i soggetti economici e le istituzioni. La missione dell'Alleanza è proprio quella di far crescere nella società italiana, nei soggetti economici e nelle istituzioni la consapevolezza dell'importanza dell'Agenda globale per lo sviluppo sostenibile, mettendo in rete coloro che si occupano già di aspetti specifici ricompresi nei Sustainable Development Goals allo scopo di:

  • favorire lo sviluppo di una cultura della sostenibilità a tutti i livelli, orientando a tale scopo i modelli di produzione e di consumo;
  • analizzare le implicazioni e le opportunità per l'Italia legate all'Agenda per lo sviluppo sostenibile;
  • contribuire alla definizione di una strategia italiana per il conseguimento degli SDGs, anche utilizzando strumenti analitici e di previsione che aiutino la definizione di politiche per lo sviluppo sostenibile, nonché alla realizzazione di un sistema di monitoraggio dei progressi dell'Italia verso gli SDGs.

 L' ASviS riunisce oltre 100 tra le più importanti istituzioni e reti della società civile. Si tratta di associazioni rappresentative delle parti sociali (associazioni imprenditoriali, sindacali e del Terzo Settore); reti di associazioni della società civile che riguardano specifici Obiettivi (quali, ad esempio, salute, benessere economico, educazione, lavoro, qualità dell'ambiente, uguaglianza di genere); associazioni di enti territoriali; università e centri di ricerca pubblici e privati, e le relative reti; associazioni di soggetti attivi nei mondi della cultura e dell'informazione; fondazioni e reti di fondazioni; soggetti italiani appartenenti ad associazioni e reti internazionali attive sui temi dello sviluppo sostenibile.

Nella seduta del  14 luglio 2016   si è svolta l'Audizione della Vice direttrice Generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità per la Salute della Famiglia, delle Donne e dei Bambini,   Flavia Bustreo. La Vice direttrice ha portato a conoscenza del Comitato la strategia globale, cui l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha dato impulso, per la salute delle donne, dei bambini e degli adolescenti nel mondo, che risulta strutturalmente legata agli Obiettivi di sviluppo 2030. Si tratta di una strategia dal 2016 al 2030, che ha tre obiettivi principali: assicurare la sopravvivenza di donne, bambini e adolescenti, in presenza di dati di salute pubblica internazionale che, a livello globale, sono ancora estremamente preoccupanti; il secondo obiettivo principale è la salute piena, cioè la possibilità di avere sia donne sia bambini in grado di essere liberi dalla violenza e di avere accesso a servizi sanitari qualificati; il terzo obiettivo è quello di permettere la partecipazione attiva alle donne, soprattutto alle giovani, per dar loro modo di contribuire allo sviluppo ed alla crescita economica dei propri Paesi.

La seduta del 9 novembre 2016   ha visto l'audizione del Viceministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Mario Giro, titolare delle deleghe per le questioni inerenti la cooperazione internazionale ai sensi dellaL.125/2014  . Il Viceministro, dopo aver ribadito che l'Agenda 2030 riguarda tutta la dimensione delle politiche domestiche di governo e quindi gli aspetti delle politiche pubbliche ed i settori economici, sociali e ambientali, ha anticipato i contenuti del documento che elabora una nuova strategia nazionale in corso di definizione, al quale il MAECI contribuisce in collegamento coerente con il Documento triennale di programmazione e di indirizzo della cooperazione (2015-2017) previsto dalla legge 125/2014, elemento essenziale della strategia italiana di cooperazione. Il documento, che è sottoposto al parere delle Commissioni parlamentari prima della sua approvazione definitiva al Consiglio dei ministri, ha un carattere onnicomprensivo dal momento che riguarda tutta la cooperazione verso l'esterno dell'Italia e che comporta attività che vedono il coinvolgimento di una rosa di ministeri, oltre naturalmente al MAECI, in primis il Ministero dell'economia e delle finanze per quanto riguarda i flussi finanziari.

Nella seduta del 18 gennaio 2017   si è svolta l'audizione di rappresentanti di Medicines for Malaria Venture   (MMV), partenariato pubblico-privato attivo dal 1999 e finalizzato a promuovere la ricerca, lo sviluppo e l'accesso dei Paesi sottosviluppati ai prodotti farmaceutici innovativi e ai medicinali essenziali per il trattamento della malaria, che svolge le proprie attività anche in collaborazione con l'Organizzazione mondiale della sanità e con il Fondo globale per la lotta contro l'AIDS, la tubercolosi e la malaria.

Rappresentanti del Forum permanente per il Sostegno a Distanza (Forum SaD  ) sono intervenuti nella seduta del  7 febbraio 2017  . Forum SaD è il maggiore coordinamento italiano di organizzazioni ed enti che si occupano di sostegno a distanza; costituito da 131 organizzazioni, è presente su quasi tutto il territorio nazionale ed opera come strumento di cooperazione internazionale allo sviluppo. Nel corso dell'audizione sono state evidenziate,tra il resto, alcune criticità relative all'applicazione di talune norme della nuova disciplina della cooperazione allo sviluppo, dettata dalla  legge 125/2014; si tratta, in particolare, della necessità di aggiornare i criteri per l'iscrizione all'elenco (previsto dall'articolo 26) delle organizzazioni riconosciute dallo Stato come soggetti della cooperazione internazionale allo sviluppo, nonché della rarefatta frequenza delle riunioni del Consiglio nazionale per la cooperazione allo sviluppo, organo che la legge incarica di necessarie funzioni propositive e consultive, tuttavia svolte a livello informale. Al centro dell'audizione anche le problematiche connesse alla gestione dei flussi migratori nonchè i delicati profili del partenariato profit-no profit - postulato dall'Agenda 2030 - con riferimento ai criteri sottesi agli aiuti finanziari forniti alle aziende italiane all'estero.

Il 22 marzo 2017   si è svolta l'audizione del direttore dell'Autorità nazionale – UAMA   (Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento), Francesco Azzarello udito con con particolare riferimento all'attuazione dell'Obiettivo 16 (Pace, giustizia e istituzioni forti), target 16.4 che prevede la significativa riduzione, entro il 2030, del finanziamento illecito del traffico di armi, il potenziamento del recupero e della restituzione dei beni rubati e la contrapposizione a tutte le forme di crimine organizzato. UAMA, istituita nel marzo 1991 e individuata quale Autorità nazionale nel giugno 2012, è competente per il rilascio delle autorizzazioni per l'interscambio dei materiali di armamento e per il rilascio delle certificazioni per le imprese e per gli adempimenti connessi alla materia, di cui alla L. 185/1990   e successive modificazioni.

Sulle medesime tematiche ha insistito anche la seduta del 4 ottobre 2017,   che ha visto l'intervenuto Giorgio Beretta, analista ricercatore dell'Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e le Politiche di Sicurezza e Difesa (OPAL  ). L'ampio dibattito svolto in entrambe le occasioni ha evidenziato il persistere di talune criticità con riferimento sia alle modalità di attivazione delle risorse finanziarie collegate alle attività inerenti agli armamenti, sia alla trasparenza e conoscibilità degli effettivi scambi, che non risultano soddisfacenti nonostante la vigente disciplina - composta da un corpus di norme che si estendono dall'ambito internazionale, con il Trattato internazionale sul Commercio delle armi ATT  , - a quello europeo e nazionale - preveda la predisposizione di precise relazioni e documenti.

Nelle sedute del 15 e 16 gennaio 2018    la Commissione esteri ha discusso ed approvato all'unanimità il Documento conclusivo dell'indagine conoscitiva sull'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.