L'Italia e l'Unione europea

Politica estera e questioni globali

Il 60° anniversario dei Trattati di Roma

Il 25 marzo 2017 si è celebrato il 60° anniversario della firma dei Trattati CEE ed EURATOM, noti anche come Trattati di Roma, elementi fondanti dell'architettura comunitaria.

Il Parlamento italiano ha celebrato la ricorrenza con due grandi eventi: venerdì 17 marzo le Camere hanno promosso una Conferenza straordinaria dei Presidenti dei Parlamenti nazionali degli Stati membri e del Parlamento europeo, mentre il 22 marzo, l'aula della Camera ha ospitato la celebrazione a livello nazionale della ricorrenza della firma dei Trattati di Roma, alla presenza del Presidente della Repubblica e dei Presidenti della Camera e del Senato: all'iniziativa hanno preso parte deputati, senatori, parlamentari europei eletti in Italia e rappresentanti degli organi costituzionali e delle alte cariche istituzionali.

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Il 25 marzo 1957, a Roma, nel corso di una solenne cerimonia in Campidoglio, nella sala degli Orazi e Curiazi, furono sottoscritti due atti fondamentali nel processo d'integrazione europea: il Trattato sulla Comunità economica europea    (CEE) e il Trattato sulla Comunità europea dell'energia atomica   (Euratom).

Fu altresì sottoscritta una Convenzione relativa alle Istituzioni comuni alle Comunità europee.

Per l'Italia gli accordi furono firmati dal Presidente del Consiglio Antonio Segni e dal Ministro degli affari esteri Gaetano Martino; gli altri firmatari furono Paul-Henri Spaak per il Belgio, Christian Pineau per la Francia, Konrad Adenauer per la Repubblica federale tedesca, Joseph Bech per il Lussemburgo e Joseph Luns per i Paesi Bassi.

I Trattati di Roma traggono origine dal processo di rilancio del progetto europeista, promosso dal nostro Paese alla metà degli anni Cinquanta, dopo la battuta d'arresto segnata dal fallimento, nel 1952, della Comunità europea di difesa (CED).

E' infatti il ministro Martino a ridare impulso al percorso d'integrazione tra gli Stati della cosiddetta "Piccola Europa", promuovendo una conferenza europea a Messina nel giugno 1955, nella quale i ministri degli esteri dei sei Stati europei decisero di procedere secondo un metodo d'integrazione funzionalista, ponendo l'accento principalmente su liberalizzazione del mercato e politiche comuni, con particolare attenzione ai settori dei trasporti e dell'energia nucleare.

Per sviluppare il progetto fu costituito un comitato di esperti indipendenti nominati dai rispettivi governi e presieduto dal Ministro degli esteri belga Spaak, con l'intento di perfezionare e trasformare in strumenti concreti i princìpi e gli indirizzi scaturiti dalla Conferenza di Messina.

Nell'aprile 1956 il Comitato preparatorio presentò due progetti, corrispondenti alle due opzioni considerate dagli Stati ovvero: la creazione di un mercato comune e l'armonizzazione delle politiche economiche; la creazione di una comunità dell'energia atomica.

Il 29-30 maggio del 1956 a Venezia, la conferenza dei ministri degli esteri degli stessi sei paesi approvò il Rapporto Spaak dando vita ad una riunione intergovernativa con il compito di procedere alla predisposizione di due trattati.

Con i Trattati di Roma i sei Stati firmatari rinunciavano a parte della loro sovranità a favore di un comune organismo sovranazionale, limitato inizialmente ai settori richiamati.

Dal punto di vista strutturale, le tre Comunità (la preesistente Comunità del carbone e dell'acciaio, la Comunità economica europea e la Comunità europea dell'energia atomica) avevano alcune istituzioni in comune, come la Corte di Giustizia e l'Assemblea parlamentare europea, composta da 142 deputati nominati dai Parlamenti dei sei paesi membri (36 per l'Italia come per la Francia e la Germania).

Il Trattato istitutivo della CEE – che avrebbe avuto una maggiore valenza politica generale nel processo d'integrazione europea - all'art. 2 indicava i seguenti obiettivi:

La Comunità ha il compito di promuovere, mediante l'instaurazione di un mercato comune e il graduale ravvicinamento delle politiche economiche degli Stati membri, uno sviluppo armonioso delle attività economiche nell'insieme della Comunità, un'espansione continua ed equilibrata, una stabilità accresciuta, un miglioramento sempre più rapido del tenore di vita e più strette relazioni fra gli Stati che ad essa partecipano.

Dopo le ratifiche da parte degli ordinamenti nazionali, il 1° gennaio 1958 i due Trattati entrarono definitivamente in vigore.

In Italia il disegno di legge di autorizzazione alla ratifica – l'A.C. 2814   - fu presentato dal Governo il 26 marzo 1957 alla Camera dei deputati, che lo approvò nella seduta pomeridiana del 30 luglio 1957 con 311 voti favorevoli, 144 contrari e 54 astenuti.

Nella seduta pomeridiana del 9 ottobre 1957 l'Assemblea del Senato approvò il testo in via definitiva (legge 14 ottobre 1957, n. 1203  , pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana del 23 dicembre 1957, n. 317).

La legge fu approvata con i voti favorevoli dei parlamentari appartenenti ai gruppi democristiano, repubblicano, socialdemocratico, liberale, monarchico e missino, con il voto contrario del gruppo comunista e con l'astensione del gruppo socialista