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Politiche di coesione

Nell'ambito europeo la riduzione dei divari di sviluppo territoriale degli Stati membri è affidata alla politica di coesione, la cui finalità è la riduzione delle disparità di sviluppo fra le regioni degli Stati membri ed il rafforzamento della coesione economica, sociale e territoriale, con il concorso degli altri livelli di governo nazionali, vale a dire, per l'Italia, sia lo Stato che le regioni.

Per l'attuale ciclo di programmazione che concerne il periodo 2014-2020, le risorse finanziarie complessive messe a disposizione per la politica di coesione in Italia sono oltre 100 miliardi, provenienti da Fondi strutturali europei, risorse nazionali per il cofinanziamento, risorse destinate ai Programmi complementari e risorse aggiuntive nazionali del Fondo Sviluppo e Coesione.

L'Unione europea ha assegnato all'Italia, per il periodo 2014-2020, oltre 44,8 miliardi, di cui 33,9 miliardi specificamente destinati ai Fondi strutturali, cifra che ne fa il secondo Stato membro dell'UE per dotazione di bilancio, dopo la Polonia.

L'impianto strategico e la selezione degli obiettivi tematici su cui si concentrano gli interventi finanziati dai fondi strutturali e di investimento europei 2014-2020 è definito nell'Accordo di Partenariato   con la Commissione europea, adottato il 29 ottobre 2014 e recentemente modificato al fine di ricomprendere nella sua impostazione le maggiori risorse comunitarie assegnate all'Italia rispetto a quanto stabilito nel 2014, a seguito dell'adeguamento tecnico del Quadro finanziario pluriennale 2014-2020 connesso all'evoluzione del reddito nazionale lordo. Le modifiche dell'Accordo sono state approvate dalla Commissione con la Decisione di esecuzione C(2018) 598 final  , dell'8 febbraio 2018. Nel corso del 2016 tutti i programmi operativi cofinanziati dai fondi FESR e FSE relativi alla programmazione 2014-2020, sono entrati nella fase attuativa.

Va ricordato che, a marzo 2017, si è definitivamente conclusa l'attuazione della programmazione 2007-2013 con un risultato – nonostante le difficoltà ed i ritardi che l'hanno caratterizzata - di integrale assorbimento delle risorse europee assegnate all'Italia, circa 27,9 miliardi di Fondi europei. Tale risultato è stato il frutto di importanti interventi innovativi nel quadro di governance istituzionale delle politiche di coesione e di soluzioni di flessibilità a livello europeo.

Va infine tenuto presente che alla riduzione dei divari di sviluppo territoriale sono altresì destinate le risorse proprie nazionali, di natura aggiuntiva, stanziate nel Fondo Sviluppo e Coesione, appositamente destinato a finalità di riequilibrio economico e sociale nonché a incentivi e investimenti pubblici. Il requisito dell'aggiuntività, si ricorda, è espressamente indicato nella disciplina istitutiva del Fondo, laddove si dispone che le sue risorse non possono essere sostitutive di spese ordinarie del bilancio dello Stato e degli enti decentrati, in coerenza con l'analogo criterio dell'addizionalità previsto per i fondi strutturali dell'Unione europea. Le risorse del Fondo sviluppo e coesione per il periodo di programmazione 2014-2020, circa 54,8 miliardi, sono destinate al territorio nazionale secondo la chiave di riparto che ne assegna l'80 per cento alle aree del Mezzogiorno e il restante 20 per cento alle aree del Centro-Nord.

Di queste somme, una quota importante, 13,4 miliardi, è stata destinata ai c.d. Patti per il Sud, sottoscritti nel corso del 2016 tra il Governo ed ognuna delle 8 Regioni e delle 7 Città Metropolitane del Mezzogiorno, quale nuovo strumento di programmazione e di cooperazione territoriale interistituzionale, che, insieme alle nuove misure per lo sviluppo e la crescita del Mezzogiorno introdotte con due decreti-legge ad hoc, evidenziano una rinnovata attenzione verso le regioni del Sud.