Fisco

Indagine conoscitiva sulla fiscalità digitale

Il 10 giugno 2014 la Commissione Finanze della Camera ha deliberato l'avvio di un'indagine conoscitiva sulla fiscalità nell'economia digitale. Una delle questioni che l'indagine conoscitiva consentirà di esaminare è costituita dall'oggettiva obsolescenza del sistema tributario, sia a livello sovranazionale sia a livello italiano, il quale in molti ambiti ha dimostrato ormai la sua incapacità a rimanere al passo con il processo di evoluzione digitale che sta investendo in questi anni settori sempre più ampi del settore produttivo, lasciando in tal modo adito a fenomeni distorsivi, di concorrenza fiscale impropria, quando non addirittura di elusione o evasione. Nella medesima prospettiva, un'altra problematica su cui si focalizzerà l'indagine riguarderà l'individuazione dei correttivi da apportare ai meccanismi della fiscalità e alla stessa operatività dell'amministrazione finanziaria, al fine di sottoporre correttamente ed efficacemente a prelievo i flussi di reddito generati dalle nuove forme dell'economia digitalizzata. Sotto un ulteriore profilo, l'attività conoscitiva costituirà l'occasione per vagliare, anche attraverso un confronto con le esperienze degli altri Paesi e con le indicazioni provenienti dalle più autorevoli istituzioni internazionali, le strategie di politica tributaria, sia a livello nazionale, sia a livello dell'Unione europea, sia a livello globale, più adatte per accompagnare e sostenere lo sviluppo dell'economia digitale. L'intera analisi condotta attraverso l'indagine sarà dunque finalizzata a indicare quali siano gli interventi di riforma dell'attuale assetto normativo tributario, nonché delle relative strutture amministrative, più adeguati a cogliere tutte le opportunità insite in tale fondamentale fattore di modernizzazione del tessuto economico e di sostegno alla crescita, soprattutto nell'attuale difficile contesto congiunturale, nonché per rispondere alle sfide poste dalla concorrenza internazionale e dalla globalizzazione di molti mercati. Si segnalano le audizioni di Confindustria Cultura  Confindustria Digitale   e del Prof. Franco Gallo  .

Nel Regno Unito, a partire dal 1 aprile 2015, è stata istituita la "diverted profits tax" volta ad arginare il dirottamento di utili presso Paesi a bassa fiscalità da parte delle grandi multinazionali (digitali e non). La disciplina, incidente sulle imposte dirette, consente di applicare l'imposta, con una aliquota del 25 per cento in due casi: 1) nei confronti di società non residenti che forniscano beni e servizi a soggetti residenti, quando l'amministrazione finanziaria ritenga che l'attività economica sia svolta aggirando la normativa sulla stabile organizzazione; 2) nel caso in cui vengano utilizzati accordi privi di sostanza economica (con società collegate non residenti) al fine di ottenere vantaggi fiscali. Al riguardo si segnalano i seguenti documenti del governo britannico: una guida   dettagliata della nuova imposta e un'analisi   dell'imposta all'interno del disegno di legge finanziaria per il 2015.

Si segnala, inoltre, uno studio comparativo   sulla c.d. "web tax" nelle altre giurisdizioni (M. Pennisi, Baker & McKenzie) presentato nel corso di un convegno alla Camera dei deputati il 24 aprile 2015.

Il 5 ottobre 2015 l'OCSE ha presentato il Rapporto finale del progetto BEPS  : l'ammontare complessivo dell'erosione fiscale mondiale è stimato tra i 100 e i 240 miliardi di dollari all'anno, pari al 4-10% del totale delle imposte sulle società. Il progetto Beps, avviato dall'Ocse nel 2013, si inserisce nell'ambito dell'azione di contrasto alle politiche di pianificazione fiscale aggressiva e mira a contrastare lo spostamento di base imponibile dai Paesi ad alta fiscalità verso giurisdizioni con pressione fiscale bassa o nulla da parte delle imprese multinazionali, puntando a stabilire regole uniche e trasparenti condivise a livello internazionale. Esso si basa su un Action Plan costituito da 15 azioni strategiche.

Scopo del progetto è coadiuvare i governi nell'ottica di proteggere la base imponibile, offrendo certezza ai contribuenti e al contempo con lo scopo di evitare che la legge nazionale consenta fenomeni di doppia imposizione e restrizioni al legittimo esercizio di attività di natura transnazionale. Si segnala il dossier   del Servizio bilancio del Senato.

La Commissione europea ha definito le sue proposte per la creazione di un Mercato Unico Digitale   da attuare entro il 2016. La strategia si basa su tre pilastri: 1) migliorare l'accesso ai beni e servizi digitali in tutta Europa per i consumatori e le imprese; 2) creare un contesto favorevole e parità di condizioni affinché le reti digitali e i servizi innovativi possano svilupparsi; 3) massimizzare il potenziale di crescita dell'economia digitale.

I ministri economici di Italia, Germania, Francia e Spagna il 9 settembre 2017 hanno sottoscritto una dichiarazione   a sostegno di una iniziativa per la tassazione delle imprese dell'economia digitale. L'iniziativa ha lo scopo di sollecitare una imposizione delle imprese che svolgono attività economica in Europa senza corrispondere un livello di tassazione adeguata, mettendo a repentaglio i principi di equità fiscale e la sostenibilità del modello economico e sociale del continente.

In occasione del vertice dell'Unione europea sul digitale (Tallinn settembre 2017) la Commissione ha presentato la comunicazione "Un sistema fiscale equo ed efficace nell'Unione europea per il mercato unico digitale  " nella quale si sottolinea la necessità di un'imposizione fiscale equa ed efficace, che stia al passo con la rapida trasformazione digitale dell'economia. Sono prospettate alcune ipotesi per soluzioni a breve termine: un'imposta di compensazione sul fatturato delle aziende digitali; la ritenuta alla fonte sulle transazioni digitali, il prelievo sulle entrate generate dalla fornitura di servizi digitali o da attività pubblicitarie.