Il disegno di legge C. 1951, recante il rendiconto generale dello Stato per l'esercizio finanziario 2023, e il disegno di legge C. 1952, che reca l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2024, sono stati assegnati in sede referente alla Commissione Bilancio, che ne ha avviato l'esame congiunto nella seduta dell'11 luglio 2024, concludendolo con l'approvazione senza modifiche il 18 luglio 2024.
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Il disegno di legge di approvazione del rendiconto generale dello Stato è il documento attraverso il quale il Governo, in attuazione dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione, rende conto al Parlamento dei risultati della gestione del bilancio. Ai sensi degli articoli 35 e 36 della legge di contabilità e finanza pubblica, il rendiconto è costituito da due parti: il conto del bilancio, che espone le risultanze della gestione, cioè l'entità effettiva delle entrate e delle uscite del bilancio dello Stato rispetto alle previsioni approvate dal Parlamento, e il conto generale del patrimonio, che espone le variazioni intervenute nella consistenza delle attività e passività che costituiscono il patrimonio dello Stato. Le risultanze contabili del rendiconto sono corredate da note integrative ad esso allegate, riferite alla gestione delle entrate, con l'esposizione delle risultanze di quest'ultima, e a ciascuna amministrazione.
Il disegno di legge di approvazione del rendiconto generale dello Stato C. 1951 è composto da sette articoli. Gli articoli 1, 2 e 3 espongono i risultati complessivi relativi alle amministrazioni dello Stato per l'esercizio finanziario 2023, riferiti rispettivamente alle entrate, alle spese e alla gestione finanziaria di competenza, intesa come differenza tra il totale di tutte le entrate accertate e il totale di tutte le spese impegnate. Nel rendiconto dell'esercizio 2023, la gestione di competenza, con accertamenti di entrate per circa 1.112,6 miliardi di euro e impegni di spese per circa 1.144,1 miliardi di euro, evidenzia un disavanzo della gestione di competenza di circa 31,5 miliardi di euro. L'articolo 4 espone la situazione finanziaria del conto del Tesoro alla fine dell'esercizio 2023, che presenta un disavanzo finanziario di 462,2 miliardi di euro. L'articolo 5 reca l'approvazione dell'Allegato n. 1, contenente l'elenco dei decreti con i quali sono stati effettuati prelevamenti dal fondo di riserva per le spese impreviste, nonché dell'Allegato n. 2, relativo alle eccedenze di impegni risultati in sede di consuntivo per l'esercizio 2023, sul conto della competenza, relative alle unità di voto degli stati di previsione della spesa del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e del Ministero della difesa. L'articolo 6 espone i risultati generali della gestione patrimoniale dell'Amministrazione dello Stato. Nell'esercizio 2023 il conto espone attività per un totale di circa 1.048,6 miliardi di euro e passività per circa 3.806,4 miliardi, con una eccedenza passiva al 31 dicembre 2023 di 2.757,8 miliardi. L'articolo 7 dispone, infine, l'approvazione del rendiconto secondo le risultanze indicate negli articoli precedenti.
I dati di consuntivo mostrano, nel 2023, un generale miglioramento dei saldi sia rispetto alle previsioni iniziali, sia rispetto alle previsioni definitive. Dalla gestione di competenza del 2023 si rileva, infatti, come si sia registrato un miglioramento dei saldi rispetto ai risultati differenziali registrati nell'esercizio 2022, ad eccezione del ricorso al mercato. In particolare, il saldo netto da finanziare, dato dalla differenza fra le entrate finali e le spese finali, presenta nel 2023 un valore negativo di circa 124,6 miliardi di euro, con un miglioramento di 5 miliardi rispetto al saldo registrato nel 2022.
Quanto al risparmio pubblico, che rappresenta il saldo delle operazioni correnti, che, se positivo, misura la quota di risorse correnti destinabile al finanziamento delle spese in conto capitale, esso si attesta nel 2023 a 42,9 miliardi di euro, con un miglioramento di oltre 17,1 miliardi rispetto al 2022. Tale risultato è determinato da un aumento delle entrate correnti superiore all'aumento delle spese correnti. Infine, il dato del ricorso al mercato finanziario, che misura la differenza tra le entrate finali e il totale delle spese, incluse quelle relative al rimborso di prestiti, si attesta nell'anno 2023 a un valore negativo di circa 402,5 miliardi di euro, superiore rispetto al dato del 2022, ma inferiore rispetto alle previsioni iniziali e a quelle definitive. Nel complesso, i risultati della gestione 2023 denotano un miglioramento sia rispetto alle previsioni iniziali, sia rispetto alle previsioni definitive, anche considerando gli scostamenti autorizzati dal Parlamento in corso di esercizio. Essi risultano, inoltre, rispettosi dei limiti massimi autorizzati dalla legge di bilancio per il 2023, come successivamente aggiornati. Nel corso dell'esercizio 2023 sono stati adottati dei provvedimenti per far fronte al peggioramento della congiuntura macroeconomica a seguito della prolungata fase inflattiva, del rialzo dei tassi di interesse e delle tensioni geopolitiche. Il necessario aggiornamento dei saldi programmatici è stato realizzato mediante due successivi scostamenti di bilancio, approvati dalle Camere, ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 243 del 2012, rispettivamente in data 28 aprile 2023, con le risoluzioni di approvazione della relazione al Parlamento, presentata dal Governo il 27 aprile, e in data 11 ottobre 2023, con le risoluzioni di approvazione della relazione al Parlamento annessa alla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2023.
Nell'ambito delle operazioni finali, si osserva un miglioramento del saldo netto da finanziare, che deriva da una gestione di competenza 2023 con un aumento degli accertamenti di entrate finali, accompagnato da un lieve aumento anche degli impegni delle spese finali. Rispetto alle previsioni definitive, la gestione di competenza del bilancio ha registrato, in sede di consuntivo, accertamenti per entrate finali in aumento e impegni delle spese finali in diminuzione. Nelle operazioni complessive, comprensive delle entrate per accensione di prestiti e delle spese per rimborso prestiti, la gestione di competenza 2023 denota un aumento degli accertamenti di entrata e un aumento degli impegni complessivi di spesa. L'incidenza sul prodotto interno lordo degli accertamenti complessivi è aumentata rispetto lo scorso anno.
Dal lato delle entrate, la gestione di competenza del bilancio 2023 ha registrato accertamenti per entrate finali pari a circa 741,6 miliardi di euro, con un incremento a consuntivo di 4,2 punti percentuali, pari a 29,8 miliardi, rispetto al dato riferito al 2022. Gli accertamenti sono risultati superiori a quanto prospettato rispetto alle previsioni iniziali e a quelle definitive. L'incremento degli accertamenti di entrate finali è derivato interamente dall'aumento registrato dalle entrate tributarie, mentre le entrate extra-tributarie e le entrate per alienazione ed ammortamento di beni hanno fatto registrare una riduzione di accertamenti. L'andamento delle entrate tributarie è stato in parte compensato da una diminuzione della quota relativa alle entrate extra-tributarie. Nel confronto con l'anno precedente risultano in diminuzione anche le entrate derivanti da alienazione ed ammortamento di beni.
Per quanto concerne le entrate tributarie, esse rappresentano oltre l'80 per cento dell'ammontare complessivo delle entrate finali. All'interno dell'aggregato, oltre la metà del gettito è assicurato dalle imposte sul patrimonio e sul reddito.
Riguardo all'analisi per categorie economiche delle entrate finali, che, a partire dal 2023, la classificazione economica delle entrate e delle spese è stata oggetto di revisione, a seguito della conclusione, nel 2022, della sperimentazione del piano dei conti integrato di cui all'articolo 38-sexies della legge di contabilità, al fine di assicurare una maggiore integrazione tra la contabilità finanziaria e la contabilità economico-patrimoniale. La classificazione economica delle entrate è stata maggiormente interessata dalla revisione adottata nel 2023, prevedendo una riorganizzazione dei contenuti delle categorie. In ragione di ciò, nella Relazione illustrativa si segnala che non è stato possibile mantenere la continuità della serie storica dopo il 2022, e pertanto, le categorie sono presentate per gli anni 2021 e 2022 secondo la previgente classificazione e per il solo esercizio 2023 secondo la nuova classificazione economica.
Tra le entrate ricorrenti, l'ammontare dell'IRPEF ha mostrato una crescita dell'8,8 per cento rispetto ai valori a consuntivo del 2022, da 215,9 a 234,9 miliardi, con un aumento superiore di circa 12,9 miliardi rispetto a quanto prospettato nelle previsioni definitive. Più sostenuta è stata, invece, la variazione dell'accertato IRES. Tra le imposte indirette, oltre il 70 per cento è attribuibile al gettito IVA, che registra una crescita del 7,5 per cento rispetto al 2022, raggiungendo come accertamento la quota di 202,4 miliardi di euro. Risultano in diminuzione, rispetto all'esercizio 2022, le entrate extra-tributarie. Il dato di consuntivo del 2023 si attesta su valori notevolmente superiori rispetto tanto alle previsioni iniziali, quanto a quelle definitive.
Per quanto riguarda i dati di consuntivo relativi alle spese finali, costituite dal totale delle spese di parte corrente e di quelle in conto capitale, i relativi impegni nel 2023 si sono attestati a 866,1 miliardi di euro, registrando un incremento di circa 24,8 miliardi, pari al 2,9 per cento. La spesa di parte corrente ha generato impegni per circa 695,3 miliardi di euro, mentre gli impegni di spesa in conto capitale si sono attestati a 170,9 miliardi di impegni.
Passando all'analisi per categoria economica dei dati della gestione sul versante della spesa, con riferimento alla dinamica delle spese correnti, l'incremento dell'1,2 per cento rispetto al dato del 2022 degli impegni relativi alla categoria «Trasferimenti correnti ad amministrazioni pubbliche», costituisce il 50,6 per cento della spesa corrente, con impegni per oltre 352 miliardi di euro. Si tratta, in prevalenza di trasferimenti ad amministrazioni locali, per impegni pari a 160,8 miliardi di euro, e a enti previdenziali, per impegni equivalenti a 166,1 miliardi di euro. I redditi da lavoro dipendente registrano impegni pari a 106,8 miliardi di euro, che rappresentano circa il 15,3 per cento degli impegni correnti, in crescita rispetto al 2022. Gli impegni riferibili alla categoria «Interessi passivi e altri oneri finanziari», che costituiscono il 10,9 per cento della spesa corrente, sono pari a 75.759 milioni di euro, segnando un incremento del 17 per cento rispetto al 2022. Risultano in diminuzione, invece, gli impegni riferibili alle categorie «Trasferimenti correnti a imprese», nella misura di 8,5 miliardi, pari al 36 per cento, e «Trasferimenti correnti a famiglie e istituzioni sociali private», nella misura di 1,1 miliardi, pari al 9,4 per cento, nonché «Risorse proprie UE», nella misura di 1,6 miliardi, pari al 7,8 per cento, e infine i trasferimenti all'estero, nella misura di 187 milioni di euro, pari all'11,9 per cento.
Per quanto concerne la spesa in conto capitale, i dati registrano un aumento del 6,6 per cento degli impegni rispetto al passato esercizio. Tale aumento è prevalentemente imputabile ai maggiori impegni riferibili alla categoria «Contributi agli investimenti alle imprese». Tale incremento è parzialmente compensato dalla riduzione degli impegni riferiti alla categoria «Contributi agli investimenti alle Amministrazioni Pubbliche». Una riduzione consistente si registra per la categoria «Acquisizioni di attività finanziarie», nonché per la categoria «Altri trasferimenti in conto capitale».
Con riferimento alla gestione dei residui, anche nel 2023 il loro ammontare continua a rimanere su livelli considerevoli, sia dal lato delle entrate sia dal lato delle uscite. In base ai dati forniti nella relazione al rendiconto, il conto dei residui al 1° gennaio 2023 registrava residui attivi per un valore di 235.337 milioni di euro e residui passivi delle spese complessive per 193.495 milioni di euro, con un'eccedenza attiva di 41.843 milioni di euro. Nel corso dell'esercizio, l'entità dei residui pregressi si è andata modificando, facendo registrare variazioni in diminuzione dei residui sia dal lato delle entrate, in misura pari a 89,31 miliardi di euro, sia dal lato delle uscite, con una riduzione di 52,33 miliardi, di cui circa 5,3 miliardi eliminati per perenzione amministrativa. Pertanto, il saldo tra i residui attivi e passivi provenienti dagli esercizi 2022 e precedenti, per effetto delle variazioni intervenute nell'anno si è ridotto a 4.860 milioni. All'entità dei residui pregressi accertati a seguito della gestione si sono aggiunti, in corso di esercizio, i residui di nuova formazione, derivanti dalla gestione di competenza dell'esercizio finanziario 2023.
La gestione di competenza e la gestione dei residui concorrono a determinare i risultati della gestione di cassa, che è rappresentata, per la parte di entrata, dagli incassi e, per la parte di spesa, dai pagamenti. In termini di cassa, il saldo netto da finanziare è risultato pari, nel 2023, a 173 miliardi di euro, con un incremento di 10,5 miliardi rispetto al risultato raggiunto l'anno precedente. Il risparmio pubblico assume un valore negativo di 14,2 miliardi. Il ricorso al mercato si attesta su di un valore di circa 449,6 miliardi di euro. La gestione di cassa ha fatto registrare, rispetto ai corrispondenti dati dell'anno 2022, un aumento sia degli incassi che dei pagamenti. L'aumento è in gran parte imputabile alle entrate correnti. Le spese finali hanno registrato una riduzione del 7,7 per cento rispetto alle previsioni definitive e hanno raggiunto il 77,6 per cento della relativa massa spendibile.
Il conto generale del patrimonio, le cui risultanze sono riportate nell'articolo 6 del disegno di legge, comprende, ai sensi dell'articolo 36, comma 3, della legge n. 196 del 2009, le attività e le passività finanziarie e patrimoniali con le relative variazioni prodottesi durante l'esercizio di riferimento, nonché la dimostrazione dei vari punti di concordanza tra la contabilità del bilancio e quella patrimoniale.
I risultati generali della gestione patrimoniale 2023 mostrano un'eccedenza passiva di circa 2.758 miliardi, con un peggioramento di circa 163 miliardi rispetto alla situazione patrimoniale a fine 2022, pari in termini percentuali al 6,3 per cento. Si tratta di un risultato che conferma quello conseguito nel 2022 sul 2021. Il totale delle attività ammonta a circa 1.048,6 miliardi di euro, con un aumento di 7,3 miliardi, mentre il totale delle passività ammonta a 3.806 miliardi e si riferisce interamente a passività di natura finanziaria.
La Corte dei conti ha dichiarato regolare il rendiconto generale dello Stato per il 2023, con l'esclusione da tale dichiarazione di alcuni capitoli delle entrate e delle spese.
In attuazione delle disposizioni dell'articolo 36, comma 6, della legge di contabilità e finanza pubblica, la relazione illustrativa al rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato include anche il cosiddetto «ecorendiconto», nel quale si illustrano le risultanze delle spese relative ai programmi aventi natura o contenuti ambientali, allo scopo di evidenziare le risorse impiegate per finalità di protezione dell'ambiente, riguardanti attività di tutela, conservazione, ripristino e utilizzo sostenibile delle risorse e del patrimonio naturale. Le risorse finanziarie destinate dallo Stato nel 2023 alla spesa primaria per i programmi ambientali ammontano a circa 25,8 miliardi di euro, pari al 2,6 per cento della spesa primaria complessiva del bilancio dello Stato. Si registra, quindi, una riduzione della spesa ambientale rispetto al dato relativo al 2022, che tuttavia faceva riferimento anche alle misure per contrastare l'aumento dei costi dell'energia elettrica e del gas naturale.
Il disegno di legge recante disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2024 (C. 1952), disciplinato dall'articolo 33 della legge di contabilità e finanza pubblica, ha lo scopo di aggiornare nel corso dell'esercizio le previsioni di bilancio formulate a legislazione vigente, anche sulla scorta della consistenza dei residui attivi e passivi accertata in sede di rendiconto. Il suddetto aggiornamento riguarda, con riferimento alle entrate, l'eventuale revisione delle stime del gettito, e, con riferimento alle spese, limitatamente alla componente discrezionale, gli effetti di eventuali esigenze sopravvenute. Le variazioni di bilancio proposte con il presente provvedimento di assestamento, insieme a quelle apportate nel periodo compreso tra il 1° gennaio e 31 maggio con atti amministrativi, definiscono le previsioni assestate per il 2024.
Il disegno di legge di assestamento si compone di un solo articolo che modifica la Sezione II della legge di bilancio per il 2024. L'articolo aggiorna le previsioni di bilancio a legislazione vigente, per l'anno finanziario 2024, introducendo le occorrenti variazioni degli stanziamenti dello stato di previsione dell'entrata e degli stati di previsione della spesa dei Ministeri approvati con la legge di bilancio 2024. Tali variazioni sono esposte nelle tabelle annesse al disegno di legge. Le variazioni proposte determinino un miglioramento del saldo netto da finanziare di circa 169 milioni di euro rispetto alle previsioni iniziali della legge di bilancio. Considerando anche le variazioni per atto amministrativo, il valore del saldo netto da finanziare si attesta, in termini di competenza, su un valore negativo di 200,72 miliardi, in aumento rispetto alla previsione iniziale 198,85 miliardi risultante dalla legge di bilancio 2024. Tale variazione rispetto alle previsioni iniziali, pari a circa 1,9 miliardi di euro complessivi, è dovuta essenzialmente alle variazioni negative determinate per atto amministrativo, pari a circa 2,04 miliardi di euro. L'aumento delle entrate finali pari a 24.653 milioni di euro per 26.796 milioni è dovuto alle variazioni proposte dal disegno di legge di assestamento, compensate da variazioni negative apportate ad atti amministrativi per circa 2.041 milioni. Nel complesso, le previsioni assestate delle entrate finali, per effetto delle variazioni apportate con il provvedimento in esame e con gli atti amministrativi adottati in corso di gestione, risultano pari a 712.220 milioni di euro. L'aumento delle spese finali ammonta a circa 26.525 milioni di euro, interamente determinato dalla proposta di assestamento per 26.627 milioni di euro, compensata in minima parte dalle variazioni per atto amministrativo, pari a 102 milioni. Le nuove previsioni delle spese finali, per effetto delle variazioni apportate con il provvedimento di assestamento e con gli atti amministrativi adottati in corso di gestione, risultano quindi pari a 912.944 milioni di euro.
Il risparmio pubblico pur mantenendosi su valori negativi, registra un miglioramento di 17,9 miliardi di euro rispetto alla previsione iniziale. Il ricorso al mercato evidenzia un andamento complessivamente positivo, passando da una previsione iniziale di 527,5 miliardi di euro a 517,5 miliardi. Il bilancio assestato incorpora anche gli effetti delle variazioni di bilancio apportate con gli atti amministrativi adottati in corso d'anno, che determinano un peggioramento del saldo netto da finanziare di 2.041 milioni di euro in termini di competenza, dovuto principalmente all'attuazione delle riassegnazioni di entrate disposte con decreto del Ragioniere generale dello Stato. Con riferimento alle entrate, le variazioni per atto amministrativo determinano una riduzione delle previsioni iniziali di bilancio pari a 2.143 milioni in termini di competenza, dovute a minori entrate tributarie per 4.221 milioni. Relativamente alle entrate extra-tributarie, si determinano variazioni in aumento pari a 1.178 milioni di euro. Con riferimento alla spesa finale, le variazioni per atto amministrativo determinano una diminuzione degli stanziamenti di bilancio di competenza di circa 102 milioni di euro, solo parzialmente compensata da un aumento delle spese in conto capitale.
In termini di competenza, le variazioni proposte dal disegno di legge di assestamento determinano una variazione positiva del saldo netto da finanziare, in termini di competenza, di 169 milioni di euro rispetto al saldo risultante dalla legge di bilancio 2024, dovuta a una proposta di aumento delle entrate finali determinata dalla evoluzione positiva delle entrate tributarie ed extra-tributarie. Come indicato nella relazione tecnica, le proposte formulate con il disegno di legge di assestamento sono neutrali ai fini dell'indebitamento netto della pubblica amministrazione, in quanto già scontate nei quadri tendenziali in sede di Documento di economia e finanza 2024.
Per quanto concerne, in particolare, le proposte di variazioni alle entrate del bilancio dello Stato, nel confronto con il dato iniziale del bilancio 2024, le entrate finali, per effetto delle variazioni apportate con il presente provvedimento e con gli atti amministrativi adottati in corso di gestione, risultano pari a 712,2 miliardi di euro in termini di competenza, presentando, rispetto alle previsioni iniziali, una crescita di 24.653 milioni di euro.
Per quanto concerne le spese finali, le variazioni proposte dal provvedimento determinano un incremento di circa 26.627 milioni in termini di competenza, imputabile sia alle variazioni in aumento della spesa corrente, pari a 7.186 milioni, che di quella in conto capitale, pari a 19.441 milioni.
Le proposte di assestamento determinano un incremento degli stanziamenti di bilancio, finalizzato ad allinearli a quanto previsto nel Documento di economia e finanza 2024. Tali proposte riguardano, in primo luogo, la necessità di considerare l'effettivo tiraggio dei crediti di imposta, pari a circa 19,4 miliardi complessivi, legati a investimenti per interventi di efficientamento energetico, alle attività di ricerca e sviluppo e all'acquisto di beni strumentali destinati alle strutture produttive del Mezzogiorno. In secondo luogo, le proposte di assestamento riguardano le esigenze legate alla regolazione dei rimborsi fiscali per 3,4 miliardi.
Con riferimento alla spesa corrente, che a seguito delle proposte di assestamento di cui al disegno di legge in esame ammonta a 762,4 miliardi, tali proposte prevedono un incremento degli stanziamenti di bilancio pari a 7.186 milioni di euro, connessi principalmente agli incrementi nella categoria di spesa dei rimborsi e poste correttive delle entrate, in misura pari a 3.958 milioni, e in quella dei trasferimenti correnti alle amministrazioni pubbliche, in misura pari a 2.728 milioni, prevalentemente legati ai contributi alle regioni. La proposta riguarda anche l'aumento di 897 milioni degli stanziamenti destinati alla maggiore attribuzione alle Autonomie speciali delle quote di tributi erariali ad esse spettanti in base ai relativi Statuti, calcolate in relazione all'andamento del gettito rilevato a livello nazionale per l'anno 2023.
La proposta di incremento degli stanziamenti della spesa in conto capitale, pari a più 19.441 milioni in competenza, è principalmente legata alla proposta di aumento degli stanziamenti di bilancio destinati a coprire l'aumentato tiraggio dei crediti di imposta per investimenti di efficientamento energetico, pari a 13,7 miliardi, dei crediti d'imposta per l'acquisto di beni strumentali da destinare alle strutture produttive del Mezzogiorno, in misura pari a 4,5 miliardi, nonché dei crediti d'imposta per attività di ricerca e sviluppo, in misura pari a 1,3 miliardi, con conseguente aumento degli stanziamenti nella categoria relativa ai contributi agli investimenti alle imprese. Le spese in conto capitale ammontano a 150,6 miliardi di euro, con un incremento rispetto alle previsioni iniziali di circa 20,7 miliardi.
Tra le variazioni proposte con il disegno di assestamento 2024 rientrano anche le operazioni di rimodulazione tra le dotazioni finanziarie a legislazione vigente, ai sensi dell'articolo 33, comma 3, della legge di contabilità. In termini di cassa, il disegno di legge di assestamento per il 2024 determina complessivamente un incremento del saldo netto da finanziare di 1.571 milioni di euro rispetto alla previsione di bilancio. Il ricorso al mercato risulta migliorato di 8 miliardi rispetto al bilancio di previsione 2024, raggiungendo un valore pari a 570,6 miliardi. Analogamente, il saldo primario, rispetto ai 153,1 miliardi della previsione iniziale, raggiunge l'importo di 154 miliardi. Il risparmio pubblico migliora di 21 miliardi, attestandosi a -94,2 miliardi di euro.
La proposta di assestamento determina un aumento delle entrate finali di 29 miliardi. La proposta di aumento delle entrate riguarda le entrate tributarie, che recepiscono principalmente l'adeguamento alle stime del DEF 2024, con un aumento di 18,4 miliardi di euro in termini di cassa. Nell'ambito delle entrate tributarie, le variazioni, rispetto alle previsioni iniziali, derivano dall'aumento delle imposte dirette per 20.745 milioni di euro in termini di cassa.
Le entrate extra-tributarie registrano un miglioramento complessivo rispetto alle previsioni della legge di bilancio, di 10.728 milioni di euro in termini di cassa. Si evidenziano, in particolare, il versamento da parte di Cassa Depositi e Prestiti delle disponibilità per il rimborso dei buoni postali fruttiferi eccedenti l'effettivo fabbisogno per 7.300 milioni, i versamenti da parte dell'Unione europea per il finanziamento del PNRR per 2.589 milioni, di cui 2.038 milioni riferiti alla quarta rata per il PNRR quale contributo a fondo perduto e 551 milioni riferiti al prefinanziamento REPowerEU, i maggiori introiti relativi ai dividendi delle società partecipate pari a 915 milioni, i proventi da lotto e lotterie telematiche che ammontano a 555 milioni e le maggiori entrate derivanti dai versamenti delle somme giacenti sulla contabilità speciale n. 6198 del Ministero della salute per il finanziamento degli interventi di contrasto dell'emergenza Covid, per la quale è stata prevista la chiusura e, appunto, il versamento all'entrata delle somme ivi giacenti per un ammontare di 1.024 milioni.
Riguardo alle spese finali, la proposta di assestamento ne determina un aumento di 28,7 miliardi, derivanti da un aumento della spesa corrente in misura pari a 8,7 miliardi e della spesa in conto capitale per 19,9 miliardi.
Per la spesa corrente, le proposte di assestamento prevedono, in particolare, maggiori stanziamenti per i rimborsi e le poste correttive delle entrate di 3.958 milioni, su cui incidono l'adeguamento delle dotazioni di bilancio alle esigenze, già scontate nei tendenziali di finanza pubblica, legate alla regolazione dei rimborsi fiscali e l'incremento degli stanziamenti inerenti le vincite per i giochi, in relazione all'andamento delle correlate entrate.
Con riferimento alla spesa in conto capitale, l'incremento degli stanziamenti, pari a 19.561 milioni per la cassa, è concentrato nei contributi agli investimenti alle imprese. Rispetto al dato iniziale, la variazione complessiva delle spese finali in termini di cassa è pari a un aumento di 28,5 miliardi. Le variazioni introdotte dal disegno di legge sul versante dell'entrata sono in gran parte dovute all'adeguamento delle previsioni ai tendenziali indicati dal DEF 2024, non incidendo quindi sull'indebitamento netto, mentre le variazioni incidenti sull'indebitamento netto determinano un miglioramento di tale saldo di 2,4 miliardi di euro. Con il disegno di legge di assestamento si provvede, infine, ad aggiornare i residui attivi sulla base delle risultanze emerse al 31 dicembre 2023, a seguito della chiusura della gestione dell'esercizio. A questo riguardo, le previsioni assestate quantificano un ammontare di residui attivi finali al 31 dicembre 2023 pari a 251.306 milioni di euro. L'ammontare dei residui passivi delle spese complessive, comprensivi di quelli relativi al rimborso prestiti, pari a 2.237 milioni, alla chiusura dell'esercizio 2023 ammonta a 198.769 milioni. Il conto dei residui passivi finali al 31 dicembre 2023 presenta un aumento di circa 3,8 miliardi rispetto all'esercizio precedente. Nel complesso, dunque, il conto dei residui al 31 dicembre 2023 mantiene la tendenza in crescita già registrata lo scorso anno.