tema 12 dicembre 2025
Studi - Bilancio Benessere equo e sostenibile

Il Benessere Equo e Sostenibile (BES) è un insieme di indicatori che hanno lo scopo di valutare il progresso della società non solo dal punto di vista economico, ma anche sotto l'aspetto sociale e ambientale, permettendo di valutare l'evoluzione di tematiche trasversali come la disuguaglianza e la sostenibilità.

Il Rapporto Bes, pubblicato annualmente dall'ISTAT dal 2013, illustra un quadro integrato dei principali fenomeni economici, sociali e ambientali che caratterizzano il nostro Paese, attraverso l'analisi di un set completo di 152 indicatori suddivisi in dodici domini.

Dal 2018, a seguito della riforma della legge di contabilità n.196 del 2009 operata con legge n.163/2016, gli indicatori BES sono stati inclusi tra gli strumenti di programmazione e valutazione della politica economica nazionale.

Nelle more della revisione della disciplina nazionale in materia di contabilità e finanza pubblica, in attuazione degli impegni previsti nei relativi atti parlamentari di indirizzo volti a impegnare il Governo a trasmettere il Documento programmatico di finanza pubblica 2025 specificandone i contenuti, è stato allegato all'anzidetto Documento (presentato alle Camere ad Ottobre 2025) il rapporto sugli indicatori BES con l'aggiornamento dell'andamento a consuntivo nell'ultimo triennio e le previsioni per il  periodo 2025-2028. Precedentemente, il rapporto BES era presentato in allegato al DEF ad aprile di ogni anno (art. 10, comma 10-bis, della legge n. 196 del 2009).

Il Ministero dell'economia e delle finanze inoltre presenta, entro il 15 febbraio di ogni anno, una relazione annuale al Parlamento con la stima degli effetti dell'ultima manovra economica sull'andamento degli indicatori  (art. 10, comma 10-ter, della legge n. 196 del 2009).

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Da oltre cinquant'anni è in atto in ambito internazionale un dibattito sul c.d. "superamento del PIL" come unico indicatore di misurazione del benessere, alimentato da una consapevolezza crescente che i parametri sui quali valutare il progresso di una società non possano essere esclusivamente di carattere economico, ma debbano tenere conto anche delle fondamentali dimensioni sociali e ambientali del benessere, corredate da misure di diseguaglianza e sostenibilità. Sono stati pertanto proposti indicatori di benessere, di sostenibilità ambientale, di qualità sociale e di parità tra i sessi, quali strumenti da tenere in considerazione nell'elaborazione, nell'adozione e nella valutazione delle politiche pubbliche, al fine di integrare l'uso degli indicatori macroeconomici, ritenuti non più sufficienti a misurare il grado di benessere di una comunità e a orientare, perciò, le politiche pubbliche.

In ambito internazionale si possono segnalare quelli utilizzati da istituzioni quali l'ONU, l'UE e l'OCSE. In ambito nazionale, da alcuni anni è stato avviato il progetto BES, tramite un'iniziativa congiunta del CNEL e dell'ISTAT, al fine di fornire un significativo contributo in questa direzione. Tale progetto è finalizzato all'individuazione delle misure più idonee a rappresentare il progresso del Paese e dei territori verso l'incremento del benessere dei cittadini. Esso considera 12 dimensioni - come ad esempio la salute, l'istruzione, l'ambiente, la qualità dei servizi - articolate in 152 indicatori.

Dal progetto scaturisce ogni anno dal 2013 un rapporto pubblicato dall'ISTAT, giunto alla sua dodicesima edizione con il Rapporto BES 2024. Il Rapporto fornisce un quadro complessivo dei 12 domini che dal 2013 definiscono il quadro di riferimento del benessere equo e sostenibile, il cui studio permette di descrivere le dinamiche e i tratti significativi del Paese.  Poco più di un terzo dei 137 indicatori Bes per i quali è possibile il confronto con l'anno precedente migliora in modo significativo; il 26,3% degli indicatori è su livelli peggiori e il 39,4%, la quota più consistente, risulta stabile. Il quadro per dominio è variegato: migliorano 7 indicatori su 13 del dominio Lavoro e conciliazione dei tempi di vita, ma allo stesso tempo 5 peggiorano; il dominio Qualità dei servizi si divide tra 6 indicatori in miglioramento e 6 in peggioramento sui 16 totali; migliorano circa la metà degli indicatori di Istruzione e formazione. In Sicurezza e Politica e istituzioni si osserva la maggiore quota di indicatori in peggioramento nell'ultimo anno. Nel lungo periodo il quadro è più positivo: oltre la metà degli indicatori migliora, solo 16 peggiorano, mentre per un terzo di essi non è possibile individuare una tendenza univoca. Tutti gli indicatori di Sicurezza migliorano, come anche oltre i tre quarti degli indicatori di Innovazione, ricerca e creatività, Politica e istituzioni e Benessere soggettivo. Nel dominio Relazioni sociali si rileva la maggiore quota di indicatori in peggioramento.

Il dibattito sulla misurazione del benessere degli individui e della società ha riscosso una crescente attenzione anche da parte delle istituzioni locali che, in collaborazione con l'Istat, hanno avviato progetti basati sul paradigma del BES. A livello territoriale sono stati sviluppati  il  BES delle province, per la costruzione di indicatori territoriali per la  governance di area vasta, e il BES dei Territori (BesT), curato dall'ISTAT, con un sistema di indicatori  riferiti alle province e alle città metropolitane italiane, coerenti e integrati con il architettura  Bes adottata a livello nazionale.
ultimo aggiornamento: 12 dicembre 2025

L'Italia è il primo Paese che, collegando gli indicatori di benessere equo e sostenibile (BES) alla programmazione economica e di bilancio, attribuisce a essi un ruolo nell'attuazione e nel monitoraggio delle politiche pubbliche.

Gli indicatori di benessere equo e sostenibile sono stati infatti introdotti nell'ordinamento legislativo italiano come strumento di programmazione economica dall'articolo 14 della legge n. 163/2016 di riforma della legge di contabilità (legge n. 196 del 2009). Un Comitato per gli indicatori di benessere equo e sostenibile (BES) - presieduto dal Ministro dell'economia e delle finanze e composto dal Presidente dell'ISTAT, dal Governatore della Banca d'Italia, da due esperti della materia provenienti da università ed enti di ricerca - è stato incaricato di selezionare gli indicatori utili alla valutazione del benessere sulla base dell'esperienza maturata a livello nazionale e internazionale.

 Con la medesima legge di riforma sono inoltre stati introdotti i due nuovi commi 10-bis e 10-ter all'articolo 10 della legge di contabilità (legge n. 196 del 2009) che prevedono la redazione da parte del Ministro dell'economia e delle finanze, sulla base dei dati forniti dall'ISTAT, di due documenti:

  • una Relazione, da presentare alle Camere per la trasmissione alle competenti Commissioni parlamentari entro il 15 febbraio di ciascun anno, sull'evoluzione dell'andamento degli indicatori del BES in relazione alle misure contenute nella legge di bilancio. La Relazione sugli indicatori di Benessere Equo e Sostenibile 2025 descrive pertanto gli indicatori scelti e ne analizza, ove possibile, l'evoluzione per il quadriennio 2024-2027;
  • un Allegato al DEF nel quale è aggiornato l'andamento nell'ultimo triennio degli indicatori sulla base dei più recenti dati a disposizione, e sono riportate le previsioni sull'evoluzione degli stessi tenendo in considerazione il Quadro Macroeconomico tendenziale presentato nel DEF e le misure previste per il raggiungimento degli obiettivi di politica economica. L'Allegato BES sugli Indicatori di Benessere Equo e Sostenibile pubblicato ad Aprile 2024, segna l'esordio tra le misure prese in considerazione dell'indicatore consumo di suolo (tale indicatore era stato selezionato dal Comitato preposto nel 2017 fra quelli di cui tener conto in sede di programmazione economica, tuttavia in attesa della definizione di una misura statistica adeguata si è ricorso a una sua approssimazione ricorrendo all'indice di abusivismo edilizio, attinente al dominio paesaggio e patrimonio culturale, fino al DEF 2024).

Si segnala che, nel periodo transitorio di definizione della riforma, attualmente in corso, della disciplina nazionale di contabilità pubblica, l'allegato BES per il 2025 è stato trasmesso alle Camere nel mese di ottobre con il Documento programmatico di finanza pubblica (DPFP), in attuazione dei relativi atti di indirizzo parlamentare che impegnavano il Governo nella presentazione e nei contenuti del DPFP.

ultimo aggiornamento: 9 ottobre 2025

L'Allegato BES al Documento programmatico di finanza pubblica 2025 aggiorna la Relazione BES di marzo 2025, comprensiva tra l'altro degli effetti delle misure contenute nella legge n. 207 del 2024 (legge di bilancio per il 2025), monitorando l'andamento dei 12 indicatori che costituiscono la dashboard del Benessere Equo e Sostenibile, afferenti a 7 domini tematici, e aggiornando le relative previsioni per il periodo 2025-2028.

In particolare, il documento basandosi sui dati messi a disposizione dall'ISTAT entro il 30 settembre 2025, analizza a consuntivo l'andamento degli indicatori BES al 2024 (per alcuni indicatori, come specificamente riportato nella relativa descrizione a seguire, il dato definitivo disponibile è riferito al 2023 o al 2022) fornendo previsioni estese al 2028 per 9 di questi.

Come indicato dall'Allegato BES, le previsioni sono costruite tenendo conto del quadro macroeconomico delineato nel DPFP 2025, sia tendenziale che programmatico, e considerano gli effetti macroeconomici delle misure ivi recepite. Per una quantificazione più precisa degli impatti specifici delle suddette misure sulle dimensioni del benessere si rinvia alla futura Relazione annuale BES, dal momento che alcune misure rilevanti, come ad esempio la riforma dell'IRPEF, saranno definite più precisamente solo con la prossima Legge di Bilancio.

I 12 indicatori di benessere equo e sostenibile (BES), individuati con decreto del MEF 16 ottobre 2017 dal Comitato a tale scopo istituito, sono i seguenti:

I suddetti indicatori sono stati selezionati tra i 152 indicatori contenuti nel "Rapporto BES" elaborato annualmente dall'ISTAT e afferiscono a 7 delle 12 dimensioni (domini) del benessere considerate di maggior rilievo: Salute, Istruzione e formazioneLavoro e conciliazione tempi di vita, Benessere economico, Relazioni sociali, Politica e istituzioni, Sicurezza, Benessere soggettivo, Paesaggio e patrimonio culturale, Ambiente, Innovazione, Ricerca e creatività, Qualità dei servizi.

I primi tre indicatori riguardano dimensioni prettamente monetarie del benessere mentre i successivi allargano il campo di analisi. Sinteticamente, evidenziando che l'Allegato BES sottolinea che le previsioni sono state effettuate in termini prudenziali, si può osservare che:

  • Il reddito disponibile lordo corretto pro capite nominale tiene conto del reddito (monetario e in natura) effettivamente a disposizione delle famiglie. Nel 2024 si è registrata una variazione annuale rilevante (+3% a/a, che determina una crescita dell'indicatore da 27.288€ a 28.109 €), cui ha contribuito in particolar modo l'aumento dei redditi nominali (+3%) e l'aumento dei trasferimenti in natura, forniti dalle Amministrazioni Pubbliche e dalle Istituzioni Sociali Private senza scopo di lucro. Nel quadriennio di previsione il RDLC pro capite nominale prosegue su un sentiero di crescita, più marcata nel 2025, arrivando a segnare un +11,5% a fine periodo rispetto al 2024 (valore stimato al 2028 pari a 31.345€). È altresì indicato come il medesimo indicatore in termini di reddito reale, considerando quindi anche la dinamica dei prezzi, registra un incremento del 5,2% nel 2025 e del 8,0 %, in termini cumulati, nel triennio successivo;
  • La disuguaglianza del reddito netto (S80/S20) considera la distribuzione del reddito misurando le disparità esistenti all'interno della popolazione come rapporto fra l'ammontare del reddito disponibile equivalente del quinto di popolazione con il reddito più alto e quello del quinto con il reddito più basso. Il dato definitivo, disponibile al 2023, si attesta a 5,5 punti (+0,2 punti rispetto al 2022) e anche la stima aggiornata per il 2024, fornita dall'ISTAT, prospetta un analogo peggioramento dell'indicatore (+0,2 punti) che lo riporterebbe ai valori del 2019. L'andamento previsionale è stimato stabile nel periodo considerato;
  • L'indice di povertà assoluta affianca alle prime due misure basate sui redditi, una misura basata sui consumi, che risulta particolarmente importante per definire politiche di contrasto all'esclusione sociale. Per il 2023, ultimo dato definito disponibile, l'indicatore si confermerebbe sostanzialmente stabile rispetto al 2022 (8,4% dei nuclei familiari residenti, +0,1% a/a; 9,7% della popolazione residente), anno nel quale l'aumento del livello generale dei prezzi, e in particolare dei prezzi dei beni caratterizzati da una maggiore volatilità, aveva spinto l'indicatore a raggiungere il valore più elevato dal 2014. Le proiezioni nel periodo 2024-2028, confermerebbero una stabilità della povertà assoluta familiare, con alcuni strumenti come l'Assegno di inclusione e il Supporto per la formazione e il lavoro che permetterebbero soprattutto con riferimento al 2024 di contrastare un'ulteriore crescita, laddove per il 2025 la conferma per l'anno in corso di alcune misure previste dalla legge di bilancio 2024 non impatterebbe significativamente sull'indicatore;
  • La speranza di vita in buona salute alla nascita prosegue nella dinamica discendente partita nel 2020, mostrando per il 2024 una contrazione di 1,0 anni rispetto alla rilevazione precedente, attestandosi a 58,1 anni. Per quanto concerne le proiezioni si stima una variazione cumulata al 2028 pari a 0,1 anni attribuibile agli individui maschi, laddove per le femmine il valore dell'indicatore dovrebbe mantenersi immutato, stante a indicare una sostanziale stabilità nel periodo;
  • L'eccesso di peso standardizzato rileva un incremento per il 2024 (+0,5% rispetto al 2023) raggiungendo come valore il 45,1% della popolazione standardizzata. Per il periodo 2025-2028 si prefigura un progressivo miglioramento dell'indicatore rispetto al 2024, con una variazione negativa cumulata di - 0,8 punti percentuali, dovuto alla stabilità delle varianti non economiche e alle variazioni positive previste per il reddito disponibile (parametro inversamente proporzionale all'eccesso di peso);
  • L'uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione continua a registrare una tendenza positiva: nel 2024 si è posizionato al 9,8%, con una riduzione cumulata di 4,4 punti percentuali rispetto al picco rilevato nel 2020. Si rileva una riduzione del differenziale di genere che scende da 5,5 punti percentuali del 2023 a 5,1 punti percentuali nel 2024 (con un tasso maggiore di uscita riferito al genere maschile). Con riferimento alle previsioni 2025- 2028 si prevede una sostanziale conferma dei valori raggiunti, con un lieve miglioramento cumulato nel periodo (-0,1 punti percentuali). È evidenziato, inoltre, che il valore raggiunto dall'indicatore, previsto stabile al 2026, permette il raggiungimento del target PNRR fissato al 10,2%;
  • Il tasso di mancata partecipazione al lavoro restituisce una misura più ampia e comprensiva del tasso di disoccupazione, in quanto considera nel suo calcolo anche gli inattivi disponibili, con riferimento alla popolazione tra 15 e 74 anni. Nel 2024 è proseguito il trend particolarmente positivo già registrato nel biennio 2022-2023, raggiungendo il 13,3 %, con una riduzione di 1,5 punti percentuali (la variazione cumulata dal 2021 è pari a -6,1 punti percentuali). Tale risultato è stato determinato sia dall'aumento degli occupati e che dalla diminuzione degli inattivi disponibili. Le previsioni per il quadriennio 2025-2028 indicano la prosecuzione di una dinamica positiva per il mercato del lavoro; con una riduzione a fine periodo dello 0,2% del tasso di disoccupazione e dello 0,9% del tasso di mancata partecipazione al lavoro. Per quanto concerne il gap di genere il dato al 2024 è pari al 4,6% e si rileva una contrazione rispetto al 2023 (-1,1%), mentre a livello previsionale si stima al 2028 un ulteriore miglioramento fino a raggiungere il livello del 3,7%;
  • Il rapporto tra il tasso di occupazione delle donne tra i 25 e i 49 anni con almeno un figlio in età prescolare e l'occupazione delle donne senza figli (Occupazione relativa delle madri, ORM) rappresenta una misura del dominio "lavoro e conciliazione tempi di vita" che permette di analizzare in maniera trasversale la dinamica occupazionale del mercato del lavoro. L'Allegato riporta che nel 2024 l'indicatore migliora (+2,4%), tornando ai livelli pre-Covid. L'occupazione delle donne con figli in età prescolare segna inoltre un nuovo record, con un aumento di 1,7 punti percentuali rispetto al 2023, mentre quella delle donne senza figli resta stabile (-0,1 punti percentuali). Per questo indicatore non sono fornite previsioni;
  • L'indice di criminalità predatoria, indicatore calcolato a partire dai dati relativi ai reati predatori (numero di vittime di furti in abitazione, rapine e borseggi ogni 1000 abitanti), nel 2024 sulla base dei dati provvisori ISTAT si mantiene immutato sui valori del 2023 (14,6%), inferiori a quelli osservati prima della pandemia. Dopo la forte contrazione osservata nel 2020 (valore dell'indicatore pari a 10,7%), si arresta la tendenza crescente osservata dal 2021 al 2023 (variazione cumulata nel periodo pari a +4,3%).Per questo indicatore non sono fornite previsioni;
  • L'indice di efficienza della giustizia civile rappresenta la durata media effettiva in giorni dei procedimenti civili definiti nei tribunali ordinari. Dopo un progressivo peggioramento nel triennio 2021-2023 (+3,3 % nel biennio 2021-2022 e +6,2 % nel 2023), nel 2024 si registra un miglioramento con l'indicatore che scende a 446 giorni dai precedenti 460 (-3,14%). Positivo anche il dato relativo all'anzianità dei procedimenti pendenti, in calo a 634 giorni (-14%). Viene altresì riportato l'andamento di segno opposto dell'indicatore Disposition time, misura del tempo atteso per il completo smaltimento dei procedimenti ancora pendenti a fine anno (in assenza di nuovi iscritti), che rileva per il 2024 come valore 342 giorni (17 giorni in più rispetto al 2023). Lo scenario previsionale prevede un lieve peggioramento del Disposition time al 2028, con un aumento cumulato nel periodo pari a 28 giorni;
  • Le emissioni di CO2 e altri gas clima alteranti permettono di monitorare il benessere dei cittadini in relazione ai fattori ambientali nonché di valutare il livello di raggiungimento degli obiettivi connessi alla transizione ecologica. Nel 2023, sulla base delle stime provvisorie ISTAT, si è registrata una riduzione nelle emissioni totali (-0,3 tonnellate equivalenti pro capite). Nel livello rilevato diminuisce l'incidenza della componente industriale (-2,6%) e del riscaldamento delle famiglie (-0,4%) mentre aumenta quella dell'agricoltura (+0,5%), dei servizi (+1,7%) e dei trasporti delle famiglie (+1%). Si prevede che il percorso di riduzione delle emissioni totali prosegua anche nel periodo 2024-2028, con una variazione cumulata pari a -0,5 milioni di tonnellate equivalenti. La stima delle emissioni totali al 2028 si attesterebbe conseguentemente a 6,3 milioni di tonnellate equivalenti pro capite;
  • L'indice di consumo di suolo rappresenta la variazione percentuale annua del suolo consumato (variazione della copertura artificiale del suolo, al netto delle aree in cui è avvenuto un cambiamento da una copertura artificiale a una copertura non artificiale). Dal 2020 al 2022 l'indice ha registrato valori in crescita, con una riduzione nel 2023. La tendenza crescente è ripresa nel 2024 (+0,07 punti percentuali a/a), con valori più elevati rilevati nelle isole. Ad oggi, dall'inizio della relativa serie storica (2016, primo anno della serie storica riportata dall'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – ISPRA), il valore del 2024 è quello più elevato raggiunto dall'indicatore (+0,37%). Per questo indicatore non sono fornite previsioni.

ultimo aggiornamento: 9 ottobre 2025

La Relazione sugli Indicatori di Benessere Equo e Sostenibile 2025 prodotta dal Ministero dell'Economia e delle Finanze si concentra, nell'ambito del monitoraggio sul benessere equo e sostenibile, sulle misure contenute nella legge di bilancio che impattano, in particolare, su 12 indicatori inerenti a 8 domini del progetto BES. 

Gli indicatori di benessere equo e sostenibile (BES) sono stati individuati con decreto del MEF 16 ottobre 2017 dal Comitato a tale scopo istituito. I dati sui quali la relazione è predisposta sono quelli più recenti forniti dall'ISTAT.

I 12 indicatori del BES presi in considerazione dal Ministero dell'Economia e delle Finanze sono i seguenti:

Andamento degli indicatori BES negli ultimi tre anni e previsione, ove disponibile, per il periodo 2024-2027. Fonte: MEF

I suddetti indicatori sono stati selezionati tra i 152 indicatori contenuti nel "Rapporto BES" elaborato annualmente dall'ISTAT e afferiscono a 7 delle 12 dimensioni (domini) del benessere considerate di maggior rilievo: Salute, Istruzione e formazione, Lavoro e conciliazione tempi di vita, Benessere economico, Relazioni sociali, Politica e istituzioni, Sicurezza, Benessere soggettivo, Paesaggio e patrimonio culturale, Ambiente, Innovazione, Ricerca e creatività, Qualità dei servizi.

I primi tre indicatori riguardano dimensioni prettamente monetarie del benessere mentre i successivi allargano il campo di analisi. Sinteticamente si può osservare che:

  • il Reddito disponibile lordo corretto pro-capite risponde alla necessità di selezionare una misura del benessere economico che tenga conto del reddito (monetario e in natura) effettivamente a disposizione delle famiglie. Nel 2023 si è registrata una variazione annuale rilevante (+4,7 per cento a/a), cui ha contribuito in particolar modo l'aumento dei redditi da lavoro (+5,2 per cento); nel quadriennio di previsione il RDLC pro capite nominale prosegue su un sentiero di crescita sostenuta, più marcata nei primi due anni e in decelerazione nel biennio successivo.
  • la Disuguaglianza del reddito netto considera la distribuzione del reddito misurando le disparità esistenti all'interno della popolazione. Il dato definitivo per il 2022 si attesta a 5,3 punti e la stima aggiornata per il 2023, fornita dall'ISTAT, prospetta una sostanziale stabilità dell'indicatore;
  • l'Incidenza di povertà assoluta affianca alle prime due misure basate sui redditi, una misura basata sui consumi, che risulta particolarmente importante per definire politiche di contrasto all'esclusione sociale. Nel 2022 l'aumento del livello generale dei prezzi, e in particolare dei prezzi dei beni caratterizzati da una maggiore volatilità, ha spinto l'indicatore a raggiungere il valore più elevato dal 2014; nel 2023 la povertà assoluta individuale si è stabilizzata sul livello osservato nell'anno precedente anche grazie all'ulteriore miglioramento della situazione occupazionale. Le previsioni del periodo 2024-2027, prospetterebbero una stabilità della povertà assoluta familiare nel 2024, perdurante anche nel triennio successivo;

  • la Speranza di vita in buona salute alla nascita ha mostrato una contrazione di 1,0 anni rispetto alla rilevazione precedente, mentre il nuovo scenario per il periodo 2024-2027 stima un progressivo miglioramento della speranza di vita in buona salute lungo tutto l'orizzonte di previsione;
  • l'Eccesso di peso rileva una sostanziale stabilità per il 2023. Il gap di genere, a sfavore degli uomini, rimane invariato. Per il periodo 2024-2027 si prefigura un progressivo miglioramento dell'indicatore rispetto al 2023 (con una variazione negativa cumulata di -0,6 punti percentuali);
  • l'Uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione continua a mostrare una performance positiva: nel 2023 si è posizionato al 10,5 per cento, il livello più basso registrato dal 2018 con una riduzione cumulata di 3,8 punti percentuali; per il periodo 2024-2027 si prevede una sostanziale stabilità dell'indicatore, con un lieve miglioramento nel 2024 (-0,1 punti percentuali) che poi resta costante fino al 2026;
  • il Tasso di mancata partecipazione al lavoro (TMP) restituisce una misura più ampia e comprensiva del tasso di disoccupazione, in quanto considera nel suo calcolo anche gli inattivi disponibili. Nel 2023 è proseguita la dinamica marcatamente positiva registrata nel biennio 2022-2023, con un miglioramento cumulato pari a 4,6 punti percentuali. Le previsioni per il quadriennio 2024-2027 indicano la prosecuzione di una dinamica positiva per il mercato del lavoro;
  • il Rapporto tra il tasso di occupazione delle madri tra i 25 e i 49 anni con almeno un figlio in età prescolare e l'occupazione delle madri senza figli (occupazione relativa delle madri, ORM) rappresenta una misura facente parte del dominio "lavoro e conciliazione tempi di vita" che permette di analizzare in maniera trasversale la dinamica occupazionale del mercato del lavoro: nel 2023 emerge un lieve miglioramento che inverte la tendenza al peggioramento che ha caratterizzato il biennio pandemico, riportando l'indicatore sui livelli del 2021. Anche i tassi di occupazione delle due componenti che formano l'indicatore sono in miglioramento: nel 2023 il tasso di occupazione delle donne di 25-49 anni senza figli e delle madri di 25-49 anni con figli in età prescolare sono più alti rispettivamente di 0,9 e di 1,1 punti percentuali a/a;
  • l'Indice di criminalità predatoria è ottenuto a partire dai dati relativi ai reati predatori (furti in abitazione, rapine e borseggi); dopo la drastica riduzione osservata nel 2020, anche nel 2023 prosegue la tendenza al peggioramento osservata nel 2021-2022 posizionandosi, tuttavia, su livelli inferiori a quelli osservati prima della pandemia. L'aumento dell'indice rilevato nel 2023 (+1,3 vittime ogni 1.000 abitanti) è da attribuire principalmente alla crescita del numero di vittime di furti in abitazione (+0,8 vittime) e di borseggi (+0,5 vittime), mentre è molto modesto quello delle rapine (+0,2 punti percentuali);
  • l'Indice di efficienza della giustizia civile (Diposition Time) appartenente al dominio ‘Politica e istituzioni' rappresenta la durata media effettiva in giorni dei procedimenti civili definiti nei tribunali ordinari. Dopo sei anni di riduzione ininterrotta, nel triennio 2021-2023 ha registrato un progressivo incremento: +3,3 per cento, nel biennio 2021-2022 e +6,2 per cento nel 2023. Nelle ultime due rilevazioni annuali del 2021 e 2022 l'indice ha mostrato un peggioramento con un incremento complessivo nel biennio pari a 3,3 punti percentuali. Lo scenario previsionale ne prevede un lieve peggioramento nel 2024, per poi rientrare nuovamente nel triennio successivo, stabilizzandosi nel 2027 su un livello lievemente superiore rispetto a quello del 2023;
  • le Emissioni di CO2 e altri gas climalteranti permettono di monitorare il benessere dei cittadini in relazione ai fattori ambientali e di valutare il livello di raggiungimento degli obiettivi connessi alla transizione ecologica. Nel 2022 non si sono registrate variazioni nelle emissioni totali, stabili a circa 422 milioni di tonnellate equivalenti; nel 2023 le emissioni complessive sono risultate in marcata flessione, in discesa a 399,36 milioni di tonnellate (-5,3 per cento a/a). Nel 2024 si stima che le emissioni pro capite scenderanno ulteriormente, portandosi a 6,6 tonnellate pro capite (-0,2 tonn. eq. a/a). Si prevede che il sentiero di diminuzione proseguirà anche nel triennio 2025-2027;
  • l'Indice di di consumo di suolo è stato introdotto nell'Allegato BES al DEF 2024 e compare per il primo anno nella Relazione BES: è risultato in crescita fra il 2016 (primo anno della serie storica riportata dall'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – ISPRA) e il 2022, mentre ha registrato una lieve riduzione nel 2023 (-0,04 punti percentuali), seppur mantenendosi su valori positivi (+0,30 punti percentuali)..
ultimo aggiornamento: 11 marzo 2025

La prima conferenza delle Nazioni Unite sul tema della protezione dell'ambiente naturale, frutto di un processo di riconoscimento della centralità dei problemi ambientali e dell'importanza di identificare soluzioni condivise, fu convocata a Stoccolma nel 1972. Dalla Conferenza in poi la consapevolezza che fosse necessario un paradigma di progresso sostenibile è via via maturata fino a trovare una sua definizione con il rapporto Our Common Future (1987), prodotto dalla Commissione mondiale sull'ambiente e lo sviluppo istituita dall'ONU e presieduta da Gro Harlem Brundtland. Lo sviluppo sostenibile fu descritto come "uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri"

Questa definizione è divenuta il cardine su cui è stato incentrato il dibattito internazionale sulle questioni ambientali e socio-economiche che ha portato nel 2015, a fronte di un lungo negoziato, all'adozione dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile da parte dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite.

A livello nazionale è possibile osservare come gli indicatori BES rappresentino uno strumento funzionale nell'ambito del processo di monitoraggio degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) definiti a livello internazionale con l'Agenda 2030. Gli indicatori del sistema BES sono solo parzialmente sovrapponibili a quelli degli SGDs, tuttavia possono essere considerati a questi complementari (si veda il quadro degli indicatori BES inclusi nel framework SDGs, fonte ISTAT).

In particolare, i 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile SDGs (17 Sustainable Development Goals) definiti nell'Agenda 2030 rappresentano i traguardi di un piano di azione globale che ha tra le sue finalità porre fine alla povertà, proteggere gli ecosistemi e le biodiversità nonché garantire un contesto socio-economico equo e di maggior benessere per tutti. A partire da dicembre 2016 sono resi disponibili dall'ISTAT mediante piattaforma informatica dati relativi al raggiungimento degli SDGs, che vengono aggiornati con cadenza semestrale. Il 20 Giugno 2023 è stato inoltre rilasciato dall'ISTAT il sesto Rapporto sugli SDGs contenente una presentazione dei processi di analisi degli indicatori, una loro descrizione puntuale e una rappresentazione delle tendenze temporali e delle interrelazioni esistenti tra i diversi fenomeni.

In Italia, il principale strumento di attuazione dell'Agenda 2030 è costituito dalla Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile-SNSvS, approvata dal Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE) il 22 dicembre 2017, nella quale sono definite le linee direttrici delle politiche economiche, sociali e ambientali finalizzate a raggiungere gli SDGs entro il 2030. La Strategia, che deve essere aggiornata dal Governo con cadenza almeno triennale, contiene una serie di scelte strategiche e obiettivi nazionali articolati all'interno di cinque aree speculari a quelle degli SGDs (Persone, Pianeta, Pace, Prosperità, Partnership), cui è associato un elenco preliminare di strumenti di attuazione individuati nel processo di consultazione istituzionale. Gli indicatori del sistema BES sono solo parzialmente sovrapponibili a quelli degli SGDs, ma possono essere considerati complementari (si veda il quadro degli indicatori BES inclusi nel framework SDGs, fonte ISTAT).

Per ulteriori approfondimenti sull'Agenda 2030 si rinvia all'apposita sezione presente sul sito della Camera.

ultimo aggiornamento: 28 maggio 2024
 
Obiettivi Agenda 2030
 
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