Il Benessere Equo e Sostenibile (BES) è un insieme di indicatori che hanno lo scopo di valutare il progresso della società non solo dal punto di vista economico, ma anche sotto l'aspetto sociale e ambientale, permettendo di valutare l'evoluzione di tematiche trasversali come la disuguaglianza e la sostenibilità.
Il Rapporto Bes, pubblicato annualmente dall'ISTAT dal 2013, illustra un quadro integrato dei principali fenomeni economici, sociali e ambientali che caratterizzano il nostro Paese, attraverso l'analisi di un set completo di indicatori suddivisi in 12 domini.
Dal 2018, a seguito della riforma della legge di contabilità n.196 del 2009 operata con legge n.163/2016, gli indicatori BES sono stati inclusi tra gli strumenti di programmazione e valutazione della politica economica nazionale.
In un apposito Allegato al DEF sono riportati l'andamento nell'ultimo triennio degli indicatori, nonché le previsioni sull'evoluzione degli stessi nel periodo di riferimento, anche sulla base delle misure previste per il raggiungimento degli obiettivi di politica economica del quadro programmatico e dei contenuti dello schema del Programma nazionale di riforma.
Il Ministero dell'economia e delle finanze presenta inoltre una Relazione annuale al Parlamento con la stima degli effetti dell'ultima manovra economica sull'andamento degli indicatori.
Da oltre cinquant'anni è in atto in ambito internazionale un dibattito sul c.d. "superamento del PIL" come unico indicatore di misurazione del benessere, alimentato da una consapevolezza crescente che i parametri sui quali valutare il progresso di una società non possano essere esclusivamente di carattere economico, ma debbano tenere conto anche delle fondamentali dimensioni sociali e ambientali del benessere, corredate da misure di diseguaglianza e sostenibilità. Sono stati pertanto proposti indicatori di benessere, di sostenibilità ambientale, di qualità sociale e di parità tra i sessi, quali strumenti da tenere in considerazione nell'elaborazione, nell'adozione e nella valutazione delle politiche pubbliche, al fine di integrare l'uso degli indicatori macroeconomici, ritenuti non più sufficienti a misurare il grado di benessere di una comunità e a orientare, perciò, le politiche pubbliche.
In ambito internazionale si possono segnalare quelli utilizzati da istituzioni quali l'ONU, l'UE e l'OCSE. In ambito nazionale, da alcuni anni è stato avviato il progetto BES, tramite un'iniziativa congiunta del CNEL e dell'ISTAT, al fine di fornire un significativo contributo in questa direzione. Tale progetto è finalizzato all'individuazione delle misure più idonee a rappresentare il progresso del Paese e dei territori verso l'incremento del benessere dei cittadini. Esso considera 12 dimensioni - come ad esempio la salute, l'istruzione, l'ambiente, la qualità dei servizi - articolate in 152 indicatori.
Dal progetto scaturisce ogni anno dal 2013 un rapporto pubblicato dall'ISTAT, giunto alla sua undicesima edizione con il "Rapporto BES 2023". Il Rapporto fornisce un quadro complessivo dei 12 domini che dal 2013 definiscono il quadro di riferimento del benessere equo e sostenibile, il cui studio permette di descrivere le dinamiche e i tratti significativi del Paese. La produzione di indicatori disaggregati per regione, genere, età e titolo di studio e di indagini integrate sulle disuguaglianze risponde alla necessità di affrontare le sfide poste dall'analisi e dalla misurazione degli squilibri che limitano lo sviluppo del benessere e la sua equa distribuzione. Questo approccio, in linea con l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, permette di evidenziare punti di forza e debolezza su cui intervenire con politiche adeguate, anche attraverso un confronto con l'Europa funzionale a individuare gap e strategie mirate (dei 152 indicatori BES, 38 sono confrontabili a livello europeo). Per una introduzione al Rapporto BES 2023, l'Istat propone un indicatore per ognuno dei 12 settori di analisi, riportandone il valore mediante un'infografica. Sul sito dell'ISTAT è inoltre presente una dashboard navigabile.
Il rapporto ISTAT mostra come a livello nazionale si registri un generale miglioramento nell'andamento degli indicatori di benessere per l'anno 2023 rispetto all'anno precedente. Dei 129 indicatori BES per i quali è possibile operare tale confronto il 28,7% risulta peggiorato e il 17,8% si mantiene stabile. Il progresso in positivo si riscontra in quasi tutti i domini, che risultano caratterizzati da una ripartizione analoga o migliore per quanto concerne il numero di indicatori positivi rispetto al totale, tranne nei domini Ambiente (4 indicatori su 16) e Sicurezza (2 su 7).
Inoltre, mediante l'analisi dell'andamento tra il 2019 e il 2023 di molti indicatori è possibile definire un quadro del recupero realizzato, o ancora necessario, nei confronti del periodo antecedente la pandemia, con alcune misure che mostrano un andamento più o meno correlato agli effetti pandemici. Alcuni indicatori, come la durata dei periodi di caldo e la percentuale di medici di medicina generale con un numero eccessivo di assistiti, mostrano un peggioramento costante e di lungo periodo.
L'Italia è il primo Paese che, collegando gli indicatori di benessere equo e sostenibile (BES) alla programmazione economica e di bilancio, attribuisce a essi un ruolo nell'attuazione e nel monitoraggio delle politiche pubbliche.
Gli indicatori di benessere equo e sostenibile sono stati infatti introdotti nell'ordinamento legislativo italiano come strumento di programmazione economica dall'articolo 14 della legge n. 163/2016 di riforma della legge di contabilità (legge n. 196 del 2009). Un Comitato per gli indicatori di benessere equo e sostenibile (BES) - presieduto dal Ministro dell'economia e delle finanze e composto dal Presidente dell'ISTAT, dal Governatore della Banca d'Italia, da due esperti della materia provenienti da università ed enti di ricerca - è stato incaricato di selezionare gli indicatori utili alla valutazione del benessere sulla base dell'esperienza maturata a livello nazionale e internazionale.
Con la medesima legge di riforma sono inoltre stati introdotti i due nuovi commi 10-bis e 10-ter all'articolo 10 della legge di contabilità (legge n. 196 del 2009) che prevedono la redazione da parte del Ministro dell'economia e delle finanze, sulla base dei dati forniti dall'ISTAT, di due documenti:
La Relazione sugli Indicatori di Benessere Equo e Sostenibile 2024 prodotta dal Ministero dell'Economia e delle Finanze si concentra, nell'ambito del monitoraggio sul benessere equo e sostenibile, sulle misure contenute nella legge di bilancio che impattano, in particolare, su 12 indicatori inerenti a 8 domini del progetto BES.
Gli indicatori di benessere equo e sostenibile (BES) sono stati individuati con decreto del MEF 16 ottobre 2017 dal Comitato a tale scopo istituito. I dati sui quali la relazione è predisposta sono quelli più recenti forniti dall'ISTAT.
I 12 indicatori del BES presi in considerazione dal Ministero dell'Economia e delle Finanze sono i seguenti:
I suddetti indicatori sono stati selezionati tra i 152 indicatori contenuti nel "Rapporto BES" elaborato annualmente dall'ISTAT e afferiscono a 8 delle 12 dimensioni (domini) del benessere considerate di maggior rilievo: Salute, Istruzione e formazione, Lavoro e conciliazione tempi di vita, Benessere economico, Relazioni sociali, Politica e istituzioni, Sicurezza, Benessere soggettivo, Paesaggio e patrimonio culturale, Ambiente, Innovazione, Ricerca e creatività, Qualità dei servizi.
I primi tre indicatori riguardano dimensioni prettamente monetarie del benessere mentre i successivi allargano il campo di analisi. Sinteticamente si può osservare che:
l'Incidenza di povertà assoluta affianca alle prime due misure basate sui redditi, una misura basata sui consumi, che risulta particolarmente importante per definire politiche di contrasto all'esclusione sociale. Nel 2022 l'aumento del livello generale dei prezzi, e in particolare dei prezzi dei beni caratterizzati da una maggiore volatilità, ha spinto l'indicatore a raggiungere il valore più elevato dal 2014: 8,3 per cento su base familiare e 9,7 per cento su base individuale;
La prima conferenza delle Nazioni Unite sul tema della protezione dell'ambiente naturale, frutto di un processo di riconoscimento della centralità dei problemi ambientali e dell'importanza di identificare soluzioni condivise, fu convocata a Stoccolma nel 1972. Dalla Conferenza in poi la consapevolezza che fosse necessario un paradigma di progresso sostenibile è via via maturata fino a trovare una sua definizione con il rapporto Our Common Future (1987), prodotto dalla Commissione mondiale sull'ambiente e lo sviluppo istituita dall'ONU e presieduta da Gro Harlem Brundtland. Lo sviluppo sostenibile fu descritto come "uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri"
Questa definizione è divenuta il cardine su cui è stato incentrato il dibattito internazionale sulle questioni ambientali e socio-economiche che ha portato nel 2015, a fronte di un lungo negoziato, all'adozione dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile da parte dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite.
A livello nazionale è possibile osservare come gli indicatori BES rappresentino uno strumento funzionale nell'ambito del processo di monitoraggio degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) definiti a livello internazionale con l'Agenda 2030. Gli indicatori del sistema BES sono solo parzialmente sovrapponibili a quelli degli SGDs, tuttavia possono essere considerati a questi complementari (si veda il quadro degli indicatori BES inclusi nel framework SDGs, fonte ISTAT).
In particolare, i 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile SDGs (17 Sustainable Development Goals) definiti nell'Agenda 2030 rappresentano i traguardi di un piano di azione globale che ha tra le sue finalità porre fine alla povertà, proteggere gli ecosistemi e le biodiversità nonché garantire un contesto socio-economico equo e di maggior benessere per tutti. A partire da dicembre 2016 sono resi disponibili dall'ISTAT mediante piattaforma informatica dati relativi al raggiungimento degli SDGs, che vengono aggiornati con cadenza semestrale. Il 20 Giugno 2023 è stato inoltre rilasciato dall'ISTAT il sesto Rapporto sugli SDGs contenente una presentazione dei processi di analisi degli indicatori, una loro descrizione puntuale e una rappresentazione delle tendenze temporali e delle interrelazioni esistenti tra i diversi fenomeni.
In Italia, il principale strumento di attuazione dell'Agenda 2030 è costituito dalla Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile-SNSvS, approvata dal Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE) il 22 dicembre 2017, nella quale sono definite le linee direttrici delle politiche economiche, sociali e ambientali finalizzate a raggiungere gli SDGs entro il 2030. La Strategia, che deve essere aggiornata dal Governo con cadenza almeno triennale, contiene una serie di scelte strategiche e obiettivi nazionali articolati all'interno di cinque aree speculari a quelle degli SGDs (Persone, Pianeta, Pace, Prosperità, Partnership), cui è associato un elenco preliminare di strumenti di attuazione individuati nel processo di consultazione istituzionale. Gli indicatori del sistema BES sono solo parzialmente sovrapponibili a quelli degli SGDs, ma possono essere considerati complementari (si veda il quadro degli indicatori BES inclusi nel framework SDGs, fonte ISTAT).
Per ulteriori approfondimenti sull'Agenda 2030 si rinvia all'apposita sezione presente sul sito della Camera.