Il 24 febbraio 2022, la Russia ha scatenato un'aggressione su larga scala che ha portato in poco tempo le proprie truppe in prossimità di Kiev e di centri nevralgici nel Sud e nell'Est dell'Ucraina.
Sin dall'inizio del conflitto l'Italia ha assicurato il proprio sostegno politico, militare, finanziario e umanitario all'Ucraina, cui si sono aggiunte anche l'accoglienza dei rifugiati ucraini in fuga dalla guerra e il contributo materiale per il recupero delle infrastrutture energetiche. Da ultimo, il 10 e 11 luglio 2025 Roma ha ospitato la quarta Conferenza sulla ripresa dell'Ucraina, con il prioritario obiettivo di sensibilizzare e mobilitare il sostegno internazionale e gli investimenti per la ripresa, ricostruzione, riforma e modernizzazione del Paese (vedi focus infra).
A sua volta il Consiglio europeo, a partire dal Vertice straordinario del 24 febbraio 2022, ha reiterato dichiarazioni di condanna dell'aggressione militare, ribadendo il sostegno a indipendenza, sovranità e integrità territoriale dell'Ucraina entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale. Ha conseguentemente adottato un quadro di sanzioni nei confronti della Russia e approvato il sostegno militare all'Ucraina. Nella riunione del 23 e 24 giugno 2022 ha concesso all'Ucraina lo status di Paese candidato all'adesione dell'UE, impegnandosi a contribuire, una volta cessato il conflitto, alla ricostruzione del Paese.
In ambito NATO, a seguito delle mutate condizioni di sicurezza ad Est i Paesi membri dell'Alleanza hanno deciso un progressivo rafforzamento della postura di deterrenza e difesa sul fianco orientale, nei domini terrestre, aereo e marittimo.
Dal vertice tenutosi a l'Aja il 24 e 25 giugno 2025 sono emersi come punti centrali: l'accordo degli Alleati su un nuovo impegno di spesa per difesa e sicurezza al 5% del PIL entro il 2035; l'espansione della produzione dell'industria della difesa transatlantica, il mantenimento del sostegno militare all'Ucraina nel lungo termine, nonché il necessario coordinamento tra l'Alleanza e l'Unione Europea.
La Camera dei deputati ha seguito con costante attenzione l'evolversi del conflitto in Ucraina, sia tramite il Gruppo bilaterale di collaborazione parlamentare Italia-Ucraina che attraverso le attività della III Commissione Affari esteri e comunitari e di altri Servizi interni. L'11 luglio 2025 Palazzo Montecitorio ha ospitato, a latere della quarta Conferenza internazionale sulla ripresa dell'Ucraina, una Riunione parlamentare, sotto la presidenza del Vice Presidente Giorgio Mulè, del primo Vice Presidente della Verkhovna Rada, Oleksandr Korniyenko, e della Vice Presidente della Verkhovna Rada, Olena Kondratiuk.
In precedenza, l'articolo 1 del D.L. 185/2022 (A.S. 389) aveva prorogato fino al 31 dicembre 2023, l'autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative dell'Ucraina, già prevista, fino al 31 dicembre 2022, dall'articolo 2 -bis del decreto 25 febbraio 2022, n. 14.
Per un approfondimento si rinvia al tema: Cessione di materiali d'armamento alle autorità governative dell'Ucraina .
Con la delibera relativa alla missioni internazionali (delibera del Consiglio dei Ministri del 19 febbraio 2025 - Doc. XXVI n. 3) il Governo ha prorogato per il 2025 la partecipazione italiana alla missione di addestramento militare in Ucraina avviata dall'Unione europea: la missione EUMAM Ucraina (European Union Military Assistance Mission), all'interno della scheda n. 2 del 2025.
La missione EUMAM Ucraina è stata istituita dal Consiglio Ue il 17 ottobre 2022, rispondendo alla richiesta di sostegno da parte delle autorità ucraine nel settore dell'addestramento militare. L'obiettivo è contribuire al rafforzamento della capacità militare delle forze armate, per consentire all'Ucraina di difendere la propria integrità territoriale e proteggere i civili.Per conseguire i suoi obiettivi, la missione fornisce:
- formazione individuale e collettiva al personale delle forze armate ucraine, ai livelli di base, avanzato e specializzato (in particolare nei settori della logistica, protezione da agenti chimici, biologici e radioattivi, supporto ingegneristico, cibersicurezza e ciberdifesa ecc.), compresa la formazione e la preparazione operative, la preparazione alla manovra e alla tattica collettive e la consulenza in materia di pianificazione, preparazione e condotta di esercitazioni;
- formazione alle forze di difesa territoriale;
- coordinamento delle attività di formazione delle forze armate ucraine condotte in via bilaterale dagli Stati membri.
Le attività si svolgono nel territorio dell'Ue.Il quartier generale della missione è costituito presso il Military Planning and Conduct Capability (MPCC), a Bruxelles, che assicura anche il coordinamento generale. Come per tutte le missioni militari Ue, il controllo politico e la direzione strategica sono assicurate dal Comitato politico e di sicurezza (CoPS, composto di rappresentanti degli Stati membri), sotto la responsabilità dell'Alto rappresentante e del Consiglio.Il COPS effettua periodiche valutazioni strategiche dell'EUMAM Ucraina e del suo mandato.In tale ambito, l'Italia contribuisce alla missione attraverso specifici moduli addestrativi condotti sul territorio nazionale.
Nell'ambito della medesima scheda n. 2 del 2025 si colloca inoltre l'iniziativa NATO Security Assistance and Training for Ukraine (NSATU) volta a realizzare un'armonizzazione delle diverse iniziative di addestramento e supporto svolte a beneficio dell'Ucraina. A tal fini, l'iniziativa si propone di assicurare:
- coordinamento dell'addestramento;
- coordinamento logistico;
- supporto allo sviluppo capacitivo di lungo periodo.
Nel corso del 2025, inoltre, l'Italia partecipa alle seguenti missioni NATO sul fianco Est dell'Alleanza:
Si segnala inoltre che con la delibera del Consiglio dei Ministri del 19 febbraio 2025 il Governo ha richiesto inoltre alle Camere l'autorizzazione a costituire un contingente di forze ad alta e altissima prontezza operativa, da impiegare, con una procedura accelerata, al verificarsi di crisi o situazioni di emergenza (Doc. XXV n. 3).
La possibilità di costituire tali contingenti è stata introdotta dalla legge 31 ottobre 2024, n. 168, che ha modificato la legge "quadro" sulle missioni (n.145 del 2016).A seguito della citata modifica, il comma 2.1 della legge 145/2015 prevede ora, che, con la procedura prevista per l'attivazione di una nuova missione, il Governo possa individuare forze ad alta e altissima prontezza operativa, da impiegare all'estero al verificarsi di crisi o situazioni di emergenza, indicando il numero massimo delle unità di personale e il limite massimo del fabbisogno finanziario (nell'ambito delle disponibilità complessive dei fondi).Una volta che l'individuazione di tali forze sia stata autorizzata dal Parlamento, il loro effettivo impiego, al momento del verificarsi della crisi o dell'emergenza, deve essere comunque deliberato dal Consiglio dei ministri, previa comunicazione al Presidente della Repubblica. La deliberazione è trasmessa alle Camere, le quali, entro cinque giorni, con appositi atti di indirizzo, secondo i rispettivi regolamenti, ne autorizzano l'impiego o ne negano l'autorizzazione.Entro novanta giorni dall'approvazione degli atti di indirizzo di autorizzazione, il Governo riferisce alle Camere sul permanere delle situazioni di crisi o di emergenza che hanno determinato l'effettivo impiego delle forze.
Tali potranno essere utilizzate anche per alimentare il contingente nazionale nell'ambito delle Forze di reazione alleate della Nato (Allied Reaction Forces, ARF).
Gli scopi principali delle forze in prontezza sono:
- reagire rapidamente a crisi e minacce, in qualsiasi punto del territorio alleato o in zone di crisi al di fuori del territorio NATO;
- dimostrare la solidarietà e la determinazione dell'Alleanza: la rapidità di reazione e la forza dell'ARF sono un chiaro segnale agli avversari potenziali che un attacco a un membro della NATO avrà come conseguenza una risposta immediata e coordinata da parte di tutti gli alleati;
- sostenere le operazioni di mantenimento della pace e di gestione delle crisi: l'ARF può essere utilizzata anche per fornire assistenza umanitaria, evacuare civili e stabilizzare situazioni di crisi.
A seguito dello scoppio del conflitto sono state emanate numerose misure. Si rimanda, per un approfondimento di alcune di esse, ai seguenti focus:
- riconoscimento delle qualifiche dei professionisti ucraini in mabito sanitario e sociosanitario
- sostegno nei settori della cultura, dell'istruzione e dell'università
- sostegno all'inserimento lavorativo dei cittadini ucraini