L'Unione Europea, attraverso la politica di sviluppo regionale mira a raggiungere la coesione economica, sociale e territoriale riducendo le disparità fra le diverse regioni degli Stati membri. Per il raggiungimento di tali obiettivi, l'Unione europea - sulla base di accordi stipulati con i singoli Stati membri (Accordi di Partenariato) e secondo regole condivise – assegna, in un arco temporale di sette anni (Ciclo di programmazione), specifiche risorse finanziarie a cui si aggiungono quelle nazionali messe a disposizione dai medesimi Stati Membri. L'utilizzo e il funzionamento di tali Fondi sono disciplinati da Regolamenti della Commissione europea.
Per l'Italia, al perseguimento delle finalità strategiche dei Fondi UE per la coesione concorrono anche interventi attivati a livello nazionale e complementari alla programmazione europea, finanziati con le risorse del Fondo di Rotazione di cui alla L. 183/1987, nonché ulteriori risorse nazionali del Fondo Sviluppo e Coesione, che attua l'obiettivo costituzionale di "rimuovere gli squilibri economici e sociali, per favorire l'effettivo esercizio dei diritti della persona" (in attuazione dell'articolo 119, comma 5, della Costituzione e dell'articolo 174 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea).
Per l'attuale ciclo di programmazione 2021-2027, con il Regolamento (UE) n. 2021/1060 del Parlamento europeo e del Consiglio del 24 giugno 2021, è stato definito il nuovo quadro normativo regolatorio degli obiettivi e degli strumenti finanziari di intervento della politica di coesione 2021-2027, il cui indirizzo strategico è stato definito in coerenza con i contenuti del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (PNRR).
Per la programmazione 2021-2027, gli stanziamenti complessivi destinati dalla UE alla politica di coesione sono pari a 392 miliardi di euro a prezzi correnti, la gran parte dei quali destinati, come nella precedente programmazione, all'attuazione di due obiettivi: Obiettivo "Investimenti per la crescita e l'occupazione"; Obiettivo "Cooperazione Territoriale Europea" (Interreg).
L'Accordo di partenariato tra l'UE e l'Italia, approvato il 19 luglio 2022, reca l'impianto strategico e la selezione degli obiettivi di policy su cui si concentrano gli interventi finanziati dai Fondi europei per la coesione per il ciclo di programmazione 2021-2027. Si tratta, nel complesso, di circa 43,1 miliardi di risorse comunitarie assegnate all'Italia, di cui oltre 42,7 miliardi destinati specificamente a promuovere la politica di coesione economica, sociale e territoriale la gran parte dei quali destinata alle regioni meno sviluppate (oltre 30 miliardi). Ai contributi europei si aggiungono le risorse derivanti dal cofinanziamento nazionale, per un totale di risorse finanziarie programmate nell'Accordo di Partenariato per il periodo di programmazione 2021-2027 pari a oltre 75 miliardi di euro.
La strategia sostenuta dall'Accordo di partenariato 2021-2027, anche in coerenza con le Raccomandazioni specifiche del semestre europeo, indirizza i fondi disponibili verso interventi rivolti al conseguimento dei traguardi fissati in sede europea per un'economia climaticamente neutra (Green Deal europeo) e per una società più giusta e inclusiva (Social Pillar europeo) nel più ampio contesto di adesione all'Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile e in coerenza con le Strategie nazionali e regionali di Sviluppo sostenibile. L'impostazione strategica dell'Accordo di partenariato è articolata su 5 Obiettivi strategici di policy (per un'Europa più intelligente; più verde; più connessa; più sociale e inclusiva; più vicina ai cittadini), attuati attraverso i Programmi Regionali promossi da tutte le Regioni e le Province Autonome (cui sono riservati circa 48,5 miliardi di euro) e 10 Programmi Nazionali (cui sono riservati 25,6 miliardi di euro), a titolarità della Amministrazioni centrali.
La precedente programmazione dei Fondi UE 2014-2020 ha visto assegnati all'Italia circa 44,8 miliardi di risorse comunitarie per i Fondi Strutturali e di Investimento Europei (Fondi SIE), cui si sono aggiunti circa 24 miliardi di cofinanziamento nazionale. Il quadro strategico di sviluppo a livello nazionale è stato definito nell'Accordo di Partenariato 2014-2020, adottato il 29 ottobre 2014 e successivamente revisionato nel febbraio 2018, a seguito dell'adeguamento "tecnico" del Quadro Finanziario Pluriennale 2014-2020.
Nel corso del 2020, per affrontare la crisi sanitaria pubblica determinata dall'epidemia da COVID-19, la Commissione europea, a seguito di specifiche iniziative denominate "Coronavirus Response Investment Initiative (CRII)" e "Coronavirus Response Investment Initiative plus (CRII+)", ha concesso una flessibilità eccezionale nell'impiego dei Fondi Strutturali europei, consentendo agli Stati membri di procedere ad una riprogrammazione dei Programmi Operativi con l'applicazione di un tasso di cofinanziamento fino al 100 per cento a carico dei Fondi europei, per le spese destinate a contrastare gli effetti generati dall'epidemia. Con l'iniziativa denominata "REACT-EU" la Commissione UE ha, inoltre, integrato le assegnazioni per la politica di coesione per gli anni 2021 e 2022 (oltre14 miliardi di euro per l'Italia), per il superamento degli effetti determinati dalla crisi sanitaria da COVID-19, che hanno portato l'importo complessivo delle risorse dei Fondi strutturali programmate dall'Italia a oltre 62,8 miliardi di euro.
Alla riduzione dei divari di sviluppo territoriale sono altresì destinate le risorse proprie nazionali, di natura aggiuntiva, stanziate nel Fondo Sviluppo e Coesione (FSC). Il requisito dell'aggiuntività è espressamente indicato nella disciplina istitutiva del FSC, dove si stabilisce che le sue risorse non possono essere sostitutive di spese ordinarie del bilancio dello Stato e degli enti decentrati, in coerenza con l'analogo criterio dell'addizionalità previsto per i Fondi strutturali dell'Unione europea. Le risorse sono destinate al territorio nazionale secondo la chiave di riparto che ne assegna l'80 per cento alle aree del Mezzogiorno e il restante 20 per cento alle aree del Centro-Nord.
Per l'attuale ciclo di programmazione 2021-2027 il Fondo è stato complessivamente rifinanziato per 75,8 miliardi di euro. In base alle nuove disposizioni introdotte dal D.L. n. 124/2023 (articolo 1) - che riformula integralmente la disciplina di programmazione e gestione del Fondo Sviluppo e coesione 2021-2027 dettata dalla legge di bilancio per il 2021 - gli interventi finanziati con le risorse del Fondo saranno attuati attraverso il nuovo strumento dell' "Accordo per la coesione", da definirsi tra il Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR e ciascun Ministro interessato ovvero tra il Ministro e ciascun Presidente di regione o di provincia autonoma, sentito il Ministro dell'economia e delle finanze.
A valere sulle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione sono finanziate una serie di misure destinate espressamente al sostegno e allo sviluppo del Mezzogiorno e, più in generale, al riequilibrio territoriale del Paese, cui si aggiungono ulteriori rilevanti interventi di carattere trasversale sul piano territoriale, che comunque prevedono apposite riserve o condizioni di accesso più agevolate a favore, in particolare, delle imprese del Mezzogiorno. Nell'ambito della politica di coesione grande attenzione è infine rivolta alle aree marginali del Paese, con particolare riferimento alle aree interne, per le quali è imposta una specifica Strategia Nazionale diretta al sostegno della competitività territoriale sostenibile, al fine di contrastare, nel medio periodo, il declino demografico che caratterizza tali aree del Paese.
Al riequilibrio territoriale sono altresì destinati molti degli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). La coesione sociale e territoriale rappresenta, infatti, uno dei pilastri fondamentali su cui poggia la programmazione dell'intero PNRR, il quale persegue il riequilibrio territoriale e il rilancio del Sud come priorità trasversale a tutte le missioni del Piano. L'asse strategico dell'inclusione sociale, in particolare, punta a ridurre il divario di cittadinanza, a superare le diseguaglianze profonde, spesso accentuate dalla pandemia, a superare la debolezza strutturale del sistema produttivo del Sud, accompagnando il processo di convergenza tra Sud e Centro-Nord quale obiettivo di crescita economica, come più volte richiesto nelle Raccomandazioni della Commissione europea.
Dal punto di vista finanziario, il Piano prevede l'assegnazione al Mezzogiorno di non meno del 40 per cento delle risorse territorializzabili del PNRR, per un importo stimato pari a circa 86 miliardi, a testimonianza dell'attenzione al principio della coesione sociale e del riequilibrio territoriale.
Si segnala che da ultimo è stato adottato il decreto-legge 7 maggio 2024, n. 60 che contiene ulteriori disposizioni urgenti in materia di politica di coesione. Il provvedimento, in particolare, è volto a realizzare la riforma della politica di coesione che è stata inserita nell'ambito della revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) al fine di conferire unitarietà strategica e di accelerare l'attuazione degli interventi finanziati dalla politica di coesione 2021-2027, mirati a ridurre i divari territoriali, in particolare nei settori delle risorse idriche, delle infrastrutture per il rischio idrogeologico e la protezione dell'ambiente, dei rifiuti, dei trasporti e della mobilità sostenibile, dell'energia, del sostegno allo sviluppo e all'attrattività delle imprese, anche per le transizioni digitale e verde. La riforma è volta ad assicurare il coordinamento tra gli interventi dalla politica di coesione attuati a livello regionale e quelli attuati a livello nazionale, promuovendo la complementarietà e la sinergia tra gli interventi della politica di coesione europea e gli investimenti previsti dagli Accordi per la coesione e dal PNRR. Per ulteriori approfondimenti si segnala il dossier predisposto dai servizi di documentazione di Camera e Senato.