Nelle giornate dell'11 e 12 luglio 2023 ha avuto luogo a Vilnius il Vertice dei Capi di Stato e di Governo della NATO.
Nel comunicato del summit, i Capi di Stato e di Governo dichiarano l'intento di affrontare questo momento critico per la sicurezza, la pace e la stabilità internazionali, restando uniti e solidali, riaffermando il duraturo legame transatlantico tra i Paesi membri. Viene ribadito il carattere difensivo dell'Alleanza, che rimane il fondamento della difesa collettiva e foro essenziale per le consultazioni e le decisioni in materia di sicurezza tra gli alleati.
L'adesione dell'Ucraina all'Alleanza è stata al centro del vertice della NATO tenutosi a Vilnius, in Lituania, il 12 e 13 luglio. Pur senza fissare la "chiara tabella di marcia" auspicata da Kyiv, il vertice segna un passo avanti nel percorso di adesione.
Il vertice segna anche l'ingresso nell'Alleanza della Finlandia e alcuni progressi per l'adesione della Svezia, grazie alle aperture del presidente turco Erdogan.
La presenza di Australia, Nuova Zelanda e Corea del Sud, oltre al Giappone, indica l'attenzione della NATO al quadrante Indo-pacifico e al confronto con la Cina. Il comunicato finale contiene però anche corposi riferimenti al Mediterraneo allargato e al Sahel, in vista di una riorganizzazione delle strategie NATO.
Il vertice ha, inoltre, ribadito l'importanza di conseguire l'obiettivo del 2% delle spese per la difesa rispetto al PIL e l'impegno a investire almeno il 20% dei bilanci per la difesa in equipaggiamenti importanti, comprese le relative attività di ricerca e sviluppo
A margine del vertice, i Paesi del G7 (compreso il Giappone, presente a Vilnius - come ricordato - insieme agli altri tre principali partner dell'Indopacifico) hanno firmato una dichiarazione congiunta
Gli esiti del vertice sono stati al centro della riunione del Consiglio Supremo di Difesa del 13 luglio scorso. Il Consiglio ha anche esaminato la situazione della guerra in Ucraina e "ha ribadito la ferma condanna dell'aggressione operata dalla Federazione Russa e il sostegno all'Ucraina nella sua difesa contro l'invasore". "Il rispetto della libertà, della sovranità democratica, dell'integrità territoriale e dell'indipendenza degli Stati.
Lo scorso 19 luglio, davanti alle Commissioni riunite Esteri e Difesa della Camera ed Esteri del Senato si è svolta l'audizione dei Ministri della Difesa e degli Affari esteri e della cooperazione internazionale sugli esiti del vertice della Nato, che si è svolto a Vilnius l'11 e il 12 luglio 2023.
qui il video dell'audizione del Ministro.
Il testo completo delle conclusioni del Vertice di Vilnius è consultabile al seguente link.
Per un approfondimento sul Vertice di Vilnius si rinvia al seguente dossier, curato dai Servizi studi della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica Il vertice della NATO di Vilnius (11 e 12 luglio 2023).
Per un approfondimento sulle spese per la difesa in ambito NATO si rinvia al relativo tema dell'attività parlamentare
La Dichiarazione conclusiva del Vertice di Vilnius ribadisce la condanna degli Alleati nei confronti della guerra di aggressione della Russia verso l'Ucraina, che rappresenta la minaccia più significativa e diretta alla sicurezza degli Alleati e alla pace e alla stabilità nell'area euro-atlantica. A tal riguardo si esortano tutti i Paesi a non fornire alcun tipo di assistenza all'aggressione russa.
Nel dettaglio al punto 5 della Dichiarazione, i Capi di Stato e di Governo affermano che la "Federazione Russa è la minaccia più significativa e diretta alla sicurezza degli Alleati e alla pace e alla stabilità nell'area euro-atlantica. Il terrorismo, in tutte le sue forme e manifestazioni, è la minaccia asimmetrica più diretta alla sicurezza dei nostri cittadini e alla pace e alla prosperità internazionali. Le minacce che dobbiamo affrontare sono globali e interconnesse".
La NATO esprime, quindi, la massima solidarietà all'Ucraina a cui viene ribadito il sostegno all'indipendenza, alla sovranità e all'integrità territoriale all'interno dei suoi confini internazionalmente riconosciuti. Si sostiene il diritto all'autodifesa dell'Ucraina e si accolgono con favore gli sforzi di tutti gli alleati impegnati a fornire supporto al Paese aggredito.
A questo riguardo i Capi di Stato e di Governo dell'Alleanza annunciano che non verranno riconosciute le annessioni illegali e illegittime della Russia, compresa la Crimea e chiedono alla Russia di porre fine immediatamente alla guerra e di ritirare le proprie forze dall'Ucraina.
Si manifesta poi la disponibilità dell'Alleanza a mantenere aperti i canali di comunicazione con Mosca per gestire e mitigare i rischi, prevenire l'escalation e aumentare la trasparenza. Allo stesso tempo, si ribadisce l'impegno a valutare collegialmente le "implicazioni delle politiche e delle azioni della Russia per la sicurezza e a rispondere alle minacce e alle azioni ostili della Russia in modo unito e responsabile" (cfr. punto 19 del Documento).
Si riafferma l'impegno della NATO alla politica della "porta aperta" e si sottolinea il diritto di ciascun paese di scegliere le proprie disposizioni di sicurezza. "Siamo ansiosi di accogliere la Svezia come membro a pieno titolo dell'Alleanza e, a questo proposito, accogliamo con favore l'accordo raggiunto tra il Segretario Generale della NATO, il Presidente della Turchia e il Primo Ministro della Svezia", affermano i Capi di Stato e di Governo dell'Alleanza al punto 4 del Comunicato. Con riferimento, poi, all'adesione alla NATO della Finlandia si afferma che tale adesione rende più sicura e più forte la NATO.
Con riferimento alla possibile adesione dell'Ucraina alla NATO nelle Conclusioni del Vertice si richiama l'impegno assunto nel 2008 durante il Summit di Bucarest nei confronti di questo Paese e si ribadisce che gli alleati sostengono "pienamente il diritto dell'Ucraina di scegliere le proprie disposizioni di sicurezza. Il futuro dell'Ucraina è nella NATO".
Nel dettaglio al punto 11 del Documento gli Alleati ribadiscono "l'impegno assunto al Vertice di Bucarest del 2008, secondo cui l'Ucraina diventerà membro della NATO", e riconoscono che "il percorso dell'Ucraina verso la piena integrazione euro-atlantica è andato oltre la necessità del Piano d'azione per l'adesione. L'Ucraina è diventata sempre più interoperabile e politicamente integrata con l'Alleanza" si legge nella Dichiarazione "e ha compiuto progressi sostanziali nel suo percorso di riforme. In linea con la Carta del 1997 sul Partenariato Distintivo tra la NATO e l'Ucraina e con il Complemento del 2009". Gli Alleati manifestano, altresì, la propria intenzione di voler continuare a sostenere ed esaminare i progressi dell'Ucraina in materia di interoperabilità e le ulteriori riforme democratiche e del settore della sicurezza necessarie. "I ministri degli Esteri della NATO valuteranno regolarmente i progressi attraverso il Programma nazionale annuale adattato", si legge nel Documento e si ribadisce che "l'Alleanza sosterrà l'Ucraina nel realizzare queste riforme nel suo percorso verso la futura adesione. Saremo in grado di estendere all'Ucraina l'invito ad aderire all'Alleanza quando gli alleati saranno d'accordo e le condizioni saranno soddisfatte".
Al fine di sostenere l'ulteriore integrazione dell'Ucraina nella NATO, il Documento dà conto della definizione di un pacchetto "sostanziale di sostegno politico e pratico ampliato" che prevede anche l'istituzione del Consiglio NATO-Ucraina, un nuovo organismo congiunto in cui gli Alleati e l'Ucraina siedono come membri paritari per promuovere il dialogo politico, l'impegno, la cooperazione e le aspirazioni euro-atlantiche dell'Ucraina all'adesione alla NATO. Il Consiglio prevede consultazioni, processi decisionali e attività congiunte e fungerà anche da meccanismo di consultazione in caso di crisi tra la NATO e l'Ucraina
I Capi di Stato e di Governo dell'Alleanza ribadiscono, poi, il continuo sostegno agli sforzi regionali alleati volti a sostenere la sicurezza, l'incolumità, la stabilità e la libertà di navigazione nella regione del Mar Nero. "Continueremo a monitorare e valutare gli sviluppi nella regione e a migliorare la nostra consapevolezza della situazione, con particolare attenzione alle minacce alla nostra sicurezza e alle potenziali opportunità di una più stretta cooperazione con i nostri partner nella regione", si legge al punto 79 del Documento.
I Capi di Stato e di Governo esprimono, inoltre, la propria preoccupazione per l'incremento della presenza Russa e il suo potenziamento militare multidominio nelle regioni del Mar Baltico, del Mar Nero e del Mar Mediterraneo e per le sue significative capacità militari nell'Artico. "La postura più assertiva della Russia, le sue nuove capacità militari e le sue attività provocatorie, anche in prossimità dei confini della NATO, nonché le sue esercitazioni su larga scala senza preavviso e istantanee, continuano a minacciare la sicurezza dell'area euro-atlantica" si legge al punto 14 del Documento.
Altrettanto ferma è la condanna degli Alleati per "l'intenzione annunciata dalla Russia di dispiegare armi nucleari e sistemi a capacità nucleare sul territorio bielorusso, che dimostra ulteriormente come le ripetute azioni della Russia minino la stabilità strategica e la sicurezza complessiva dell'area euro-atlantica". A tal riguardo (al punto 16), gli Alleati ricordano "la dichiarazione congiunta dei leader dei cinque Stati dotati di armi nucleari rilasciata il 3 gennaio 2022 sulla prevenzione della guerra nucleare e la prevenzione delle corse agli armamenti" e si chiede "alla Russia di impegnarsi – con parole e fatti – a rispettare i principi sanciti in quella Dichiarazione.
Con riferimento al tema delle armi nucleari al punto 57 della Dichiarazione i Capi di Stato e di Governo dell'Alleanza condannano "con la massima fermezza i programmi di armi di distruzione di massa e di missili balistici della Repubblica Popolare Democratica di Corea, che violano molteplici risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite" e ribadiscono che "la Repubblica Popolare Democratica di Corea deve abbandonare le armi nucleari e i programmi nucleari esistenti, nonché qualsiasi altra arma di distruzione di massa e programma di missili balistici, in modo completo, verificabile e irreversibile".
Per gli Alleati il Trattato di non proliferazione delle armi nucleari (TNP) rimane il baluardo essenziale contro la diffusione delle armi nucleari. "È la pietra angolare del regime globale di non proliferazione nucleare e dell'architettura del disarmo, l'unico percorso credibile per il disarmo nucleare e il quadro per la cooperazione internazionale nella condivisione degli usi pacifici dell'energia, della scienza e della tecnologia nucleare" si legge al punto 52 del Documento.
A sua volta i Capi di Stato e di Governo dichiarano che la NATO "adotterà tutte le misure necessarie per garantire la credibilità, l'efficacia, la sicurezza della missione di deterrenza nucleare". A tal riguardo viene precisato che "ciò include la prosecuzione dell'ammodernamento della capacità nucleare della NATO e l'aggiornamento della pianificazione per aumentare la flessibilità e l'adattabilità delle forze nucleari dell'Alleanza, esercitando al contempo un forte controllo politico in ogni momento" (punto 45 del Documento). "La NATO" si legge al punto 46 del Documento "è pronta e in grado di scoraggiare l'aggressione e di gestire i rischi di escalation in una crisi che abbia una dimensione nucleare ( Al riguardo si ricorda che lo scorso 12 luglio la III Commissione della Camera ha approvato la risoluzione (8-00021) sull'impegno dell'Italia a favore del disarmo nucleare).
Gli Alleati parlano anche della Cina, sottolineando come le ambizioni dichiarate e le politiche coercitive della Repubblica Popolare Cinese rappresentino una sfida per gli interessi, la sicurezza e i valori della NATO. "Continueremo a essere aperti a un dialogo costruttivo con la Cina, inclusa una reciproca trasparenza" ribadiscono Capi di Stato e di Governo dell'Alleanza e si chiede alla Cina di condannare l'aggressione russa in qualità di membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, e di non fornire supporto militare alla Russia.
Si invita, inoltre, l'Iran a cessare il suo sostegno militare alla Russia, "in particolare il suo trasferimento di veicoli aerei senza equipaggio (UAV) che sono stati utilizzati per attaccare infrastrutture critiche, causando ampie vittime civili" e si esprime "seria preoccupazione per le attività malevole dell'Iran all'interno del territorio alleato" (cfr. punto 84 del Documento).
Si sottolinea, altresì, l'importanza strategica per la NATO della regione dell'Indo-Pacifico, dato che gli sviluppi in questa area possono influenzare direttamente la sicurezza euro-atlantica. "Accogliamo con favore il contributo dei nostri partner della regione Asia-Pacifico – Australia, Giappone, Nuova Zelanda e Repubblica di Corea – alla sicurezza nell'area euro-atlantica" si legge nel Documento "compreso il loro impegno a sostenere l'Ucraina" (cfr. punto 85 del Documento).
Si ribadisce il sostegno all'integrità territoriale e alla sovranità della Georgia e della Repubblica di Moldova all'interno dei confini internazionalmente riconosciuti. Si ribadisce, altresì, l'importanza strategica del Medio Oriente e dell'Africa e si conferma l'impegno della NATO nel sostegno all'Iraq e nella sua capacità di stabilizzare il Paese
Con riferimento al quadro generale delle minacce il documento illustra il compito di rafforzare in modo significativo la deterrenza e la difesa a lungo termine di tutti gli alleati in linea con un approccio a 360 gradi in tutti i domini terrestre, aereo, marittimo, informatico e spaziale e contro tutte le minacce e le sfide, di cui la lotta al terrorismo è parte integrante.
A questo scopo i Capi di Stato e di Governo dell'Alleanza riaffermano le decisioni assunte nel corso del vertice di Vertice di Madrid di mettere in campo forze aggiuntive robuste e pronte al combattimento sul fianco orientale della NATO, da affiancare agli attuali otto gruppi tattici multinazionali re si esprime apprezzamento per gli sforzi in corso da parte degli alleati per aumentare la loro presenza sul fianco orientale della NATO, che contribuisce ulteriormente a una deterrenza e una difesa credibili. "Tutte queste forze" si legge "dimostrano la nostra determinazione e la nostra disponibilità a difendere ogni centimetro del territorio alleato" cfr. punto 34 del Documento).
I Capi di Stato e di Governo dell'Alleanza concordano, inoltre, nell'obiettivo di migliorare ulteriormente la prontezza, la preparazione e l'interoperabilità della difesa aerea e missilistica integrata della NATO, in particolare attraverso l'addestramento regolare e la presenza a rotazione di moderni sistemi e capacità di difesa aerea in tutta l'area di responsabilità del SACEUR, con un'attenzione iniziale al fianco orientale.
Si ribadisce, inoltre, l'importanza di conseguire l'obiettivo del 2% delle spese per la difesa rispetto al PIL e l'impegno a investire almeno il 20% dei bilanci per la difesa in equipaggiamenti importanti, comprese le relative attività di ricerca e sviluppo (sul tema vedi infra).
L'Alleanza s'impegna anche a rafforzare la propria sicurezza energetica, ad aumentare la resilienza alle minacce informatiche e ibride migliorando l'interoperabilità e impiegando strumenti politici e militari in modo integrato.
Il documento ribadisce l'importanza fondamentale del rapporto NATO–UE (su cui vedi infra) e di una difesa europea più forte e più capace, che contribuisca positivamente alla sicurezza transatlantica e globale e sia complementare e interoperabile con la NATO. Gli Alleati affermano, inoltre, convintamente l'impegno della NATO con altre organizzazioni internazionali e regionali, tra cui le Nazioni Unite, l'OSCE e l'Unione Africana
Il Documento si conclude affermando che con le decisioni assunte è stata fissata la direzione per il continuo adattamento dell'Alleanza alla mutata situazione internazionale, rimanendo la NATO l'Alleanza più forte della storia volta a salvaguardare la libertà e la sicurezza di tutti gli alleati, così come i valori democratici condivisi, ora e per le generazioni future.
A margine del vertice, i Paesi del G7 (compreso il Giappone, presente a Vilnius - come ricordato - insieme agli altri tre principali partner dell'Indopacifico) hanno firmato una dichiarazione congiunta in cui, tra l'altro:
si annuncia l'avvio di negoziati con l'Ucraina per formalizzare, attraverso impegni bilaterali, in conformità con i rispettivi principi costituzionali (in particolare quelli del Giappone), il sostegno duraturo all'Ucraina sia nella fase bellica che in quella della ricostruzione, favorendo il suo processo di integrazione nella comunità euro-atlantica (quest'ultimo punto è stato rimarcato dal presidente Zelensky, nel corso della sua conferenza stampa a Vilnius);
si afferma l'impegno di ciascun Paese a definire con l'Ucraina accordi di sicurezza specifici, bilaterali e a lungo termine, per garantirle capacità di difendersi dall'aggressione attuale e scoraggiare eventuali aggressioni future;
si sottolinea che il sostegno dei Paesi del G7 prevede la fornitura continua di assistenza alla sicurezza e attrezzature militari; dando priorità alla difesa aerea, all'artiglieria, ai veicoli corazzati e al combattimento aereo, e promuovendo una maggiore interoperabilità con i partner euro-atlantici;
si afferma l'impegno a collaborare con l'Ucraina per lo sviluppo della sua base industriale della difesa; a svolgere attività di addestramento; a condividere l'intelligence e cooperare nella ciber-difesa.
Oltre a questi aspetti marcatamente di difesa e sicurezza, la dichiarazione rinnova gli impegni assunti anche in precedenti occasioni:
a rafforzare la stabilità economica, la ricostruzione e la ripresa dell'Ucraina, compresa la sua sicurezza energetica;
a fornire supporto tecnico e finanziario a Kyiv sia per le esigenze immediate che per attuare il programma di riforme necessario per il percorso euro-atlantico;
a chiedere conto dei responsabili di crimini di guerra e altri crimini internazionali commessi in e contro l'Ucraina, compresi quelli che comportano attacchi a infrastrutture civili critiche, anche sostenendo gli sforzi dei meccanismi internazionali, come la Corte penale internazionale;
a istituire un meccanismo internazionale per la riparazione dei danni e delle perdite causate dall'aggressione russa, mantenendo comunque gli assetti pubblici russi congelati fino all'indennizzo dei danni.
In caso di futuro attacco armato russo, inoltre, i Paesi G7 si impegnano a consultarsi immediatamente con l'Ucraina per determinare i passi successivi appropriati, compresa l'assistenza militare e le sanzioni economiche, valutando insieme le esigenze ucraine per meglio esercitare il suo diritto all'autodifesa, sancito dall'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite.
Da parte sua, l'Ucraina si impegna a:
rafforzare le misure di trasparenza e responsabilità per la gestione delle misure di assistenza;
proseguire l'attuazione delle riforme del sistema giudiziario (in particolare la lotta alla corruzione) e del settore della sicurezza, rafforzando stato di diritto, rispetto dei diritti umani e libertà dei media;
promuovere le riforme e la modernizzazione della difesa, anche rafforzando il controllo democratico delle forze armate e migliorando l'efficienza e la trasparenza dell'industria della difesa.
Gli esiti del vertice sono stati al centro della riunione del Consiglio Supremo di Difesa del 13 luglio scorso. Il Consiglio ha anche esaminato la situazione della guerra in Ucraina e "ha ribadito la ferma condanna dell'aggressione operata dalla Federazione Russa e il sostegno all'Ucraina nella sua difesa contro l'invasore". "Il rispetto della libertà, della sovranità democratica, dell'integrità territoriale e dell'indipendenza degli Stati – prosegue il comunicato - sono valori fondanti dell'Unione europea e condizioni essenziali per l'ordine internazionale e la convivenza pacifica dei popoli. Il Consiglio è stato parimenti concorde sull'importanza di richiedere la massima attenzione verso le iniziative tendenti a individuare sentieri di dialogo tra le parti che permettano di giungere a una pace giusta e duratura, in conformità al diritto internazionale".