L'Obiettivo 8 è incentrato sulla promozione di un nuovo modello di sviluppo economico che coniughi crescita e salvaguardia ambientale, garantendo inclusione ed equità nella distribuzione delle risorse economiche e delle condizioni lavorative. Specifici target sono indirizzati alla promozione dell'efficienza nell'utilizzo delle risorse naturali e al turismo sostenibile, in quanto canale di creazione di occupazione, di tutela ambientale e di valorizzazione della cultura locale. Anche il rafforzamento delle istituzioni finanziarie va letto in un'ottica inclusiva, finalizzata ad ampliare l'accesso ai servizi finanziari, bancari e assicurativi.
L'Obiettivo è declinato in dodici target, gli ultimi due dei quali sono riferiti agli strumenti di attuazione (8.a e 8.b).
8.1 Sostenere la crescita economica pro capite in conformità alle condizioni nazionali, e in particolare una crescita annua almeno del 7% del prodotto interno lordo nei paesi in via di sviluppo;
8.2 Raggiungere standard più alti di produttività economica attraverso la diversificazione, il progresso tecnologico e l'innovazione, anche con particolare attenzione all'alto valore aggiunto e ai settori ad elevata intensità di lavoro;
8.3 Promuovere politiche orientate allo sviluppo, che supportino le attività produttive, la creazione di posti di lavoro dignitosi, l'imprenditoria, la creatività e l'innovazione, e che incoraggino la formalizzazione e la crescita delle piccole-medie imprese, anche attraverso l'accesso a servizi finanziari;
8.4 Migliorare progressivamente, entro il 2030, l'efficienza globale nel consumo e nella produzione di risorse e tentare di scollegare la crescita economica dalla degradazione ambientale, conformemente al Quadro decennale di programmi relativi alla produzione e al consumo sostenibile, con i paesi più sviluppati in prima linea;
8.5 Garantire entro il 2030 un'occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso per donne e uomini, compresi i giovani e le persone con disabilità, e un'equa remunerazione per lavori di equo valore;
8.6 Entro il 2030, ridurre la quota di giovani disoccupati e al di fuori di ogni ciclo di studio o formazione;
8.7 Prendere provvedimenti immediati ed effettivi per sradicare il lavoro forzato, porre fine alla schiavitù moderna e alla tratta di esseri umani e garantire la proibizione ed eliminazione delle peggiori forme di lavoro minorile, compreso il reclutamento e l'impiego dei bambini soldato, nonché porre fine entro il 2025 al lavoro minorile in ogni sua forma;
8.8 Proteggere il diritto al lavoro e promuovere un ambiente lavorativo sano e sicuro per tutti i lavoratori, inclusi gli immigrati, in particolare le donne, e i precari;
8.9 Concepire e implementare entro il 2030 politiche per favorire un turismo sostenibile che crei lavoro e promuova la cultura e i prodotti locali;
8.10 Rafforzare la capacità degli istituti finanziari interni per incoraggiare e aumentare l'utilizzo di servizi bancari, assicurativi e finanziari per tutti;
8.a Aumentare il supporto dell'aiuto per il commercio per i paesi in via di sviluppo, in particolare i meno sviluppati, anche tramite il Quadro Integrato Rafforzato per l'assistenza tecnica legata agli scambi dei paesi meno sviluppati;
8.b Sviluppare e rendere operativa entro il 2020 una strategia globale per l'occupazione giovanile e implementare il Patto Globale per l'Occupazione dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro.
Nel 2023, l'andamento del ciclo economico, pur indebolito, resta positivo: tuttavia, le variazioni annue del Pil in volume (+0,9%) e pro capite (+1,0%) sono inferiori a quelle del 2022 e il valore aggiunto per occupato diminuisce dello 0,7%. Prosegue nel 2023 la ripresa del mercato del lavoro italiano. Il tasso di occupazione dei 20-64enni sale al 66,3% (+1,5 punti percentuali); il tasso di disoccupazione (7,7%) si contrae di 0,4 p.p.. Nonostante il recupero degli ultimi anni, i differenziali con l'Ue restano elevati: nel 2023, l'Italia è all'ultimo posto nella graduatoria europea del tasso di occupazione (-9 punti percentuali rispetto al livello medio Ue27) e seconda solo a Grecia e Spagna rispetto al tasso di disoccupazione (-1,6 p.p. rispetto a Ue27). Ancora in calo, nel 2023, la quota di occupati in part-time per mancanza di alternative: per ogni uomo ci sono ben 3 donne in questa condizione. Continua nel 2023 la diminuzione del tasso di occupazione irregolare iniziata nel 2019, accompagnata da una lieve riduzione dei divari territoriali.
La Relazione per Paese 2023 evidenzia che, nonostante i progressi compiuti, i livelli di crescita economica e di investimento rimangono bassi. In particolare, l'Italia risulta al disotto della media europea in tutti gli indicatori principali, (tra questi, la variazione annuale del PIL pro capite tra il 2017 e il 2022, il tasso di investimento sul PIL nel 2021, la percentuale di NEET tra giovani di età tra i 15 e i 29 anni). Il tasso di disoccupazione è stato in media dell'8,1 per cento nel 2022, in calo rispetto al 9,5 per cento del 2021; in particolare la disoccupazione di lunga durata e quella giovanile sono diminuite significativamente, portandosi al di sotto dei livelli pre-crisi. Tuttavia, anche lungo questi profili, nonostante i miglioramenti, il Paese rimane lontano dalla media europea. Il Rapporto Istat indica che nel 2022 la ripresa dell'attività economica è rallentata, ma il tasso di occupazione della popolazione tra i 20 e i 64 anni è aumentato al 64,8 per cento, pur rimanendo diversi divari di territorio e di genere. Si riduce il lavoro irregolare nel 2020, mentre il tasso di infortuni e inabilità permanenti sul lavoro si stabilizza nel 2021. Nel 2023 il tasso di mancata partecipazione ha registrato un ulteriore miglioramento, superiore alle previsioni: esso ha raggiunto il 14,8 per cento, con un calo più marcato per le femmine rispetto a quello dei maschi. Tale andamento ha permesso di ridurre il gap di genere di 1,2 punti percentuali. Dopo aver raggiunto nel 2023 il livello più basso da quando è rilevata la serie, per il 2024 si prevede un'ulteriore riduzione del tasso di mancata partecipazione, che andrà poi ad aumentare lievemente nel periodo 2025-2027. Nel percorso verso il raggiungimento di questo obiettivo entrano in gioco numerosi fattori economici e socioculturali su cui l'Italia sta intervenendo mediante misure strutturali e investimenti del PNRR (assommano a circa 9,6 miliardi di euro le risorse del PNRR stanziate). Tra le misure più rilevanti, si ricordano gli investimenti per il potenziamento dei Centri per l'Impiego, per il sistema duale, le politiche attive e la formazione professionale e la riforma per il contrasto del lavoro sommerso.