Secondo l'ultimo Rapporto dell'Agenzia europea per la difesa, nel 2020 la spesa per la difesa dei Paesi europei aderenti all'Agenzia si è avvicinata a 200 miliardi di euro, pari all'1,5% del Prodotto interno lordo e al 2,8% della spesa pubblica degli Stati membri. Nel 2020 la spesa per la difesa ha continuato ad aumentare per il sesto anno consecutivo.
Nel corso dell'indagine conoscitiva "sulla pianificazione dei sistemi di difesa e sulle prospettive della ricerca tecnologica, della produzione e degli investimenti funzionali alle esigenze del comparto difesa " avviata dalla Commissione difesa nella XVIII legislatura sono state esaminate, in particolare, le principali linee di azione in ambito europeo per il rafforzamento delle capacità europee in materia di difesa e sicurezza.
L' Agenzia europea per la difesa
(European Defence Agency, Eda), raccoglie ed elabora su base annua dal 2006 i dati relativi alla spesa degli Stati membri nel settore della difesa.
I ministeri della Difesa dei Paesi membri dell'Agenzia (tutti gli attuali stati dell'Unione europea, ad eccezione della Danimarca) forniscono le informazioni e l'Agenzia li trasforma in dati aggregati. A partire dal Rapporto 2018-2019 , i dati non includono più le spese per la difesa dati del Regno Unito, in seguito all'uscita di questo Paese dall'Unione europea.




L'ultimo rapporto è stato pubblicato il 6 dicembre 2021 (Defence data 2019-2020 "). I dati dei singoli Stati Membri sono raccolti e resi pubblici dall'EDA in una banca dati
. Nel presente tema dell'attività parlamentare si presentano i principali dati sulle spese per la Difesa riferiti al complesso dei Paesi UE (esclusa la Danimarca) e le medesime grandezze riferite all'Italia.

Secondo l'ultimo Rapporto dell'EDA, nel 2020 la spesa per la difesa dei 26 Paesi europei aderenti all'Agenzia (tutti i paesi dell'UE tranne la Danimarca) è stata di 198 miliardi di euro, pari all'1,5% del Prodotto interno lordo 2020 (era l'1,4% nel 2019) e al 2,8% della spesa pubblica degli Stati membri. Nel 2020 la spesa per la difesa ha continuato ad aumentare per il sesto anno consecutivo (Figura 1). L'incremento registrato nel 2020 rispetto al 2019 (+ 5 per cento) è lo stesso dell'anno precedente, e rappresenta l'aumento più rilevante dal 2015. Come si può osservare nel grafico, nel 2014 la spesa per la difesa ha toccato il suo punto più basso dopo il calo iniziato nel 2008. Nel 2019, con 186 miliardi di euro di spesa totale per la difesa, sono stati raggiunti e superati i livelli di spesa precedenti la crisi del 2008.
Figura 1 – Spese per la difesa degli Stati membri EDA
(Valori a prezzi costanti 2020 – in miliardi di euro (Bn))
Fonte: Rapporto EDA "Defence data 2019-2020 ", 6 dicembre 2021.
Differentemente dalle spese militari il PIL degli Stati Membri è diminuito del 6% nel 2020. Il Rapporto AED rileva che l'aumento della percentuale delle spese per la difesa sul PIL (che passa, come si è detto, dall'1,4% del 2019 all'1,5% del 2020) è parzialmente dovuto all'indebolimento dell'economia.
Tabella 1 – Spese per la difesa nel complesso degli Stati Membri EDA e in Italia

I grafici seguenti illustrano la situazione dei Paesi membri dell'EDA per quanto riguarda le spese per la difesa in rapporto al PIL (Grafico 1) e pro capite (Grafico 2).
Grafico 1 – Spese per la difesa in percentuale del PIL negli Stati Membri EDA – anno 2020

Grafico 2 – Spese per la difesa pro capite negli Stati Membri EDA – anno 2020
(valori in euro)

Sempre secondo il citato rapporto dell'EDA, circa il 22 per cento delle spese per la difesa del 2020 (ovvero 44 miliardi su 198) è relativo a spese per investimenti che sono, pertanto, aumentati del 5 per cento rispetto al 2019.
Rispetto al 2014, anno in cui gli investimenti nella difesa hanno raggiunto il livello più basso, nel 2020 si è registrato un aumento del 70%.
Nella Figura 2 è rappresentata la serie storica delle spese relative agli investimenti nel settore della difesa nell'UE nel periodo 2005/2020 e dalla quale si evince che la spesa per gli investimenti nel 2008 è stata superiore del 35% al valore minimo toccato nel 2014 (anno di riferimento) e ha raggiunto nuovamente un livello simile a quello pre-crisi nel 2018, registrando poi ulteriori aumenti nel 2019 e nel 2020.
Figura 2 – Difesa – spese per investimenti degli Stati membri EDA


Nel 2019, inoltre, per la prima volta dal 2010, il complesso degli Stati membri ha superato il parametro del 20 per cento di spesa per investimenti sul totale della spesa per la difesa, come emerge dal grafico di Figura 3.
Nel 2020, quindi, per il secondo anno consecutivo la percentuale di spese per la difesa riguardanti gli investimenti superano l'obiettivo del 20%.


Figura 3 – Percentuale di investimenti nella spesa per la difesa


Nonostante il raggiungimento dell'obiettivo del 20%, il rapporto mostra che la quota percentuale degli investimenti sulle spese complessive per la difesa resta inferiore a quella della Cina e degli USA, che si attesta intorno al 30%, come mostra la Figura 4.
Figura 4 – Percentuale di investimenti nella spesa per la difesa degli Stati Membri, degli Stati Uniti e della Cina

Per quanto concerne l'Italia, nel 2020 la percentuale di spese di investimento all'interno delle spese per la difesa raggiunge il 24,6%, a fronte del 22,2 per cento a livello europeo, come mostra la tabella 2.
Tale percentuale (riferita all'anno 2020) è la medesima indicata anche nel Report Nato del 31 marzo 2021 sulle spese per la difesa nel 2020 (cfr. dossier "Il bilancio della Difesa in ambito NATO).
Tabella 2 – Spese per investimenti nella difesa nel complesso degli Stati Membri EDA e in Italia


Componenti della spesa per investimenti
Nel 2020, l'82,8% degli investimenti europei nel settore della difesa ha riguardato nuovi approvvigionamenti militari, mentre il restante 17,2% la ricerca e lo sviluppo (R&S).
In Italia, secondo i dati raccolti dall'EDA e riepilogati in tabella 3, la spesa per approvvigionamenti militari rappresenta la quasi totalità della spesa per investimenti.
La spesa per le attività di Ricerca e Sviluppo nel settore della difesa è pari all'1,1% della spesa per investimenti.
Tabella 3 – Componenti della spesa per investimenti nella difesa nel complesso degli Stati Membri EDA e in Italia


Sia l'approvvigionamento militare europeo, sia le attività di ricerca e sviluppo nel settore della difesa hanno risentito in modo significativo delle misure di revisione della spesa pubblica adottate successivamente alla crisi finanziaria del 2008. Tuttavia, la spesa in R&S per la difesa è diminuita per un periodo di tempo maggiore rispetto a quella per gli approvvigionamenti militari, raggiungendo il livello più basso nel 2016 (vedi Figura 5). Successivamente, dal 2017 la spesa in R&S per la difesa ha avuto una ripresa, raggiungendo nel 2019 un livello simile al 2007 e superandolo nel 2020.
Nel 2020, la spesa per nuovi approvvigionamenti militari è aumentata del 4% rispetto al 2019, raggiungendo i 36 miliardi di euro. La spesa in R&S per la difesa è aumentata del 7%, raggiungendo il valore di 8 miliardi di euro.
Figura 5 – Andamento delle componenti della spesa per investimenti nel complesso degli Stati Membri EDA


Per quanto riguarda l'acquisizione di attrezzature, in modo collaborativo, nonostante l'obiettivo del 35% della spesa per attrezzature militari da conseguire in collaborazione con altri stati dell'UE, gli Stati membri continuano a rifornirsi prevalentemente su base nazionale.
Nel 2020 gli Stati Membri hanno speso 4,1 miliardi di euro in acquisti per approvvigionamenti militari condotti in un quadro europeo, con una diminuzione del 13% rispetto al 2019.
Come si evince dal grafico di Figura 6, nel 2020 gli Stati Membri hanno acquistato solo l'11% della spesa per approvvigionamenti della difesa in ambito europeo. Dal 2016, la percentuale di acquisti collaborativi in ambito europeo per approvvigionamenti militari è diminuita costantemente, fino a raggiungere nel 2020 il livello più basso. Questo risultato è dovuto in parte all'incremento della spesa per approvvigionamenti della difesa, che non è stato seguito da una crescita analoga negli acquisti collaborativi in ambito europeo.
Secondo il Rapporto, nei prossimi anni le opportunità fornite dal CARD (Coordinate Annual Review on Defence ), in combinazione con i fondi EDF (European Defence Fund) e i progetti in ambito PESCO (cooperazione strutturata permanente
) (PESCO) potrebbero invertire questa tendenza nell'abito degli acquisti collaborativi.
Il Fondo europeo per la difesa, è dotato di risorse complessive, nel bilancio Ue 2021-2027, per circa 7,9 miliardi di euro, divisi tra finanziamenti alla ricerca (2,6 milioni) e allo sviluppo (5,3 milioni).
Il Fondo ha l'obiettivo di rafforzare l'industria europea di settore, favorire le economie di scala e la standardizzazione dei sistemi di difesa, in modo da rendere più efficiente le spese degli Stati membri, e favorire una maggiore interoperabilità tra le diverse forze armate nazionali.
Il Fondo copre tutto il ciclo produttivo dell'industria della difesa: ricerca, progettazione, sviluppo dei prodotti ma anche catene di approvvigionamento e collaudi.
Considerato che il suo obiettivo è migliorare la cooperazione in ambito UE, i progetti sono finanziabili solo se coinvolgono, in un consorzio, almeno tre soggetti giuridici diversi (non controllati tra loro) di tre diversi Stati membri.
Incentivi particolari sono previsti per la ricerca sulle cosiddette "tecnologie di rottura", per i progetti approvati nell'ambito della Cooperazione strutturata permanente e per quelli che coinvolgono piccole e medie imprese.
Il ciclo di programmazione del Fondo si è avviato nel giugno del 2021, con la pubblicazione dei primi 23 bandi, di cui 11 nel settore della ricerca, e 12 nel settore dello sviluppo, in 15 categorie, che comprendono la difesa chimica e batteriologica, la superiorità informativa, la sensoristica, il cyber, lo spazio, la trasformazione digitale, la resilienza energetica in ambito militare, la componentistica, il combattimento aereo, la difesa aere a missilistica, il combattimento terrestre, la proiettabilità della forza, il combattimento navale e le tecnologie di rottura. L'ammontare complessivo dei fondi per questa prima tornata è di 1,2 miliardi di euro. La valutazione dei progetti presentati è attualmente in corso e l'individuazione è prevista entro l'anno.Per un approfondimento si rinvia al seguente dossier Consiglio europeo Bruxelles, 24 e 25 marzo 2022

Figura 6 – Spesa per l'acquisto collaborativo europeo di approvvigionamenti per la difesa, in percentuale della spesa totale in equipaggiamenti per la difesa


Nel 2020, solo 3 Stati Membri hanno raggiunto l'obittivo del 35%, mentre nel 2019 erano 5, compresa l'Italia.
Come mostra la Tabella 5, il nostro Paese, che nel 2019 aveva raggiunto la percentuale del 35% di acquisti collaborativi in ambito europeo per equipaggiamenti della difesa, nel 2020 ha ridotto la percentuale al 18,5% (comunque superiore alla media degli Stati Membri dell'11,1%).
Tabella 5 – Acquisti collaborativi di attrezzature per la difesa nel complesso degli Stati Membri EDA e in Italia
