tema 26 febbraio 2025
Studi - Attività produttive Sostegno all'imprenditoria femminile

Gli strumenti di sostegno alla creazione e allo sviluppo di imprese a prevalente o totale partecipazione femminile hanno subito una consistente implementazione, soprattutto nel corso delle ultime legislature e grazie alle risorse europee del PNRR, le quali costituiscono allo stato la forma principale di sostegno finanziario (Investimento 1.2 «Creazione di imprese femminili», Missione 5 «Inclusione e coesione», Componente 1 «Politiche per l'occupazione).

Per via legislativa, è stato rafforzato il sostegno al credito e sono state anche introdotte forme di sostegno diretto, assieme ad azioni per la diffusione della cultura imprenditoriale tra la popolazione femminile, affidate ad organismi pubblici a ciò preposti. Il Comitato impresa donna è stato costituito - ai sensi di quanto previsto dalla legge di bilancio 2021 - presso il Ministero delle imprese e del made in Italy e tra le sue attribuzioni rientra quella di formulare raccomandazioni relative allo stato della legislazione e dell'azione amministrativa, nazionale e regionale, in materia di imprenditorialità femminile e sui temi della presenza femminile nell'impresa e nell'economia.

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Nell'arco di un decennio, tra il 2014 e il 2024, il numero di imprese femminili è aumentato di 5.062 unità (per un totale di 1.307.116 imprese femminili nel 2024). In termini percentuali, l'incremento, assai lieve, è pari al 0,4% circa.

A fronte di un aumento più significativo, registratosi tra il 2014 ed il 2022, del 2,7 percento, si evidenzia una diminuzione del numero complessivo di imprese femminili tra il 2022 ed il 2024 del 2,21 percento circa, in misura pressoché corrispondente alla riduzione del numero totale delle imprese (-2,37%).

Nell'anno 2014, infatti, le imprese femminili erano 1.302.054 e costituivano il 21,6% circa del totale delle imprese (pari a circa 6 milioni), mentre, nell'anno 2022, le imprese femminili sono state pari a 1.336.689 e hanno costituito il 22,2% del totale delle imprese (il cui numero è rimasto pressoché invariato rispetto all'anno 2014).

Due dei quattro settori economici a maggiore coinvolgimento femminile subiscono una riduzione rispetto all'anno 2014.

In particolare, rispetto ai dati del 2014, nel 2024 si registra una riduzione della presenza imprenditoriale femminile nel commercio al dettaglio (G47) (-18,3%) e nel settore delle coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali (A01) (-13,3%).

La ristorazione (I56) e i servizi alla persona (S96) registrano invece entrambi un incremento (rispettivamente del +1,9% e del +15,4%).

 

Più nel dettaglio:

  •       le imprese femminili esercenti l'attività di commercio al dettaglio sono state 237.469 nell'anno 2024 (il 18,2%del totale delle imprese femminili), rispetto alle 290.777 dell'anno 2014 (il 22,3% del totale);
  •       le imprese femminili esercenti l'attività di coltivazioni agricole sono pari a 188.153 nell'anno 2024 (il 14,4% del totale delle imprese femminili), rispetto alle 217.031 dell'anno 2014 (in cui erano il 16,7%);
  •       le imprese femminili esercenti l'attività di servizi per la persona (S96) risultano 128.320 nell'anno 2024 (il 9,8% del totale delle imprese femminili), rispetto alle 111.210 dell'anno 2014 (in cui erano l'8,5%);
  •       Le imprese femminili nei servizi di ristorazione (I56) sono state pari a 107.425 nell'anno 2024 (l'8,2% del totale delle imprese femminili) e rispetto alle 105.376 dell'anno 2014 (l'8,1%).

Per quanto riguarda la percentuale di imprese femminili attive sul totale delle imprese attive, i due settori in cui sono presenti più imprese femminili attive sono le attività di servizi per la persona (S96), in cui il 60% circa delle imprese attive è femminile, e l'assistenza sociale non residenziale (Q88), settore che registra un valore del 56,6% circa di imprese femminili attive.

In particolare, le imprese femminili attive nelle attività di servizi per la persona sono pari a 128.320 nell'anno 2024, mentre, nello stesso anno, le imprese femminili attive nel settore dell'assistenza sociale non residenziale sono pari a 7.434.

I dati finora riportati sono del Centro studi delle Camere di commercio – Guglielmo Tagliacarne.

Sul piano dell'attività di impresa innovativa a prevalente o totale partecipazione femminile, le start-up innovative a prevalenza femminile, secondo gli ultimi dati diffusi dal Ministero delle imprese e del made in Italy relativi all'anno 2023, rappresentano il 13,5% del totale delle star-tup innovative – a fronte del 13,2% registrato nel 2022 – attestandosi a 1.812.

ultimo aggiornamento: 24 febbraio 2025

Nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) è previsto, nella Missione 5 "Inclusione e coesione", Componente 1 "Politiche per l'occupazione", l'Investimento 1.2 "Creazione di imprese femminili", che si prefigge l'obiettivo di innalzare i livelli di partecipazione delle donne nel mercato del lavoro, attraverso una strategia integrata di investimenti di carattere finanziario e di servizi di supporto.

Dal punto di vista strumentale, il PNRR prevede, al fine di sostenere gli investimenti per l'imprenditoria femminile, l'utilizzo del fondo a sostegno dell'impresa femminile, cd. "Fondo impresa donna", già istituito dalla legge di bilancio 2021 (articolo 1, comma 97, della legge 30 dicembre 2020, n. 178 e relativo decreto interministeriale attuativo del 30 settembre 2021), nonché il rafforzamento delle seguenti misure già esistenti, non esclusivamente rivolte all'imprenditoria femminile, che saranno illustrate nei paragrafi successivi:

a) la misura per l'autoimprenditorialità giovanile e femminile (mutui a tasso zero + relativo contributo a fondo perduto) attualmente denominata «ON - Oltre Nuove imprese a tasso zero», istituita dal Titolo I, Capo 0I, del d.lgs. n. 185/2000 come implementato dalla legge di bilancio 2020 (l. n. 160/2019) e dal d.m. 4 dicembre 2020;

b) la misura, denominata «Smart&Start Italia», per la nascita e lo sviluppo di start-up innovative disciplinata dal d.m. 24 settembre 2014 e successive modifiche e integrazioni.

 

Le risorse PNRR complessivamente assegnate, con d.m. 6 agosto 2021, per la realizzazione dell'Investimento 1.2 ammontano a 400 milioni di euro e sono state ripartite tra le sopra indicate misure con il successivo decreto interministeriale del 24 novembre 2021. Il decreto ha destinato il 40 per cento delle risorse PNRR al Mezzogiorno, ripartendo le risorse nel modo seguente:

  • 160 milioni di euro per incentivi per il rafforzamento della dotazione del "Fondo a sostegno dell'impresa femminile" (di cui 38,8 milioni per le misure per la creazione d'impresa femminile individuate dal Capo II del d.m. attuativo del Fondo impresa donna e 121,2 milioni per le misure per lo sviluppo e il consolidamento delle imprese femminili di cui al Capo III del citato d.m.);
  • 100 milioni di euro per NITO-ON -Nuove Imprese a Tasso Zero;
  • 100 milioni di euro per Smart&Start (incentivi per la nascita e la crescita delle start up innovative);
  • 40 milioni di euro per le misure di accompagnamento, monitoraggio e campagne di comunicazione, (previste dal Capo V del d.m. attuativo del Fondo impresa donna) di cui 1,2 milioni al Dipartimento per le Pari Opportunità.

Questo riparto è stato successivamente rimodulato, con decreto interministeriale 3 ottobre 2023, il quale, sulla base dei "tiraggi" dei diversi interventi, ha decurtato 90 milioni (dei 100 assegnati) alla misura Smart&Start destinando tale importo al Fondo impresa femminile (che dunque ha raggiunto un finanziamento di 250 milioni).

Da ultimo, con decreto interministeriale 7 agosto 2024, si è ritenuto opportuno potenziare ulteriormente il Fondo impresa femminile. A tal fine si è ridotta da 40 milioni a 25 milioni l'assegnazione finanziaria in favore degli interventi di accompagnamento, monitoraggio e comunicazione (a cui si aggiungono 6,2 milioni di euro di risorse nazionali), ed è stata incrementata di 15 milioni l'assegnazione finanziaria in favore degli interventi di agevolazione del Fondo impresa femminile, che quindi viene ad avere un finanziamento PNRR di 265 milioni (a cui si aggiungono 33,8 milioni di euro di risorse nazionali).

L'investimento prevede i seguenti traguardi e obiettivi, due dei quali sono stati raggiunti entro le tempistiche indicate:

  •        Traguardo: T4 2021 (M5C1-17) approvazione del decreto ministeriale per la costituzione "Fondo Impresa Donna", raggiunto con l'adozione del sopra citato d.m. 30 settembre 2021 attuativo della disciplina del Fondo;
  •        Obiettivo: T2 2023 (M5C1-18) almeno 700 imprese che hanno ricevuto sostegno finanziario, raggiunto. Secondo i dati governativi presentati e asseverati dalla Commissione UE, alla data di maggio 2023, erano già 743 le imprese ammesse a finanziamento (cfr. Relazione governativa sullo stato di attuazione del PNRR presentata il 7 giugno 2023);
  •        Obiettivo T2 2026 (M5C1-19) assegnazione di un sostegno finanziario ad almeno 2.400 imprese quali definite nella pertinente politica di investimento. Il contenuto dell'obiettivo è stato modificato, in virtù della revisione del PNRR italiano approvata dal Consiglio UE il 5 dicembre 2023, specificandosi ora che l'attuazione del sostegno avviene attraverso gli strumenti già attivi (NITO-ON, Smart&Start), oltre che il Fondo impresa donna, istituito dalla legge di bilancio 2021. La più recente rimodulazione dei finanziamenti assegnati agli interventi del Fondo impresa femminile è volta proprio a favorire il conseguimento di questo specifico target.
ultimo aggiornamento: 24 febbraio 2025

Fondo impresa donna

Il cd. Fondo impresa donna (o Fondo impresa femminile), è stato istituito con la legge di bilancio 2021 (articolo 1, commi 97-103, legge n. 178/2020) per promuovere e sostenere l'avvio e il rafforzamento delle imprese femminili, nonché lo sviluppo di programmi ed iniziative per la diffusione della cultura dell'imprenditorialità tra la popolazione femminile, inclusi programmi di formazione e orientamento anche verso percorsi di studio STEM e verso professioni tipiche dell'economia digitale.

 

Ai sensi di legge, il Fondo finanzia:

a) interventi per l'avvio dell'attività, gli investimenti e il rafforzamento della struttura finanziaria e patrimoniale delle imprese femminili, con specifica attenzione ai settori dell'alta tecnologia;

b) programmi e iniziative per la diffusione della cultura imprenditoriale tra la popolazione femminile;

c) programmi di formazione e orientamento verso materie e professioni in cui la presenza femminile deve essere adeguata alle indicazioni di livello dell'Unione europea e nazionale.

 

Le attività devono incentrarsi sulla collaborazione con le regioni e gli enti locali, con le associazioni di categoria, con il sistema delle camere di commercio e con i comitati per l'imprenditoria femminile, anche attraverso forme di cofinanziamento tra i rispettivi programmi in materia.

 

Il decreto interministeriale 30 settembre 2021 ha disciplinato l'ambito di applicazione e le finalità del Fondo.

 

Beneficiarie degli interventi del fondo sono quattro tipologie di imprese femminili:

  • cooperative o società di persone con almeno il 60% di donne socie;
  • società di capitale con quote e componenti degli organi di amministrazione per almeno i due terzi di donne;
  • imprese individuali con titolare donna;
  • lavoratrici autonome con partita IVA.

 

Quanto alle tipologie di agevolazioni concedibili, il decreto interministeriale 30 settembre 2021, sulla base di quanto previsto dalla legge istitutiva, prevede:

  • Incentivi per la nascita di imprese femminili, sotto forma di contributi a fondo perduto. Sono sostenuti programmi di investimento per la costituzione e l'avvio di una nuova impresa femminile, relativi: a) alla produzione di beni nei settori dell'industria, dell'artigianato e della trasformazione dei prodotti agricoli; b) alla fornitura di servizi, in qualsiasi settore; c) al commercio e turismo. Alle imprese beneficiarie sono, altresì, erogati servizi di assistenza tecnico-gestionale, durante tutto il periodo di realizzazione degli investimenti o di compimento del programma di spesa fino a un valore massimo di 5.000 euro (Capo II, artt. 8-10).
  • Incentivi per lo sviluppo e il consolidamento delle imprese femminili, costituite da almeno 12 mesi, in parte sotto forma di contributo a fondo perduto e in parte di finanziamento a tasso zero. La quota di fondo perduto e di finanziamento a tasso zero varia a seconda che si tratti di imprese femminili costituite da meno di 36 mesi (50% e 50%) o di imprese femminili costituite da oltre 36 mesi (50% e 50% per le sole spese di investimento, mentre per le esigenze di capitale circolante solo contributo a fondo perduto. Il finanziamento a tasso zero è della durata massima di otto anni. Sono ammissibili solo alcune spese ed entro certi massimali (Capo III, artt. 11-13).
  • Azioni e iniziative per la diffusione della cultura e la formazione imprenditoriale femminile, definite sulla base di un piano di attività predisposto e attuato dal soggetto gestore, INVITALIA e condiviso con il MIMIT (si rinvia alla Convenzione 2 febbraio 2023). Le azioni e le iniziative possono prevedere il coinvolgimento di soggetti e associazioni attive sul tema della parità di genere (Capo V, articolo 21).

 

Per un'analisi più approfondita, si rinvia al sito istituzionale del MIMIT.

Il citato decreto interministeriale 30 settembre 2021 ha provveduto altresì ad un riparto delle risorse inizialmente stanziate dalla normativa istitutiva (articolo 1, commi 97-103, legge n. 178/2020), pari a 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022. Si segnala che le risorse stanziate dalla citata legge non sono state impegnate nei termini previsti, e perciò successivamente reiscritte in annualità successive del periodo 2023 - 2026.

Dunque, le risorse sono state così ripartite per le annualità considerate: 10 milioni di euro per il 2023, 10 milioni di euro per il 2024, 10 milioni di euro per il 2025 e 10 milioni di euro per il 2026.

Sulle risorse così ripartite è successivamente intervenuta la legge di bilancio 2024 (l. n. 213/2023, sez. II), la quale ne ha operato una riprogrammazione fino all'anno 2028.

 

Da ultimo, sono intervenuti i tagli di spending review disposti dalla legge di bilancio 2025 (l. n. 207/2024, art. 1, comma 870), i quali hanno comportato una riduzione delle dotazioni di competenza per il triennio 2025 – 2027 portandole a 4,5 milioni di euro per il 2025 e a 8,58 milioni di euro per il 2027.

Il Fondo, come si è detto nel precedente paragrafo, è stato integrato in modo consistente dalle risorse PNRR (Investimento 1.2 «Creazione di imprese femminili», nell'ambito della Missione 5 «Inclusione e coesione», Componente 1 «Politiche per l'occupazione»).

In particolare, sulla base del decreto interministeriale del 24 novembre 2021, del decreto interministeriale 3 ottobre 2023, e del successivo decreto interministeriale 7 agosto 2024, le risorse PNRR assegnate al Fondo sono state complessivamente destinate:

  •        per 120,8 milioni per le misure per la creazione d'impresa femminile individuate dal Capo II del decreto ministeriale attuativo del Fondo;
  •        per 144,2 milioni per le misure per lo sviluppo e il consolidamento delle imprese femminili di cui al Capo III.

Ulteriori 25 milioni sono stati destinati alle misure di accompagnamento, monitoraggio e campagne di comunicazione, pure previste dal Capo V del decreto ministeriale attuativo del Fondo, di cui 1,2 milioni al Dipartimento per le pari opportunità.

 

Comitato impresa donna

 

Infine, si segnala che la legge di bilancio 2021 ha previsto che il Ministro delle imprese e del made in Italy presenti annualmente alle Camere una relazione sull'attività svolta e sulle possibili misure da adottare per risolvere i problemi relativi alla partecipazione della popolazione femminile alla vita economica e imprenditoriale del Paese. A tal fine, come già visto, ha disposto la costituzione del cd. Comitato impresa donna, di cui il Ministro si avvale per l'esercizio delle attività sopra indicate.

Il decreto interministeriale 27 luglio 2021 ha disciplinato la composizione e le modalità di nomina del Comitato impresa donna, i cui componenti sono stati nominati l'8 marzo 2022. I componenti durano in carica tre anni e non sono rinnovabili. La Relazione non risulta ancora presentata.

ultimo aggiornamento: 24 febbraio 2025

L'accesso al credito per le piccole e medie imprese a totale o prevalente partecipazione femminile è sostenuto anche attraverso il riconoscimento di mutui a tasso zero e l'accesso agevolato alla Sezione speciale del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese – Sezione Pari Opportunità.

Credito agevolato per l'imprenditorialità giovanile e femminile : la misura "ON-Oltre Nuove imprese a tasso zero"

Il Capo 01 del Titolo I del d.lgs. n. 185/2000 - introdotto dal d.l. 145/2013 (legge n. 9/2014) e ss. mod. e int. - contiene misure dirette a sostenere, attraverso condizioni agevolate di accesso al credito, la creazione di micro e piccole imprese a prevalente o totale partecipazione giovanile o femminile, in tutto il territorio nazionale. La misura è divenuta operativa nell'anno 2015, con l'adozione della disciplina attuativa di rango secondario (d.m. 8 luglio 2015, n. 140). Successivi interventi ne hanno implementato ed ampliato la portata: in particolare, si segnala la riforma operata con l'articolo 29 del d.l.n. 34/2019 (l. n. 58/2019) e le modifiche apportate dall'articolo 41, comma 3-ter al d.l. n. 23/2020 (l. n. 40/2020).

I giovani imprenditori possono beneficiare mutui agevolati a tasso zero di durata massima di dieci anni (anziché 8 come previsto prima del d.l. n. 34/2019) e di importo non superiore al 75% della spesa ammissibile nei limiti consentiti dalla disciplina sugli aiuti di Stato di importanza minore. La percentuale di copertura è innalzata al 90% (grazie all'intervento contenuto nel d.l. n. 34/2019) nel caso di imprese costituite da oltre 36 mesi e da meno di 60, e nel caso di imprese agricole anche di nuova costituzione (secondo quanto inserito dall'articolo 41, comma 4-ter, del d.l. n. 23/2020), ai sensi e nei limiti dell'art. 17 della disciplina sugli aiuti di stato di cui al Regolamento generale di esenzione per categoria (GBER).

La legge di bilancio 2020 ha aggiunto la possibilità di integrare i finanziamenti agevolati con una quota a fondo perduto, concessa con procedura a sportello, in misura non superiore al 20 per cento delle spese ammissibili. (l. n. 160/2019 art. 1, comma 90, lett. d) e d.m. attuativo 4 dicembre 2020).

La misura, gestita da INVITALIA, ha assunto il nome di "ON-Oltre nuove imprese a tasso zero".

 

A valere sullo strumento, possono essere finanziate le iniziative che prevedono investimenti non superiori a 1,5 milioni di euro, ovvero – in virtù della novella apportata alla normativa dal d.l. n. 34/2019 - 3 milioni di euro per le imprese costituite da almeno trentasei mesi e da non oltre sessanta.

Le iniziative di investimento devono riguardare la produzione di beni nei settori dell'industria, dell'artigianato, della trasformazione dei prodotti agricoli ovvero all'erogazione di servizi in qualsiasi settore, incluso il commercio e il turismo, nonché le iniziative relative agli ulteriori settori di particolare rilevanza per lo sviluppo dell'imprenditoria giovanile (individuate dal decreto interministeriale attuativo).

 

I beneficiari sono le imprese:

  1. costituite da non più di sessanta mesi alla data di presentazione della domanda di agevolazione;
  2. di micro e piccola dimensione;
  3. costituite in forma societaria;
  4. in cui la compagine sia composta, per oltre la metà numerica dei soci e di quote partecipazione, da soggetti di età compresa tra i 18 ed i 35 anni ovvero da donne.

Possono chiedere le agevolazioni anche le persone fisiche che intendono costituire un'impresa purché, entro 45 giorni dalla comunicazione di ammissione alle agevolazioni, facciano pervenire la documentazione necessaria a comprovare l'avvenuta costituzione dell'impresa e il possesso dei requisiti richiesti per l'accesso alle agevolazioni. L'inclusione delle imprese agricole di nuova costituzione è stato inserito con il d.l. n. 23/2020 (art. 41, comma 4-ter).

 

La concessione delle agevolazioni sotto forma di contributo a fondo perduto è finanziata a valere sugli importi autorizzati dalla legge di bilancio 2020, la quale ha stanziato 10 milioni per ciascuno degli anni dal 2020 al 2023 e ha disposto che le risorse dedicate al contributo stesso possano essere incrementate con quelle della programmazione nazionale e comunitaria, nonché con quelle eventualmente stanziate a livello regionale, sulla base di convenzioni tra MIMIT e regione interessata.

La concessione delle agevolazioni sotto forma di finanziamento agevolato è invece disposta a valere sulle disponibilità dell'apposito Fondo rotativo fuori bilancio intestato a INVITALIA, derivanti dai rientri dei mutui concessi. Le disponibilità possono essere incrementate da eventuali ulteriori risorse derivanti dalla programmazione nazionale e comunitaria (articolo 4-bis del d.lgs. n. 185/2000).

 

La misura – che come detto è rivolta sia alle imprese femminili che giovanili - è stata rifinanziata per 50 milioni per ciascun anno del triennio 2022-2024 con la legge di bilancio 2022 (l. n. 234/2021, sez. II). 

 

Con riferimento alle sole imprese a prevalente o totale partecipazione femminile, è stata rifinanziata:

  • con il sopra citato decreto interministeriale del 24 novembre 2021 per 100 milioni a valere sulle risorse PNRR dell'investimento 1.2 «Creazione di imprese femminili», previsto nell'ambito della Missione 5 «Inclusione e coesione», Componente 1 «Politiche per l'occupazione»;
  • dalla legge n. 206/2023, recante Disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy (articolo 5) per 15 milioni per l'anno 2024.

Fondo di garanzia per le PMI – Sezione speciale imprese Femminili

Il Fondo di garanzia per le PMI costituisce uno dei principali strumenti finalizzati a facilitare l'accesso al credito delle piccole e medie imprese, garantendone la liquidità attraverso un sostegno in garanzia per la contrazione di finanziamenti. Con l'intervento del Fondo, l'impresa non ha un contributo in denaro, ma ha la concreta possibilità di ottenere finanziamenti senza garanzie aggiuntive (e quindi senza costi di fidejussioni o polizze assicurative) sugli importi garantiti dal Fondo stesso.

 

La Sezione speciale "Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità" (cd. Sezione speciale "imprenditoria femminile") è stata istituita ai sensi del decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, 26 gennaio 2012 e dell'Atto di Convenzione del 14 marzo 2013 tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per le Pari opportunità, il Ministero dello sviluppo economico e il Ministero dell'economia e delle finanze. L'atto di convenzione è stato successivamente integrato da un atto aggiuntivo, sottoscritto in data 2 dicembre 2014 e approvato con decreto della Presidenza del Consiglio - Dipartimento per le Pari Opportunità, del Ministero dello sviluppo economico e del Ministero dell'economia e finanze del 20 aprile 2015. La Sezione speciale è destinata alla concessione dell'intervento in garanzia a favore delle imprese femminili e delle donne professioniste.

La Sezione interviene nella forma di garanzia diretta, di controgaranzia/riassicurazione e di cogaranzia del Fondo stesso, a copertura di operazioni finanziarie finalizzate all'attività di impresa.

 

Le imprese femminili beneficiarie dell'intervento in garanzia (ai sensi di quanto stabilito dall'art. 53, comma 1, lett. a) d.lgs. n. 198/2006) sono le micro, piccole e medie imprese con le seguenti caratteristiche:

  • società cooperative e società di persone costituite in misura non inferiore al 60% da donne;
  • società di capitali le cui quote di partecipazione spettano in misura non inferiore ai due terzi a donne e i cui organi di amministrazione siano costituiti per almeno i due terzi da donne;
  • imprese individuali gestite da donne, che operino nei settori dell'industria, dell'artigianato, dell'agricoltura, del commercio, del turismo e dei servizi.

 

In favore delle imprese start-up femminili è riservata una quota pari al 50 per cento della dotazione della predetta Sezione speciale. Tale riserva può subire modifiche in aumento o in diminuzione sulla base di opportune valutazioni della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Sono start-up femminili, ai sensi della Convenzione, le PMI aventi i requisiti sopra indicati che sono state costituite o hanno iniziato la propria attività da meno di tre anni rispetto alla data di presentazione della richiesta di ammissione alla garanzia del Fondo, come risultanti dalle ultime due dichiarazioni fiscali presentate dall'impresa.

 

La circolare n. 11/2015 del Mediocredito Centrale, che ha reso operativa l'estensione degli interventi della Sezione speciale alle donne professioniste (di cui l'atto aggiuntivo sopra menzionato), definisce tale categoria. Le donne professioniste sono quelle iscritte agli ordini professionali o aderenti alle associazioni professionali iscritte nell'elenco tenuto dal Ministero dello sviluppo economico ai sensi della l. n. 4/2013 e in possesso dell'attestazione rilasciata ai sensi della medesima legge.

Alle imprese femminili e alle donne professioniste sono riservate condizioni speciali vantaggiose per la concessione dell'intervento in garanzia del Fondo, e, in particolare:

  • possibilità di prenotare direttamente la garanzia;
  • priorità di istruttoria e di delibera;
  • esenzione dal versamento della commissione una tantum al Fondo.

 

Per quanto non esplicitamente previsto dalla specifica regolamentazione della Sezione Speciale per le Pari Opportunità, vale la normativa ordinaria del Fondo contenuta nelle disposizioni operative in vigore.

Si rinvia al sito del Fondo centrale di garanzia per le PMI e, in particolare, al sito dedicato alla Sezione speciale "Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le pari opportunità".

ultimo aggiornamento: 24 febbraio 2025

"Smart & Start" è uno strumento agevolativo istituito con decreto del MISE (ora MIMIT) del 24 settembre 2014 finalizzato a promuovere, su tutto il territorio nazionale, la diffusione di nuova imprenditorialità ed a sostenere il trasferimento tecnologico.

La disciplina attuativa della misura è stata oggetto di una revisione con decreto ministeriale 30 agosto 2019, improntata, tra l'altro, alla semplificazione e accelerazione delle procedure di accesso, concessione e erogazione delle agevolazioni, anche attraverso l'aggiornamento delle modalità di valutazione delle iniziative e di rendicontazione delle spese sostenute dai beneficiari.

 Con circolare direttoriale 16 dicembre 2019, n.439196, sono stati definiti criteri e le modalità di concessione delle agevolazioni e di presentazione delle domande, nonché fornite indicazioni di dettaglio in merito ai criteri per la determinazione dei costi ammissibili, prevedendo, in particolare, la valorizzazione del costo del personale dipendente impiegato nel piano d'impresa agevolato attraverso le tabelle standard di costo orario.

La normativa è stata altresì aggiornata dal decreto ministeriale 24 febbraio 2022 che ha introdotto – per le start-up innovative beneficiarie delle agevolazioni – la possibilità di chiedere di convertire una quota del finanziamento agevolato ottenuto in contributo a fondo perduto, nel caso in cui la medesima start-up sia destinataria di investimenti nel capitale di rischio attuati da investitori terzi (regolamentati o qualificati) o da soci persone fisiche. Per le start-up innovative femminili vi sono percentuali di agevolazione maggiori.

Da ultimo, con circolare 27 novembre 2024, n. 61821, sono state introdotte modifiche alla circolare n. 439196 del 16 dicembre 2019, finalizzate all'aggiornamento delle tabelle standard di costi unitari per la rendicontazione delle spese di personale.

L'incentivo, gestito da INVITALIA per conto del MIMIT, è rivolto a:

  •        start-up innovative (i requisiti che qualificano un'impresa come "startup innovativa" sono indicati all'art. 25 del D.L. 179/2012) di piccola dimensione, costituite da non più di 60 mesi;
  •        gruppi di persone fisiche che vogliono costituire una start-up innovativa;
  •        imprese straniere che si impegnano a istituire almeno una sede sul territorio italiano.

 

La misura, originariamente destinataria di risorse del PNRR (nell'ambito dell'investimento 1.2 "Creazione di imprese femminili") pari a 100 milioni di euro, a seguito della rimodulazione disposta dal decreto interministeriale 3 ottobre 2023, che ne ha disposto la riduzione di 90 milioni di euro a beneficio del Fondo impresa femminile, consta oggi di una dotazione di 10 milioni di euro (cifra rimasta invariata anche a seguito dell'ultima rimodulazione disposta dal con decreto interministeriale 7 agosto 2024). Con circolare del Direttore generale per gli incentivi alle imprese 4 maggio 2022, n. 168851 sono stati definiti i requisiti e le condizioni per il sostegno finanziario a valere sulle risorse del PNRR.

 

Si rinvia all'apposita pagina del sito istituzionale del Ministero delle imprese e del made in Italy.

ultimo aggiornamento: 24 febbraio 2025
 
Obiettivi Agenda 2030
 
temi di Sviluppo economico e politiche energetiche