In materia di cittadinanza, nel corso della XVIII Legislatura, la Commissione affari costituzionali della Camera ha approvato un testo unificato di più proposte di legge di iniziativa parlamentare; il testo favorisce l'acquisizione della cittadinanza per i minori stranieri, nati o entrati in Italia nei primi anni di vita e che hanno compiuto gli studi nel nostro Paese (A.C. 105-A). Giunto in Assemblea, l'esame non ha concluso il proprio iter entro lo scioglimento delle Camere.
Sono state invece approvate dal Parlamento nel corso della legislatura singole modifiche ed integrazioni alle norme che disciplinano la cittadinanza. Dapprima, il D.L. 113 del 2018 è intervenuto in materia di acquisizione e revoca della cittadinanza: tra le novità principali è stata introdotta la revoca della cittadinanza in caso di condanna definitiva per taluni gravi delitti. Si è previsto inoltre l'aumento del contributo richiesto per le istanze e gli altri atti relativi alla cittadinanza. Il successivo D.L. 130 del 2020 ha modificato i termini entro cui devono concludersi i procedimenti per l'acquisto della cittadinanza per matrimonio e per concessione di legge, stabilendoli in massimo 36 mesi. La sentenza della Corte costituzionale n. 195 del 2022 infine è intervenuta sui requisiti di acquisto della cittadinanza per matrimonio.
In materia di immigrazione e di diritto d'asilo, invece, è dapprima intervenuto il governo Conte I con i decreti-legge n. 113 del 2018 e n. 53 del 2019 (cd. DL sicurezza 1 e 2). I due provvedimenti hanno affrontato numerosi aspetti: condizioni della protezione internazionale (con, tra gli altri interventi, la sostituzione del permesso di soggiorno per motivi umanitari con permessi di soggiorno "speciali" ricondotti a specifiche fattispecie), accoglienza dei migranti e contrasto all'immigrazione clandestina (con, tra gli altri interventi, il prolungamento da 90 a 180 giorni del periodo massimo di trattenimento dello straniero nei centri di permanenza per i rimpatri, CPR, e la sostituzione dello SPRAR, Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, con il SIPROIMI, Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e minori non accompagnati) al quale però non avevano accesso i richiedenti protezione internazionale), controllo alle frontiere (con la previsione della possibilità, con decreto del Ministro dell'interno, di limitare o vietare l'ingresso, il transito o la sosta di navi nel mare territoriale per motivi di ordine e sicurezza pubblica e per violazioni della Convenzione sul diritto del mare di Montego Bay connesse alla violazione delle norme sull'immigrazione vigenti nonché con l'introduzione delle sanzioni pecuniaria da 150000 euro a 1 milione di euro e sanzione accessoria di confisca della nave).
La disciplina recata dai due provvedimenti è stata successivamente modificata dal governo Conte II, con il decreto n. 130 del 2020 (tra gli interventi, si è specificato che il rifiuto o la revoca del permesso di soggiorno non possono essere disposti in presenza di rischi di violazione di norme costituzionali o internazionali; si è riportato a 90 giorni il periodo massimo di permanenza nei CPR e si sono ridotte le sanzioni per la violazione del divieto di transito o sosta delle navi, facendo comunque salve le operazioni di soccorso effettuate nel rispetto delle indicazioni delle competenti autorità; è stata soppressa la possibilità di vietare l'ingresso; il SIPROIMI è stato sostituito con il sistema di accoglienza e integrazione, SAI, al quale tornano ad avere possibilità di accesso anche i richiedenti protezione internazionale).
Nel corso della Legislatura i decreti-legge n. 34 del 2020 e n. 73 del 2022 sono poi intervenuti in materia di emersione del lavoro irregolare e di agevolazioni per il nulla osta al lavoro per i lavoratori stranieri.
Nello stesso periodo, sono state inoltre avviate, senza essere concluse, due proposte di legge in materia di immigrazione: A.C. 13, di iniziativa popolare, di riforma complessiva della disciplina e C. 3200, approvata dalla sola Camera, di iniziativa parlamentare, che include il reato di matrimonio forzato nell'elenco dei reati che prevedono il rilascio allo straniero del permesso di soggiorno per le vittime di violenza domestica.
Infine, si sono svolte due indagini conoscitive: una in materia di immigrazione, diritto di asilo e gestione dei flussi presso la I Commissione della Camera dei deputati e una sulla gestione del fenomeno migratorio nell'area Schengen, presso il Comitato parlamentare Schengen.