tema 20 dicembre 2024
Studi - Difesa Le spese per la difesa in ambito NATO

Nel corso del Summit NATO del 2014 in Galles gli Stati membri della Nato hanno assunto l'impegno di incrementare le proprie spese per la difesa fino al raggiungimento dell'obiettivo del 2% delle spese per la difesa rispetto al PIL.

Nel vertice NATO di luglio 2023 è stato confermato l'impegno ad aumentare la spesa nel settore della difesa, affinché entro il 2028 esse siano pari al 2 per cento del PIL.

Il Documento programmatico pluriennale per la Difesa (DPP) per il triennio 2024-2026 - trasmesso alle Camere il 12 settembre 2024 - ribadisce che la NATO resta un imprescindibile punto di riferimento per l'Italia, in termini di valori condivisi, dissuasione, deterrenza e difesa. L'approccio nazionale è per una NATO pronta ad affrontare le sfide globali, che tenga conto di ogni tipo di minaccia in tutte le direzioni strategiche.

.Anche nel Piano Strutturale di bilancio di medio termine 2025-2029 - trasmesso dal Governo alle Camere il 27 settembre 2024 - risulta all'azione "III.3.4. Il rafforzamento della capacità di difesa comune" l'obiettivo di sviluppo e rafforzamento della capacità di difesa comune europea mediante l'incremento della spesa per la difesa rispetto al PIL fino al raggiungimento dell'obiettivo del 2%.

apri tutti i paragrafi

L'Italia è uno dei 12 Paesi fondatori della NATO, istituita nel 1949 con il Trattato di Washington, firmato da Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Islanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo, Regno Unito e Stati Uniti d'America.

L'Italia ha sempre svolto un ruolo propulsivo in seno all'Alleanza, specialmente nel corso delle numerose crisi che hanno caratterizzato il periodo della Guerra Fredda, mostrando piena aderenza ai principi di unità e solidarietà.

Nel corso degli ultimi 30 anni la NATO ha visto la propria struttura interna e le proprie finalità trasformate. Dalla logica bipolare della Guerra Fredda si è passati ad un concetto di sicurezza integrata in cui l'Italia è fortemente impegnata non solo nella partecipazione alle attività di deterrenza e difesa, alle operazioni e missioni NATO nel mondo ma anche a rafforzare le relazioni di partenariato della NATO con i paesi del Partenariato per la Pace (PfP), del Dialogo Mediterraneo, dell'Iniziativa di Cooperazione di Istanbul e con i cosiddetti "Partners across the globe", così come le altre organizzazioni internazionali (Nazioni Unite, Unione europea, OSCE, ecc.).

Dall'Afghanistan al Kosovo, dall'Iraq alla Libia, passando per le azioni di contrasto alla pirateria, fino ad arrivare alla lotta al terrorismo internazionale, l'Italia non ha mai mancato di fornire il suo apporto in termini di risorse economiche ed umane alle principali missioni e operazioni della NATO, soprattutto alla luce del ruolo cruciale che essa assume nell'assicurare stabilità ai confini dell'Alleanza, operando attivamente in tutto il bacino del Mediterraneo, nei Balcani e in Medio Oriente.

Nello specifico, sul versante delle operazioni, l'Italia ha sostenuto con convinzione le missioni in Bosnia degli anni ‘90, in Afghanistan (2001-2021) e continua il proprio importante impegno in Iraq ed in Kosovo. Oggi, l'Italia conferma la propria funzione cruciale nell'area mediterranea, anche grazie alla costituzione dell'Hub per il Sud presso il Comando Interforze Alleato di Napoli, con funzioni fondamentali di monitoraggio e raccolta di informazioni strategiche sul versante meridionale. Svolge inoltre un ruolo basilare nell'ambito delle operazioni di Air Policing su diversi fronti, tra cui Balcani, Paesi Baltici e Islanda.

L'Italia ospita sul suo territorio numerose strutture integrate dell'Alleanza, tra cui:

  • Allied Joint Force Command, Napoli – Uno dei tre JFC della NCS, ubicato presso Lago Patria (NA). La missione del comando è preparare, pianificare e condurre operazioni militari al fine di preservare la pace, la sicurezza e l'integrità territoriale degli Stati membri dell'Alleanza in tutta l'Area di responsabilità (AOR) del SACEUR e oltre. Dal Chief of Staff di JFC NP dipende il NATO Strategic Direction-South HUB, concepito per aumentare la comprensione da parte della NATO delle dinamiche regionali del Nord Africa, del Medio Oriente, del Sahel, del Sub-Sahara e delle aree adiacenti, attraverso una rete di esperti e organizzazioni locali nella regione, al fine di identificare e analizzare sfide comuni e opportunità di cooperazione che influenzano la stabilità e la sicurezza.
  • NATO Defense College, Roma – Istituto di formazione ubicato in Roma la cui missione è contribuire all'efficacia e alla coesione dell'Alleanza principalmente attraverso l'istruzione di alto livello, sulle questioni di sicurezza transatlantica, resa possibile dalla ricerca su questioni rilevanti per l'Alleanza e sostenuta dall'impegno con alleati, partner ed entità non NATO (NNE), con un approccio a 360 gradi.
  • Multinational CIMIC Group, Motta di Livenza (TV) – La missione del Gruppo CIMIC multinazionale è essere pronto a dispiegarsi su ordine di SACEUR, in un'area di operazioni designata, per il sostegno e la rotazione, per operazioni prolungate e per intraprendere operazioni militari congiunte in tutto lo spettro operativo per quanto attiene al suo ruolo relativo alla cooperazione civile e militare.
  • DACCC Deployable Air Command and Control Centre, Poggio Renatico (FE) – Il Centro di comando e controllo aereo dispiegabile, con sede a Poggio Renatico nel nord Italia, fornisce una capacità dispiegabile di sorveglianza e controllo delle operazioni aeree dell'Alleanza. La sua missione è preparare elementi per il dispiegamento operativo in tutto il mondo e, insieme ai CAOC, fornire esperti ben addestrati e specializzati per incrementare la capacità del comando aereo alleato durante le operazioni e le esercitazioni alleate.
  • NATO Rapid Deployable Corps Italy, Solbiate Olona (VA) – La missione di NRDC-ITA è essere pronto a dispiegarsi come Corpo d'Armata, Comando della componente terrestre o HQ della Joint Task Force per operazioni congiunte (Land Heavy) sotto il comando della NATO, dell'UE o di una coalizione, per condurre o sostenere missioni in tutto lo spettro operativo, sia all'interno che oltre l'area di responsabilità della NATO per la difesa collettiva del territorio dell'Alleanza o per perseguire gli interessi di sicurezza dell'Alleanza, dell'UE o della coalizione.
  • Centre for Maritime Research and Experimentation, La Spezia – Organo esecutivo del NATO's Science and Technology Organization la cui missione è organizzare e condurre ricerca scientifica e sviluppo tecnologico nel dominio marittimo, fornendo soluzioni scientifiche innovative, testate sul campo per rispondere alle esigenze di sicurezza e difesa dell'Alleanza.

 

Sono stati inoltre accreditati in Italia alcuni Centri di Eccellenza dell'Alleanza: il Modelling and Simulation Center di Roma, il Security Force Assistance di Cesano (RM) e lo Stability Policing Centre of Excellence di Vicenza.

Fonte: Rappresentanza permanente d'Italia presso la NATO

ultimo aggiornamento: 30 ottobre 2024

La tematica del burden sharing, ovvero del rispetto degli impegni assunti in occasione del Summit NATO tra Capi di Stato e di Governo, svoltosi in Galles nel settembre 2014, poi ribaditi a Varsavia nel 2016 con il cosiddetto Defence Investment Pledge (DIP), continua a rappresentare una delle questioni politiche centrali del dibattito che si sviluppa in seno all'Alleanza Atlantica.

 

Il Burden sharing richiede, infatti, lo sforzo di ciascuna Nazione Alleata a tendere, entro il 2024, al raggiungimento dei seguenti obiettivi (cd. "le tre C"):

  • 2% delle spese per la difesa rispetto al PIL ("cash");
  • 20% della quota del budget della Difesa da destinare agli investimenti ("capabilities");
  • contributo a missioni, operazioni ed altre attività ("contributions").

 

Per verificare il raggiungimento dei primi due obiettivi, la Difesa è chiamata a fornire annualmente alla NATO i dati finanziari che rappresentano il proprio bilancio (cd. "Bilancio della Difesa in chiave NATO") elaborato in base a parametri e criteri indicati dall'Alleanza, affinché i dati siano omogenei e quindi comparabili con quelli di tutti i Paesi appartenenti all'Alleanza stessa, nell'ambito della NATO Defence Planning Capability Survey (ossia un questionario con cui la NATO chiede ai Paesi di fornire risposta circa le attività di Policy, sviluppo capacitivo e pianificazione finanziaria associata al conseguimento dei capability target assegnati ai Paesi).

 

Per quanto attiene il complessivo volume finanziario da prendere a riferimento, il bilancio integrato in chiave NATO si discosta dal bilancio integrato della Difesa in quanto, rispetto a quest'ultimo:

  • con riferimento alla spesa per la Funzione Sicurezza indicata nel bilancio della Difesa, tiene in considerazione la quota parte afferente al personale dell'Arma dei Carabinieri impiegabile presso i Teatri Operativi del fuori Area;
  • detrae dalle Pensioni Provvisorie del Personale in Ausiliaria l'importo relativo all'Arma dei Carabinieri, ad eccezione  della quota parte impiegabile presso i Teatri Operativi;
  • aggiunge l'importo della spesa pensionistica del personale militare e civile sostenuta dall'INPS.

 

Si ricorda che del bilancio integrato, sia in chiave NATO che della Difesa, fanno parte:

  • l'importo relativo al finanziamento di selezionati programmi della Difesa da parte del MiSE;
  • il finanziamento relativo alla partecipazione del contingente militare italiano alle missioni internazionali, le cui risorse sono allocate in un apposito fondo istituito presso il Ministero dell'Economia e delle finanze (legge n. 145/2016).

Gli obiettivi NATO nel Documento programmatico pluriennale della Difesa per il triennio 2024-2026

Il DPP 2024-2026 riporta dati in merito al bilancio della Difesa in chiave NATO, quale rappresentazione del bilancio elaborato in base a parametri e criteri indicati dall'Alleanza. Il DPP ricorda, infatti, che la Difesa è chiamata annualmente, in ambito internazionale, a fornire, secondo formati standardizzati, i propri dati  finanziari inerenti al budget e alla diversa allocazione delle risorse all'interno dello stesso.

Per quanto attiene il complessivo volume finanziario da prendere a riferimento, il budget in chiave NATO si discosta dal bilancio della Difesa in quanto, rispetto a quest'ultimo si:

  • detrae l'intero importo della Funzione Sicurezza, presente nel bilancio della Difesa, ad esclusione della quota parte afferente al personale dell'Arma dei Carabinieri impiegabile presso i Teatri Operativi del Fuori Area;
  • detrae dalle Pensioni Provvisorie del Personale in Ausiliaria l'importo afferente all'Arma dei Carabinieri, a meno della quota parte impiegabile presso i Teatri Operativi;
  • aggiunge l'importo della spesa pensionistica del personale militare e civile sostenuta dall'INPS, includendo solo la quota deployable del personale dell'Arma dei Carabinieri;
  • aggiunge l'importo relativo al finanziamento di selezionati programmi della Difesa da parte del MIMiT (che risulta già incluso nel bilancio integrato della Difesa);
  • aggiunge il finanziamento relativo alla partecipazione del contingente militare italiano alle missioni internazionali (che risulta già incluso nel bilancio integrato della Difesa).
 

La più recente previsione per il bilancio NATO 2024 ammonta a 31.957 M€.

Riguardo all'obiettivo del 2% (componente "cash") il DPP fa presente che l'Italia conferma l'obiettivo nazionale di conseguire progressivamente la percentuale di almeno il 2% delle spese per la difesa sul PIL nel 2028 e di aver presentato al riguardo, alla Ministeriale NATO di giugno, una situazione che evidenzia:

  • un incremento dei valori assoluti del Budget Difesa, coerentemente con il trend registrato dal 2019;
  • un poco significativo calo del rapporto budget per la difesa/PIL per il 2024, da imputare alle ultime stime in rialzo del PIL nazionale;
  • il soddisfacimento dei requisiti delle componenti Capabilities e Contribution.

Per quanto riguarda la componente Cash, il valore del budget Difesa/PIL, che nel 2023 si era attestato sull'1,50%, per il 2024 prevede una stima pari all'1,49%. Un dato in ulteriore calo si prevede nel 2025 e nel 2026, con una percentuale dell'1,44%.

Si confermano dunque le difficoltà nel conseguire gli impegni assunti sin dal 2014 con il Defence Investment Pledge, nonostante il rifinanziamento, per il quarto anno consecutivo, del "Fondo relativo all'attuazione dei programmi di investimento pluriennale per le esigenze di Difesa nazionale" che prevede una assegnazione in Legge di Bilancio 2024-2026 di 22,5Mld€ nei prossimi 15 anni, per favorire lo sviluppo dello Strumento con migliore spessore finanziario, stabilità e profondità temporale. Mentre nel 2024 23 Alleati conseguono il 2% del rapporto budget per la difesa/PIL, superandolo nella maggioranza dei casi, l'Italia rimane ancora lontana dal parametro del 2%.

Anche l'Investimento - rileva il DPP - risente ormai del sotto-finanziamento, collocandosi ben al di sotto della media dei Paesi NATO che superano il 30% del rapporto bugdet per l'investimento/budget per la difesa. E' comunque confermato il superamento della soglia del 20%, prevedendo prospetticamente valori pari al 22,08% per il 2024, al 24,30% per il 2025 e al 24,67% per il 2026. 

Il DPP fa presente che le stime non considerano, tra l'altro, il probabile rifinanziamento del Fondo investimenti per la difesa e inoltre, riguardo al trend negativo della componente "cash", sottolinea che il parametro è comunque previsionale e dovuto principalmente al fatto che il PIL Nazionale è previsto in crescita.

In merito ai contributi operativi ("contributions"), le Forze Armate italiane continueranno ad assicurare una signifi cativa partecipazione sia per quanto riguarda le operazioni e le attività della NATO, sia per le attività connesse alla postura di deterrenza e difesa.

ultimo aggiornamento: 2 settembre 2024
In relazione all'obiettivo della quota 2% del Pil in spesa per la difesa, i Paesi che secondo le prime stime NATO (report del 17 giugno 2024) riferite al 2024 hanno raggiunto questa soglia sono ventitrè (su 31), in netto incremento rispetto agli undici dello scorso anno.
Oltre agli Stati Uniti (3,38%), sono in linea con l'obiettivo del 2%: la Polonia (4,12%),  l'Estonia (3,43%), la Lettonia (3,15%), la Grecia (3,08%),la Lituania (2,85%), la Finlandia (2,41%), la Danimarca (2,37%), il Regno Unito (2,33%), la Romania (2,25%), la Macedonia del Nord (2,22%), la Norvegia (2,20%), la Bulgaria (2,18%), la Svezia (2,14%), la Germania (2,12%), l'Ungheria (2,11%), la Repubblica Ceca (2,10%), la Turchia (2,09), la Francia (2,06), i Paesi Bassi (2,05%), l'Albania (2,03%), il Montenegro (2,02%) e la Slovacchia (2,00%).
Nel 2022 hanno raggiunto questa soglia sette Paesi e nel 2021 otto.
 

Secondo il richiamato report NATO, il rapporto tra spese militari e PIL in Italia nel 2024 è pari all'1,49% del PIL (cfr. infra grafico n. 1). Nel 2023 il rapporto era dell'1,50%. (verificare differenza 2022 tra dati precedente tema e dati report 2024)

 

Si segnala che la richiamata percentuale contenuta nel report della Nato non è comparabile con analoghe valutazioni svolte in ambito nazionale, europeo ed internazionale e ciò in quanto, come evidenziato anche nel Documento Programmatico Pluriennale per la Difesa relativo al periodo 2022/2024, il complessivo volume finanziario preso in considerazione in ambito NATO (ovvero il cosiddetto budget della Difesa in chiave NATO) viene individuato sulla base di parametri e criteri propri dell'Alleanza, affinché, nell'ambito della c.d. Defence Planning Capability Survey, i dati finali siano omogenei e quindi comparabili con quelli di tutti i Paesi appartenenti all'Alleanza stessa.

 

La NATO chiede di compilare appositi prospetti nei quali i volumi finanziari sono aggregati in base a specifiche categorie di spesa (Equipment, Personnel, Infrastructure, Other), raggruppati, in base ad un criterio precipuamente oggettivistico, in quattro macro-aree (Operiting costs-spese di personale e di esercizio, Procurement and construction-acquisizione sistemi d'arma e infrastutture militari, Reserch and development-ricerca e sviluppo, other expenditure). Come evidenziato dall'amministrazione le categorie NATO non sempre hanno una chiara e completa corrispondenza con quelle presenti nel bilancio nazionale, sicché, per trovare tale correlazione, si avvale degli aggregati elaborati utilizzando i codici della Pianificazione Tecnico-Finanziaria (PTF, ripartizione per materia dei volumi di bilancio), che, attraverso opportuni filtri, consentono le associazioni all'interno delle categorie previste richieste dalla NATO. (Relazione Corte dei Conti sul rendiconto generale dello Stato 2023, Vol. II, pag. 134)

 

Il grafico che segue mostra la serie storica 2014-2024 del rapporto tra spese militari e PIL in Italia in relazione all'obiettivo NATO del 2%.
 
Grafico 1: Spese per la difesa in percentuale del PIL in Italia (2014-2024)
Nota: Dati 2023 e 2024 stimati.
Fonte: elaborazione Servizio Studi - Dipartimento Difesa su dati tratti dal database pubblicato sul rapporto NATO Defence Expenditure of NATO Countries (2014-2024) - 17 giugno 2024.

 

Il grafico che segue riporta le percentuali delle spese militari sul PIL nei paesi NATO nel 2014 e nel 2024.
 
Grafico 2: Spese per la difesa in percentuale del PIL
Nota: Dati 2023 e 2024 stimati.
Fonte : rapporto NATO Defence Expenditure of NATO Countries (2014-2024)- 1giugno 2024.
ultimo aggiornamento: 2 settembre 2024
Con riferimento alla quota del Budget della Difesa destinata in Italia agli investimenti, il report NATO del 17 giugno 2024 stima per l'anno 2024 una percentuale del 22,1%, superiore al parametro del 20% fissato in occasione del richiamato Summit Nato del 2014 in relazione alla quota del budget della Difesa da destinare agli investimenti (" capabilities").
 
Grafico 3: Spese per investimenti in percentuale delle spese per la difesa

Nota: Dati 2024 stimati

 

Con riferimento alla ripartizione della spesa per la difesa, dalle stime contenute nel report NATO del 1 7 giugno 202 4 emerge che l'Italia destina alla spesa per il personale militare il 59,4% del totale della spesa militare nel 2024, in diminuzione rispetto alla percentuale del 60,7% del 2023. Le categorie nelle quali la NATO suddivide le spese per la difesa dei vari Paesi sono riportate nel grafico seguente.
 
Grafico 4: Spesa totale per la difesa suddivisa in categorie (in %) nel 2024

Nota: Dati 2024 stimati.
Nomenclature of NATO defence expenditure:
  • Equipment: Major equipment (Missile systems, Missiles-conventional weapons, Nuclear weapons, Aircraft, Artillery, Combat vehicles, Engineering equipment, Weapons and small arms, Transport vehicles, Ships and harbour craft, Electronic and communications equipment), Research and development devoted to major equipment;
  • Infrastructure: National military construction,  NATO common infrastructure (Expenditure as host nation, Payments to other nations, Receipts from other nations, Land and utilities);
  • Personnel: Military personnel (Pay and allowances, Employer's contributions to retirement funds, Other), Civilian personnel (Pay and allowances, Employer's contributions to retirement funds),  Pensions (Paid to military retirees, Paid to civilian retirees);
  • Operations & Maintenance and other expenditures: Operations and maintenance (Ammunition and explosives-excluding nuclear, Petroleum products, Spare parts, Other equipment and supplies, Rents, Other operations and maintenance), Research and development (other), Other expenditure.
ultimo aggiornamento: 2 settembre 2024
 
dossier
 
temi di Difesa e Sicurezza internazionale