L'attività del Consiglio d'Europa
La Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (CEDU) e la Carta sociale europea (ESC) non garantiscono espressamente il diritto a un ambiente sano. Tuttavia esse offrono indirettamente un certo grado di protezione in materia ambientale attraverso la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo e del Comitato europeo per i diritti sociali, che hanno sottolineato la natura evolutiva di entrambi gli strumenti, i quali devono essere interpretati alla luce delle condizioni attuali e, pertanto, della crisi ambientale.
Anche l'Assemblea parlamentare è intervenuta a più ripresa per approfondire le conseguenze del deterioramento ambientale e dei cambiamenti climatici sui diritti umani. Negli ultimi anni l'Assemblea ha adottato numerose raccomandazioni sul diritto a un ambiente sano, sottolineando in particolare che ogni essere umano ha il diritto fondamentale ad un ambiente e condizioni di vita idonee a promuovere la buona salute, il benessere e il pieno sviluppo della sua personalità.


Nella risposta alla Racc. 1885, il Comitato dei Ministri non ha dato corso alle richieste dell'Assemblea, rimandando al lavoro già svolto dal Consiglio d'Europa nel campo dell'ambiente, che ha portato all'adozione di importanti strumenti giuridici come la Convenzione sulla conservazione della fauna selvatica e degli habitat naturali europei (STE n° 104
), la Convenzione sulla responsabilità civile per i danni risultanti da attività pericolose per l'ambiente (STE n° 150
) e la Convenzione sulla protezione penale dell'ambiente (STE n° 172
).
L'Assemblea ha invece continuato a chiedere un'azione rafforzata da parte degli Stati membri per affrontare le sfide del cambiamento climatico, dei pericoli per la salute e delle migrazioni causate dai problemi ambientali.




Da ultimo, nella sessione di settembre 2021, una giornata (29 settembre 2021) è stata interamente dedicata all'ambiente e alla sua stretta connessione con i diritti umani.
L'Assemblea ha infatti approvato 7 risoluzioni e raccomandazioni:
- Politiche in materia di ricerca e protezione dell'ambiente (Racc. 2215 e Ris. 2402; rel. Olivier Becht);
- Clima e migrazione (Ris. 2401, rel. Pierre Alain Fridez);
- Combattere le diseguaglianze nel diritto a un ambiente sicuro, salubre e pulito (Ris. 2400, rel. Edite Estrela);
- Le crisi climatiche e lo Stato di diritto (Racc. 2214 , Ris. 2399, rel. Edite Estrela);
- Affrontare le questioni di responsabilità penale e civile nel contesto dei cambiamenti climatici (Racc. 2213 e Ris. 2398, rel. Ziya Altuyaldiz);
- Più democrazia partecipativa per contrastare i cambiamenti climatici (Racc. 2212; Ris. 2397, rel. George Papandreu);
- Radicare il diritto a un ambiente salubre: la necessità di un'azione rafforzata del Consiglio d'Europa (Racc. 2211, Ris. 2396, rel. Simon Montquin).
In particolare, gli ultimi testi citati hanno sollecitato un nuovo ambizioso quadro giuridico, sia a livello nazionale che europeo, per "ancorare il diritto a un ambiente sicuro, pulito, sano e sostenibile" - e ha presentato una bozza di un protocollo aggiuntivo alla Convenzione europea sulla Diritti Umani che renderebbero tale diritto applicabile (e giustiziabile) in tutti i paesi che lo hanno ratificato. Un tale testo giuridico darebbe finalmente alla Corte europea dei diritti dell'uomo "una base inconfutabile per le sentenze relative alle violazioni dei diritti umani derivanti da effetti negativi sulla salute, sulla dignità e sulla vita umana. Il rapporto ha sottolineato che circa la metà dei paesi del mondo ha riconosciuto il "diritto a un ambiente sano" nelle loro costituzioni, inclusi 32 Stati membri del Consiglio d'Europa.
L'Assemblea parlamentare ha quindi raccomandato al Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa di elaborare un protocollo aggiuntivo alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo (STE n. 5), nonché uno alla Carta sociale europea (STE nn. 35 e 163), sul diritto a un ambiente sicuro, pulito, sano e sostenibile. Inoltre, dovrebbe essere avviata la preparazione di uno studio di fattibilità per una convenzione "5P" sulle minacce ambientali e i rischi tecnologici che mettono a repentaglio la salute, la dignità e la vita umana, e occorrerebbe rivedere la raccomandazione CM/Rec (2016)3 sui diritti umani e le imprese al fine di rafforzare la responsabilità ambientale di queste ultime.
Nella stessa giornata si è svolta altresì una riunione di alto livello, che ha visto anche il lancio di una "campagna hashtag" per sollecitare un'azione urgente per introdurre questo diritto. L'evento è stato aperto dal presidente dell'APCE e dalla segretaria generale del Consiglio d'Europa, seguiti da un videomessaggio di sostegno del segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres. Il Presidente dell'Apce – che ha ospitato l'evento – ha letto anche estratti di una lettera di sostegno di Sua Santità Papa Francesco. Al Panel ha preso parte, tra gli altri, il Presidente della Camera dei deputati italiana.
L'attività della NATO
L'assemblea parlamentare della NATO sta dedicando parte dei suoi lavori a valutare gli effetti del cambiamento climatico sulla sicurezza globale. Del resto, il Nuovo Concetto strategico della NATO, varato dal Summit di Madrid (30 giugno 2022) ha espressamente inserito tale sfida ambientale al punto 19:
"Il cambiamento climatico è una sfida determinante del nostro tempo, con un profondo impatto sulla Sicurezza alleata. È un moltiplicatore di crisi e minacce. Può esacerbare conflitti, fragilità e competizione geopolitica. L'aumento delle temperature provoca l'innalzamento del livello del mare, incendi ed eventi meteorologici più frequenti ed estremi, che sconvolgono le nostre società, minando la nostra sicurezza e minacciando la vita e i mezzi di sussistenza dei nostri cittadini. Il cambiamento climatico influisce anche sul modo in cui operano le nostre forze armate. Le nostre infrastrutture, beni e basi sono vulnerabili ai suoi effetti. Le nostre forze devono operare in condizioni climatiche sempre più estreme e i nostri militari sono più frequentemente chiamati a intervenire/assistere nei soccorsi in caso di calamità".



Nell'ambito della Sessione primaverile di Vilnius (28-30 maggio 2022), la Commissione Scienza e tecnologia dell'Assemblea ha esaminato il Rapporto speciale su La mitigazione del cambiamento climatico e l'adattamento ai suoi effetti: il ruolo della tecnologia [024 STC 22 E], Relatore speciale Sven Clement (Lussemburgo);
Durante la medesima sessione, la Commissione Democrazia e Sicurezza ha esaminato il Rapporto speciale Capire i cambiamenti climatici per adattarsi ad essi e attenuarne l'impatto sulla sicurezza civile degli Alleati [012 CDS 22 E ], Relatrice speciale Linda SANCHEZ (USA).
Entrambi i rapporti saranno discussi durante la sessione annuale (Madrid, 18/21 Novembre 2022).