L'esigenza di creare un'Unione bancaria e dei mercati dei capitali discende dall'intenzione di
porre rimedio in via strutturale alle
gravi conseguenze prodotte dalla
crisi economico-finanziaria esplosa nel 2007.
Da allora, si sono
già realizzati diversi elementi fondamentali dell'Unione bancaria: in primo luogo, il
codice unico europeo (
single rulebook), che consiste in un insieme unico di norme armonizzate che tutti gli istituti finanziari nell'UE devono rispettare. In secondo luogo, il
Meccanismo di vigilanza unico e il
Meccanismo di risoluzione unico, che costituiscono due dei cosiddetti tre pilastri dell'Unione bancaria. Resta ancora da completare il terzo pilastro, un
sistema europeo unico di assicurazione dei depositi (EDIS).
Sono state
già approvate diverse misure volte a integrare i mercati dei capitali e a sviluppare un sistema finanziario più diversificato sulla base del Piano d'azione per l'Unione dei mercati dei capitali, lanciato dalla Commissione Juncker nel 2015, e del
nuovo
Piano d'azione per l'Unione dei mercati
dei capitali, presentato a settembre 2020 dalla Commissione von der Leyen.
L'
Unione bancaria è un sistema di vigilanza e di risoluzione nel settore bancario a livello dell'UE. Vi appartengono
tutti i Paesi dell'eurozona; gli altri possono aderire instaurando una stretta collaborazione con la BCE.
Tra i suoi principali obiettivi:
garantire la solidità delle banche e la loro capacità di prevenire e superare eventuali future crisi economico-finanziarie, intervenendo in una fase precoce, se le banche versano in difficoltà, per aiutarle a non fallire e procedendo alla loro efficiente
risoluzione, ove necessario;
adottare criteri uniformi in materia di vigilanza, risanamento e
risoluzione delle banche;
evitare situazioni in cui il
pubblico erario sia chiamato a
salvare banche in dissesto;
rafforzare la stabilità finanziaria nella zona euro e nell'insieme dell'UE.
Asse portante dell'Unione bancaria è il
codice unico europeo (
single rulebook) che consiste in una serie di testi legislativi che vengono applicati a tutti gli enti finanziari ed a tutti i prodotti finanziari nell'UE. Nello specifico, rientrano tra le norme del codice unico europeo
i requisiti patrimoniali delle banche, migliori
sistemi di garanzia dei depositi e norme per la
gestione delle banche in dissesto.
I pilastri del codice unico europeo, ovvero
gli atti giuridici di maggior rilevanza per l'Unione bancaria, sono in particolare:
- la direttiva 2013/36/UE
(c.d. Capital Requirements Directive IV - CRD IV) e il regolamento (UE) n. 575/2013
(c.d. Capital Requirements Regulation - CRR) sui requisiti patrimoniali, che fissano un quadro armonizzato per l'autorizzazione all'esercizio dell'attività creditizia e per la successiva vigilanza prudenziale, fondato sul principio dell'adeguatezza patrimoniale, che si traduce in requisiti qualitativi e quantitativi per i fondi propri, nel rispetto delle norme derivanti dagli accordi internazionali cd. "Basilea III";
- la direttiva 2014/49/UE
relativa ai sistemi di garanzia dei depositi (SGD) istituiti in ciascuno Stato membro per rimborsare i depositanti (fino a un limite stabilito) qualora la loro banca sia in dissesto e i depositi diventino indisponibili (in particolare, secondo la direttiva, tutti i depositanti (persone fisiche o società) hanno diritto alla protezione dei loro depositi fino a un importo di 100 mila euro per banca da parte del sistema di garanzia cui aderisce la stessa banca);
- la direttiva 2014/59/UE
sul risanamento e la risoluzione delle banche (BRRD) che fornisce alle autorità di risoluzione poteri e strumenti per pianificare la gestione delle crisi, intervenire per tempo, prima della completa manifestazione della crisi e gestire al meglio la fase di risoluzione.
Sono già stati istituiti i cosiddetti
primi due pilastri dell'Unione bancaria, ossia:
- il Meccanismo di vigilanza unico (single supervisory mechanism, SSM, istituito con il regolamento (UE) n. 1024/2013
) che prevede l'attribuzione alla BCE di compiti di vigilanza prudenziale direttamente sulle banche cd. "sistemiche" (ovvero quelle con attivi superiori a 30 miliardi di euro oppure che rappresentino almeno il 20% del PIL del loro Paese), e indirettamente - per il tramite delle autorità di vigilanza nazionali - su tutti gli istituti di credito;
- il Meccanismo di risoluzione unico (single resolution mechanism, SRM, istituito con il regolamento (UE) n. 806/2014
) che mira a limitare l'impatto sui bilanci pubblici degli interventi di salvataggio delle banche in crisi (cd. bail-out), introducendo il principio per cui al risanamento degli istituti di credito concorrono, in primo luogo, gli azionisti, in secondo luogo gli obbligazionisti e infine i titolari di conti correnti oltre i 100.000 euro (cd. bail-in). Il Meccanismo si compone dell'autorità centrale di risoluzione (il Comitato di risoluzione unico) e di un Fondo di risoluzione unico, interamente finanziato dal settore bancario europeo.
Il 27 gennaio e l'8 febbraio 2021 i Paesi membri del MES hanno sottoscritto l'
accordo
che
riforma
il Trattato istitutivo. Il MES potrà fornire la garanzia comune (
common backstop) al Fondo di risoluzione unico delle banche dall'inizio del 2022 (anziché dal 2024), in considerazione di una valutazione complessivamente positiva del rispetto di alcuni obiettivi di riduzione del rischio bancario, quali la riduzione dei crediti deteriorati e la capacità di assorbimento delle perdite - requisito MREL. Il Trattato riformato entrerà in vigore quando sarà ratificato dai Parlamenti di tutti i 19 membri del MES.


Le priorità - il dibattito in corso
Recentemente, le discussioni in seno al Gruppo di lavoro
ad hoc del Consiglio sull'Unione bancaria si sono incentrate sul
riesame del quadro comune per la gestione delle crisi bancarie e delle norme che disciplinano l'uso dei fondi nazionali di garanzia dei depositi (CMDI), che definisce le regole per la gestione dei fallimenti bancari, garantendo nel contempo la protezione dei depositanti.
In tale contesto, rientra anche la
possibile definizione di un
sistema europeo di assicurazione dei depositi (
European Deposit Insurance Scheme, EDIS) finalizzato a integrare e sostituire gradualmente i fondi nazionali di garanzia dei depositi esistenti, che andrebbe a costituire il cosiddetto
terzo pilastro dell'Unione bancaria, ma sul quale i
negoziati sono particolarmente complessi (la proposta della Commissione risale al novembre 2015).
La disciplina attualmente in vigore, infatti, come accennato precedentemente, si limita ad
armonizzare i livelli di tutela offerti dai sistemi di garanzia dei depositi nazionali (garantendo i depositi fino a 100mila euro) e le loro modalità di intervento in caso di crisi, ma mantiene diverse facoltà discrezionali per gli Stati membri.
Nel tentativo di superare le difficoltà negoziali, si è proposto anche di ragionare su un modello ibrido di EDIS che si basa sull'idea della coesistenza di un fondo centrale e di una capacità di prestito obbligatoria tra gli schemi di garanzia nazionali.
L'Italia ha sempre sostenuto la proposta di un sistema europeo di assicurazione dei depositi, e la necessità di pervenire, come obiettivo finale, a un
EDIS completo, ossia che preveda, con tempi certi, la piena assicurazione, in cui è lo schema accentrato che sopporta integralmente il rimborso dei depositanti.
Da ultimo, lo scorso 16 giugno, i
Ministri delle finanze
non sono riusciti ad adottare un piano di lavoro sul completamento dell'Unione bancaria che il Presidente dell'Eurogruppo, Paschal Donohoe, aveva presentato alle delegazioni a inizio maggio.
La
dichiarazione
adottata dall'Eurogruppo in formato inclusivo conviene di concentrare i lavori, nella
fase attuale, sul
rafforzamento del quadro europeo della gestione delle crisi e sugli schemi di garanzia dei depositi nazionali, invitando, tra l'altro, la Commissione europea a presentare una proposta legislativa in merito, mentre annuncia soltanto l'impegno a individuare,
successivamente, su base consensuale,
possibili ulteriori misure riguardanti gli altri elementi in sospeso al fine di rafforzare e completare l'Unione bancaria.

Sono quindi state
rinviate al futuro le decisioni sul
sistema europeo di garanzia dei depositi e sul trattamento delle esposizioni al debito sovrano nazionale delle banche, questioni centrali per rafforzare e completare l'Unione bancaria, ma su cui si registrano maggiori divisioni tra gli Stati membri.
Pochi giorni dopo, in occasione del
Vertice euro in formato inclusivo del
22 giugno 2022, i leader dell'UE hanno
accolto con favore la dichiarazione dell'Eurogruppo (
Dichiarazione
del Vertice euro).

Significativa attenzione è dedicata anche al tema della
riduzione dei rischi nel settore bancario, in particolare quelli relativi ai crediti deteriorati. L'ultima
relazione
di monitoraggio semestrale sugli indicatori di riduzione dei rischi del novembre 2021, elaborata dalla Commissione europea, dalla Banca centrale europea e dal Comitato di risoluzione unico, ha evidenziato progressi negli indicatori di riduzione dei rischi delle banche dell'Unione, specificando, tuttavia, che il pieno impatto della pandemia di COVID-19 sui bilanci delle banche potrebbe non essere ancora essere visibile.

L'Unione dei mercati dei capitali è un'iniziativa dell'UE volta ad approfondire e integrare ulteriormente i mercati dei capitali degli Stati membri con l'
obiettivo finale di
far convergere i mercati nazionali dei capitali in un vero mercato unico a livello UE.
Il primo
Piano d'azione
per l'Unione dei mercati dei capitali, che poi ha subìto una
revisione intermedia
nel 2017, è stato lanciato nel 2015 dalla Commissione Juncker e si è tradotto in una serie di misure - la maggior parte delle quali adottate - da implementare progressivamente.


Alla luce della
crisi economica conseguente alla
pandemia Covid-19, il
completamento del
progetto dell'Unione dei mercati dei capitali si è fatto
più urgente. Allo scopo, pertanto, di rilanciare l'integrazione dei mercati finanziari europei, il
24 settembre 2020 la Commissione von der Leyen ha presentato un
nuovo
piano d'azione
che contiene
16 azioni articolate intorno a
tre obiettivi fondamentali:

-
stimolare una ripresa economica sostenibile da un punto di vista ambientale e digitale, nonché inclusiva e robusta, attraverso misure di accrescimento delle opportunità di finanziamento per le imprese europee;Vi rientrano, tra l'altro, misure volte a: istituire una piattaforma a livello UE (punto di accesso unico europeo) per fornire agli investitori informazioni finanziarie e in materia di sostenibilità sulle imprese; semplificare le norme in materia di quotazione per i mercati pubblici e istituire un fondo per sostenere le PMI in sede di offerta pubblica iniziale ( Initial public offering - IPO); riesaminare il quadro legislativo dei fondi di investimento europei a lungo termine ( European long-term investment funds - ELTIF); rivedere il quadro normativo in materia di cartolarizzazioni per semplificare il ricorso a tali operazioni da parte delle banche con l'obiettivo di migliorare l'erogazione di credito.
-
rendere il territorio dell'Unione un ambiente ancora più sicuro per gli investimenti di lungo termine e per il risparmio delle persone fisiche;Vi rientrano, tra l'altro, misure volte a: valutare lo sviluppo di un quadro europeo delle competenze finanziarie e la possibilità di introdurre l'obbligo per gli Stati membri di sostenere l'educazione finanziaria; migliorare le qualifiche professionali e valutare la fattibilità di una certificazione applicabile in tutta l'UE per i consulenti finanziari; sviluppare quadri di valutazione delle pensioni.
-
dare luogo a un'autentica integrazione dei mercati dei capitali nazionali in un mercato unico europeo.Vi rientrano, tra l'altro, misure volte a: proporre un sistema comune, normalizzato e applicabile in tutta l'UE per l'esenzione dalla ritenuta fiscale alla fonte per gli investimenti transfrontalieri; migliorare l'approccio dell'UE al diritto fallimentare applicabile ai soggetti non bancari; prendere in considerazione la possibilità di introdurre una definizione UE di "azionista" per facilitare il coinvolgimento degli investitori transfrontalieri; lavorare a favore di un'armonizzazione ulteriore delle norme UE per creare un corpus unico di norme per i mercati dei capitali.
Alcune iniziative sono state già presentate e/o adottate; altre, preannunciate.
Per approfondimenti, si veda il
sito
della Commissione europea specificamente dedicato al Piano d'azione.

Si segnala, tra l'altro, l'approvazione del cosiddetto "
pacchetto
per la ripresa dei mercati dei capitali", presentato dalla Commissione europea nel luglio 2020 al fine di introdurre modifiche mirate alle norme UE sulla
cartolarizzazione (regolamento (UE) 2017/2402 e regolamento (UE) n. 575/2013), alla direttiva (MiFID II) 2014/65/UE e al regolamento (UE) 2017/1129 sul prospetto.

La VI Commissione Finanze della Camera dei deputati ha
esaminato
il pacchetto tra il 18 novembre 2020 e il 3 marzo 2021. Al termine dell'esame, che ha incluso un ciclo di audizioni, la Commissione Finanze ha approvato un
documento finale
, esprimendo una
valutazione complessivamente favorevole, accompagnata da una serie di
osservazioni. Tra l'altro, la Commissione Finanze riteneva più che opportuno l'obiettivo di favorire la ripresa del mercato delle cartolarizzazioni, anche in considerazione della disponibilità di ingenti liquidità, di cui potranno avvalersi in particolare le banche europee per ridurre il peso dei crediti deteriorati.


Sempre la Commissione Finanze ha svolto negli ultimi anni importanti
audizioni di Commissari europei in tema di approfondimento dei sistemi bancari e dei mercati dei capitali. Il
30 gennaio 2020 si è svolta l'audizione, da parte delle Commissioni congiunte 5a, 6a e 14a del Senato e V, VI e XIV della Camera dei Deputati, del Vicepresidente esecutivo della Commissione europea per un'economia al servizio delle persone,
Valdis Dombrovskis. Il
31 marzo 2022 le Commissioni riunite Finanze e Politiche UE di Camera e Senato hanno invece svolto
l'audizione
della
Commissaria europea per i servizi finanziari, la stabilità finanziaria e l'Unione dei mercati dei capitali, Mairead
McGuinness.

Le principali
proposte legislative in materia di servizi finanziari in corso di esame presso le istituzioni europee riguardano tra l'altro le
obbligazioni "verdi", il "
pacchetto finanza digitale", la disciplina
antiriciclaggio e i
pacchetti normativi, presentati nell'autunno 2021,
sull'Unione bancaria, sulla
disciplina prudenziale nel settore assicurativo e sul
rafforzamento dei mercati dei capitali.
Con riferimento alla proposta di
regolamento sulle obbligazioni verdi
(
European Green Bond Standard - EuGBS), sono in corso i negoziati fra Commissione, Parlamento e Consiglio. L'obiettivo è quello di gettare le basi per un quadro normativo comune in merito all'utilizzo della designazione "
European Green Bond" per le obbligazioni che perseguano obiettivi di sostenibilità ambientale ai sensi del
regolamento (UE) 2020/852
, il c.d. regolamento tassonomia, che stabilisce i criteri per determinare se un'attività economica possa considerarsi ecosostenibile, al fine di individuare il grado di ecosostenibilità di un investimento.


A tal riguardo, si segnala, che è in corso un'importante discussione tra gli Stati membri sull'
inclusione del settore del
gas e del
nucleare nella
tassonomia dell'UE. Lo scorso 9 marzo la Commissione europea ha presentato un atto delegato complementare sul clima che
include, a
determinate condizioni,
alcune attività del settore del gas e del nucleare nell'elenco delle
attività economiche coperte dalla
tassonomia dell'UE. L'atto è stato poi adottato e pubblicato nella Gazzetta ufficiale il 15 luglio 2022 e si applicherà a partire da gennaio 2023 (
regolamento delegato della Commissione (UE) 2022/1214
).

In relazione al "
Pacchetto finanza digitale
" del settembre 2020, di cui fanno parte due comunicazioni strategiche in materia di
finanza digitale
e
pagamenti al dettaglio
, e tre proposte di regolamento sulle
cripto-attività (
Markets in Crypto Assets - MiCA), sulla
resilienza digitale operativa del settore finanziario (
Digital Operational Resilience Act - DORA) e un
regime "pilota" per infrastrutture di mercato basate sulla tecnologia dei registri distribuiti (tra le quali rientra la
blockchain), si segnala che il 30 giugno 2022 è stato raggiunto un
accordo provvisorio
tra Consiglio e Parlamento in merito alla proposta MiCA, mentre la proposta per un regime pilota per le infrastrutture di mercato basate sulla tecnologia a registro distribuito è stata definitivamente approvata (
regolamento (UE) 2022/858
); sulla proposta DORA, invece, è stato raggiunto un
accordo provvisorio
tra Parlamento e Consiglio lo scorso 11 maggio.






Per approfondimenti sul pacchetto, si veda il
dossier
"Pacchetto finanza digitale" predisposto dall'Ufficio Rapporti con l'Unione europea della Camera dei deputati.

La VI Commissione Finanze della Camera dei deputati ha
esaminato
il "
pacchetto finanza digitale" tra il 13 maggio 2021 e il 20 ottobre 2021. Al termine dell'esame, che ha incluso un ciclo di audizioni, la Commissione Finanze ha approvato un
documento finale
, esprimendo una
valutazione complessivamente favorevole, accompagnata da una serie di
osservazioni, e rilevando tra l'altro come meriti apprezzamento la definizione di un quadro regolatorio unitario per i mercati delle cripto-attività e nei confronti della ciberresilienza del settore finanziario, tenuto conto dei rischi di diversa natura esistenti in tale ambito e dell'ampia varietà di tipologie di attività esistenti.


Nell'ambito del percorso di
revisione della normativa antiriciclaggio (
Anti-money laundering - AML), avviato nel maggio 2020 con il
Piano d'azione della Commissione
, oltre alla
proposta di "
regolamento sui trasferimenti di fondi e determinate cripto-attività
", che
estende le prescrizioni in materia di tracciabilità alle cripto-attività (ed è pertanto collegata alle proposte in materia di finanza digitale), sulla quale lo scorso 29 giugno è stato raggiunto un
accordo provvisorio
tra Consiglio e Parlamento, il pacchetto comprende: una proposta di regolamento relativo alla
prevenzione dell'uso del sistema finanziario a fini di riciclaggio e finanziamento del terrorismo (
COM(2021)420
); una proposta di direttiva che stabilisce i
meccanismi che gli Stati membri dovrebbero istituire per prevenire l'uso del sistema finanziario a fini di riciclaggio o finanziamento del terrorismo (
COM(2021)423
) e una
proposta di regolamento (
COM(2021)421
) che istituisce
un'autorità antiriciclaggio a livello dell'UE (AMLA).






Continuano inoltre i lavori in sede di Consiglio su altri importanti pacchetti legislativi. Si tratta nello specifico dei seguenti:
-
pacchetto bancario 2021
del settembre 2021, che prevede tra l'altro: 1) l'attuazione degli accordi internazionali cosiddetti "di Basilea III", con particolare riferimento alle misure che mirano ad evitare che i "modelli interni" utilizzati dalle banche per calcolare i loro requisiti patrimoniali sottovalutino i rischi di realizzo delle loro attività; 2) misure volte a contribuire alla transizione verde, mediante la richiesta alle banche di identificare, divulgare e gestire sistematicamente i rischi di sostenibilità (ambientali, sociali e di governance) come parte della loro gestione del rischio; 3) nuovi strumenti di intervento per le autorità di vigilanza che controllano le banche dell'UE.
Al riguardo, si segnala, che il 28 aprile 2022 il Parlamento e il Consiglio hanno raggiunto un accordo provvisoriosulla proposta sulla catena partecipativa
(cosiddetta " daisy chain"), che introduce adeguamenti mirati che contribuiranno a migliorare la possibilità di risoluzione degli istituti bancari; l'accordo è stato approvato
dal Parlamento europeo il 13 settembre 2022.
- pacchetto normativo sulla disciplina prudenziale nel settore assicurativo
dell' ottobre 2021. Il 17 giugno 2022 il Consiglio ha concordato la sua posizione
(orientamento generale) sulle modifiche della direttiva Solvibilità II, il principale atto legislativo dell'UE nel settore assicurativo;
- pacchetto per il rafforzamento dei mercati europei dei capitali del novembre 2021, volto a migliorare la capacità delle imprese di raccogliere capitali in tutta l'UE e a garantire che i cittadini europei ottengano le migliori condizioni possibili per i loro risparmi e investimenti. Si tratta di proposte legislative concernenti: 1) il punto di accesso unico europeo (ESAP), che offrirà un punto unificato di accesso alle informazioni pubbliche relative agli aspetti finanziari e alla sostenibilità, oltre a informazioni sulle imprese e sui prodotti di investimento dell'UE (il Consiglio ha adottato un orientamento generale
il 29 giugno 2022); 2) la revisione del regolamento sui fondi di investimento europei a lungo termine (ELTIF), finalizzato a rendere questi ultimi più interessanti per gli investitori, rafforzandone il ruolo di fonte complementare di finanziamento (il Consiglio ha adottato un orientamento generale
il 24 maggio 2022); 3) la revisione della direttiva sui gestori di fondi di investimento alternativi (AIFMD) mediante l'armonizzazione delle norme relative ai fondi che concedono prestiti alle imprese (il Consiglio ha adottato un orientamento generale
il 17 giugno 2022); 4) la revisione del regolamento sui mercati degli strumenti finanziari (MiFIR) mediante l'introduzione di un sistema consolidato di pubblicazione europeo per facilitare l'accesso ai dati sulle negoziazioni da parte di tutti gli investitori.
Da ultimo, si rileva che sono i corso i negoziati sulla
proposta di regolamento
(COM(2018)339), presentata a maggio 2018, che definisce un
quadro generale per i titoli garantiti da obbligazioni sovrane (
Sovereign bond-backed securities - "
SBBS") e sulla proposta di regolamento COM(2022)120, presentata a marzo 2022, di revisione del regolamento (UE) n. 909/2014 che stabilisce obblighi uniformi per il regolamento degli strumenti finanziari nell'Unione, e norme concernenti l'organizzazione dei depositari centrali di titoli (
Central Securities Depositories - CSD) e lo svolgimento delle loro attività.
