Il quadro normativo dell'Unione europea che presiede alla governance economica europea, contenuto principalmente nel Patto di stabilità e crescita come integrato per alcune regole di bilancio dal Fiscal compact, è volto ad assicurare, anche mediante alcune procedure di sorveglianza e verifica da parte delle autorità europee, la stabilità delle politiche di bilancio e la sostenibilità delle finanze pubbliche degli Stati membri. A questi obiettivi le regole economiche europee mirano attraverso la fissazione di parametri quantitativi stabiliti a livello sovranazionale (rapporto deficit/PIL e debito/PIL, Obiettivo di medio termine, regola del debito, regola della spesa), nonché assicurando il coordinamento ex ante delle politiche economiche e di bilancio nazionali nell'ambito del Semestre europeo e del calendario comune di bilancio, come disciplinati a seguito delle modifiche apportate al Patto di stabilità e crescita, in conseguenza della crisi economico-finanziaria del 2008, dagli atti normativi europei di diritto derivati contenuti nel cd. Six Pack (2011) e nel cd. Two Pack (2013).
Tale quadro è andato incontro a un radicale mutamento di prospettiva a partire da febbraio 2020, con lo scoppio dell'emergenza pandemica da Covid-19. Al fine di reagire agli effetti immediatamente prodotti dall'emergenza sui sistemi economici dei Paesi Ue, la Commissione europea ha disposto, con la comunicazione COM(2020)123 del 20 marzo 2020, l'attivazione della cd. general escape clause del Patto di stabilità e crescita. Essa, consentendo agli Stati membri di deviare temporaneamente dal percorso di aggiustamento verso l'Obiettivo di medio termine, ha assicurato agli Stati Ue un margine di manovra fiscale per sostenere le spese sanitarie necessarie ad affrontare l'emergenza epidemiologica e a contrastare gli effetti recessivi prodotti dalla pandemia sulle economie europee. Inizialmente prevista per il 2020, l'applicazione della clausola generale di salvaguardia è stata più volte prorogata dalla Commissione, fino a prevedere, da ultimo, con la comunicazione COM(2022)600
, la sua estensione a tutto il 2023, in ragione delle incertezze e dei forti rischi di revisione al ribasso delle prospettive economiche dei Paesi Ue dovuti alla guerra tra Russia e Ucraina, nonché agli aumenti senza precedenti dei prezzi dell'energia.
Sul fronte interno, nel corso della XVIII legislatura la V Commissione (Bilancio) della Camera dei deputati ha seguito con particolare attenzione il dibattito pubblico, tuttora in corso a livello europeo, sulla revisione del Patto di stabilità e crescita e della governance economica dell'UE nel suo complesso. Tale dibattito, rilanciato a ottobre 2021 dalla Commissione europea con la comunicazione COM(2021)662 "L'economia dell'UE dopo la COVID-19: implicazioni per la governance economica", ha visto la Commissione Bilancio della Camera svolgere un ampio ciclo di audizioni di ex Ministri dell'economia, soggetti istituzionali, accademici ed esperti di settore, al fine di approfondire il contenuto della comunicazione e di valutare le diverse prospettive di riforma della governance economica europea.
A livello nazionale, la tempistica e i contenuti del ciclo della programmazione di bilancio nazionale sono definiti in relazione alle regole di governance economica adottate a livello europeo, al fine di favorire un più intenso coordinamento ex ante delle politiche economiche e di bilancio degli Stati membri della UE ed una più stretta sorveglianza in campo fiscale e macro-economico. Il ciclo di bilancio è stato oggetto di alcune modifiche ad opera della legge 163 del 2016, che ha disegnato la nuova legge di bilancio, riunendo in un unico provvedimento la parte normativa e il bilancio di previsione.
A livello di prassi parlamentare, la XVIII legislatura ha visto il consolidamento della tendenza al differimento del termine di presentazione del disegno di legge di bilancio, nonché alla progressiva erosione del tempo dedicato all'esame parlamentare del disegno di legge in seconda lettura. Anche al fine di arginare queste tendenze, nella fase finale della legislatura la Camera ha svolto e concluso in prima lettura l'esame della proposta di legge A.C. 3437-A , la quale, intervenendo sulla tempistica del ciclo di programmazione di bilancio nazionale, prevedeva l'anticipo del termine per la presentazione della Nota di aggiornamento del DEF dal 27 al 25 settembre di ciascun anno e l'anticipo del termine per la presentazione del disegno di legge di bilancio alle Camere dal 20 al 15 ottobre di ciascun anno, nonché l'obbligo per il Presidente del Consiglio dei ministri di riferire tempestivamente alle Camere, in caso di mancata presentazione del disegno di legge di bilancio entro tale ultimo termine. A seguito della prima lettura, la proposta di legge è stata trasmessa al Senato, dove l'esame non è tuttavia iniziato in ragione della fine anticipata della legislatura.
Si rinvia allo specifico tema curato dal Servizio Bilancio della Camera per l'illustrazione dei principi costituzionali alla base dell'obbligo di copertura finanziaria delle leggi di spesa, nonché del procedimento per la quantificazione e la copertura degli oneri finanziari derivanti da norme legislative. Vengono altresì esaminate le procedure e le prassi utilizzate ai fini della verifica tecnica delle quantificazioni in sede parlamentare e dedicati alcuni accenni alla giurisprudenza della Corte costituzionale in materia.
Nel corso della XVIII legislatura, le linee di politica economica e di finanza pubblica sono state definite, anzitutto dal primo Governo Conte, attraverso la Nota di aggiornamento al DEF 2018 e la manovra di finanza pubblica per il triennio 2019-2021, realizzata con la legge di bilancio per il 2019
e il decreto-legge 119 del 2018
, nonchè con il successivo Documento di economia e finanza del 2019
.
Le linee di politica economica del secondo Governo Conte per il triennio 2020-2022 sono state definite dalla Nota di aggiornamento al DEF 2019 e con la manovra di finanza pubblica realizzata con la legge di bilancio per il 2020
. Le linee di politica economica per il triennio 2021-2023 sono state definite con la Nota di aggiornamento al DEF 2020
e con la manovra di finanza pubblica realizzata con la legge di bilancio per il 2021
.
Nel complesso, l'indirizzo di politica economica è stato in una prima fase volto, attraverso politiche di bilancio non restrittive, a sostenere il rilancio della domanda interna e la spesa per investimenti, rinviando di anno in anno il raggiungimento degli obiettivi fissati per il nostro Paese (OMT) nell'ambito del Patto di stabilità e crescita (PSC), anche attraverso l'ampio utilizzo dei margini di flessibilità da esso previsti.
Il quadro di finanza pubblica ha subito un drastico mutamento a partire dal mese di febbraio 2020, quando al fine di fronteggiare l'emergenza Covid-19 e le conseguenze della forte limitazione delle attività economiche il Governo ha adottato una serie di provvedimenti d'urgenza che hanno disposto lo stanziamento di ingenti risorse pubbliche in deficit. L'adozione di tali misure è stata resa possibile dai ripetuti scostamenti di bilancio autorizzati (a maggioranza assoluta) dalle Camere e dalla sospensione del Patto di stabilità e crescita (PSC) decisa dalla Commissione europea.
Le linee di politica economica per il triennio 2021-2023 sono state definite con la Nota di aggiornamento al DEF 2020 e con la manovra di finanza pubblica realizzata con la legge di bilancio per il 2021
, che ha tenuto conto, in parte, anche delle risorse assegnate all'Italia nell'ambito del programma
Next Generation EU
.
Il 13 febbraio 2021 è entrato in carica il Governo Draghi, chiamato a fronteggiare, con politiche di bilancio espansive (definite già con il DEF 2021 ), i perduranti effetti economici della crisi legata all'emergenza COVID-19
sulle imprese e sulle famiglie.
A fine aprile 2021 è giunto a conclusione il lungo percorso di elaborazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, avviato nell'estate dell'anno prima. Il 30 aprile 2021 il PNRR dell'Italia è stato trasmesso dal Governo alla Commissione europea e il 13 luglio 2021 è stato definitivamente approvato con Decisione di esecuzione del Consiglio
, dando avvio alla fase attuativa degli interventi.
Le linee di politica economica per il triennio 2022-2024 sono state quindi definite con la NADEF 2021 e con la legge di bilancio per il 2022
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Un ulteriore mutamento del quadro economico nazionale si è avuto a seguito dell'aggressione russa all'Ucraina, avviata a partire dal 24 febbraio 2022, che ha comportato un peggioramento delle prospettive di ripresa economica, soprattutto per l'incremento dei prezzi energetici e delle materie prime, nonché per gli elevati tassi di inflazione che ne sono conseguiti.
Nel corso del 2022, le prospettive di finanza pubblica, nel nuovo quadro macroeconomico determinato dal repentino mutamento delle condizioni geopolitiche mondiali determinatosi a seguito dello scoppio della guerra russo-ucraina, sono state delineate, in primo luogo, nel DEF 2022 , nel quale, pur in uno scenario caratterizzato da un forte rallentamento dell'economia, si è registrata comunque una crescita annua significativa. A fronte di una previsione di deficit tendenziale della PA del 5,1 per cento del PIL nel 2022 e in discesa fino al 2,7 per cento del PIL nel 2025, il Governo ha confermato gli obiettivi di deficit nominale di cui alla NADEF 2021, al fine di utilizzare lo spazio di bilancio venutosi a determinare (pari a 0,5 punti percentuali di PIL nel 2022, 0,2 punti nel 2023 e 0,1 nel 2024 e nel 2025) per il finanziamento di nuove misure a sostegno di famiglie e imprese e per il contrasto delle conseguenze economiche della guerra, in particolare sui prezzi dei prodotti energetici.
Da ultimo, la NADEF 2022 , pubblicata a fine settembre 2022, reca soltanto l'analisi delle tendenze in corso e le previsioni per l'economia e la finanza pubblica a legislazione vigente, lasciando al futuro Governo la definizione degli obiettivi di finanza pubblica per il triennio 2023-2025 e la redazione della legge di bilancio per il 2023.
Sempre sul fronte degli indirizzi di politica economica e di bilancio, la XVIII legislatura è stata segnata dalla successione di una serie eterogenea e in gran parte inedita di eventi eccezionali produttivi di rilevanti ripercussioni sulla situazione finanziaria generale del Paese. Tra questi, in particolare: l'emergenza epidemiologica da Covid-19, a partire da febbraio 2020, la quale ha messo a dura prova la tenuta del sistema sanitario e del tessuto economico e sociale nazionale; a partire dalla seconda metà del 2021, l'eccezionale aumento dei prezzi dei prodotti energetici e, conseguentemente, dell'inflazione; infine, da febbraio 2022, l'impatto della guerra tra Russia e Ucraina sugli approvvigionamenti di fonti di energia, sui prezzi dei prodotti energetici, di beni alimentari e di materie prime, nonché sugli incrementi eccezionali del tasso di inflazione.
In ragione delle conseguenze economiche ad ampio spettro determinate da tali eventi eccezionali, i Governi succedutisi nel corso della legislatura hanno sottoposto al Parlamento, complessivamente, 12 richieste di autorizzazione al ricorso a maggiore indebitamento e all'aggiornamento del piano di rientro verso l'Obiettivo di Medio Termine (OMT) individuato per ciascuno Stato membro, ai sensi del Patto di stabilità e crescita (PSC), sulla base dei criteri stabiliti dall'ordinamento dell'Unione europea.
Le richieste di autorizzazione allo scostamento di bilancio e al maggiore indebitamento sono state sottoposte mediante Relazioni al Parlamento indicanti, ai sensi dell'art. 6 della legge n. 243 del 2012 e conformemente all'articolo 81, secondo comma, della Costituzione – come modificato nel 2012 – gli eventi eccezionali posti a fondamento della richiesta, le finalità e le destinazioni delle maggiori risorse acquisite e il piano di rientro verso l'OMT. Tutte le Relazioni sono state approvate a maggioranza assoluta dei membri di ciascuna Camera.
Per un approfondimento dei profili di carattere quantitativo, attinenti alle autorizzazioni al maggior indebitamento intervenute nel corso della XVIII legislatura, all'utilizzo delle relative risorse e ai conseguenti riflessi sul percorso programmatico verso l'Obiettivo di medio termine, si rinvia allo specifico tema predisposto dal Servizio Bilancio dello Stato.
Per quanto riguarda il fronte del finanziamento degli investimenti volti ad assicurare lo sviluppo infrastrutturale del Paese in determinati settori, a partire dal 2016 si è proceduto all'istituzione di tre distinti Fondi.
Il Fondo per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese, istituito dalla legge di bilancio per il 2017 con una dotazione di 47,5 milardi per gli anni dal 2017 al 2032, e rifinanziato dalla legge di bilancio per il 2018 per complessivi 36,115 miliardi di euro per gli anni dal 2018 al 2033, finanzia interventi nei settori dei trasporti, delle infrastrutture, della ricerca, della difesa del suolo, dell'edilizia pubblica e della riqualificazione urbana.
La legge di bilancio per il 2019 ha istituito il Fondo finalizzato al rilancio degli investimenti delle Amministrazioni centrali dello Stato e allo sviluppo del Paese, con una dotazione complessiva di circa 43,6 miliardi di euro per gli anni dal 2019 al 2033.
La legge di bilancio per il 2020 ha istituito un diverso Fondo finalizzato al rilancio degli investimenti delle Amministrazioni centrali dello Stato e allo sviluppo del Paese, destinato in particolare all'economia circolare, alla decarbonizzazione dell'economia, alla riduzione delle emissioni, al risparmio energetico, alla sostenibilità ambientale e, in generale, ai programmi di investimento e ai progetti a carattere innovativo, anche attraverso contributi ad imprese, a elevata sostenibilità e che tengano conto degli impatti sociali. Tale Fondo ha una dotazione complessiva di circa 20,8 miliardi di euro per gli anni dal 2020 al 2034.
Su un diverso versante, Il miglioramento dei meccanismi di controllo quantitativo e qualitativo della spesa pubblica ha costituito uno dei principali obiettivi di politica economica degli ultimi anni. Per le amministrazioni centrali dello Stato la spending review è stata inserita all'interno del processo di bilancio, con l'assegnazione di obiettivi annuali di risparmio ai singoli ministeri. La riforma del quadro di revisione della spesa pubblica costituisce una delle riforme previste dal PNRR. Alla fine del 2021, in attuazione di uno specifico traguardo previsto dal PNRR, è stato istituito il Comitato scientifico per le attività inerenti alla revisione della spesa. Il DEF 2022 ha stabilito che le amministrazioni centrali dello Stato dovranno assicurare i seguenti risparmi di spesa nel triennio 2023-2025: 800 milioni per il 2023; 1.200 milioni per il 2024; 1.500 milioni per il 2025.
Il Benessere Equo e Sostenibile (BES) è un insieme di indicatori che hanno lo scopo di valutare il progresso della società non solo dal punto di vista economico, ma anche sotto l'aspetto sociale e ambientale. Dal 2018 gli indicatori BES sono stati inclusi tra gli strumenti di programmazione e valutazione della politica economica nazionale.
In un apposito Allegato al DEF sono riportati l'andamento nell'ultimo triennio degli indicatori, nonché le previsioni sull'evoluzione degli stessi nel periodo di riferimento, anche sulla base delle misure previste per il raggiungimento degli obiettivi di politica economica del quadro programmatico e dei contenuti dello schema del Programma nazionale di riforma.
Il Ministero dell'economia e delle finanze presenta inoltre una Relazione annuale al Parlamento con la stima degli effetti dell'ultima manovra economica sull'andamento degli indicatori.
Il Rapporto Bes , pubblicato annualmente dall'ISTAT (BES 2021, di aprile 2022), illustra un quadro integrato dei principali fenomeni economici, sociali e ambientali che caratterizzano il nostro Paese, attraverso l'analisi di un set completo di indicatori suddivisi in 12 domini.