Ai sensi dei primi due commi dell'articolo 9 della Costituzione italiana, la Repubblica, da una parte, promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica e, dall'altra, tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Nel definire l'attività che la Repubblica è tenuta a svolgere in campo culturale, la Costituzione enuclea due concetti distinti: la tutela e la promozione. Concetti, tuttavia, tra loro anche inscindibilmente legati.
Difatti, la tutela del patrimonio esistente, e cioè la sua protezione dal deterioramento, è solo il primo passo, necessario ma non sufficiente, del compito affidato al potere pubblico in campo culturale: la tutela non è cioè fine a se stessa, ma è funzionale alla promozione di nuove attività culturali, ossia di nuova cultura, di nuovo sapere, di nuova arte, e cioè di nuovo patrimonio da tutelare, in un continuo processo di accumulazione e di arricchimento che trova al suo interno le energie necessarie per rigenerarsi.
Ecco che tra i due concetti, di tutela del patrimonio culturale esistente e di promozione delle attività culturali, ossia di creazione di nuovo patrimonio, ne emerge un terzo, logicamente inevitabile: quello della valorizzazione, ovvero della capacità di trasformare il patrimonio culturale in un bene comune, e cioè di consentirne la più vasta e generalizzata fruizione.
Tutela del patrimonio culturale, valorizzazione del patrimonio culturale, e promozione delle attività culturali costituiscono quindi i tre fondamentali compiti della Repubblica in questo settore.
Per quanto riguarda i soggetti specifici che devono attuare tali funzioni, la Costituzione italiana li identifica in primo luogo nello Stato e nelle regioni (articolo 117), ripartendo tra essi la competenza legislativa in materia, ed in secondo luogo, per quanto concerne il versante amministrativo ed attuativo, gli enti locali nonché i privati, singoli e associati (articolo 118), sulla base del principio di sussidiarietà.
Il riparto di competenze tra i livelli di governo
Per quanto attiene al riparto di competenze tra i vari livelli di governo, si ricorda, in primo luogo, che, come detto, ai sensi dell'articolo 9 della Costituzione, lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e tecnica, e la tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della Nazione è affidato alla "Repubblica".
Il riparto di competenze legislative tra Stato e regioni in materia è contemplato, come noto, dall'articolo 117, secondo comma, lettera s), della Costituzione, in base al quale lo Stato ha competenza legislativa esclusiva in materia di tutela dei beni culturali, nonché dal medesimo articolo 117, terzo comma, in forza del quale sono materie di legislazione concorrente tra lo Stato e le regioni la valorizzazione dei beni culturali e ambientali e la promozione e organizzazione di attività culturali, con la conseguenza che in tali casi lo Stato potrebbe soltanto stabilire i principi fondamentali della materia cui sarebbero tenute a conformarsi le regioni nello svolgimento della propria attività.
Completa il quadro l'articolo 116, comma 3, della Costituzione, in materia di regionalismo differenziato, il quale prevede comunque la possibilità per le Regioni di ottenere ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia per la tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali.
Con riferimento, invece, alla potestà regolamentare, ai sensi dell'articolo 117, comma 6, della Costituzione, essa spetta allo Stato solo riguardo alla tutela dei beni culturali e alle regioni in qualsiasi altra materia, tra cui quindi la valorizzazione.
Per quanto riguarda, poi, l'allocazione delle funzioni amministrative - superato il previgente principio del parallelismo delle funzioni – l'articolo 118, comma 1, della Costituzione, dispone che sia il comune l'ente territoriale a cui vengono attribuite le funzioni amministrative, salvo che, per assicurarne l'esercizio unitario, siano conferite a province, città metropolitane, regioni e Stato, sulla base dei principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza. Sotto quest'ultimo profilo, il comma 3 del medesimo articolo 118, ai fini del raccordo tra funzioni legislative e amministrative, dispone che il legislatore statale disciplini forme di intesa e coordinamento tra Stato ed enti territoriali in materia di tutela dei beni culturali.
Su tale quadro normativo costituzionale e sul concreto assetto del riparto di funzioni tra Stato e regioni in materia, ha notevolmente inciso la giurisprudenza della Corte costituzionale. Le pronunce della Corte hanno, in particolare, contribuito a definire e circoscrivere con maggior precisione le materie della tutela e valorizzazione dei beni culturali, nonché a indicare le modalità con cui operare una congrua allocazione delle relative funzioni amministrative.
Secondo i Giudici delle leggi, la tutela dei beni culturali "è materia che condivide con altre alcune peculiarità. Essa ha un proprio ambito materiale, ma nel contempo contiene l'indicazione di una finalità da perseguire in ogni campo in cui possano venire in rilievo beni culturali". Inoltre, la Corte, ribadendo la qualificazione della tutela dei beni culturali come "materia-attività", ha affermato che tale disciplina è dotata di uno specifico "profilo teleologico" (sentenza n. 26 del 2004).
In continuità con tale affermazione, la Corte ha precisato le nozioni delle funzioni di tutela e di valorizzazione - "aree di intervento diversificate, anche se spesso tra di loro connesse" – consistenti, la prima, nell'"esercizio unitario delle funzioni destinate alla individuazione dei beni costituenti il patrimonio culturale nonché alla loro protezione e conservazione", e la seconda nella "disciplina ed esercizio delle funzioni dirette alla migliore conoscenza, utilizzazione e fruizione di quel patrimonio" (sentenza n. 194 del 2013).
L'attività di tutela ricomprende, in tal modo, anche l'individuazione dei beni culturali, che presuppone "l'accertamento o la verifica della effettiva sussistenza dell'interesse culturale che queste cose possono presentare e, dunque, di quel carattere dal quale consegua la loro sicura appartenenza al "patrimonio culturale" (medesima sentenza n. 194 del 2013).
Con la sentenza n. 138 del 2020, la Corte costituzionale, in linea con quanto affermato in precedenza, ha ritenuto che gli articoli 3 e 6 del decreto legislativo n. 42 del 2004 (codice dei beni culturali e del paesaggio) abbiano definitivamente precisato gli ambiti rispettivamente della tutela e della valorizzazione, risolvendo la difficoltà interpretativa riguardante l'attività di "gestione" e la sua collocazione rispetto a quelle di "tutela" o di "valorizzazione" dei beni culturali.
In particolare, la nozione legislativa di tutela ricomprende le attività dirette, sulla base di un'adeguata attività conoscitiva, ad individuare i beni costituenti il patrimonio culturale ed a garantirne la protezione e la conservazione per fini di pubblica fruizione e si esplica anche attraverso provvedimenti volti a conformare e regolare diritti e comportamenti inerenti al patrimonio culturale (articolo 3, commi 1 e 2, del codice dei beni culturali e del paesaggio).
Nell'ambito della tutela, pertanto, precisa la Corte, "risultano ricompresi non solo la regolazione ed amministrazione giuridica dei beni culturali, ma anche l'intervento operativo di protezione e difesa dei beni stessi" (sentenza n. 138 del 2020, punto 5).
La valorizzazione consiste, invece, ai sensi dell'articolo 6 del codice dei beni culturali e del paesaggio, nelle attività dirette a promuovere la conoscenza del patrimonio culturale e ad assicurarne le migliori condizioni di utilizzazione e fruizione pubblica, anche da parte delle persone diversamente abili, nonché nelle attività di promozione e sostegno degli interventi di conservazione del patrimonio culturale. Inoltre, la disposizione precisa che la valorizzazione deve attuarsi in forme compatibili con la tutela e tali da non pregiudicarne le esigenze.
La Corte costituzionale ritiene, quindi, che la valorizzazione corrisponda al "complesso delle attività di intervento integrativo e migliorativo ulteriori, finalizzate alla promozione, al sostegno della conoscenza, fruizione e conservazione del patrimonio culturale, nonché ad assicurare le migliori condizioni di utilizzazione di esso, anche da parte delle persone diversamente abili" (così la sentenza n. 138 del 2020, punto 5).
Su tale materia, il codice, ai sensi del proprio articolo 7, fissa i principi fondamentali nel rispetto dei quali le regioni esercitano la propria potestà legislativa. Il medesimo articolo statuisce altresì che il Ministero, le regioni e gli altri enti pubblici territoriali perseguono il coordinamento, l'armonizzazione e l'integrazione delle attività di valorizzazione dei beni pubblici.
Più di recente, con la sentenza n. 163 del 2023, la Consulta, dopo aver ribadito che la tutela del patrimonio culturale rappresenta un valore primario e assoluto, ha affermato che la tutela organica e di ampio respiro del patrimonio culturale non tollera interventi frammentati e incoerenti, assurgendo, pertanto, a valore di carattere generale imprescindibile per l'intera collettività, assolutamente non derogabile dal legislatore regionale, in quanto competenza legislativa esclusiva del legislatore nazionale. Ciò traccia un limite alla protezione degli altri interessi di rilevanza pubblica compresi nella sfera di competenza legislativa concorrente delle regioni in tema di governo del territorio e di valorizzazione dei beni culturali e ambientali, nonché alle competenze regionali residuali (ex multis, sentenze n. 187 e n. 106 del 2022 e n. 12 e n. 272 del 2009).
Venendo alle competenze statali, il soggetto istituzionale che svolge il ruolo di gran lunga principale in materia di tutela e valorizzazione dei beni culturali e di promozione e organizzazione di attività culturali è ovviamente il Ministero della cultura.
In particolare, ai sensi dell'articolo 53 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, ad esso sono assegnati le funzioni e i compiti di spettanza dello Stato nelle seguenti aree funzionali:
- tutela dei beni culturali e paesaggistici;
- gestione e valorizzazione, anche economica, del patrimonio culturale materiale e immateriale, degli istituti e dei luoghi della cultura;
- promozione dello spettacolo, delle attività cinematografiche, teatrali, musicali, di danza, circensi, dello spettacolo viaggiante; promozione delle produzioni cinematografiche, audiovisive, radiotelevisive e multimediali;
- promozione delle attività culturali; sostegno all'attività di associazioni, fondazioni, accademie e altre istituzioni di cultura;
- studio, ricerca, innovazione ed alta formazione nelle materie di competenza;
- promozione del libro e sviluppo dei servizi bibliografici e bibliotecari nazionali; tutela del patrimonio bibliografico; gestione e valorizzazione delle biblioteche nazionali;
- tutela del patrimonio archivistico; gestione e valorizzazione degli archivi statali;
- diritto d'autore e disciplina della proprietà letteraria;
- promozione delle imprese culturali e creative, della creatività contemporanea, della cultura urbanistica e architettonica e partecipazione alla progettazione di opere destinate ad attività culturali;
- vigilanza sull'Istituto per il credito sportivo e culturale Spa, per quanto di competenza.
Il codice dei beni culturali e del paesaggio precisa, all'articolo 4, che, al fine di garantire l'esercizio unitario delle funzioni di tutela, ai sensi dell'articolo 118 della Costituzione, le funzioni stesse sono attribuite al Ministero per i beni e le attività culturali, che le esercita direttamente o ne può conferire l'esercizio alle regioni, tramite forme di intesa e coordinamento. Il Codice reintroduce dunque il parallelismo delle funzioni legislative ed amministrative in materia di tutela dei beni culturali, e pone in una posizione di centralità il Ministero.
L'organizzazione del Ministero
Ai sensi dell'articolo 54 del decreto legislativo n. 300 del 1999, il Ministero si articola in dipartimenti, il cui numero non può essere superiore a quattro, mentre il numero delle posizioni di livello dirigenziale generale non può essere superiore a trentadue, ivi inclusi i capi dei dipartimenti.
Con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 15 marzo 2024, n. 57 è stato adottato il nuovo regolamento di organizzazione del Ministero della cultura, degli uffici di diretta collaborazione del Ministro e dell'Organismo indipendente di valutazione della performance (di seguito richiamato come "regolamento").
Con il regolamento citato, è stato certificato il passaggio da un assetto organizzativo in cui la struttura organizzativa di primo livello era costituita dalle direzioni generali ad un assetto organizzativo in cui tale ruolo è esercitato dai dipartimenti, con la conseguente soppressione della figura del Segretario generale (e della relativa struttura di supporto, il Segretariato).
La dotazione organica del Ministero, riportata in allegato al nuovo regolamento, prevede un totale di 32 posizioni dirigenziali di livello generale e 198 posizioni dirigenziali di livello non generale. La dotazione del personale non dirigenziale ammonta in totale a quasi 19.000 unità.
Le competenze e l'organizzazione degli uffici dirigenziali di livello generale sono disciplinati direttamente dal regolamento, mentre, in attuazione dell'articolo 40, comma 2, del medesimo regolamento, l'articolazione degli uffici dirigenziali e degli istituti dotati di autonomia speciale di livello non generale è stata definitiva con il successivo decreto ministeriale n. 270 del 2024 (di seguito denominato "decreto ministeriale").
Il Ministero è strutturato nell'amministrazione centrale, in una corposa amministrazione periferica disseminata su tutto il territorio nazionale ed in una serie di uffici dotati di autonomia speciale, ai sensi dell'articolo 24 del regolamento.
L'amministrazione centrale del Ministero è articolata in:
- 4 dipartimenti, a loro volta articolati in altri 12 uffici dirigenziali centrali di livello generale centrali, tra cui si distinguono 11 direzioni generali e l'Unità di missione per l'attuazione del PNRR; presso tali uffici sono collocate 48 posizioni dirigenziali di livello non generale.
- gli uffici di diretta collaborazione del Ministro, presso i quali è prevista 1 ulteriore posizione dirigenziale di livello generale, e 3 posizioni di livello dirigenziale non generale.
L'amministrazione periferica (al netto di quella dotata di autonomia speciale) del Ministero è articolata in 72 uffici dirigenziali di livello non generale:
- 43 Soprintendenze Archeologia, belle arti e paesaggio;
- 17 Soprintendenze Archivistiche e bibliografiche;
- 8 Archivi di stato
- 4 Biblioteche nazionali.
A tali uffici si aggiungono 90 uffici dotati di autonomia speciale ai sensi dell'articolo 24 del regolamento:
- 15 uffici dirigenziali di livello generale periferici dotati di autonomia speciale, ed in particolare da 1 ufficio centrale, la Soprintendenza speciale Archeologia, belle arti e paesaggio di Roma, e da 14 uffici periferici, ossia una lista di 14 musei, parchi archeologici e altri luoghi della cultura di rilevante interesse nazionale;
- 5 uffici di livello dirigenziale non generale istituiti presso la Soprintendenza speciale Archeologia, belle arti e paesaggio di Roma ed in 4 dei 14 musei, parchi archeologici e altri luoghi della cultura di livello dirigenziale generale;
- 18 istituti dotati di autonomia speciale, uffici centrali di livello dirigenziale non generale;
- 52 musei, aree e parchi archeologici, uffici periferici di livello dirigenziale non generale, comprensivi delle 17 Direzioni regionali Musei nazionali (in alcune regioni accorpate ad altri musei).
Si ricorda che gli uffici dotati di autonomia speciale hanno autonomia scientifica, finanziaria, organizzativa e contabile. L'organizzazione e il funzionamento degli uffici dotati di autonomia speciale, nonché la definizione dei relativi compiti e funzioni, sono disciplinati dal Titolo II del decreto ministeriale.
Il Dipartimento per l'amministrazione generale (articolo 4 del regolamento) esercita le competenze del Ministero in materia di gestione delle risorse umane e organizzazione, formazione e benessere organizzativo; bilancio, programmazione e monitoraggio; pianificazione dei fabbisogni di acquisto e gestione del relativo processo; programmazione europea, affari europei e internazionali; rapporti con l'UNESCO; innovazione tecnologica, digitalizzazione e comunicazione.
Il Dipartimento per l'amministrazione generale è articolato nei seguenti 4 uffici dirigenziali di livello generale:
a) Direzione generale Risorse umane e organizzazione;
b) Direzione generale Bilancio, programmazione e monitoraggio;
c) Direzione generale Affari europei e internazionali;
d) Direzione generale Digitalizzazione e comunicazione.
La struttura centrale del Dipartimento è articolata nelle seguenti 3 unità dirigenziali di livello non generale:
Servizio I - Coordinamento tecnico e amministrativo;
Servizio II – Servizio ispettivo.
Per la lista delle funzioni specifiche assegnate a tali uffici si consulti l'allegato 5 del decreto ministeriale.
Presso il Dipartimento opera altresì l'Unità di missione per l'attuazione del PNRR (articolo 22 del regolamento) ufficio dirigenziale di livello generale straordinario che, nel rispetto degli indirizzi e delle direttive del Capo del Dipartimento, assicura il coordinamento e l'attuazione, anche in collaborazione con le altre amministrazioni competenti, degli interventi e dei progetti del PNRR attribuiti alla responsabilità del Ministero. In particolare, l'Unità di missione provvede al coordinamento delle relative attività di gestione, nonché al loro monitoraggio, rendicontazione e controllo. L'unità è a sua volta dotata di un ufficio dirigenziale di livello non generale (Attuazione dei progetti del PNRR); da essa dipendono funzionalmente, inoltre, gli uffici dirigenziali non generali del Dipartimento competenti per la programmazione, l'attuazione e il monitoraggio dei progetti del PNRR, con riferimento allo svolgimento di tali attività.
Presso il Dipartimento opera altresì l'Osservatorio per la parità di genere (articolo 31 del regolamento), che svolge compiti di consulenza e supporto nell'elaborazione e attuazione di politiche per la parità di genere, nonché attività di ricerca e monitoraggio sulle condizioni della parità di genere negli ambiti di competenza del Ministero, individua e propone buone pratiche, promuove la formazione, la conoscenza e la cultura delle pari opportunità. A supporto dell'Osservatorio opera una segreteria, formata da personale in servizio presso il Ministero. Le relative risorse umane e strumentali necessarie per il funzionamento dell'Osservatorio sono assicurate dalla Direzione generale risorse umane e organizzazione.
Direzione generale Risorse umane e organizzazione
La Direzione generale risorse umane e organizzazione (articolo 9 del regolamento) assicura la gestione efficiente, unitaria e coordinata degli affari generali e dei servizi comuni ed è competente in materia di stato giuridico e trattamento economico del personale, di relazioni sindacali, di concorsi, assunzioni, sistemi di valutazione, assegnazioni, mobilità, cessazioni, politiche della formazione del personale e politiche per le pari opportunità e il benessere organizzativo, gestione del contenzioso del lavoro, procedimenti disciplinari e spese di lite.
La Direzione generale si articola in 5 uffici dirigenziali di livello non generale centrali, che sono i seguenti:
Servizio I - Affari generali e contratti;
Servizio II - Reclutamento e stato giuridico del personale;
Servizio III - Contenzioso del lavoro e procedimenti disciplinari;
Servizio IV - Relazioni sindacali, benessere organizzativo e formazione del personale;
Servizio V - Trattamento economico, prevenzione della corruzione, sistema di misurazione e valutazione.
Per la lista delle funzioni specifiche assegnate a tali uffici si consulti l'allegato 5 del decreto ministeriale.
Direzione generale Bilancio, programmazione e monitoraggio
La Direzione generale Bilancio, programmazione e monitoraggio (articolo 10 del regolamento) cura il bilancio, la programmazione e il controllo di gestione del Ministero per le risorse finanziarie nonché l'analisi, e la valutazione delle politiche pubbliche e la revisione della spesa di competenza del Ministero. La Direzione svolge attività di supporto e consulenza in materia contabile, finanziaria e fiscale.
La Direzione generale si articola in 6 uffici dirigenziali di livello non generale centrali, che sono i seguenti:
Servizio I - Affari generali;
Servizio II - Vigilanza e Art-Bonus;
Servizio III - Bilancio e programmazione;
Servizio IV - Analisi e valutazione della spesa, monitoraggio e statistica;
Servizio V - Contratti e attuazione programmi;
Servizio VI - Contabilità economica e controllo di gestione.
Per la lista delle funzioni specifiche assegnate a tali uffici si consulti l'allegato 5 del decreto ministeriale.
Presso la Direzione generale opera il Nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici, con funzioni di supporto tecnico nelle fasi di programmazione, valutazione, attuazione e verifica di piani, programmi e politiche di intervento promossi e realizzati dal Ministero.
Direzione generale Affari europei e internazionali
La Direzione generale Affari europei e internazionali (articolo 11) cura le relazioni con le Istituzioni europee e internazionali negli ambiti di competenza del Ministero.
La Direzione generale si articola in 2 uffici dirigenziali di livello non generale centrali, che sono i seguenti:
Servizio I – Affari europei e internazionali;
Servizio II – UNESCO.
Per la lista delle funzioni specifiche assegnate a tali uffici si consulti l'allegato 5 del decreto ministeriale.
Direzione generale Digitalizzazione e comunicazione
La Direzione generale per la Digitalizzazione e la comunicazione (articolo 12 del regolamento) svolge funzioni e compiti in materia di trasformazione digitale, riorganizzazione dei processi e sviluppo dei sistemi informativi del Ministero.
La Direzione generale si articola in 2 uffici dirigenziali di livello non generale centrali, che sono i seguenti:
Servizio I – Innovazione tecnologica, digitalizzazione e comunicazione;
Servizio II – Sicurezza informativa e dei flussi documentali.
Per la lista delle funzioni specifiche assegnate a tali uffici si consulti l'allegato 5 del decreto ministeriale.
Inoltre, nell'ambito della Direzione, e sotto la sua vigilanza, opera il seguente ufficio dirigenziale di livello non generale dotato di autonomia speciale:
- Istituto centrale per la digitalizzazione del patrimonio culturale («Digital Library»), con sede a Roma, cura il coordinamento e promuove programmi di digitalizzazione del patrimonio culturale di competenza del Ministero, elaborando a tal fine il Piano nazionale di digitalizzazione del patrimonio culturale, curandone l'attuazione ed esprimendo parere obbligatorio e vincolante su ogni iniziativa del Ministero in materia (articolo 29 del decreto ministeriale).
Il Dipartimento per la tutela del patrimonio culturale (articolo 5 del regolamento) esercita le competenze del Ministero in materia di tutela dei beni culturali, in particolare dei beni di interesse archeologico, anche subacqueo, di beni storici, artistici, demoetnoantropologici, architettonici e del patrimonio immateriale; di tutela e qualità del paesaggio, di tutela e valorizzazione del patrimonio archivistico nonché di gestione e valorizzazione degli archivi statali. Esercita, altresì, le competenze in materia di sicurezza del patrimonio culturale.
Il Dipartimento per la tutela del patrimonio culturale è articolato nei seguenti 2 uffici dirigenziali di livello generale:
a) Direzione generale Archeologia, belle arti e paesaggio;
b) Direzione generale Archivi.
La struttura centrale del Dipartimento è articolata nelle seguenti 3 unità dirigenziali non generali:
Servizio I - Coordinamento amministrativo;
Servizio II - Coordinamento tecnico per la tutela del patrimonio culturale, emergenze e ricostruzioni;
Servizio III - Sicurezza degli istituti e dei luoghi della cultura.
Per la lista delle funzioni specifiche assegnate a tali uffici si consulti l'allegato 5 del decreto ministeriale.
Inoltre, nell'ambito del Dipartimento, e sotto la sua vigilanza, operano le seguenti strutture dotate di autonomia speciale:
- la Soprintendenza speciale Archeologia, belle arti e paesaggio di Roma, ufficio dotato di autonomia speciale di livello generale, composto a sua volta da un ufficio dirigenziale di livello non generale (denominato Direzione amministrativa). Essa è deputata a svolgere sull'intero territorio del Comune di Roma le funzioni e i compiti del Ministero relativi alla tutela dei beni di interesse archeologico, anche subacquei, dei beni storici, artistici e demoetnoantropologici, ivi compresi i dipinti murali e gli apparati decorativi, nonché alla tutela dei beni architettonici e alla qualità e alla tutela del paesaggio (articolo 25 del regolamento e articolo 23 del decreto ministeriale);
- l'Ufficio del Soprintendente speciale per le aree colpite dal sisma del 24 agosto 2016, ufficio dotato di autonomia speciale di livello non generale, con sede a Rieti, disciplinato dal decreto ministeriale 3 novembre 2020. Esso assicura il buon andamento e la necessaria unitarietà della gestione degli interventi operativi di messa in sicurezza del patrimonio culturale, delle azioni di recupero e della ricostruzione nelle aree colpite dagli eventi calamitosi del 24 agosto 2016 e svolge, nei comuni colpiti da tale sisma, tutte le funzioni attribuite al Ministero della cultura nelle procedure comunque attinenti agli interventi di ricostruzione.
Direzione generale Archeologia, belle arti e paesaggio
La Direzione generale Archeologia, belle arti e paesaggio (articolo 13 del regolamento) svolge le funzioni e i compiti del Ministero relativi alla tutela dei beni di interesse archeologico, anche subacquei, dei beni storici, artistici e demoetnoantropologici, ivi compresi i dipinti murali e gli apparati decorativi, nonché alla tutela dei beni architettonici e alla qualità e alla tutela del paesaggio; esercita inoltre poteri di direzione, indirizzo, coordinamento, controllo e, in caso di necessità, informato il Capo del Dipartimento per la tutela del patrimonio culturale, avocazione e sostituzione, in relazione alle attività esercitate dalle Soprintendenze Archeologia, belle arti e paesaggio, assicurando al contempo che esse esercitino le loro funzioni di tutela conformemente a criteri omogenei su tutto il territorio nazionale.
La Direzione generale si articola in 5 uffici dirigenziali di livello non generale centrali, e in 43 uffici dirigenziali di livello non generale periferici, costituiti dalle Soprintendenze Archeologia, belle arti e paesaggio.
I 5 uffici dirigenziali di livello non generale centrali sono i seguenti:
Servizio I - Organizzazione e funzionamento;
Servizio II - Scavi e tutela del patrimonio archeologico;
Servizio III - Tutela del patrimonio storico, artistico e architettonico;
Servizio IV - Circolazione;
Servizio V – Tutela del paesaggio.
Per la lista delle funzioni specifiche assegnate a tali uffici si consulti l'allegato 5 del decreto ministeriale.
Quanto alle 43 Soprintendenze Archeologia, belle arti e paesaggio, esse (articolo 3 del decreto ministeriale) sono collocate ad un livello corrispondente al territorio di una o più province e assicurano, relativamente a tale ambito territoriale, la tutela del patrimonio culturale. Sono articolate in almeno sette aree funzionali, riguardanti rispettivamente: l'organizzazione e il funzionamento; il patrimonio archeologico; il patrimonio storico e artistico; il patrimonio architettonico; il patrimonio demoetnoantropologico e immateriale; il paesaggio; l'educazione e la ricerca.
Inoltre, nell'ambito della Direzione, e sotto la sua vigilanza, operano le seguenti strutture dotate di autonomia speciale, tutte costituenti uffici dirigenziali di livello non generale:
- Istituto centrale per il restauro, con sede a Roma, svolge attività di restauro, conservazione, ricerca e consulenza sui beni del patrimonio culturale appartenenti allo Stato e ad altri Enti pubblici, anche non territoriali, nonché alle persone giuridiche private; presso l'Istituto è attiva la Scuola di alta formazione e studio a ciclo unico di 5 anni con sedi a Roma e a Matera, che rilascia un diploma abilitante alla professione di Restauratore di beni culturali equiparato a laurea magistrale (articolo 26 del decreto ministeriale);
- Opificio delle pietre dure, con sede a Firenze, svolge anch'esso attività di restauro, conservazione, ricerca e consulenza sui beni del patrimonio culturale appartenenti allo Stato e ad altri Enti pubblici, anche non territoriali, nonché alle persone giuridiche private (articolo 27 del decreto ministeriale);
- Istituto centrale per l'archeologia, con sede a Roma, svolge compiti e funzioni in materia di studio e di ricerca nel settore dell'archeologia (articolo 30 del decreto ministeriale);
- Istituto centrale per il patrimonio immateriale, con sede a Roma, opera per la salvaguardia e la valorizzazione, in Italia e all'estero, dei beni culturali demoetnoantropologici, materiali e immateriali, e delle espressioni delle diversità culturali presenti sul territorio (articolo 31 del decreto ministeriale);
- Istituto centrale per il catalogo e la documentazione, con sede a Roma, svolge attività di studio, ricerca, coordinamento tecnico-scientifico, formazione e divulgazione in materia di censimento, catalogazione, documentazione e digitalizzazione dei beni culturali (articolo 32 del decreto ministeriale);
- Soprintendenza nazionale per il patrimonio culturale subacqueo, con sede centrale a Taranto, svolge attività di studio, ricerca, coordinamento tecnico-scientifico, salvaguardia e conservazione del patrimonio culturale subacqueo, nonché delle funzioni attribuite al Ministero ai sensi della legge 23 ottobre 2009, n. 157, recante la ratifica e l'esecuzione della Convenzione sulla protezione del patrimonio culturale subacqueo, adottata a Parigi il 2 novembre 2001 (articolo 24 del decreto ministeriale).
Presso la Direzione generale archeologia, belle arti e paesaggio opera la Soprintendenza speciale per il PNRR, con la relativa segreteria tecnica. Le funzioni di direttore della Soprintendenza speciale per il PNRR sono svolte dal direttore della Direzione generale archeologia, belle arti e paesaggio.
Infine, la Direzione assicura le risorse umane e strumentali necessarie per il funzionamento del comitato tecnico-scientifico per l'archeologia, le belle arti e il paesaggio, organo consultivo del Ministero.
Direzione generale archivi
La Direzione generale archivi (articolo 14 del regolamento) svolge le funzioni e i compiti relativi alla tutela e alla valorizzazione dei beni archivistici; esercita inoltre poteri di direzione, indirizzo, coordinamento, controllo e, in caso di necessità ricorrendone i presupposti, informato il Capo del Dipartimento per la tutela del patrimonio culturale, avocazione e sostituzione con riferimento all'attività esercitata dagli Archivi di Stato e dalle Soprintendenze archivistiche e bibliografiche.
La Direzione generale si articola in 3 uffici dirigenziali di livello non generale centrali, e in 25 uffici dirigenziali di livello non generale periferici.
I 3 uffici dirigenziali di livello non generale centrali sono i seguenti:
Servizio I - Organizzazione e funzionamento;
Servizio II - Tutela e digitalizzazione del patrimonio archivistico;
Servizio III – Gestione e valorizzazione degli archivi.
Per la lista delle funzioni specifiche assegnate a tali uffici si consulti l'allegato 5 del decreto ministeriale.
Quanto ai 25 uffici dirigenziali di livello non generale periferici, essi sono costituiti dai seguenti:
- 17 Soprintendenze archivistiche e bibliografiche regionali (collocati in tutte le regioni salvo che in Valle d'Aosta, Trentino Alto Adige e Molise, che rientrano nella competenza, rispettivamente, di Piemonte, Veneto e Abruzzo); esse provvedono alla tutela e alla valorizzazione dei beni archivistici nel territorio di competenza, nonché, in tal caso dipendono funzionalmente dalla Direzione generale Biblioteche e istituti culturali, della tutela e della valorizzazione dei beni librari, nel rispetto delle competenze regionali in materia; le Soprintendenze archivistiche e bibliografiche sono articolate in almeno tre aree funzionali, riguardanti rispettivamente: l'organizzazione e il funzionamento; il patrimonio archivistico; il patrimonio bibliografico (articolo 6 del decreto ministeriale);
- 8 Archivi di stato (con sede a Torino, Milano, Venezia, Bologna, Firenze, Roma, Napoli e Palermo), che svolgono funzioni di tutela e valorizzazione dei beni archivistici in loro consegna, assicurandone la pubblica fruizione, e concorrono alla vigilanza sugli archivi correnti e di deposito delle Amministrazioni periferiche dello Stato (articolo 7 del decreto ministeriale).
Inoltre, nell'ambito della Direzione, e sotto la sua vigilanza, operano le seguenti strutture dotate di autonomia speciale, tutte costituenti uffici dirigenziali di livello non generale:
- Archivio centrale dello Stato, con sede a Roma, conserva archivi e documenti, su qualunque supporto, degli organi centrali dello Stato italiano, di enti pubblici di rilievo nazionale e di privati che lo Stato abbia in proprietà o deposito per disposizioni di legge o a qualunque altro titolo; garantisce la consultabilità della documentazione conservata; concorre alla vigilanza sugli archivi correnti e di deposito delle Amministrazioni centrali dello Stato (articolo 33 del decreto ministeriale);
- Istituto centrale per gli Archivi, con sede a Roma, svolge attività di studio, ricerca, coordinamento tecnico-scientifico e di formazione e divulgazione in materia di descrizione e digitalizzazione di beni archivistici (articolo 34 del decreto ministeriale);
- Istituto centrale per la patologia degli archivi e del libro, con sede a Roma, svolge attività di restauro, conservazione, ricerca e consulenza sui beni archivistici e librari, qualunque sia il supporto su cui sono o verranno posti in essere, appartenenti allo Stato e ad altri Enti pubblici, anche non territoriali, nonché alle persone giuridiche private (articolo 28 del decreto ministeriale).
Infine, la Direzione assicura le risorse umane e strumentali necessarie per il funzionamento del comitato tecnico-scientifico per gli archivi, organo consultivo del Ministero.
Il Dipartimento per la valorizzazione del patrimonio culturale (articolo 6 del regolamento) esercita le competenze del Ministero in materia di valorizzazione, anche economica, del patrimonio culturale statale, di fruizione del patrimonio culturale, anche da parte delle persone diversamente abili; di adeguamento del sistema museale nazionale agli standard internazionali; di promozione della conoscenza del patrimonio culturale; di promozione dello sviluppo della cultura; di cura delle collezioni dei musei e luoghi della cultura statali; di coordinamento del sistema museale nazionale.
Si ricorda che i musei, le aree archeologiche e i parchi archeologici e gli altri istituti e luoghi della cultura di appartenenza statale, ai sensi dell'articolo 5 del decreto ministeriale, sono dotati di autonomia tecnico-scientifica e svolgono funzioni di tutela e valorizzazione delle collezioni e delle raccolte in consegna, assicurandone la pubblica fruizione.
Il Dipartimento per la tutela del patrimonio culturale è articolato nei seguenti 15 uffici dirigenziali di livello generale:
- la Direzione generale musei;
- 14 musei e parchi archeologici dotati di autonomia speciale.
Per quanto riguarda la struttura centrale del Dipartimento, essa è articolata nelle seguenti 3 unità dirigenziali non generali:
Servizio I - Coordinamento amministrativo (entro cui opera altresì un ufficio dirigenziale specificamente dedicato agli Affari generali);
Servizio II - Coordinamento tecnico e monitoraggio.
Per la lista delle funzioni specifiche assegnate a tali uffici si consulti l'allegato 5 del decreto ministeriale.
I 14 musei e parchi archeologici dotati di autonomia speciale costituenti uffici di livello dirigenziale generale sono i seguenti:
- i Musei reali di Torino;
- la Pinacoteca di Brera;
- le Gallerie dell'Accademia di Venezia;
- le Gallerie degli Uffizi;
- la Galleria dell'Accademia di Firenze e i Musei del Bargello;
- il Parco archeologico del Colosseo;
- il Museo nazionale romano;
- la Galleria Borghese;
- il Vittoriano e Palazzo Venezia;
- la Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea;
- il Museo archeologico nazionale di Napoli;
- il Museo e il Real bosco di Capodimonte;
- il Parco archeologico di Pompei;
- la Reggia di Caserta.
Tali uffici sono sottoposti alla vigilanza diretta del Capo del Dipartimento, che ne approva i bilanci e i conti consuntivi, su parere conforme del Dipartimento per l'amministrazione generale. Presso la Galleria degli Uffizi, il Parco archeologico del Colosseo, il Parco archeologico di Pompei e la Pinacoteca di Brera è collocato anche un ufficio dirigenziale di livello non generale. Con riguardo alle funzioni di tutela dei beni di interesse archeologico, anche subacquei, dei beni storici, artistici e demoetnoantropologici, ivi compresi i dipinti murali e gli apparati decorativi, nonché alla tutela dei beni architettonici e alla qualità e alla tutela del paesaggio, che tali uffici svolgono nell'ambito delle loro competenze, essi sono sottoposti alla vigilanza del Dipartimento per la tutela del patrimonio culturale.
Inoltre, nell'ambito del Dipartimento, e posta direttamente sotto la sua vigilanza, opera la seguente struttura dotata di autonomia speciale di livello non generale:
- Istituto centrale per la valorizzazione economica e la promozione del patrimonio culturale, con sede a Roma, svolge, sulla base delle linee guida e criteri formulati dal Dipartimento per la valorizzazione del patrimonio culturale, attività di programmazione in materia di valorizzazione economica e promozione del patrimonio culturale (articolo 35 del decreto ministeriale).
Infine, la Direzione assicura le risorse umane e strumentali necessarie per il funzionamento del comitato tecnico-scientifico per i musei e la valorizzazione, organo consultivo del Ministero.
Direzione generale musei
La Direzione generale Musei (articolo 15 del regolamento) cura le collezioni dei musei e i luoghi della cultura statali, con riferimento alle politiche di conservazione e manutenzione programmata, acquisizione, prestito, catalogazione, fruizione e valorizzazione; sovraintende al Sistema museale nazionale, cura e gestisce la piattaforma digitale «Museitaliani» e coordina le Direzioni regionali Musei nazionali; svolge funzioni e compiti di valorizzazione del patrimonio culturale con riguardo a tutti gli istituti e luoghi della cultura che siano di pertinenza dello Stato o costituiti dallo Stato.
La Direzione generale si articola in 3 uffici dirigenziali di livello non generale centrali:
Servizio I – Affari generali, amministrazione e personale;
Servizio II – Sistema museale nazionale e valorizzazione del patrimonio culturale;
Servizio III – Fruizione e comunicazione del patrimonio culturale.
Per la lista delle funzioni specifiche assegnate a tali uffici si consulti l'allegato 5 del decreto ministeriale.
Nell'ambito della Direzione, e sotto la sua vigilanza, operano inoltre, quali uffici dirigenziali di livello non generale dotati di autonomia speciale:
- 52 tra musei, aree e parchi archeologici e altri luoghi della cultura di rilevante interesse nazionale (articolo 5 del decreto ministeriale). Tra essi sono inclusi anche le 17 Direzioni regionali Musei nazionali e la Direzione Musei nazionali della città di Roma, il cui compito assicurano sul territorio il coordinamento del servizio pubblico di fruizione e di valorizzazione degli istituti e dei luoghi della cultura (articolo 4 del decreto ministeriale). In 10 casi, tali direzioni sono accorpati ad altri luoghi della cultura; in 7 casi (Calabria, Campania, Lazio, Lombardia, Sardegna, Toscana e Veneto) costituiscono un ufficio a sé stante;
- Istituto centrale per la grafica, con sede a Roma, istituto museale che svolge attività di conservazione, tutela e promozione del patrimonio in consegna (articolo 36 del decreto ministeriale).
Il Dipartimento per le attività culturali (articolo 7 del regolamento) esercita le competenze del Ministero in materia di: promozione dello spettacolo, delle attività teatrali, musicali, di danza, circensi, dello spettacolo viaggiante; promozione delle attività cinematografiche e delle produzioni cinematografiche, audiovisive, radiotelevisive e multimediali; promozione delle imprese culturali e creative, della creatività contemporanea, della cultura urbanistica e architettonica, partecipazione alla progettazione di opere destinate ad attività culturali; diritto d'autore e proprietà intellettuale; promozione del libro e sviluppo dei servizi bibliografici e bibliotecari nazionali; tutela dei beni librari e gestione e valorizzazione delle biblioteche statali; promozione delle attività di associazioni, fondazioni, accademie e altre istituzioni della cultura; svolge compiti di indirizzo, programmazione, monitoraggio e vigilanza sulla Società italiana autori ed editori (SIAE).
Il Dipartimento per le attività culturali è articolato nei seguenti 4 uffici dirigenziali di livello generale centrali:
a) Direzione generale Spettacolo;
b) Direzione generale Cinema e audiovisivo;
c) Direzione generale Creatività contemporanea;
d) Direzione generale Biblioteche e istituti culturali.
Per quanto riguarda la struttura centrale del Dipartimento, essa è articolata nelle seguenti 2 unità dirigenziali non generali:
Servizio I - Coordinamento tecnico e amministrativo;
Servizio II - Coordinamento delle attività culturali e del diritto d'autore.
Per la lista delle funzioni specifiche assegnate a tali uffici si consulti l'allegato 5 del decreto ministeriale.
Presso il Dipartimento opera il Comitato consultivo permanente per il diritto di autore di cui all'articolo 190 della legge 22 aprile 1941, n. 633. Esso provvede allo studio delle materie attinenti al diritto di autore o ad esso connesse e dà pareri sulle questioni relative quando ne sia richiesto dal Ministro o quando sia prescritto da speciali disposizioni.
Direzione generale spettacolo
La Direzione generale Spettacolo (articolo 16 del regolamento) svolge funzioni e compiti in materia di arti performative, di spettacolo dal vivo con riferimento alla musica, alla danza, al teatro, ai circhi, allo spettacolo viaggiante, ai carnevali storici, alle rievocazioni storiche e alla promozione delle diversità delle espressioni culturali.
La Direzione generale si articola in 3 uffici dirigenziali di livello non generale centrali:
Servizio I – Organizzazione e funzionamento;
Servizio II – Teatro, danza, circhi e spettacolo viaggiante.
Servizio III – Musica (incluse le Fondazioni lirico sinfoniche).
Per la lista delle funzioni specifiche assegnate a tali uffici si consulti l'allegato 5 del decreto ministeriale.
La Direzione generale fornisce inoltre le risorse umane e strumentali necessarie per il funzionamento del Consiglio superiore dello spettacolo (articolo 28 del regolamento), organo consultivo del Ministro che svolge compiti di consulenza e supporto nell'elaborazione e attuazione delle politiche del settore dello spettacolo dal vivo, nonché nella predisposizione di indirizzi e criteri generali relativi alla destinazione delle risorse pubbliche per il sostegno alle attività di spettacolo dal vivo. Presso la Direzione generale opera altresì l'Osservatorio per lo spettacolo.
Direzione generale cinema e audiovisivo
La Direzione generale Cinema e audiovisivo (articolo 17 del regolamento) svolge le funzioni e i compiti in materia di attività cinematografiche e di produzioni audiovisive che la legge assegna al Ministero.
La Direzione generale si articola in 4 uffici dirigenziali di livello non generale centrali:
Servizio I – Affari generali, personale, amministrazione, attività amministrative trasversali;
Servizio II – Produzioni cinematografiche e audiovisive, distribuzione ed esercizio;
Servizio III – Incentivi fiscali;
Servizio IV - Promozione della cultura cinematografica ed audiovisiva, vigilanza.
Per la lista delle funzioni specifiche assegnate a tali uffici si consulti l'allegato 5 del decreto ministeriale.
Nell'ambito della Direzione, e sotto la sua vigilanza, opera inoltre, quale ufficio dirigenziale di livello non generale dotato di autonomia speciale:
- Istituto centrale per i beni sonori ed audiovisivi, con sede a Roma, svolge attività di studio, ricerca, coordinamento tecnico-scientifico, formazione e divulgazione in materia di censimento, catalogazione, documentazione e digitalizzazione, restauro e conservazione dei documenti sonori e audiovisivi (articolo 37 del decreto ministeriale).
La Direzione generale fornisce inoltre le risorse umane e strumentali necessarie per il funzionamento del Consiglio superiore del cinema e dell'audiovisivo (articolo 29 del regolamento), organo che svolge compiti di consulenza e supporto nella elaborazione ed attuazione delle politiche del settore del cinema e dell'audiovisivo, nonché nella predisposizione di indirizzi e criteri generali relativi alla destinazione delle risorse pubbliche per il sostegno alle attività cinematografiche e dell'audiovisivo.
Direzione generale creatività contemporanea
La Direzione generale Creatività contemporanea (articolo 18 del regolamento) svolge le funzioni e i compiti relativi alla promozione e al sostegno dell'arte e dell'architettura contemporanee, in tutte le loro espressioni, ivi inclusa la fotografia e la video-arte, il design e la moda, e della qualità architettonica e urbanistica. La Direzione sostiene altresì le imprese culturali e creative e promuove interventi di rigenerazione urbana.
La Direzione generale si articola in 3 uffici dirigenziali di livello non generale centrali:
Servizio I – Imprese culturali e creative, moda e design;
Servizio II – Arte contemporanea e fotografia;
Servizio III – Architettura contemporanea, periferie e rigenerazione urbana.
Per la lista delle funzioni specifiche assegnate a tali uffici si consulti l'allegato 5 del decreto ministeriale.
La Direzione assicura le risorse umane e strumentali necessarie per il funzionamento del comitato tecnico-scientifico per l'arte e l'architettura contemporanee, organo consultivo del Ministero.
Direzione generale Biblioteche e istituti culturali
La Direzione generale Biblioteche e istituti culturali (articolo 19 del regolamento) svolge funzioni e compiti relativi alle biblioteche pubbliche statali, ai servizi bibliografici e bibliotecari nazionali, alla promozione del libro e della lettura; svolge altresì le funzioni e i compiti relativi alla tutela dei beni librari, anche avvalendosi delle Soprintendenze archivistiche e bibliografiche; esercita i poteri di direzione, indirizzo, coordinamento, controllo e, in caso di necessità ricorrendone i presupposti, informato il Capo del Dipartimento per la tutela del patrimonio culturale, avocazione e sostituzione con riferimento all'attività esercitata dalle Biblioteche pubbliche statali, nonché, limitatamente alle attività di tutela dei beni librari, dalle Soprintendenze archivistiche e bibliografiche.
La Direzione generale si articola in 2 uffici dirigenziali di livello non generale centrali, e in 4 uffici dirigenziali di livello non generale periferici.
I 2 uffici dirigenziali di livello non generale centrali sono i seguenti:
Servizio I – Affari generali, programmazione, bilancio e personale;
Servizio II – Patrimonio bibliografico, diritto d'autore ed istituti culturali.
Per la lista delle funzioni specifiche assegnate a tali uffici si consulti l'allegato 5 del decreto ministeriale.
I 4 uffici dirigenziali di livello non generale periferici sono costituiti dalle 4 biblioteche pubbliche statali di Genova ("Universitaria"), Napoli ("Vittorio Emanuele II"), Torino ("Universitaria") e Venezia ("Marciana"). Esse (articolo 8 del decreto ministeriale) svolgono funzioni di conservazione e valorizzazione del patrimonio bibliografico, assicurandone la pubblica fruizione. Esse sono dotate di autonomia tecnico-scientifica e svolgono i propri compiti tenuto conto della specificità delle raccolte, della tipologia degli utenti e del contesto territoriale in cui ciascuna è inserita.
Nell'ambito della Direzione, e sotto la sua vigilanza, operano inoltre, quali uffici dirigenziali di livello non generale dotati di autonomia speciale:
- la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, e la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, preposte alla raccolta, conservazione, documentazione e valorizzazione della memoria storica della Nazione (articoli 38 e 39 del decreto ministeriale);
- l'Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane, con sede a Roma, svolge funzioni di studio, ricerca, coordinamento tecnico-scientifico, formazione e divulgazione in materia di censimento, catalogazione, digitalizzazione e fruizione del patrimonio bibliografico e documentario (articolo 40 del decreto ministeriale);
- il Centro per il libro e la lettura, il cui compito è quello di attuare politiche di diffusione del libro e della lettura in Italia, nonché di promozione del libro italiano, della cultura e degli autori italiani all'estero, e la cui organizzazione e il cui funzionamento sono disciplinati dal decreto Presidente della Repubblica 25 gennaio 2010, n. 34.
Infine, la Direzione assicura le risorse umane e strumentali necessarie per il funzionamento del comitato tecnico-scientifico per le biblioteche e gli istituti culturali, organo consultivo del Ministero.
Gli Uffici di diretta collaborazione (articoli da 32 a 39 del regolamento) esercitano le competenze di supporto all'organo di direzione politica e di raccordo tra questo e le altre strutture dell'amministrazione, collaborando alla definizione degli obiettivi, alla elaborazione delle politiche pubbliche, alla relativa valutazione e alle connesse attività di comunicazione, con particolare riferimento all'analisi di impatto normativo, all'analisi costi-benefici e alla congruenza fra obiettivi e risultati. Essi sono costituiti nell'ambito del Gabinetto, inteso quale centro di responsabilità amministrativa.
Agli Uffici di diretta collaborazione è assegnato personale dipendente del Ministero e di altre amministrazioni pubbliche, enti, società in house, anche in posizione di aspettativa, fuori ruolo o comando, nel numero massimo di cento unità, comprensivo, in numero non superiore a venticinque, di esperti estranei alla amministrazione assunti con contratto a tempo determinato o di collaborazione comunque di durata non superiore a quella di permanenza in carica del Ministro.
Presso il Gabinetto è conferito, nell'ambito delle prescritte dotazioni organiche del Ministero, un incarico di livello dirigenziale generale. Presso gli Uffici di diretta collaborazione possono essere conferiti, nell'ambito delle prescritte dotazioni organiche del Ministero, fino a tre incarichi di livello dirigenziale non generale.
Possono inoltre essere chiamati a collaborare con gli Uffici di diretta collaborazione fino a quindici Consiglieri, nonché fino a ulteriori quindici Consiglieri a titolo gratuito, salvo il rimborso delle spese effettivamente sostenute, sono scelti tra esperti di particolare professionalità e specializzazione nelle materie di competenza del Ministero e in quelle giuridico-amministrative ed economiche. A un massimo di cinque tra tali trenta consiglieri può essere affidato l'incarico di responsabile per l'attuazione di specifici progetti.
I Capi degli Uffici di diretta collaborazione, nonché i Vice Capi di Gabinetto e il Vice Capo dell'Ufficio legislativo sono nominati dal Ministro per la durata massima del relativo mandato governativo. Essi, così come il portavoce del Ministro, il Consigliere diplomatico e i componenti dell'Organismo indipendente di valutazione della performance, si intendono aggiuntivi rispetto al contingente sopra citato.
Il Capo di Gabinetto, i Vice Capi di Gabinetto, il Capo dell'Ufficio legislativo e il Vice Capo dell'Ufficio legislativo sono individuati tra magistrati ordinari, amministrativi e contabili, avvocati dello Stato, consiglieri parlamentari, professori universitari di ruolo, dirigenti di livello generale delle pubbliche amministrazioni, nonché tra esperti, anche estranei alla pubblica amministrazione, dotati di elevata professionalità; il Capo della Segreteria, il Capo della Segreteria tecnica e il Segretario particolare possono essere individuati tra dipendenti pubblici e anche tra estranei alla pubblica amministrazione.
Sono Uffici di diretta collaborazione i seguenti:
- l'Ufficio di Gabinetto coadiuva il Capo di Gabinetto nello svolgimento dei propri compiti e di quelli delegati dal Ministro. Il Capo di Gabinetto, coadiuvato da non più di due Vice, supporta il Ministro nello svolgimento dei suoi compiti istituzionali e coordina tutti gli Uffici di diretta collaborazione; assicura il raccordo tra le funzioni di indirizzo del Ministro e le competenze dei Capi dei Dipartimenti; verifica gli atti da sottoporre alla firma del Ministro e dei Sottosegretari di Stato, cura gli affari e gli atti la cui conoscenza è sottoposta a particolari misure di sicurezza e cura i rapporti con i Dipartimenti e con le altre strutture dirigenziali di livello generale, con il Comando Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale e con l'Organismo indipendente di valutazione della performance; cura l'istruttoria dei procedimenti di concessione del patrocinio del Ministero;
- l'Ufficio legislativo, diretto da un Capo che può a sua volta essere assistito da massimo due Vice, cura l'attività normativa e, in particolare, la definizione delle iniziative legislative e regolamentari nelle materie di competenza del Ministero, avvalendosi anche della collaborazione dei competenti Dipartimenti e Direzioni generali; svolge attività di consulenza giuridica per il Ministro e, sulle questioni di particolare rilevanza, per gli Uffici di diretta collaborazione e per i Capi dei Dipartimenti; esamina i provvedimenti sottoposti al Consiglio dei ministri e cura i rapporti con la Presidenza del Consiglio dei ministri, con i Ministeri e con le altre amministrazioni interessate, anche per quanto riguarda l'attuazione normativa degli atti dell'Unione europea; esamina i disegni di legge di iniziativa parlamentare nelle materie di competenza del Ministero e cura il raccordo permanente con l'attività legislativa del Parlamento, compresi gli atti di controllo e di sindacato ispettivo; esamina la legislazione regionale per le materie di interesse del Ministero e cura, in raccordo con l'Ufficio di Gabinetto, i rapporti di natura tecnico-giuridica con la Conferenza Stato-regioni; esamina la normativa dell'Unione europea nelle materie di interesse del Ministero, svolge attività di consulenza tecnico-giuridica in riferimento ai negoziati relativi a convenzioni e trattati internazionali; cura, in raccordo con l'Ufficio di Gabinetto, i rapporti di natura tecnico-giuridica con le Autorità amministrative indipendenti, con l'Avvocatura generale dello Stato e con il Consiglio di Stato; sovraintende al contenzioso internazionale, europeo e costituzionale;
- l'Ufficio Stampa e comunicazione tiene i rapporti con la stampa, cura la comunicazione pubblica del Ministro e supervisiona la comunicazione istituzionale del Ministero; organizza e coordina l'attività di comunicazione interna del Ministero;
- la Segreteria del Ministro svolge attività di supporto ai compiti del medesimo, ne cura il cerimoniale ed è coordinata da un Capo della Segreteria;
- la Segreteria tecnica del Ministro assicura il supporto conoscitivo specialistico per l'elaborazione delle politiche riguardanti i settori di competenza del Ministero, ai fini della definizione degli obiettivi e dei programmi da attuare, ed è coordinata da un Capo della segreteria tecnica.
Il Segretario particolare del Ministro cura i rapporti diretti dello stesso nello svolgimento dei suoi compiti istituzionali.
Il Consigliere diplomatico assiste il Ministro nello svolgimento dell'attività in campo europeo e internazionale; promuove e assicura la partecipazione attiva del Ministro agli organismi internazionali e dell'Unione europea; supervisiona l'attuazione dei suoi indirizzi in materie internazionali e sovrintende, in raccordo con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale e l'Ufficio legislativo, ai negoziati relativi ad accordi internazionali nelle materie di competenza del Ministero.
Il Ministro può inoltre nominare un proprio portavoce.
Anche ai Sottosegretari di Stato spettano uffici di segretaria, diretti da un Capo della segreteria e composti da personale del Ministero e dipendenti pubblici, anche in posizione di aspettativa, fuori ruolo o comando, nel numero massimo di otto unità, delle quali non più di tre estranee all'amministrazione assunte con contratto a tempo determinato.
Presso il centro di responsabilità costituito dal Gabinetto e dagli Uffici di diretta collaborazione del Ministro operano altresì, come centri di costo, i seguenti organi:
- il Consiglio superiore per i beni culturali e paesaggistici, organo consultivo del Ministero a carattere tecnico-scientifico (disciplinato dall'articolo 26 del regolamento, l'ultimo decreto di nomina dei componenti è il decreto ministeriale n. 63 del 2023). Avanza proposte al Ministro su ogni questione di carattere generale di particolare rilievo afferente alla materia dei beni culturali e paesaggistici, esprime pareri, su richiesta del Capo di Gabinetto o tramite l'Ufficio di Gabinetto, sui programmi nazionali per i beni culturali e paesaggistici e sui relativi piani di spesa annuali e pluriennali, sugli schemi di accordi internazionali in materia di beni culturali, sui piani strategici di sviluppo culturale e sui programmi di valorizzazione dei beni culturali, sui piani paesaggistici elaborati congiuntamente con le Regioni, sugli schemi di atti normativi e amministrativi generali, su questioni di carattere generale di particolare rilievo concernenti la materia dei beni culturali e paesaggistici, su questioni in materia di beni culturali e paesaggistici formulate da altre amministrazioni statali regionali, locali, nonché da Stati esteri;
- l'Organismo indipendente di valutazione della performance, istituito in applicazione dell'art. 14 del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, che monitora il funzionamento complessivo del sistema della valutazione, della trasparenza e integrità dei controlli interni ed elabora una relazione annuale sullo stato dello stesso , anche formulando proposte e raccomandazioni ai vertici amministrativi (istituito con il decreto ministeriale n. 356 del 2022);
- il Comando Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale, che risponde funzionalmente al Ministro e cui, ai sensi del decreto ministeriale 5 marzo 1992, sono delegate le funzioni spettanti al Ministero per tutto ciò che concerne la sicurezza del patrimonio culturale, l'acquisizione di notizie atte a far promuovere le iniziative necessarie per la protezione del patrimonio storico artistico, oltreché le attività di prevenzione e repressione per quanto attiene alla tutela e alla salvaguardia e il recupero del patrimonio culturale.
Lo stato di previsione di cassa del Ministero della cultura espone un totale di spese previste per il 2025 pari a poco più di 3,2 miliardi di euro (per l'esattezza 3.225.329.940 euro), su un bilancio dello Stato che complessivamente prevede un ammontare di spese finali pari a 935,5 miliardi. Esso contiene pertanto lo 0,34 per cento della spesa pubblica nazionale (al netto degli oneri di rimborso del debito pubblico).
Il grafico sottostante mostra l'evoluzione diacronica della dotazione dello stato di previsione del Ministero negli ultimi anni. Si tenga presente che per il 2024 e il 2025 i dati sono ancora di natura previsionale, non essendo ancora disponibili i rendiconti, mentre per il biennio precedente sono dati di consuntivo.
Dal punto di vista della natura della spesa, il Ministero si configura come un soggetto di natura mista. Su 3,2 miliardi posti a Bilancio: 0,9 miliardi sono classificati come spese correnti di funzionamento (di cui magna pars è costituita dalla spesa per il personale, in servizio presso l'amministrazione centrale o periferica); 0,9 miliardi come spese correnti per interventi (ossia, per la gran parte, trasferimenti a soggetti terzi, pubblici o privati); 1,4 miliardi sono spese per investimenti in conto capitale.
Dal punto di vista della classificazione finalistica della spesa, lo stato di previsione del Ministero è ripartito in due sole Missioni:
Le due Missioni in questione sono ripartite a loro volta in 14 Programmi di spesa, assegnati ai 5 centri di responsabilità amministrativa in cui è diviso il Ministero.
Nella tabella sottostante sono riportati i programmi di spesa del Ministero, con la rispettiva dotazione previsionale di cassa per il 2025, ripartiti per centro di responsabilità amministrativa competente.
La tabella è utile a comprendere il peso, assoluto e relativo, dei programmi di spesa e dei centri di responsabilità, ma se l'obiettivo è capire quanta parte della spesa del Ministero sia destinata a ciascuna delle tra sue funzioni principali, per come le abbiamo enucleate in apertura (tutela, valorizzazione, promozione), essa può risultare in qualche senso fuorviante.
Si tenga presente, infatti, che una porzione cospicua delle risorse appostate nel programma più corposo, denominato "Programmazione e attribuzione delle risorse per la tutela del patrimonio culturale", è costituita dalle risorse finanziarie destinate alle programmazioni annuali e pluriennali degli interventi ordinari e straordinari di competenza del Ministero e dei relativi piani di spesa, nonché ai programmi annuali di contributi in conto capitale, la cui gestione è demandata al Dipartimento per l'amministrazione generale, ed in particolare della Direzione generale Bilancio, programmazione e monitoraggio (servizio III).
In tale programma sono ricompresi, ad esempio, i capitoli di spesa in conto capitale relativi alla "Attuazione degli interventi del piano strategico "Grandi progetti beni culturali" (capitolo 8098), al "Fondo per la tutela del patrimonio culturale" (capitolo 8099), o al "Fondo investimenti complementari PNRR – MIC, Piano di investimenti strategici sui siti del patrimonio culturale, edifici e aree naturali" (capitolo 8130), oppure il capitolo 1431, recante la somma per l'assegnazione della carta cultura giovani e della carta del merito.
Tutte risorse che in una logica propriamente finalistica sarebbe stato lecito attendersi che venissero affidate, a seconda dei casi, al Dipartimento per la tutela del patrimonio culturale, al Dipartimento per la valorizzazione del patrimonio culturale, o al Dipartimento per le attività culturali, almeno stando alla denominazione attribuita a tali strutture amministrative. Così non è, poiché tali strutture sono tradizionalmente dedicate, più che alla gestione delle risorse finanziarie, alle attività di vigilanza e di controllo sugli uffici periferici da loro direttamente dipendenti (soprintendenze, archivi, biblioteche, musei, parchi archeologici ed altri luoghi ed istituti di cultura). La gran parte delle risorse loro assegnate nel bilancio del Ministero è destinata, cioè, al solo trattamento economico del personale operante in tali uffici.
Tra i tre dipartimenti citati assume un aspetto più ibrido il Dipartimento per le attività culturali, all'interno del quale convivono contesti assai diversi. La Direzione generale Biblioteche e istituti culturali, ad esempio, assomiglia molto (quantomeno per una parte delle proprie attività) alle direzioni generali dedicate alla tutela e alla valorizzazione, occupandosi della vigilanza e del controllo sulle biblioteche pubbliche statali, mentre le direzioni generali dedicate al sostegno ai settori cinematografico e dello spettacolo dal vivo, invece, erogano in prima persona i contributi ai soggetti terzi.