La gestione del servizio postale universale è affidata a Poste Italiane S.p.A. I rapporti sono regolati da contratti quinquennali che le competenti Commissioni della Camera e Senato esaminano e su cui danno il proprio parere.
A tutela della concorrenza è stato eliminato l'affidamento in esclusiva a Poste italiane del servizio di notificazione degli atti giudiziari e dei verbali sulle sanzioni per violazioni del Codice della strada. Poste italiane fornisce anche il supporto, tramite le sue strutture e piattaforme tecnologiche, per i servizi digitali delle pubbliche amministrazioni.
Dal 2012, l'Autorità di regolazione indipendente del settore postale è l'AGCOM (come stabilito dall'articolo 21, comma 20, Allegato A, del decreto-legge n. 201 del 2011). Nel dicembre dello stesso anno, l'AGCOM ha quindi istituito la Direzione per i servizi postali, in luogo della soppressa Agenzia nazionale di regolamentazione del settore postale.
Il servizio universale è affidato a Poste Italiane S.p.A. fino al 30 aprile 2026 ed è regolato da contratti di programma quinquennali(v. infra).
Il 22 luglio 2024 è stato trasmesso al Parlamento per il parere, lo schema di Atto di proroga, fino al 30 aprile 2026, del vigente Contratto di programma 2020-2024 tra MiMIT e Poste Italiane S.p.A (A.G. 181).
Nel settore postale è stato superato l'affidamento in esclusiva a Poste italiane del servizio di notificazione postale e comunicazione degli atti giudiziari e dei verbali di accertamento di sanzioni per violazioni del Codice della strada (legge annuale sulla concorrenza n. 124 del 2017).
Il nuovo Codice dei Contratti pubblici, approvato con Decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36, include nella disciplina del codice il settore dei servizi postali, con esclusione dei settori aperti al libero mercato.
E' stato trasmesso al Parlamento il 29 febbraio 2024, lo schema di DPCM (A.G. 136) concernente l'alienazione di una quota della partecipazione detenuta dal MEF nel capitale di Poste italiane Spa, su cui la IX Commissione ha espresso parere favorevole con osservazioni il 3 aprile 2024. Il Consiglio dei Ministri ha approvato in via definitiva il decreto il 17 settembre 2024.
Il decreto-legge n. 34 del 2020 ha prorogato al 31 luglio 2020 le modalità semplificate di consegna degli invii raccomandati, assicurati e di distribuzione dei pacchi, individuate dal decreto-legge n. 18 del 2020, in ragione dell'emergenza derivante dalla diffusione del COVID-19. Tali modalità si applicano anche per lo svolgimento dei servizi di notificazione a mezzo posta con riferimento agli atti giudiziari e alle sanzioni amministrative.
La consegna degli invii avviene mediante preventivo accertamento della presenza del destinatario o di persona abilitata al ritiro, con successiva immissione dell'invio nella cassetta della corrispondenza dell'abitazione, dell'ufficio o dell'azienda, al piano o in altro luogo, presso il medesimo indirizzo, indicato contestualmente dal destinatario o dalla persona abilitata al ritiro ma senza raccogliere la firma del destinatario dell'invio.
Il decreto legge 10 maggio 2023, n. 51 , convertito dalla legge 3 luglio 0223, n. 87, (art. 11) ha previsto che le emissioni filateliche possano prevedere alla vendita una maggiorazione di prezzo rispetto al loro valore facciale, da destinare a finalità di natura solidaristica in relazione a emergenze nazionali o internazionali caratterizzate da effetti gravemente pregiudizievoli per le popolazioni, per le città o per l'ambiente. L'articolo 11-bis dello stesso decreto legge, vieta l'uso a fini commerciali dell'immagine del francobollo senza l'autorizzazione del MIMIT.
Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri concernente l'alienazione di una quota della partecipazione detenuta dal Ministero delleconomia e delle finanze nel capitale di Poste italiane Spa
A livello europeo, è stato avviato (direttiva 2008/6/CE) il processo di liberalizzazione dei mercati dei servizi postali che implica, per gli Stati membri, l'abolizione di qualsiasi forma di monopolio, di riserva e di diritti speciali nel settore.
I contenuti del servizio postale universale sono definiti dalla direttiva 97/67/UE del 15 dicembre 1997 (cd. "prima direttiva postale"), come successivamente modificata dalle direttive 2002/39/UE del 10 giugno 2002 (cd. "seconda direttiva postale") e 2008/6/UE del 20 febbraio 2008 (c.d. "terza direttiva postale"). La direttiva stabilisce che il servizio universale corrisponde ad un'offerta di servizi postali di qualità determinata forniti permanentemente in tutti i punti del territorio a prezzi accessibili a tutti gli utenti.
La direttiva stabilisce che rientrino nel servizio universale almeno:
Il servizio postale universale deve essere assicurato per almeno cinque giorni a settimana e garantire almeno una raccolta e una distribuzione al domicilio degli utenti degli invii postali. E' ammessa la possibilità di deroghe che devono essere comunicate alla Commissione.
La direttiva prevede che il servizio debba assicurare il rispetto delle esigenze essenziali, definite come "motivi di interesse generale e di natura non economica che possono portare uno Stato membro ad imporre condizioni in materia di fornitura di servizi postali" in particolare:
Con riferimento al finanziamento del servizio universale gli Stati membri non possono concedere né mantenere in vigore diritti esclusivi o speciali per l'instaurazione e la fornitura di servizi postali. Il finanziamento può essere assicurato attraverso:
a) un meccanismo volto a compensare l'impresa interessata a partire da fondi pubblici;
b) un meccanismo volto a ripartire il costo netto degli obblighi del servizio universale fra i fornitori di servizi e/o gli utenti.
Gli Stati membri possono istituire un fondo di compensazione che può essere finanziato mediante diritti a carico dei fornitori dei servizi e/o degli utenti e amministrato da un organismo indipendente dal beneficiario o dai beneficiari.
Si prescrive, inoltre, che sia assicurato dagli Stati un servizio identico per situazioni analoghe e senza discriminazioni, che non possa essere sospeso o interrotto, salvo casi di forza maggiore, e che sia in grado di evolvere in funzione del contesto tecnico, economico e sociale, nonché delle esigenze degli utenti.
Sempre in base alla direttiva, le tariffe del servizio postale devono essere ragionevoli e permettere di fornire servizi accessibili all'insieme degli utenti, a prescindere dalla situazione geografica.
La direttiva impone che le funzioni di regolamentazione e vigilanza del settore postale siano affidate ad una o più autorità nazionali di regolamentazione per il settore postale, giuridicamente distinte e funzionalmente indipendenti dagli operatori postali. In Italia la funzione di autorità di settore, svolta fino al 2011 dal Ministero delle Comunicazioni, e poi, dello Sviluppo Economico, è stata attribuita, ai sensi del decreto-legge n. 201 del 2011 all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM), la quale svolge essenzialmente le funzioni di:
- predisposizione di provvedimenti regolatori in materia di accesso alla rete postale e relativi servizi;
- determinazione delle tariffe dei settori regolamentati;
- definizione di criteri di separazione contabile;
- regolamentazione del servizio universale.
L'Autorità vigila, inoltre, sull'assolvimento degli obblighi a carico del fornitore del servizio universale e su quelli derivanti da licenze e autorizzazioni; effettua il monitoraggio e l'analisi dei mercati postali; controlla e verifica il rispetto degli standard di qualità del servizio postale.
La direttiva precisa inoltre che rimane impregiudicato il diritto degli Stati membri di provvedere al servizio di invii raccomandati utilizzato nelle procedure amministrative e giudiziarie conformemente alla loro legislazione nazionale.
Gli Stati membri notificano alla Commissione l'identità del fornitore o dei fornitori del servizio universale da essi designati.
Per quanto riguarda gli altri operatori del servizio postale (quelli che non sono soggetti agli obblighi del servizio universale) gli Stati membri possono introdurre autorizzazioni generali nella misura necessaria per garantire la conformità alle esigenze essenziali.
Per ulteriori ragguagli sull'affidatario e finanziamento del servizio universale e sugli altri operatori postali si rinvia al Tema sul sito della XVIII legislatura.
In base all'articolo 23, comma 2, del decreto legislativo n. 261 del 1999, il servizio postale universale è affidato a Poste italiane fino al 2026 (quindici anni, a decorrere dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo di attuazione della direttiva 2008/6/CE, recepita con D.Lgs. 31 marzo 2011, n. 58).
Secondo la procedura prevista dall''articolo 1, comma 275, della legge n. 190 del 2014, infatti, il Contratto, sottoscritto tra il Ministero dello sviluppo economico e il fornitore del servizio postale universale, dev'essere contestualmente notificato alla Commissione europea per le valutazioni di competenza e inviato al Ministero dell'economia e delle finanze e all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, per l'acquisizione, entro quindici giorni dall'avvenuta ricezione, dei relativi pareri. Alla luce delle osservazioni pervenute, il Ministero può procedere al riesame dello schema medesimo, che viene, entro cinque giorni dall'acquisizione dei predetti pareri, trasmesso alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica, che esprimono il proprio parere entro 20 giorni dall'avvenuta ricezione.
Il contratto di programma 2020 - 2024, che si compone di 11 articoli, definisce:
L'importo riconosciuto per l'erogazione del servizio universale è stabilito in 262,4 milioni annui (ai sensi dell'articolo 1, comma 274 della legge n. 190 del 2014) e può essere integrato fino ad un massimo di 89 milioni di euro annuali sulla base della verifica del costo netto effettivo verificato dall'Autorità.
Oltre agli obblighi di servizio universale, il Contratto stabilisce anche la possibilità di ulteriori rapporti tra Stato e Poste Italiane S.p.A. per la prestazione di servizi utili a cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni, non rientranti nel servizio postale universale, che possono formare oggetto di apposite convenzioni tra il Ministero e Poste italiane.
Ad esempio, con riferimento all'attività di Poste italiane, quale operatore di supporto per la digitalizzazione della pubblica amministratore, è stato previsto che con uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei ministri siano individuate le aree di servizi digitali delle pubbliche amministrazioni a cui è possibile accedere anche tramite strutture e piattaforme tecnologiche del fornitore del servizio universale postale (ossia Poste italiane S.p.A.) al fine di assicurare lo sviluppo del processo di digitalizzazione dei servizi della p.a. (articolo 29, commi 9-bis-9-octies, del decreto-legge n. 34 del 2019). I rapporti tra l'amministrazione statale titolare del servizio digitale e il fornitore del servizio sono definiti mediante apposita convenzione. Viene riconosciuta anche in capo alle pubbliche amministrazioni non statali la facoltà di consentire l'accesso alle aree dei servizi digitali di propria titolarità attraverso strutture e piattaforme tecnologiche di Poste italiane, secondo criteri che dovranno essere stabiliti sempre con i sopra ricordati decreti.
Per la distribuzione sul territorio degli uffici postali, gli orari di apertura si veda il Tema sul sito della XVIII legislatura.
Poste Italiane ha presentato il 20 marzo 2024, il piano strategico 2024-2028 "The connecting Platform".
E' stato trasmesso al Parlamento il 29 febbraio 2024, per il parere delle commissioni parlamentari competenti, lo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (A.G. n. 136) concernente l'alienazione di una quota della partecipazione detenuta dal Ministero dell'economia e delle finanze nel capitale di Poste italiane Spa.
Tale alienazione dovrà peraltro consentire il mantenimento di una partecipazione dello Stato al relativo capitale, anche per il tramite di società direttamente o indirettamente controllate dal Ministero, non inferiore al 35%.
Attualmente il MEF detiene una partecipazione diretta del 29,26% nel capitale della Società ed una quota indiretta, tramite Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. del 35% del capitale sociale.
Lo Statuto di Poste Italiane S.p.A. prevede che nessun soggetto diverso dal Ministero dell'economia e delle finanze, da Enti pubblici o da soggetti da questi controllati possa detenere una quota superiore al 5% del capitale della società.
Nell'ambito dell'esame dell'AG n. 136, la IX Commissione ha svolto, il 13 marzo 224, l'Audizione informale dell'amministratore delegato di Poste Italiane Spa.
Di seguito si ricordano le fasi delle precedenti tranche di privatizzazione, previste a partire dal 2014.
Il 16 maggio 2014 è stato approvato il D.P.C.M. per la cessione di una quota fino al 40 per cento del capitale di Poste Italiane Spa, con mantenimento in capo allo Stato di una partecipazione, detenuta dal MEF, non inferiore al 60%.
Sullo schema di D.P.C.M. (Atto del Governo n. 77), è stato acquisito il parere della IX Commissione Trasporti, espresso nella seduta del 26 marzo 2014.
A seguito di tale decreto è stata avviata la procedura per la quotazione di Poste S.p.a. sul Mercato Telematico Azionario (MTA) della Borsa Italiana S.p.A: la Consob ha approvato il 9 ottobre 2015 il Prospetto Informativo, presentato dal Ministero dell'Economia e delle Finanze e da Poste Italiane S.p.A., relativo all'offerta pubblica di vendita (OPV). Il DPCM 16 maggio 2014, ha previsto infatti che la cessione potesse avvenire attraverso offerta pubblica di vendita rivolta al pubblico dei risparmiatori in Italia, inclusi i dipendenti del gruppo Poste italiane Spa, e/o a investitori istituzionali italiani e internazionali.
L'offerta globale di azioni ordinarie di Poste Italiane S.p.A. è stata dichiarata conclusa il 23 ottobre 2015: ha interessato il 34,7% del capitale della Società (con la possibilità di arrivare al 38,2% in caso di integrale esercizio dell'Opzione Greenshoe), la domanda è stata pari ad oltre 3 volte l'offerta. l'operazione si è quindi conclusa con la vendita di circa il 35,30% del capitale sociale di Poste Italiane S.p.A L'introito complessivo per il Tesoro è stato di Euro 3.058 milioni (Euro 3.364 milioni in caso di integrale esercizio dell'Opzione Greenshoe).
Con il decreto del MEF 25 maggio 2016 è stato disposto il conferimento a Cassa depositi e prestiti S.p.A. di una quota della partecipazione detenuta dal Ministero in Poste Italiane S.p.A. a fronte di uno specifico aumento di capitale riservato al Ministero dell'economia e finanze, pari al 35% del capitale sociale
Lo schema di DPCM A.G. n. 312, trasmesso il 21 giugno 2016 (XVII legislatura), prevedeva la dismissione di una ulteriore quota, detenuta dal Ministero dell'economia e delle finanze, del capitale sociale di Poste Italiane S.p.A. mediante un'offerta di largo mercato rivolta al pubblico dei risparmiatori in Italia, inclusi i dipendenti del Gruppo Poste Italiane, e/o a investitori istituzionali italiani ed internazionali.
L'offerta al pubblico di tale ulteriore quota della partecipazione prevedeva il mantenimento di una partecipazione dello Stato al capitale di Poste Italiane, anche per il tramite di società direttamente o indirettamente controllate dal Ministero dell'economia e delle finanze, non inferiore al 35%. L'iter di questo decreto non è stato tuttavia concluso.
L'Autorità di regolazione indipendente del settore postale è dal 2012 l'AGCOM, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (in base all'articolo 21, comma 20, Allegato A, del decreto-legge n. 201/2011), la quale ha conseguentemente istituito, nel dicembre 2012, la direzione per i servizi postali, al posto della soppressa Agenzia nazionale di regolamentazione del settore postale.
Il finanziamento dell'Autorità per assicurarne l'indipendenza nello svolgimento delle sue funzioni è assicurato (in base al decreto-legge n. 50 del 2017, che ha abrogato le specifiche norme concernenti il finanziamento dell'agenzia nazionale), per la parte non coperta da finanziamento a carico del bilancio dello Stato, dal mercato di competenza, cioè dai soggetti che operano nel settore dei servizi postali, secondo modalità previste dalla normativa vigente e da entità di contribuzione determinate con propria deliberazione dall'Autorità, nel rispetto dei limiti massimi previsti per legge. Tali somme sono versate direttamente all'Autorità. Le deliberazioni, con le quali sono fissati anche i termini e le modalità di versamento, sono sottoposte al Presidente del Consiglio dei Ministri, sentito il Ministro dell'economia e delle finanze, per l'approvazione con proprio decreto entro venti giorni dal ricevimento. Decorso il termine di venti giorni dal ricevimento senza che siano state formulate osservazioni, le deliberazioni adottate divengono esecutive.
La norma richiamata dal decreto-legge 50 (art. 1, comma 66 della legge n. 266 del 2005) stabilisce il contributo dovuto dai soggetti che operano nel settore dei servizi postali sia calcolato in base ai ricavi risultanti dal bilancio approvato precedentemente alla adozione della delibera annuale dell'Autorità e che eventuali variazioni della misura e delle modalità della contribuzione, nel limite massimo del 2 per mille dei ricavi risultanti dal bilancio approvato precedentemente alla adozione della delibera, possono essere deliberate dall'Autorità.
La misura e le modalità di versamento del contributo dovuto all'Autorità dai soggetti che operano nei settori delle comunicazioni elettroniche e dei servizi media per l'anno 2022, nonché le relative istruzioni, sono indicate nelle delibere n. 376/21/CONS e n. 377/21/CONS.
Le funzioni dell'Autorità di regolamentazione (AGCOM) nel settore postale sono:
Di seguito alcuni dei provvedimenti dell'Autorità relativi al servizio postale e al servizio universale:
A livello normativo, l'articolo 18 del decreto-legge n. 66 del 2014 ha abrogato il diritto ai candidati alle elezioni europee, regionali, politiche, amministrative ad avvalersi di una tariffa agevolata per l'invio postale di materiale elettorale previsto dagli articoli 17 e 20 della legge n. 515 del 1993.
Il decreto-legge n. 353 del 2003 ha introdotto nell'ordinamento un sistema di rimborso a posteriori, da parte dello Stato, alla società Poste italiane S.p.A. per le spedizioni di prodotti editoriali. In sostanza, Poste pratica alle imprese editoriali una tariffa agevolata, nella misura prevista da apposito decreto ministeriale, e ottiene dal Dipartimento per l'informazione e l'editoria presso la Presidenza del Consiglio dei ministri il rimborso della differenza tra il costo unitario della spedizione e la tariffa agevolata applicata, nei limiti dei fondi appositamente stanziati.
Dopo aver subito, a partire dal 2009, forti limitazioni ad opera di diversi interventi normativi, dal 2017, con il decreto-legge n. 244 del 2016, il regime di agevolazioni postali all'editoria come previsto dalla normativa del 2003 è stato ripristinato. Esso trova applicazione fino all'adozione delle nuove tariffe postali e sostanzialmente proroga, ai fini della determinazione dell'entità dell'agevolazione riconosciuta, le tariffe previste dagli allegati B, D, ed E del decreto MISE 21 ottobre 2010. Inoltre, sempre fino all'adozione delle nuove tariffe postali, è confermata l'applicazione del trattamento tariffario agevolato previsto dal decreto del Ministro delle comunicazioni 13 novembre 2002 per le organizzazioni senza fini di lucro iscritte al Registro degli Operatori di Comunicazione (di seguito, ROC) e per le associazioni d'arma e combattentistiche con riferimento alla spedizione in abbonamento postale di stampe promozionali e propagandistiche, anche finalizzate alla raccolta fondi.
Il decreto-legge n. 162 del 2019 ha prorogato fino al 30 aprile 2026 - data, come visto, di scadenza dell'affidamento ex lege del servizio postale universale a Poste italiane Spa – la previsione del rimborso di tali somme a Poste italiane. L'AGCM, con segnalazione trasmessa il 24 giugno 2020, ha chiesto di estendere la platea dei beneficiari anche agli altri operatori.
Tale regime agevolato interessa le spedizioni di prodotti editoriali effettuate dai soggetti di cui all'articolo 1, comma 1, del decreto-legge n. 353 del 2003, ossia:
- dalle imprese editoriali di quotidiani e periodici iscritte al Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC);
- dalle imprese editrici di libri;
- dalle associazioni e organizzazioni senza fini di lucro iscritte al predetto Registro;
- dalle associazioni d'arma e combattentistiche.