Il raggiungimento degli obiettivi climatici ha costituito una delle principali priorità politiche dell'Unione europea nel corso della legislatura 2019-2024 e ha comportato l'adozione di un cospicuo numero di atti da collocarsi nel generale contesto di attuazione del Green Deal. In linea con quest'ultimo e con l'Accordo di Parigi, è stato in particolare approvato nel 2021 il regolamento sul clima che ha sancito l'obiettivo della neutralità climatica entro il 2050 e il traguardo vincolante dell'Unione in materia di clima per il 2030, consistente in una riduzione netta delle emissioni di gas ad effetto serra (al netto degli assorbimenti) di almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990, quale tappa intermedia.
Le misure per conseguire tale traguardo sono state poi tradotte nel pacchetto legislativo c.d. "Pronti per il 55%" (Fit for 55%), presentato dalla Commissione europea nel luglio 2021 e in gran parte già adottato (vedi infra).
La fine della legislatura europea, il conseguente avvio di un nuovo ciclo politico e istituzionale e la presentazione dei nuovi orientamenti politici per la Commissione 2024-2029 prospettano nuove iniziative in materia, anche nell'ottica di coniugare gli obiettivi climatici con la promozione della competitività dell'Unione europea.
Gli orientamenti politici per la Commissione 2024-2029
Gli orientamenti politici anzitutto, valutando positivamente le misure adottate sinora in tale ambito, ribadiscono l'intenzione di mantenere gli obiettivi fissati nel Green Deal e pongono l'accento sulla necessità di attuare il vigente quadro giuridico in materia di energia e clima per il 2030, rivisto con il pacchetto "Pronti per il 55%", nel modo più semplice, equo ed economicamente efficiente.
Preannunciano poi la presentazione nei primi 100 giorni di mandato di un nuovo Patto per un'industria pulita (Clean industrial Deal) a sostegno della competitività delle imprese e della creazione di occupazione di qualità, nonché la presentazione di una proposta legislativa per accelerare la decarbonizzazione industriale (Industrial Decarbonisation Accelerator Act). Quest'ultima dovrebbe essere volta a sostenere le industrie e le imprese durante la transizione, promuovendo gli investimenti nelle infrastrutture e nell'industria, in particolare nei settori ad alta intensità energetica. Anticipano inoltre l'intenzione di modificare il regolamento sul clima per introdurvi un obiettivo intermedio di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra del 90% entro il 2040, dando seguito alla comunicazione riguardante tale traguardo adottata dalla Commissione nella fase finale della scorsa legislatura europea.
Negli orientamenti si prospettano altresì politiche per aumentare gli investimenti nelle infrastrutture e nelle tecnologie per l'energia pulita, nonché per promuovere l'efficienza energetica, digitalizzare il sistema energetico e realizzare una rete dell'idrogeno; nuovi partenariati per il commercio pulito; investimenti per garantire l'approvvigionamento di materie prime, energia pulita e tecnologia pulita da tutto il mondo; l'obiettivo di mantenere la leadership dell'UE nei negoziati internazionali sul clima, anche sulla scorta delle recenti iniziative dell'UE a livello globale per la riduzione delle emissioni di metano, la tariffazione del carbonio e la definizione di obiettivi globali per le energie rinnovabili e l'efficienza energetica.
Infine si preannuncia la definizione della visione globale dell'UE sul clima e sull'energia prima della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP30) che si terrà in Brasile nel 2025, nonché il rafforzamento della diplomazia verde e dell'impegno con i Paesi terzi sugli aspetti esterni delle politiche per la transizione ambientale e climatica.
All'attuazione di queste politiche contribuiranno diversi commissari designati, secondo quanto riportato nelle
lettere di incarico indirizzate dalla Presidente Von der Leyen a ciascuno di essi:
- Jessika Roswall (Svezia) titolare del portafoglio
Ambiente, resilienza idrica ed economia circolare competitiva;
- Stéphane Séjourné (Francia) vicepresidente esecutivo per la prosperità e la strategia industriale e responsabile anche del
portafoglio Industria, PMI e Mercato unico;
- Wopke Hoekstra (Paesi Bassi) commissario per
clima, crescita pulita e obiettivi net-zero;
- Dan Jørgensen (Danimarca) commissario per
energia e alloggi;
- Apostolos Tzitzikostas (Grecia) titolare del portafoglio
trasporti sostenibili e turismo;
- Teresa Ribera Rodríguez (Spagna) vicepresidente esecutiva per la
transizione pulita, giusta e competitiva.
Dal 4 al 12 novembre sono in corso le audizioni di conferma dei commissari designati presso le competenti commissioni del Parlamento europeo, che voterà sulla Commissione europea nel suo complesso in occasione della sessione del 25-28 novembre a Strasburgo.
Nel corso del nuovo ciclo istituzionale europeo, come anticipato, si procederà anche all'attuazione del vigente quadro giuridico definito dal pacchetto "Pronti per il 55%".
In particolare nell'ambito e a complemento di tale pacchetto sono state definitivamente approvate:
- la
direttiva che riforma il
sistema di scambio di quote di emissione (sistema ETS). Le nuove norme fissano un obiettivo di
riduzione entro il 2030 deI
62% delle emissioni per tutti i settori interessati da tale sistema e il settore marittimo. La revisione introduce inoltre un quadro distinto per la fissazione del prezzo del carbonio ai combustibili impiegati nel
trasporto stradale, nell'
edilizia e in altri settori (
ETS2);
- il
regolamento che modifica la normativa su
emissioni risultanti da uso del
suolo,
silvicoltura e
agricoltura (LULUCF) e che fissa obiettivi più elevati per gli
assorbimenti di
CO2, sulla base dei quali gli Stati devono garantire che le emissioni risultanti dall'uso del suolo e dalla silvicoltura siano compensate da un assorbimento equivalente di CO
2 del settore per il periodo 2021-2030 (regola del "
non-debito");
- il
regolamento rivisto in materia di
regime di "condivisione degli sforzi" (
effort sharing), che assegna agli Stati membri obiettivi vincolanti di
riduzione delle
emissioni di gas ad effetto serra nei settori non interessati dal sistema ETS (43,7% per l'Italia) e stabilisce un obiettivo di riduzione collettivo a livello dell'UE del 40%;
- la
direttiva sull'
efficienza
energetica, che stabilisce che l'UE nel suo complesso debba ridurre nel 2030 il
consumo di
energia finale di almeno l'11,7% rispetto alle previsioni di consumo energetico del 2020 e che aumenta gli obiettivi di efficienza energetica dell'UE;
- il
regolamento che istituisce un
Fondo sociale per il clima, che dovrebbe erogare agli Stati membri finanziamenti finalizzati a mitigare l'
impatto sui
prezzi della nuova
tariffazione del carbonio, in particolare la sua estensione al trasporto su strada e all'edilizia, e ad aiutare i cittadini a investire nell'efficienza energetica;
- la
direttiva sull'
energia da
fonti rinnovabili, volta ad incrementare la
quota di
energia da
fonti rinnovabili nel consumo finale lordo di energia dell'Unione almeno al
42,5 % entro il 2030;
- il
regolamento che rivede i
livelli di emissione di CO2 delle
autovetture e dei
veicoli commerciali
leggeri nuovi prevedendo che dal 2035 i nuovi veicoli debbano essere a
emissioni zero, vietando di fatto, a partire da quella data, la vendita di veicoli a motore termico. Gli orientamenti politici di cui
supra riconoscono che tale obiettivo possa essere conseguito con un
approccio tecnologicamente neutrale, che riconosca un ruolo ai
carburanti elettronici attraverso una modifica mirata del regolamento;
- il
regolamento che ha istituito il
Fondo per la transizione giusta, creato per sostenere persone, economie e territori più indietro o più
vulnerabili a fronte delle
sfide socioeconomiche derivanti dalla transizione verso gli obiettivi unionali in materia di energia e clima;
- il
regolamento che introduce un
meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (
Carbon Border Adjustment Mechanism - CBAM) per prevenire il
rischio di rilocalizzazione delle emissioni al di fuori dell'Europa e impedire il trasferimento di attività produttive ad alta intensità di carbonio in paesi terzi;
- il
regolamento per la realizzazione di un'
infrastruttura per i
combustibili alternativi;
- il
regolamento c.d.
REfuelEU Maritime per la
decarbonizzazione del
trasporto marittimo;
- il
regolamento sul
trasporto aereo, c.d.
REfuelEU Aviation, che prevede l'utilizzo di una quota crescente, dal 2025 al 2030, di
biocombustibili (
sustainable aviation fuels - SAF: biocarburanti avanzati, carburanti sintetici prodotti con elettricità verde), partendo da un 5% entro il 2030 fino al 63% nel 2050;
- la
direttiva in materia di
prestazione
energetica degli
edifici (c.d. "
case green");
- il
regolamento sul
monitoraggio e la
riduzione delle
emissioni di
metano;
- il
regolamento per rafforzare i livelli di prestazione riferiti alle
emissioni di CO
₂ dei
veicoli pesanti nuovi;
- il
regolamento e la
direttiva sui
mercati interni del
gas rinnovabile, del
gas naturale e dell'
idrogeno, che favoriscono il passaggio dal gas naturale fossile al
gas da fonti rinnovabili e a
basse emissioni di carbonio, tra cui
biometano e idrogeno.