Sul tema del trasporto stradale sono state approvate numerose modifiche del Codice della Strada; si è inoltre data attuazione alla legge per prevenire l'abbandono di bambini nei veicoli chiusi.
Sono state adottate misure di semplificazione amministrativa per la circolazione dei veicoli con il nuovo documento unico di circolazione e con nuove procedure telematiche per gli automobilisti.
Per gli interventi concernenti lo sviluppo della mobilità stradale sostenibile, elettrica ed ibrida, per la micromobilità elettrica, nonché per lo sviluppo della mobilità ciclistica si veda il tema concernente la mobilità sostenibile.
La sicurezza stradale e la disciplina per la sicurezza delle forme innovative di mobilità sono state al centro di numerosi interventi nel corso della XVIII legislatura.
La IX Commissione della Camera ha esaminato il «Piano nazionale sicurezza stradale 2030: indirizzi generali e linee guida di attuazione » poi emanato con decreto interministeriale 7 febbraio 2022, n. 29.
Con la delibera CIPESS n. 13 del 14 aprile 2022 il Piano è stato approvato quale strumento di programmazione definito dal MIMS, comprensivo degli indirizzi generali e delle linee guida di attuazione.
Il Piano prevede una visione integrata del problema della sicurezza stradale, guardando simultaneamente agli aspetti connessi alla qualità dei mezzi di trasporto, alla qualità delle infrastrutture, ai comportamenti degli attori istituzionali e degli utenti del sistema stradale.
Il Piano prevede sia azioni di carattere legislativo che il potenziamento dell'azione di controllo e repressione, oltre a interventi di miglioramento della sicurezza delle infrastrutture stradali e campagne di comunicazione e sensibilizzazione.
Il Piano sarà realizzato attraverso i singoli cinque Programmi di attuazione che lo compongono, i quali dovranno essere integralmente finanziati al momento della loro sottoposizione al CIPESS.
E' stata approvata la legge 1 ottobre 2018, n. 117 , sull'introduzione dell'obbligo di installazione di dispositivi per prevenire l'abbandono di bambini nei veicoli chiusi, entrata in vigore il 27 ottobre 2018.
La legge prevede che i conducenti di specifiche tipologie di veicoli a motore immatricolati in Italia o immatricolati all'estero e condotti da residenti in Italia, quando trasportano un bambino di età inferiore a quattro anni, assicurato al sedile con il sistema di ritenuta previsto dalla normativa vigente, abbiano l'obbligo di utilizzare un apposito dispositivo di allarme volto a prevenire l'abbandono involontario del bambino.
Tale dispositivo deve rispondere alle specifiche tecnico costruttive e funzionali stabilite con un decreto ministeriale entrato in vigore il 7 novembre 2019.
Su tale obbligo è poi intervenuto il decreto legge n. 124/2019, che ha previsto la concessione di un contributo per l'acquisto dei dispositivi anti abbandono e il differimento al 6 marzo 2020 dell'applicabilità delle sanzioni per la mancata installazione dei dispositivi. In attuazione di tale norma è stato emanato il decreto del Ministero delle infrastrutture e trasporti 28 gennaio 2020 che definisce le modalità per usufruire del contributo.
La legge ha previsto inoltre che nell'ambito delle campagne per la sicurezza stradale e di sensibilizzazione sociale, per il triennio 2019-2021, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti provvedesse a informare in modo adeguato sull'obbligo e sulle corrette modalità di utilizzo dei dispositivi di allarme per prevenire l'abbandono di bambini e sui rischi derivanti dall'amnesia dissociativa (a questo scopo è stata autorizzata una spesa di 80 mila euro per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021).
In materia di sostegni, la legge di bilancio 2021 ha istituito un Fondo di 3 milioni di euro per l'anno 2021 e 6 milioni di euro per l'anno 2022 per erogare contributi ai comuni che provvedano a istituire appositi spazi riservati destinati alla sosta gratuita di persone con limitata o impedita capacità motoria muniti di contrassegno speciale o di donne in stato di gravidanza. La medesima legge di bilancio 2021 ha inoltre disposto che con un apposito decreto ministeriale, si provveda ad aumentare di 9,95 euro la tariffa alla revisione dei veicoli a motori e dei loro rimorchi prevedendo, a titolo di misura compensativa per i tre anni successivi, un buono denominato "veicoli sicuri", d'importo parti all'aumento della tariffa, da assegnare ai proprietari di veicoli a motore che sottopongono a revisione un proprio veicolo nel medesimo periodo temporale.
Gli obiettivi internazionali di Agenda 2030 e gli obiettivi europei
L'Agenda 2030 dell'ONU, ossia il programma d'azione sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri, prevede nell'obiettivo 3 "Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età" uno specifico impegno volto alla riduzione della vittime della strada (target 3.6) che prevede, a livello globale che entro il 2020 si dimezzino le vittime della strada.
Ad agosto 2020 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato la risoluzione A/RES/74/299 "Migliorare la sicurezza stradale globale", che fissa un nuovo obiettivo per la comunità internazionale di ridurre il numero di vittime della strada del 50 % entro il 2030, quale obiettivo primario del nuovo "Decennio d'azione per la sicurezza stradale 2021-30", obiettivo condiviso anche dagli SDG's targets che indicano altresì la necessità di migliorare la sicurezza stradale nelle città.
ll Rapporto 2020 sulla sicurezza stradale dell'ITF (International Transport Forum) dell'OECD, fornisce una panoramica della sicurezza stradale per i 42 paesi che partecipano al gruppo di lavoro permanente sulla sicurezza stradale, noto come Gruppo IRTAD (International Traffic Safety Data and Analysis Gruop). Il Rapporto 2020 dell'ITF evidenzia che nell'ultimo decennio, nel complesso dei 22 Paesi i cui dati sono disponibili, le strade più sicure rimangono le autostrade, mentre le strade extraurbane registrano il tasso di mortalità più elevato per tipologia di strada: dal 36% del Portogallo al 73% della Nuova Zelanda, mentre in Italia le vittime sulle strade statali rappresentano circa il 50% del totale delle vittime sulle strade, peraltro con un tasso molto elevato di mortalità anche nelle strade urbane, di poco superiore al 40%.
Lo studio mostra che in alcuni Paesi è stato adottato un limite di velocità ridotto a 30 Km/h nei centri urbani (Oslo, Toronto, Monaco di Baviera, Madrid), e che l'utilizzo delle cinture di sicurezza riduce di molto la gravità degli effetti degli incidenti e potrebbe pertanto ridurre ulteriormente il tasso di mortalità.
L'utilizzo delle cinture di sicurezza nei sedili anteriori oscilla in media (dati 2019 o 2018) tra l'80 ed il 90% (es: Spagna, Stati Uniti, Serbia), arrivando intorno al 100% in Francia, Germania, Giappone, Svezia, Canada, con l'Italia che invece si colloca al terzultimo posto dei 34 Paesi monitorati, insieme a Messico ed Argentina, con solo poco più del 60% di utilizzo delle cinture anteriori, obbligatorie dal 1988. L'utilizzo delle cinture sui sedili posteriori risulta ancora più basso rispetto a quelle anteriori: solo in Germania, Austria, Norvegia, Australia Canada e Repubblica ceca, l'utilizzo è superiore al 90%, mentre resta sotto l'80% nella metà dei 36 Paesi in cui sono disponibili dati, collocandosi al di sotto del 40% in 5 Paesi (Giappone, Costa Rica, Marocco, Uruguay, Argentina), con tassi del 20% circa in Serbia, Messico, Chile e Malesia e con l'Italia al penultimo posto della classifica, con solo l'11% di utilizzo delle cinture posteriori, obbligatorie dal 1994 nel nostro Paese. Peraltro, poich non vi è una metodologia univoca di registrazione di tale dato nei vari Paesi, basato talvolta su sondaggi, il Rapporto sottolinea che esso potrebbe risultare in realtà ancora più basso.
A livello europeo, nel quadro strategico per la sicurezza stradale 2021-2030, l'UE ha confermato il suo obiettivo strategico a lungo termine di avvicinarsi all'azzeramento del numero di vittime e di feriti gravi sulle strade dell'UE entro il 2050, (obiettivo "zero vittime") e i suoi obiettivi a medio termine entro il 2030:
- ulteriore dimezzamento del numero delle vittime degli incidenti nel decennio 2019-2030;
- monitoraggio dei Key Performance Indicators (velocità;, distrazione alla guida, uso di alcool e droghe, sistemi di soccorso in caso di incidente, veicoli e infrastrutture),
- miglioramento dell'educazione e della formazione;
- rafforzamento del controllo;
- miglioramento della sicurezza delle infrastrutture stradali e dei veicoli.
Per cercare di ridurre ulteriormente il numero di vittime della strada, la Commissione UE ha presentato il terzo pacchetto "L'Europa in movimento " , con il quale sono stati rinnovati gli obiettivi di forte riduzione di morti e feriti gravi per incidente stradale e delineate le strategie per una mobilità sicura, pulita e connessa, annunciando azioni da realizzare nel prossimo decennio 2021-2030.
Per la sicurezza stradale, la Commissione prevede (Allegato I alla Comunicazione) un approccio sistemico, c.d. "Safe system approach", in cui le conseguenze degli incidenti possano essere mitigate sia dalle caratteristiche dell'infrastruttura stradale (progettazione, tracciato, limiti di velocità), che dal veicolo, in particolare tramite modifiche ai regolamenti comunitari che prevedano l'adozione di tecnologie di sicurezza attiva e passiva da introdurre come standard sui veicoli, come dispositivi avanzati di frenata d'emergenza e sistemi di avviso di deviazione dalla corsia di marcia per gli autoveicoli o sistemi di rilevamento dei pedoni e dei ciclisti per i veicoli pesanti (per un elenco dei possibili dispositivi si veda qui ), confermando peraltro l'esigenza di continuare a promuovere il comportamento corretto di tutti gli utenti della strada.
A giugno 2019 è stato pubblicato il documento di lavoro della Commissione "EU Road Safety Policy Framework 2021-2030 - Next step towards "Vision Zero" (SWD(2019) 283 final). La Commissione ha rafforzato la richiesta ai Paesi della Ue di intensificare sforzi e interventi da attuare anche a livello nazionale.
I dati sugli incidenti stradali in Italia
I dati sull'incidentalità stradale sono pubblicati in Italia dall'ISTAT, dall'ACI e dal MIMS, mentre in Europa sono pubblicati da Eurostat e Commissione UE ed a livello internazionale dall'OCSE.
I dati ISTAT per il 2021 sull'incidentalità stradale in Italia, pubblicati a luglio 2022, indicano che si sono verificati in Italia 151.875 incidenti stradali, con ben 2.875 vittime, in diminuzione rispetto alle 3.173 del 2019 (gli ultimi dati utili come riferimento prima del periodo del lockdown ), ma in aumento del 20% rispetto al 2020 e 204.728 feriti (+28,6% rispetto al 2020).
Si conferma che il 73,1% degli incidenti avviene sulle strade urbane, il 21,9% su quelle extraurbane ed il 5% sulle autostrade. Nel 2021 si contano 147.478 conducenti infortunati, morti o feriti e 128.822 incolumi, per un totale di 276.300 persone coinvolte in incidenti stradali. .
I dati 2021 attestano inoltre il permanere in Italia di una eccessiva mortalità, principalmente nelle strade extraurbane: 1.365 vittime nel 2021, con un tasso di 4,1 decessi ogni 100 incidenti. Le vittime nelle strade urbane sono ben 1.264, mentre nelle autostrade sono 246.
Le vittime sono: 1.192 occupanti di autovetture, 695 motociclisti, 471 pedoni, 220 ciclisti, 67 ciclomotoristi e 9 conduttori di monopattini.
I dati mostrano che le protezioni esterne presenti sui veicoli dotati di abitacolo e la massa stessa del veicolo hanno fatto la differenza per l'incolumità in caso di incidente, insieme alla tecnologia, con l'utilizzo sempre più diffuso di Advanced Driver Assistance System (ADAS): i conducenti di autovetture e autocarri rappresentano oltre il 90% degli incolumi e il 65,6% degli infortunati, mentre per le due ruote a motore gli incolumi sono il 3,3% e gli infortunati il 29,9% (rispettivamente 1% e 12% per le biciclette)
La quota di bambini deceduti in incidente stradale continua ad essere elevata: sono 28 nel 2021, dei quali 23 tra 5 e 14 anni (erano 18 nel 2019 e 29 nel 2020).
Sul sito ISTAT sono anche disponibili i dati regionali 2021 sulla mortalità stradale e sull'incidentalità.
In relazione alle restrizioni agli spostamenti imposte per l'emergenza Covid-19, si è evidenziata in Italia una riduzione della mortalità piuttosto forte nel 2021 e 2020 rispetto al 2019, ma nonostante ciò la riduzione non è stata tale da consentire di raggiungere l'obiettivo europeo del dimezzamento del numero delle vittime nel 2020.
Nel 2021, rispetto al 2019, sono diminuiti gli incidenti (-11,8%), le vittime (-9,4%) ei feriti (-15,2%), ma rispetto al 2020, nel 2021 sono aumentati nuovamente gli incidenti (+28,4%), le vittime (+20,0%) e i feriti (28,6%).
Anche lo studio commissionato dall'ANAS "Monitoraggio degli stili guida degli utenti della rete ANAS ", presentato il 22 novembre 2021, conferma che: "La cintura di sicurezza non viene utilizzata dal 28,38% del totale dei guidatori monitorati; la percentuale risulta anche superiore (31,87%) con riferimento al mancato utilizzo da parte del passeggero anteriore. Il dato risulta ancora maggiore con riferimento al mancato utilizzo della cintura di sicurezza da parte dei passeggeri posteriori (80,12%) evidenziando la quasi totalità di non utilizzo rispetto al campione monitorato. Questi dati sono lontani dalla media europea: 10% per il mancato utilizzo cinture anteriori e 29% per il mancato utilizzo cinture posteriori (ETSC, 2016)."
Oltre all'analisi delle cause di incidente, occorre anche sottolineare in Italia la gravità degli esiti degli incidenti, che ci colloca, con un numero di vittime così alto, tra i Paesi europei in cui gli incidenti hanno gli esiti peggiori.
Oltre al mancato rispetto della distanza di sicurezza (9%), tra le principali cause accertate o presunte di incidente in Italia vi sono anche la guida distratta (15,1%), il mancato rispetto di precedenze e dei semafori (13,8%), la velocità elevata (9,3%). Questi quattro gruppi di cause rappresentano insieme circa il 49,2% delle cause di incidente. L'8,7% degli incidenti rilevati da Carabinieri e Polizia Stradale (che rilevano circa un terzo degli incidenti con lesioni) risulta correlato ad abuso di alcol ed il 3,4% ad uso di droga.
Lo studio ANAS evidenzia anche che: "Il cellulare viene utilizzato impropriamente durante la guida dal 12,41% del totale dei guidatori monitorati. Questa percentuale risulta elevata se confrontata con i dati europei che variano dall'1% all'11% in diversi paesi.
Numerose sono state le modifiche approvate al Codice della Strada nel corso della XVIII legislatura, sia in funzione di garantire una maggiore sicurezza stradale degli utenti e dei veicoli, che per disciplinare le nuove forme di mobilità sostenibile che si sono diffuse. Nell'ottica della semplificazione amministrativa e della riduzione degli oneri, si è poi intervenuti sulla disciplina delle revisioni dei veicoli, sulla disciplina dei trasporti eccezionali e sulle procedure di omologazione e immatricolazione.
Numerose sono state anche le modifiche alle norme sanzionatorie del Codice, anche in relazione all'adempimento degli obblighi assicurativi, e in materia di controlli, principalmente relativi alle immatricolazioni all'estero dei veicoli.
Di seguito si fornisce un quadro sintetico dei principali interventi, che sono contenuti principalmente nei decreti legge n. 76 del 2020, n. 121 del 2021, oltre che nelle leggi di bilancio 2019, 2020 e 2021.

























- che i comuni che realizzano una zona a traffico limitato, debbano consentire l'accesso libero a tali zone, ai veicoli a propulsione elettrica o ibrida (articolo 7, comma 9-bis del Codice);
- la possibilità per il Ministero di affidare in concessione quinquennale alle imprese di autoriparazione anche le revisioni dei veicoli a motore con massa a pieno carico superiore a 3,5 t, se tali veicoli siano destinati al trasporto di merci non pericolose o non deperibili in regime di temperatura controllata (ATP) (articolo 80, comma 8, del Codice).
Il decreto-legge n. 34 del 2020 ha introdotto nel Codice le definizioni di "casa avanzata" e di "corsia ciclabile" nonché le modalità per consentire la realizzazione della "casa avanzata", in corrispondenza delle intersezioni con semafori con apposita ordinanza del sindaco (ai sensi dell'articolo 7, comma 1, del Codice) e previa valutazione delle condizioni di sicurezza.
Il decreto-legge n. 76 del 2020 ha :


La legge di bilancio 2021 (legge n. 178/2020 ) è intervenuta:
-in materia di competizioni sportive su strada (gare atletiche, ciclistiche, con animali o veicoli a trazione animale) che si svolgono su territori di più regioni, prevedendo che l'autorizzazione sia rilasciata dalla regione in cui parte la manifestazione, mentre le altre regioni interessate debbano rilasciare il nulla osta entro entro il termine di 20 giorni antecedenti alla data di svolgimento della gara ( articolo 9 del Codice);
- prevedendo che i velocipedi a pedalata assistita possono essere dotati di un pulsante che permetta di attivare il motore anche a pedali fermi, purché con questa modalità il veicolo non superi i 6 km/h (articolo 50, comma 1, del Codice);
- prevedendo che l'immatricolazione dei veicoli di interesse storico e collezionistico avvenga su presentazione di un titolo di proprietà e di un certificato attestante le caratteristiche tecniche rilasciato dalla casa costruttrice o da uno degli enti o associazioni abilitati alla registrazione dei veicoli di interesse storici (articolo 93, comma 4 del Codice). In caso di nuova immatricolazione di veicoli precedentemente iscritti al P.R.A. e successivamente cancellati, ad esclusione dei veicoli che risultano demoliti, è ammessa la facoltà del richiedente di ottenere targhe e libretto di circolazione della prima iscrizione al P.R.A., ovvero di ottenere una targa del periodo storico di costruzione o circolazione del veicolo, in entrambi i casi conformi alla grafica originale, purché la sigla alfa-numerica prescelta non sia già presente nel sistema meccanografico del CED della Motorizzazione civile, e riferita ad altro veicolo ancora circolante. Tale possibilità è prevista retroattivamente anche per i veicoli successivamente reimmatricolati e ritargati, purché in regola con il pagamento degli oneri dovuti.
Il decreto legge n. 121/2021 (articolo 1), ha modificato il Codice della Strada in materia di:
- trasporto con veicoli eccezionali;
- revisione di rimorchi e semirimorchi, affidabile a imprese convenzionate;
- lunghezza degli autoarticolati e autosnodati fino a 18,75 mt e lunghezza fino a 24 mt per quelli destinati al trasporto rapido di massa;
- manutenzione straordinaria di sottopassi e sovrappassi;
- possibilità di accertamento automatico delle violazioni ai passaggi a livello;
- servizi di piazza, ampliato a motocicli e velocipedi;
- lunghezza dei convogli di macchine agricole a 18,75 mt e immatricolazioni di macchine agricole per le reti di imprese;
- possibilità di ripetere l'esame pratico di guida fino a tre volte e durata del foglio rosa estesa a un anno;
- eliminazione delle limitazioni alla guida dei veicoli di una certa potenza per i neopatentati qualora ci sia a fianco altra persona con patente da almeno 10 anni;
- divieto di sosta negli spazi per il trasporto scolastico e per la ricarica elettrica dei veicoli, nonché divieto di rimanervi oltre un'ora dalla fine della ricarica, con esclusione delle ore notturne dalle 23 alle 7 (salvo che nelle colonnine a ricarica veloce e ultra veloce dove il divieto si applica anche di notte);
- sanzione al conducente dei motocicli per mancanza di casco del passeggero;
- estensione del divieto di guidare usando smartphone, computer portatili e similari;
- obbligo degli enti locali di pubblicare sul sito i dati delle sanzioni per eccesso di velocità;
- riduzione dell'obbligo di esibire documenti cartacei che siano disponibili tramite banche dati accessibili dagli organi di polizia stradale;
- divieto di manifesti sessisti;
- ciclomotori e macchine agricole d'epoca;
- sosta gratuita per i veicoli dei disabili e aumento delle sanzioni per la sosta negli spazi riservati;
- disciplina del sequestro dei veicoli.
Lo stesso decreto legge ha poi introdotto altre rilevanti disposizioni in materia di trasporto stradale, tra cui:
- semplificazioni per l'aggiornamento della carta di circolazione dei sistemi ruota;
- ampliamento degli interventi finanziabili con il fondo per lo sviluppo delle reti ciclabili urbane;
- nuova nozione di trasporto con autobus di linea interregionali, che viene consentita per percorsi di lunghezza almeno di 250 km tra almeno due regioni;
- disciplina della circolazione dei monopattini elettrici (art. 1-ter), introducendo tra l'altro il limite di velocità a 20 Km/h, il divieto di circolazione e sosta sui marciapiedi, l'obbligo dal 1° luglio 2022 di indicatori luminosi di svolta e di freno (poi differito al 30 settembre 2022 dal D.L. n. 228/20221), l'obbligo di acquisizione della foto al temine del noleggio da parte degli operatori.
Il decreto-legge n. 50 del 2022 ha differito al 31 luglio 2022 il termine per l'adozione delle nuove linee guida per la disciplina sui trasporti eccezionali, nonché la vigenza della disciplina transitoria per le autorizzazioni al trasporto eccezionale di massa complessiva fino a 108 tonnellate effettuato mediante complessi di veicoli a otto o più assi.
Il decreto legge n. 68 del 2022 , ha previsto ulteriori modifiche al Codice al fine di ridurre gli oneri amministrativi a carico degli utenti, di favorire lo sviluppo della mobilità sostenibile e di incrementare la sicurezza della circolazione stradale.
In materia di semplificazione amministrativa, è continuata la fase applicativa della nuova normativa in materia di documento unico di circolazione dei veicoli, che prevede che la carta di circolazione costituisca l'unico documento di circolazione per i veicoli: è stato infatti soppresso il certificato di proprietà, (decreto legislativo 29 maggio 2017 n. 98 in attuazione della legge n. 124 del 2015). A partire dal 1° giugno 2020 è stato previsto l'obbligatorio l'utilizzo delle nuove procedure telematiche per le operazioni di immatricolazione e di trasferimento di proprietà.
Con il decreto legge n. 45 del 2021 è stato prorogato al 30 settembre 2021, il termine per completare il passaggio alle procedure telematiche per il rilascio del documento unico.
Con il DPR 17 giugno 2022, n. 126 è stato emanato il regolamento in materia di sportello telematico dell'automobilista (STA), che coordina le disposizioni in tema di STA alla nuova disciplina concernente il rilascio per via telematica del documento unico di circolazione.
E' prevista una tariffa unica da corrispondere per il rilascio del documento unico, determinata con decreto interministeriale, sentiti l'ACI e le organizzazioni maggiormente rappresentative delle imprese di consulenza automobilistica, previo parere delle competenti commissioni parlamentari.
Il decreto-legge n.76 del 2020 ha previsto la facoltà per l'intestatario del veicolo di richiedere la restituzione del documento di circolazione originale, in occasione del rilascio del documento unico di circolazione, previo pagamento di un contributo (art. 49-bis).
E' prevista altresì la trasmissione al Parlamento, entro un anno dall'introduzione del documento unico, di una relazione sugli effetti e sui risultati della nuova normativa, anche ai fini della valutazione sull'eventuale istituzione di un archivio unico presso il MIMS, nonché l'emanazione, entro ventiquattro mesi dall'introduzione del documento unico, di un decreto del Presidente della Repubblica con cui siano definite le modalità organizzative di tale eventuale archivio unico, per assicurare la riduzione dei costi di gestione dei dati relativi alla proprietà e alla circolazione dei veicoli.
Con decreto del Presidente della Repubblica n.144 del 2018 sono state emanate le disposizioni di coordinamento relative al Regolamento di attuazione del Codice della strada, riferite al documento unico (ai sensi dell'articolo 5, comma 3, del decreto legislativo n. 98 del 2017) e con decreto prot. n. 72 del 13 marzo 2019 della DG Motorizzazione del MIT è stato approvato il modello unificato di istanza per il rilascio del documento.
Il nuovo documento unico riguarda gli autoveicoli, i motoveicoli ed i rimorchi >3,5 t e ne vengono definite le modalità di rilascio presso la Motorizzazione civile o tramite lo Sportello telematico dell'automobilista (STA), che comprende anche gli uffici di ACI-PRA: all'ACI è infatti affidata la gestione del Pubblico Registro Automobilistico (PRA); la vigilanza sull'Automobile Club d'Italia è stata trasferita alla Presidenza del Consiglio dei ministri mentre, limitatamente alla attività ed alle strutture dedicate alla tenuta del PRA, al Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili.
Nel documento unico saranno annotati anche i dati relativi privilegi e ipoteche, a provvedimenti amministrativi e giudiziari che incidono sulla proprietà e sulla disponibilità del veicolo, annotati presso il PRA, nonché i provvedimenti di fermo amministrativo, con modalità anche telematiche.