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Agenda 2030

The 2030 Agenda for sustainable development

ITALIANO ENGLISH

Cos'è l'Agenda ONU 2030

L'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d'azione globale, di portata e rilevanza senza precedenti, finalizzato a sradicare la povertà, proteggere il pianeta e garantire la prosperità e la pace, adottato all'unanimità dai 193 Paesi membri delle Nazioni Unite con la risoluzione 70/1 del 15 settembre 2015, intitolata: "Trasformare il nostro mondo. L'Agenda per lo sviluppo sostenibile".

Essa comprende 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile - Sustainable Development Goals, SDGs –, che gli Stati si sono impegnati a raggiungere entro il 2030, articolati a loro volta in 169 ‘target' o traguardi specifici, tra loro interconnessi e indivisibili, che costituiscono il nuovo quadro di riferimento per lo sviluppo sostenibile, inteso come uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare i propri, armonizzando a tal fine le tre dimensioni della crescita economica, dell'inclusione sociale e della tutela dell'ambiente.

L'Agenda 2030 impegna tutti i Paesi a contribuire allo sforzo necessario a portare il mondo su un sentiero sostenibile, senza più distinzione tra Paesi sviluppati, emergenti e in via di sviluppo.

Ciascun Paese è libero di decidere come questi obiettivi debbano essere incorporati nelle politiche e nei processi decisionali, definendo a tal fine una propria strategia nazionale di sviluppo sostenibile.

 

I 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile sono i seguenti:

  1. Porre fine ad ogni forma di povertà nel mondo;
  2. Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un'agricoltura sostenibile;
  3. Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età;
  4. Fornire un'educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento permanente per tutti;
  5. Raggiungere l'uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze;
  6. Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell'acqua e delle strutture igienico sanitarie;
  7. Assicurare a tutti l'accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni;
  8. Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un'occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti;
  9. Costruire un'infrastruttura resiliente e promuovere l'innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile;
  10. Ridurre l'ineguaglianza fra le nazioni e all'interno delle stesse;
  11. Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili;
  12. Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo;
  13. Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico;
  14. Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile;
  15. Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell'ecosistema terrestre, gestire sostenibilmente le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e far retrocedere il degrado del terreno e fermare la perdita di diversità biologica;
  16. Promuovere società pacifiche e inclusive per uno sviluppo sostenibile, garantire a tutti l'acceso alla giustizia e creare istituzioni efficaci, responsabili ed inclusive a tutti i livelli;
  17. Rafforzare gli strumenti di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile.

 

Tali obiettivi possono essere ricondotti alle aree interconnesse di intervento identificate dalle cinque P: Persone (obiettivi da 1 a 5), Prosperità (obiettivi da 6 a 12), Pianeta (obiettivi da 13 a 15), Pace (obiettivo 16), Partnership (obiettivo 17).

 

Il ruolo e le politiche dell'Unione europea

L'Unione europea ha svolto un ruolo importante nella definizione dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e si è impegnata, insieme agli Stati membri, a guidarne anche l'attuazione, sia mediante l'integrazione degli obiettivi dello sviluppo sostenibile (OSS) nelle politiche dell'Unione, che sostenendo gli sforzi profusi da altri Paesi, in particolare quelli che ne hanno più bisogno, attraverso le sue politiche esterne.

Lo sviluppo sostenibile è formalmente uno degli obiettivi a lungo termine dell'UE in virtù dell'articolo 3, paragrafo 3, del Trattato sull'Unione europea (TUE) e i principi dell'Agenda 2030 sono radicati nei principi e nei valori su cui si fonda l'Unione. In linea generale, l'UE ha assunto un ruolo guida nella lotta contro i cambiamenti climatici, sostenendo sin dall'inizio gli obiettivi dell'Accordo di Parigi e predisponendo nel contempo strategie e politiche coerenti con gli obiettivi dell'Agenda 2030 in settori quali l'economia circolare, la ricerca e l'innovazione, l'occupazione e l'inclusione sociale, la tutela della biodiversità e degli ecosistemi, la sostenibilità dell'agricoltura e dei sistemi alimentari, come pure i settori relativi all'energia, all'edilizia e alla mobilità. Nondimeno, l'Unione ha agito per la promozione della coesione europea e la salvaguardia dei valori comuni, inclusi la democrazia, lo Stato di diritto e i diritti fondamentali.

Più recentemente, l'esigenza di articolare le politiche e i processi decisionali europei facendo leva su un modello di sviluppo sempre più orientato ai principi dello sviluppo sostenibile è stata ulteriormente rilanciata a seguito dell'emergenza epidemiologica da Covid-19, quando il Green Deal e, più in generale, le politiche per la sostenibilità e l'inclusione sociale, sono stati confermati quali elementi cardine posti al centro anche del Piano di ripresa e resilienza contro la crisi economica e sociale innescata dalla pandemia.

Quest'ultima ha reso l'attuazione dell'Agenda 2030 e il conseguimento dei suoi obiettivi ancora più urgente e impegnativo, sia a livello di Unione europea, che globalmente. Il bilancio pluriennale dell'UE 2021-2027, integrato da Next Generation EU, si pone infatti l'obiettivo di rilanciare l'economia europea attraverso un approccio verde, sociale e digitale per costruire un futuro più sostenibile. Tra gli obiettivi generali del Dispositivo per la ripresa e la resilienza, che si attua tramite i Piani nazionali per la ripresa e la resilienza degli Stati membri (PNRR), vi è il sostegno alle transizioni verde e digitale e la promozione di una crescita sostenibile.

L'esigenza di accelerare la trasformazione economica dell'Unione verso un modello di crescita sostenibile, che sia equo e inclusivo, è stata riaffermata   dalla Commissione anche in seguito allo scoppio del conflitto in Ucraina.

Nel complesso, la Commissione europea ha impresso una forte spinta al processo di promozione dello sviluppo sostenibile incorporando espressamente l'Agenda 2030 nei meccanismi decisionali dell'Unione, a partire dalla procedura del Semestre europeo, e impegnandosi a conseguire una serie di obiettivi programmatici strettamente connessi con l'attuazione dell'Agenda 2030, per il raggiungimento dei quali si rende necessario mobilitare un adeguato livello di risorse e investimenti. In questo quadro la Commissione ha tra l'altro definito una nuova strategia di crescita volta a fare dell'Europa il primo continente al mondo climaticamente neutro entro il 2050.

 

La governance e l'attuazione nazionale

Ai fini dell'attuazione dell'Agenda 2030, l'Italia ha posto in essere un insieme di azioni che coinvolgono, a livelli diversi, Parlamento, Governo, Regioni ed Enti locali, mentre sono andate assumendo un ruolo crescente anche le iniziative della società civile. In linea generale, il processo di attuazione a livello nazionale si dipana in primo luogo a livello governativo, sia nella fase di programmazione strategica, sia in quella del monitoraggio e della verifica dei risultati.

Quanto alla fase di programmazione strategica, il principale strumento è costituito dalla Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile   (SNSvS), approvata dal Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE- ora CIPESS) il 22 dicembre 2017, che definisce le linee direttrici delle politiche economiche, sociali e ambientali finalizzate a raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile entro il 2030.

Secondo quanto disposto dall'articolo 34 del D.Lgs. 152/2006 (c.d. Codice dell'ambiente), la SNSvS è aggiornata con cadenza almeno triennale, e costituisce il quadro di riferimento nazionale per i processi di pianificazione, programmazione e valutazione di tipo ambientale e territoriale. Tale norma prevede infatti, tra l'altro, che le Regioni e le Province autonome approvano proprie strategie regionali e provinciali per lo sviluppo sostenibile  , in stretta correlazione con quella nazionale.

 

Il coordinamento delle azioni e delle politiche inerenti all'attuazione della strategia, cui concorrono politiche di competenza di numerosi Ministeri, è esercitato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, sulla base di una direttiva del Presidente del Consiglio del 16 marzo 2018   che espressamente attribuisce alla Presidenza il compito di coordinare "i lavori volti agli aggiornamenti periodici della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile e le azioni e le politiche inerenti all'attuazione della stessa Strategia". Tale direttiva ha previsto, tra l'altro, che l'attuazione della SNSvS è operata in maniera sinergica con il Programma nazionale di riforma, nonché la predisposizione di una relazione annuale sull'attuazione della SNSvS.

Il ruolo di coordinamento della Presidenza del Consiglio nell'attuazione della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile, anche con riferimento alla fase di monitoraggio e verifica dello stato di avanzamento verso gli obiettivi dell'Agenda 2030, è stato poi rafforzato in virtù dell'istituzione, con D.P.C.M. 11 giugno 2019  , della Cabina di regia "Benessere Italia", diretta ad "assicurare un supporto tecnico-scientifico di carattere specifico al Presidente del Consiglio dei Ministri nell'esercizio delle funzioni di coordinamento delle politiche del governo in materia di qualità della vita e sviluppo sostenibile", in relazione ai quali sono operanti, dal 2016, gli indicatori di benessere equo e sostenibile (BES).

Al fine di rafforzare ulteriormente il coordinamento delle politiche pubbliche in vista del perseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile indicati dall'Agenda 2030, l'art. 1-bis del D.L. 111/2019 ha previsto che "a decorrere dal 1° gennaio 2021 il Comitato interministeriale per la programmazione economica assume la denominazione di Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS)".

Con l'articolo 2 del D.L. 22/2021   è stato inoltre istituito il Ministero della transizione ecologica (che ha sostituito il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare accorpando le funzioni di questo con quelle in materia di politica energetica e mineraria svolte dal Ministero dello sviluppo economico) a cui sono state attribuite "le funzioni e i compiti spettanti allo Stato relativi allo sviluppo sostenibile, ferme restando le funzioni della Presidenza del Consiglio dei ministri" (art. 2).

L'art. 4 del medesimo decreto-legge, inoltre, ha istituito, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE) con il compito, tra gli altri, di provvedere all'aggiornamento della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile.

 

Si ricorda altresì che l'8 febbraio 2022 la Camera dei deputati ha approvato definitivamente una proposta di legge volta ad inserire la tutela dell'ambiente tra i princìpi fondamentali della Costituzione. La legge costituzionale n. 1 del 2022   introduce un nuovo comma all'articolo 9 della Costituzione, al fine di riconoscere il principio di tutela dell'ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni, attribuendo alla Repubblica la tutela anche di tali aspetti. È stato al contempo modificato l'articolo 41 della Costituzione in materia di esercizio dell'iniziativa economica, stabilendo che l'iniziativa economica privata non possa svolgersi in danno alla salute e all'ambiente e riservando alla legge la possibilità di indirizzare e coordinare l'attività economica, pubblica e privata, a fini non solo sociali, ma anche ambientali.

 

Il perseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile delineati nell'Agenda 2030 rappresenta dunque uno dei cardini sui quali è incentrata l'azione del Parlamento e del Governo italiano, impegnati a dare seguito agli impegni internazionali sottoscritti.

La transizione ecologica e lo sviluppo sostenibile rappresentano inoltre macro-obiettivi perseguiti da gran parte delle linee d'azione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), a partire dalla missione 2 a cui è destinato il maggior stanziamento, per un importo di circa 70 miliardi di euro).

Lo stesso dicasi per il Piano per la transizione ecologica (previsto dal D.L. 22/2021 e approvato con la delibera CITE n. 1/2022  ), di cui la citata missione 2 costituisce l'asse fondamentale.

Il monitoraggio degli obiettivi

L'attuazione dell'Agenda 2030 e la distanza dagli obiettivi di sviluppo sostenibile viene monitorata annualmente dall'High Level Political Forum delle Nazioni Unite, che riveste un ruolo cruciale nella supervisione dei processi di monitoraggio e revisione a livello globale.

In Italia è l'ISTAT a svolgere un ruolo attivo di coordinamento nazionale nella produzione degli indicatori per la misurazione dello sviluppo sostenibile e il monitoraggio dei suoi obiettivi. Lo stesso istituto pubblica annualmente il rapporto SDGs, che da diversi anni fornisce indicatori per la misurazione dei progressi compiuti dall'Italia nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile.

Nell'ultimo rapporto SDGs dell'ISTAT   è inoltre contenuta una prima proposta di corrispondenza tra gli indicatori SDGs e le 6 missioni previste dal PNRR.

A partire dalle informazioni contenute in tale rapporto è stato predisposto il documento nazionale di monitoraggio Voluntary National Review 2022   presentato all'ONU nel luglio 2022.

Al fine di consentire il monitoraggio delle misure del PNRR attraverso gli indicatori di sostenibilità, l'Istat ha predisposto, nel mese di settembre 2022, un "cruscotto informativo"   per la navigazione tra le missioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e gli indicatori di benessere e sviluppo.

Si fa notare che nel Programma Nazionale di Riforma (PNR), contenuto nella sezione III del Documento di Economia e Finanza 2022 (DEF) è invece contenuto un capitolo, il quarto, intitolato "Il percorso dell'Italia verso l'attuazione dell'Agenda 2030 e il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile  ", in cui vengono illustrate le misure attuate e programmate dal Governo per accelerare il raggiungimento di quegli obiettivi (1, 2, 3, 4, 5, 8, 9, 10 e 17) la cui attuazione risulta essere in ritardo rispetto alla media UE.

Per una descrizione degli indicatori predisposti dall'ISTAT e delle valutazioni contenute nel succitato capitolo del DEF 2022 in relazione agli SDGs si rinvia al dossier online "L'agenda globale per lo sviluppo sostenibile"  .

Gli SDGs e le aree tematiche collegate

Cliccando sulle icone di seguito riportate, che rappresentano i 17 obiettivi dell'Agenda 2030, si accede alle aree tematiche ad essi collegate.

The 2030 Agenda for Sustainable Development is a global programme of action aimed at eradicating poverty, protecting the planet and ensuring prosperity and peace, adopted unanimously by the 193 UN Member States in Resolution 70/1 of 15 September 2015: "Transforming our world. The Agenda for Sustainable Development". It includes 17 Sustainable Development Goals (SDGs), which the Member States have committed to achieving by 2030, which are themselves divided into 169 targets or specific targets, interlinked and indivisible, which form the new framework for sustainable development, understood as development that meets the needs of the present without compromising the ability of future generations to meet their own needs, thereby harmonising the three dimensions of economic growth, social inclusion and environmental protection.

The 2030 Agenda commits all countries to contribute to the effort needed to bring the world on a sustainable path, without  distinction between developed, emerging and developing countries.

Each country is free to decide how these objectives should be incorporated into policies and decision-making processes, defining its own national sustainable development strategy.

 

The 17 Sustainable Development Goals are as follows:

  1. End all forms of poverty in the world;
  2. End hunger, achieve food security, improve nutrition and promote sustainable agriculture;
  3. Ensuring health and well-being for all at all ages;
  4. Providing equitableand inclusive quality education and lifelong learning opportunities for all;
  5. Achievinggender equality and empowering all women and girls;
  6. Ensure the availability and sustainable management of water and sanitation facilities for all;
  7. Ensuring access for all to affordable, reliable, sustainable and modern energy systems;
  8. Fostering sustained, inclusive and sustainable economic growth, full and productiveemployment and decent work for all;
  9. Building resilientinfrastructure and promotinginnovation and fair, responsible and sustainable industrialisation;
  10. Reducing inequality between and within nations;
  11. Making cities andhuman nsediments inclusive, safe, durable and sustainable;
  12. Ensuring sustainable production and consumption patterns;
  13. Promote action at all levels to combat climate change;
  14. Conserve and sustainably use the oceans, seas and marine resources for sustainable development;
  15. Protect, restore and support the sustainable use of terrestrial ecosystems, sustainably manage forests, combat desertification, halt and reverse land degradation and halt biodiversity loss;
  16. Promoting peaceful and inclusive societies for sustainable development, ensuring access to justice for all and building effective, accountable and inclusive institutions at all levels;
  17. Strengthen the means of implementation and renew the global partnership for sustainable development.

 

These objectives can be traced back to the interconnected areas of intervention identified by the 5P: People (Objectives 1 to 5), Prosperity (Objectives 6 to 12), Planet (Objectives 13 to 15), Peace (Objective 16), Partnership (Objective 17).

 

The European Union has played an important role in shaping the 2030 Agenda for Sustainable Development and has committed itself, together with the Member States, to guiding its implementation, both by integrating  the  Sustainable Development Goals (SDGs) into EU policies and by supporting the efforts of other countries, in particular those most in need, through its external policies.

Sustainable development is formally one of the EU's long-term objectives under Article 3(3) of the Treaty on European Union and the principles of the 2030 Agenda are rooted in the principles and values on which the Union is founded. Overall, the EU has taken the lead in the fight against climate change, supporting from the outset the objectives of the Paris Agreement, while developing strategies and policies consistent with the 2030 Agenda objectives in areas such as the circular economy, research and innovation, employment and social inclusion, the protection of biodiversity and ecosystems, the sustainability of agriculture and food systems, as well as the energy, construction and mobility sectors. Nevertheless, the Union has acted to promote European cohesion and safeguard common values, including democracy, the rule of law and fundamental rights.

More recently, the need to articulate European policies and decision-making processes using a development model increasingly geared to the principles of sustainable development was further relaunched following the COVID-19 epidemiological emergency, when the Green Deal and, more generally, sustainability and social inclusion policies were confirmed as key elements also at the heart of the Recovery and Resilience Plan against the economic and social crisis triggered by the pandemic.

The pandemic has made the implementation of the 2030 Agenda and the achievement of its objectives even more urgent and demanding, both at EU level and globally. The multiannual EU budget 2021-2027, complemented by Next Generation EU, aims to relaunch the European economy through a green, social and digital approach to build a more sustainable future. The overall objectives of the Recovery and Resilience Facility, which is implemented through the Member States' National Recovery and Resilience Plans (NRRPs), include supporting the green and digital transitions and promoting sustainable growth.

The need to accelerate the Union's economic transformation towards a sustainable growth model that is fair and inclusive has been reaffirmed   by the Commission also following the outbreak of the conflict in Ukraine.

Overall, the European Commission has given a strong impetus to the process of promoting sustainable development by explicitly incorporating the 2030 Agenda into the EU's decision-making mechanisms, starting with the European Semester procedure, and by committing itself to a series of policy objectives closely linked to the implementation of the 2030 Agenda, which require the mobilisation of an appropriate level of resources and investment. Among other things, the Commission has set out a new growth strategy to make Europe  the world 's first climate-neutral continent by 2050.

 

In order to implement the 2030 Agenda, Italy has put in place a patchwork of actions involving, at various levels, Parliament, government, regions and local authorities, while civil society initiatives have also become increasingly important. In general, the implementation process at national level takes place primarily at government level, both at the strategic planning stage and in the monitoring and verification of results.

As regards the strategic programming phase, the main instrument is the National Sustainable Development Strategy   (NSDS), approved by the Interministerial Committee for Economic Planning (CIPE, now CIPESS) on 22 December 2017, which sets the guidelines for economic, social and environmental policies aimed at achieving the Sustainable Development Goals by 2030.

In accordance with Article 34 of Legislative Decree No 152/2006 (the Environmental Code), the NSDS is updated at least every three years and constitutes the national reference framework for environmental and territorial planning, programming and assessment processes. This provision provides, inter alia, that the Regions and Autonomous Provinces are to approve their own regional and provincial strategies for sustainable development  , in close connection with the national strategy.

 

The coordination of actions and policies relating to the implementation of the strategy, involving policies falling within the remit of several ministries, is carried out by the Presidency of the Council of Ministers, on the basis of directive of the President of the Council of Ministers of 16 March 2018   which expressly entrusts the Presidency with the task of coordinating ‘the work on regular updates of the National Sustainable Development Strategy and the actions and policies relating to the implementation of that strategy'. That directive provided, inter alia, that the implementation of the NSDS is to be carried out in synergy with the National Reform Programme and that an annual report on the implementation of the NSDS is to be drawn up.

The coordinating role of the Presidency of the Council of Ministers in the implementation of the National Sustainable Development Strategy, including with reference to the monitoring and verification phase of progress towards the SDGs, has been strengthened by the creation, by means of the Prime Ministerial Decree of 11 June 2019  , of the Cabina di Regia "Benessere Italia", aimed at "providing specific technical and scientific support to the Prime Minister in exercising the functions of coordinating government policies on quality of life and sustainable development", in relation to which, since 2016, indicators of equitable and sustainable well-being   have been in place.

In order to further strengthen the coordination of public policies in pursuit of the SDGs, Article 1-bis of Decree-Law No 111/2019 provided that ‘as from 1 January 2021, the Interministerial Committee for Economic Planning shall be called the Interministerial Committee for Economic Planning and Sustainable Development (CIPESS)'.

Article 2 of Decree-Law No   22/2021 also established the Ministry of Ecological Transition (which replaced the Ministry of the Environment and the Protection of Natural Resources and the Sea, merging its functions with those of energy and mining policy carried out by the Ministry of Economic Development), which was entrusted with ‘ the functions and tasks of the State relating to sustainable development, without prejudice to the functions of the Prime Minister's Office' (Article 2).

Article 4 of the same Decree-Law also established, at the Prime Minister 's Office, the Interministerial Committee for the Ecological Transition (CITE) with the task, inter alia, of updating the NSDS.

 

It should also be recalled that, on 8 February 2022, the Chamber of Deputies definitively approved a draft law aimed at including environmental protection among the fundamental principles of the Constitution. Constitutional Law No 1 of 2022   introduces a new paragraph to Article 9 of the Constitution, in order to recognise the principle of protection of the environment, biodiversity and ecosystems, also in the interests of future generations, giving the Republic protection of these aspects as well. At the same time, Article 41 of the Constitution has been amended as regards the exerciseof economic initiative, stipulating that private economic initiative may not be carried out in a way that harms health and the environment and leaving to the law the possibility of directing and coordinating economic, public and private activity, not only for social but also for environmental purposes.

 

The pursuit of the Sustainable Development Goals outlined in the 2030 Agenda is therefore one of the cornerstones of the action of the Parliament and the Italian Government, committed to implementing the international commitments entered into.

Ecological transition and sustainable development are also macro-objectives pursued by most of the action lines of the National Recovery and Resilience Plan (NRRP), starting with mission 2 with the largest allocation of around EUR 70 billion).

The same applies to the Plan for the Ecological Transition (provided for by Decree-Law No 22/2021 and approved by CITE Decision No 1/2022  ), of which mission 2 is the main axis.

The implementation of the 2030 Agenda and the distance to the SDGs is monitored annually by the UN High Level Political Forum, which plays a crucial role in overseeing monitoring and review processes at global level.

In Italy, ISTAT plays an active role of national coordination in the production of indicators for measuring sustainable development and monitoring its objectives. The same institute publishes annually the SDGs report, which has been providing indicators for several years to measure Italy's progress towards achieving the SDGs.

The latest ISTAT report "SDGs 2021" also contains an initial proposal to match the SDG indicators with the 6 missions foreseen in the NRRP.

On the basis of the information contained in that report, the italian 2022 Voluntary National Review   submitted to the UN in July 2022 was prepared.

It should be noted that the 2022 Economic and Financial Document contains a chapter, the fourth, entitled ‘Italy's path towards the implementation of the 2030 Agenda and the achievement of the Sustainable Development Goals'  , which sets out the measures implemented and planned by the Government to accelerate the achievement of those objectives (1, 2, 3, 4, 5, 8, 9, 10 and 17) whose implementation is lagging behind the EU average.

For a description of the indicators prepared by ISTAT and the assessments contained in the above-mentioned chapter of the 2022 Economic and Financial Document in relation to the SDGs, please refer to ‘The global agenda for sustainable development'  .

 

Agenda 2030
1. Sconfiggere la povertà
2. Sconfiggere la fame
3. Salute e benessere
4. Istruzione di qualità
5. Parità di genere
6. Acqua pulita e servizi igienico-sanitari
7. Energia pulita e accessibile
8. Lavoro dignitoso e crescita economica
9. Imprese, innovazione e infrastrutture
10. Ridurre le disuguaglianze
11. Città e comunità sostenibili
12. Consumo e produzione responsabili
13. Lotta contro il cambiamento climatico
14. La vita sott'acqua
15. La vita sulla terra
16. Pace, giustizia e istituzioni solide
17. Partnership per gli obiettivi
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