Il 21 febbraio 2023 la Commissione UE ha presentato un Piano d'azione per proteggere e ripristinare gli ecosistemi marini per una pesca sostenibile e resiliente nell'ambito di un pacchetto di misure volte a migliorare la sostenibilità nel settore della pesca e dell'acquacoltura. Il Piano d'azione è finalizzato ad assicurare buone condizioni di conservazione dell'ambiente marino, che risente della pressione dei cambiamenti climatici e dell'inquinamento degli ocenai, al fine di preservare stock ittici sani e una ricca biodiversitò ed assicurare prospettive a medio e a lungo termine alle comunità di pesca dell'UE.
Si veda, in proposito, l'apposito dossier di documentazione predisposto dall'Ufficio Rapporti con l'Unione europea in vista dell'esame della comunicazione della Commissione "Piano d'azione dell'UE: proteggere e ripristinare gli ecosistemi marini per una pesca sostenibile e resiliente" - COM(2023)102.
In data 24 maggio la Commissione XIII (Agricoltura) ha iniziato l'esame del documento e in data 20 giugno ha espresso una valutazione negativa ritenendo necessario,
1) al fine di contemperare efficacemente la tutela ambientale con politiche a sostegno dell'attività di pesca, procedere ad una profonda revisione del Piano stesso, secondo le seguenti linee di indirizzo:
a) eliminare le restrizioni alla pesca a strascico, così come proposte, e introdurre misure a sostegno della transizione tecnologica, della decarbonizzazione delle imbarcazioni, nonché volte a promuovere il rinnovo della flotta peschereccia con nuove imbarcazioni dotate di attrezzatura dal minore impatto ambientale;
b) accompagnare la revisione del Piano con una valutazione di impatto che tenga adeguatamente conto delle ripercussioni socio-economiche ed occupazionali delle misure prospettate sul settore della pesca;
c) introdurre nel Piano, come modificato, misure di contrasto della pesca illegale e non regolamentata, che potrebbe arrecare danni ambientali maggiori delle attività che si voglionolimitare;
2) procedere nel processo di decarbonizzazione del settore, incentivando l'utilizzo di motori termici con emissioni ridotte e più performanti, ed evitando, al contempo, di aumentare la tassazione sui combustibili fossili, considerata la mancanza di soluzioni alternative per il settore della pesca, soprattutto per quanto riguarda le imbarcazioni di maggiori dimensioni;
3) procedere ad un'analisi dei 17.000 kmq di aree marine comprese nelle aree «Natura 2000», per verificare se tali zone siano già comprese nelle aree precluse alla pesca a strascico o se le misure proposte vadano a limitare ulteriormente, e in quale misura, le zone accessibili con tale tecnica;
4) valutare in quale misura la futura estensione delle aree marine oggetto di tutela, prevista dalla Strategia sulla biodiversità per il 2030, possa diminuire le aree disponibili per la pesca a strascico nel senso di diminuirle.