Il 2021, secondo i dati riportati dal Rapporto Ismea- Qualivita 2022, ha registrato degli ottimi risultati per il vino DOP e IGP italiano che, dopo un 2020 condizionato dalla pandemia, è tornato a crescere a ritmi sostenuti, con un forte balzo in avanti sia per la produzione certificata che per il valore sul mercato.
La produzione di vino imbottigliato DOP e IGP nel 2021 ha sfiorato, infatti, i 27 milioni di ettolitri per un +10,9% su base annua, con andamento complessivo simile fra DOP (+10%) e IGP (+12%). Il valore del vino imbottigliato DOP e IGP nel 2021 supera gli 11,16 miliardi di euro segnando un +21,2% su base annua. Questi valori record sono da attribuire a una crescita dei volumi certificati, ma anche a una dinamica dei prezzi positiva dovuta in parte al recupero delle situazioni di calo nel 2020, in parte alla ripresa di alcuni canali di distribuzione e all'incremento dell'export che hanno indotto la crescita del valore di molte denominazioni e, infine, ad un'impennata dei costi nella parte finale dell'anno che ha determinato un generale aumento dei prezzi. L'incremento del valore è attribuibile soprattutto ai vini DOP (+22%) rispetto alle IGP (+16%). Anche sul fronte export, il recupero è stato ben superiore alla lieve frenata del 2020, con un valore complessivo delle esportazioni di vino italiano DOP IGP di 6,29 miliardi di euro nel 2021, per un +13,0% in valore, con buoni risultati soprattutto per i vini DOP (+16%), in particolare gli spumanti (+25%).
Con riferimento alla etichettatura dei vini, e alla tutela del settore, si ricorda che la XIII Commissione (Agricoltura) della Camera dei deputati, in data 31 gennaio 2023, ha approvato all'unanimità la risoluzione n-8-00002 relativa ad iniziative da assumere per contrastare l'introduzione nell'etichettatura dei vini di indicazioni di rischio per la salute connesso al consumo di alcol.
L'iniziativa parlamentare sopra richiamata è finalizzata a tutelare la filiera vitivinicola - fortemente legata alla promozione della dieta mediterranea nel mondo e alla valorizzazione di tutte le eccellenze del made in Italy agroalimentare - e quella brassicola - coerentemente con un modello alimentare legato alla qualità, alla varietà, promuovendo, anche in tal campo, il consumo responsabile - contro l'iniziativa legislativa irlandese che rischia di etichettatarle in maniera semplicistica e penalizzante.
La Commissione quindi, preso atto di quanto sostenuto, nel corso dello svolgimento di audizioni informali, da importanti studi scientifici in materia nonché da quanto riferito dai rappresentanti di associazioni del settore (Agrinsieme, Coldiretti, Federdoc, Federvini e Unione italiana vini, nonché della memoria inviata dai rappresentanti di Assobirra), ha approvato un atto di indirizzo recante una serie di impegni per il Governo, tra i quali si ricordano quelli volti a:
- arrivare ad un confronto in sede europea ed internazionale, sia con l'Irlanda che con gli altri Paesi che condividono con l'Italia la contrarietà alle disposizioni in esame, facendo valere, se necessario, le opportune contestazioni in sede internazionale, ed in particolare, in ambito di Organizzazione mondiale del Commercio, con l'obiettivo di salvaguardare le produzioni italiane e assicurare un corretto funzionamento del mercato, con la rimozione delle barriere adottate;
- adoperarsi in tutti i tavoli europei di competenza per scongiurare l'introduzione della normativa in questione, valutando, se del caso, la sussistenza dei presupposti per promuovere un ricorso alla Corte di giustizia dell'Unione europea, anche in coordinamento con altri Paesi europei che condividono il medesimo posizionamento italiano;
- ad adottare iniziative, anche in coordinamento con altri Paesi europei produttori ed esportatori di vino e di birra, presso le competenti sedi europee, con la finalità di scongiurare che la normativa irlandese diventi un precedente a danno delle produzioni vinicole e brassicole nazionali;
- a mettere in campo iniziative proattive, che vedano il coinvolgimento del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, del Ministero della agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e del Ministero della salute, affinché in sede europea, attraverso la presentazione di evidenze scientifiche, si scelga un approccio normativo volto a tutelare un consumo equilibrato e sano dei prodotti vitivinicoli e brassicoli, utilizzando gli stanziamenti previsti in ambito delle organizzazioni comuni di riferimento per la realizzazione di progetti e azioni a favore della diffusione e dell'adozione di modelli di consumo equilibrati, legati alla cultura e alla qualità che i prodotti vitivinicoli e brassicoli esprimono, anche alla luce di quanto previsto dalla Dieta mediterranea;
- ad intervenire, sempre in accordo con gli altri Paesi coinvolti, affinché il ruolo del Parlamento europeo che si è espresso in modo contrastante con la decisione adottata dall'Irlanda sia tenuto nella debita considerazione in quanto principale espressione delle culture e delle peculiarità dei diversi Stati Membri;
- ad attivarsi sul territorio nazionale e internazionale, affinché in sede europea, sempre nell'ambito delle risorse ivi previste, vengano attivate campagne di sensibilizzazione al corretto consumo di bevande a base di alcol, affinché sia chiaro che ciò che nuoce alla salute non è un prodotto, ma, bensì, l'uso che se ne decide di fare.
Si fa inoltre presente che sono state recentemente presentate le mozioni Zucconi ed altri n.1-00041 e Serracchiani ed altri n.1-00046 concernenti iniziative a livello europeo e internazionale in materia di etichettatura delle bevande alcoliche, nell'ottica della salvaguardia delle produzioni italiane del relativo comparto.
Il 21 febbraio 2023 è stata svolta, presso la commissione Agricoltura della Camera, l'interrogazione n. 5-00261 recante "Iniziative a tutela della filiera vitivinicola italiana e per contrastare le recenti decisioni della CE in materia di etichettatura degli alcolici". Durante lo svolgimento della stessa il rappresentante del Governo ha ribadito che nei confronti dell'iniziativa irlandese sopra richiamata si pone non solo una questione di tutela del mercato ma anche di verifica della veridicità della misura irlandese non essendo la stessa corroborata da alcuna evidenza scientifica sui rischi per la salute dei consumatori. Si è fatto , inoltre, che è intenzione del Governo promuovere ulteriori iniziative di studio sugli effetti del consumo degli alimenti per la salute, coinvolgendo i migliori studiosi del nostro Paese e che è stato aperto un canale diplomatico con gli omologhi di Francia e Spagna per proporre un documento condiviso che ribadisca la necessità di lavorare sulla distinzione tra consumo responsabile ed abuso di alcool, al fine di garantire un'adeguata informazione ai consumatori, evitare l'introduzione di barriere commerciali e mantenere l'uniformità e la fluidità del mercato unico europeo. Inoltre, insieme ai Governi di Francia, Spagna, Bulgaria, Grecia, Repubblica Ceca, Ungheria, Slovacchia e Portogallo, è stato predisposto un «non paper» per chiedere alla Commissione di avviare un dialogo con il Governo irlandese al fine di evitare l'instaurarsi di barriere al commercio e creare allarmismi ingiustificati nei consumatori, che potrebbero avere pesanti conseguenze sulla sopravvivenza di un intero comparto.