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Edilizia, urbanistica ed opere pubbliche

Nella legislatura in corso prosegue l'attuazione dei programmi di investimento e sviluppo infrastrutturale previsti dal PNRR, perseguita anche attraverso una complessiva revisione del quadro normativo in materia di contratti pubblici in ottemperanza allo specifico target previsto dal PNRR.

Il processo di revisione della disciplina dei contratti pubblici era già iniziato nella XVIII legislatura con l'adozione di numerosi interventi puntuali di riforma, a partire da quelli introdotti con il D.L. n. 32/2019 fino alle misure di semplificazione in materia di affidamento dei contratti pubblici PNRR e PNC introdotte dal D.L. n. 77/2021. Su un quadro normativo già profondamente mutato rispetto all'originario impianto del Codice dei contratti pubblici di cui al D. Lgs. n. 50/2016 si è quindi innestato, in attuazione dell'impegno assunto dall'Italia con il PNRR, il processo che, sulla base della delega conferita al Governo con la L. n. 78/2022, ha condotto all'approvazione del nuovo Codice dei contratti pubblici (D. Lgs. n. 36/2023), entrato in vigore il 1° aprile 2023 e che ha acquistato efficacia dal 1° luglio 2023. Il testo definitivo del nuovo Codice ha recepito sul punto alcune osservazioni contenute nei pareri espressi dalle Commissioni parlamentari sullo schema di decreto legislativo, allo scopo di facilitare la transizione normativa alla nuova disciplina e minimizzare l'impatto del nuovo quadro regolatorio su stazioni appaltanti e operatori economici, tra le quali alcune disposizioni transitorie volte a disporre il mantenimento per le opere PNRR, PNC o cofinanziate con fondi UE della disciplina semplificatoria già dettata dal D.L. n. 77/2021.

È stato inoltre approvato il decreto legislativo correttivo (D.Lgs. 31 dicembre 2024, n. 209), pubblicato nella G.U. del 31 dicembre 2024, il quale apporta correzioni al Codice in materia, tra l'altro, di equo compenso, tutele lavoristiche, digitalizzazione, revisione dei prezzi, qualificazione delle stazioni appaltanti, fase esecutiva del contratto di appalto, e partenariato pubblico-privato.

Il tema della revisione della disciplina dei contratti pubblici intercetta in modo determinante le politiche in materia di infrastrutture strategiche e prioritarie, per le quali il nuovo Codice dei contratti pubblici prevede una nuova disciplina della programmazione e pianificazione che ha soppresso gli strumenti regolatori previsti dal D. Lgs. n. 50/2016 ed introdotto una nuova procedura di programmazione in base alla quale il Governo qualifica una infrastruttura come strategica e di preminente interesse nazionale con delibera del Consiglio dei ministri, in considerazione del rendimento infrastrutturale, dei costi, degli obiettivi e dei tempi di realizzazione dell'opera, e l'elenco delle infrastrutture strategiche e di preminente interesse nazionale è inserito nel documento di economia e finanza.

L'attuale fase è dunque caratterizzata da una progressiva ridefinizione del concetto di priorità infrastrutturale nel cui ambito, oltre alle opere qualificate come prioritarie in base alla disciplina del nuovo Codice dei contratti pubblici, ricadono sostanzialmente anche gli investimenti infrastrutturali previsti dal PNRR e dal PNC, nonché gli interventi infrastrutturali per i quali si è proceduto alla nomina di commissari straordinari ai sensi dell'art. 4 del D.L. n. 32/2019. L'attuale contesto programmatorio in materia infrastrutturale appare, dunque, molto articolato, in quanto la individuazione delle priorità infrastrutturali è distribuita tra una molteplicità di livelli pianificatori e realizzativi.

A tale riguardo, un quadro aggiornato al 31 agosto 2024 dello stato di attuazione delle infrastrutture prioritarie inserite nella programmazione PNRR-PNC e delle opere commissariate, nonché delle ulteriori infrastrutture strategiche e prioritarie (tra le quali è rientrato anche il Ponte sullo Stretto di Messina in ragione di quanto previsto dalla legge di bilancio 2023 e dal D.L. 35/2023) è reperibile nell'ultimo rapporto annuale, predisposto dal Servizio Studi della Camera in collaborazione con l'Autorità nazionale anticorruzione e con l'istituto di ricerca Cresme, presentato alla Commissione ambiente il 18 dicembre 2024. Il quadro di dettaglio delle singole opere monitorate è consultabile nel Sistema Informativo Legge Opere Strategiche (SILOS)

Quanto alle politiche in materia edilizia, le misure legislative adottate nella XVIII legislatura sono state finalizzate al contenimento del consumo di suolo (fino al suo azzeramento in coerenza con l'obiettivo dell'Unione europea di raggiungere un consumo netto di suolo pari a zero per il 2050), alla promozione delle politiche di rigenerazione urbana e al recupero ed efficientamento energetico e anti-sismico del patrimonio edilizio esistente).

Da un lato, e in stretta correlazione con l'esigenza sempre più avvertita di promuovere processi di rigenerazione urbana, negli ultimi anni si è già più volte intervenuti in modifica al Testo unico dell'edilizia (D.P.R. n. 381/2001), prevedendo, tra l'altro, deroghe ai limiti di distanza tra edifici stabiliti dalla normativa, un maggiori ricorso alla demolizione e ricostruzione anche fuori sagoma, l'ampliamento delle nozioni di ristrutturazione edilizia e manutenzione straordinaria e l'agevolazione degli interventi di rigenerazione urbana attraverso la riduzione del contributo di costruzione (art. 10 del D.L. n. 76/2020). Nel corso della attuale legislatura sono state adottate modifiche al Testo unico edilizia con il D.L. 69/2024 tra le quali si segnala quella concernente la disciplina sull'accertamento di conformità, che ha comportato il superamento del requisito della cosiddetta «doppia conformità», limitatamente alle parziali difformità dal permesso di costruire o dalla SCIA.

Dall'altro, il tema della rigenerazione urbana (sul quale si rinvia allo studio "Le politiche di rigenerazione urbana. Prospettive e possibili impatti", a cura del Servizio Studi della Camera in collaborazione con il Cresme) ha assunto una nuova centralità nel PNRR, il quale attribuisce alla rigenerazione urbana la finalità di ridurre i divari di cittadinanza e generazionali accentuandone il carattere di politica trasversale all'incrocio di una pluralità di politiche pubbliche. Molteplici sono, infatti, le linee di investimento del PNRR in materia di rigenerazione urbana (in particolare i Piani Urbani integrati e il Programma innovativo nazionale della qualità dell'abitare (PINQuA), sebbene la rimodulazione del PNRR abbia poi escluso dal PNRR il finanziamento dei Piani Urbani Integrati per destinarne il finanziamento a risorse nazionali.

Rimane peraltro ancora insoddisfatta l'esigenza, segnalata anche dal Governo nel Documento di economia e finanza 2023, di pervenire ad una riforma organica della materia dell'urbanistica e ad una disciplina quadro in materia di rigenerazione urbana, in merito alla quale nella XIX legislatura è stato nuovamente avviato presso i due rami del Parlamento l'esame di specifiche proposte di legge di iniziativa parlamentare.

 
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