tema 23 maggio 2022
Studi - Difesa La transizione ecologica della Difesa

Nel corso della legislatura il Governo ha più volto reso noto alla Commissione Difesa di aver avviato un percorso verso la definizione di una Strategia Energetica della Difesa, in linea con i documenti programmatici nazionali in materia. L'obiettivo è quello di raggiungere più elevati livelli di efficienza e indipendenza energetica, al fine di perseguire concreti obiettivi di contenimento della spesa, tutela ambientale e sostegno alle capacità militari, e di sviluppare una nuova mentalità energy oriented nell'ambito dei settori della logistica, delle operazioni e delle infrastrutture della Difesa.

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In armonia con le azioni già avviate dalla NATO, con le europee e in aderenza agli indirizzi nazionali definiti nella Strategia Energetica Nazionale (SEN), la Difesa ha adottato la una Strategia Energetica della Difesa (SED), che rappresenta una road map di riferimento per l'intero comparto per giungere ad un "Sistema di gestione dell'energia" contestualizzato alla specificità dello strumento militare.
Con il percorso definito dalla SED in un orizzonte temporale fino al 2030, la Difesa intende

  • perseguire il rispetto degli obiettivi nazionali di sostenibilità, di miglioramento dell'efficienza e di riduzione delle emissioni legate all'utilizzo dell'energia, con contestuali riflessi sulle riduzioni di spesa a regime,
  • incrementare la resilienza dell'approvvigionamento energetico nei confronti di sempre crescenti e multiformi minacce di varia natura.

La Sicurezza Energetica è intesa come l'insieme delle attività volte a ridurre la vulnerabilità derivante dall'impiego di risorse energetiche, garantendo un accesso a esse sicuro e sostenibile.

La sicurezza energetica ha evidenti implicazioni per la dimensione militare, dal momento che

  • incide sulle capacità operative delle Forze armate, in termini di autonomia dello strumento militare, di continuità di addestramento e operazioni;
  • afferisce ai compiti connessi con la difesa degli interessi nazionali, sia in Patria che fuori dai confini nazionali (ad esempio, le misure di protezione delle infrastrutture critiche e delle linee di comunicazione/trasporto, vitali per l'approvvigionamento energetico).
ultimo aggiornamento: 18 marzo 2021

Il vasto patrimonio immobiliare del Ministero della Difesa  comprende numerose tipologie di siti ed infrastrutture, sparse su tutto il territorio nazionale, e costituisce un grande valore in termini propriamente economici, oltre che funzionali per le esigenze della stessa amministrazione. Il parco infrastrutturale comprende caserme, basi navali, aeroporti, centri di addestramento, arsenali, stabilimenti di lavoro, centri sperimentali, depositi di mezzi, materiali e combustibili, fari, ponti radio, alloggi di servizio, complessi monumentali, forti, edifici storici ed altro ancora.

Il comparto Difesa è uno dei comparti più energivori tra quelli pubblici a causa delle proprie peculiarità, e dunque risulta fondamentale l'attuazione di azioni mirate al patrimonio edilizio e alle infrastrutture terrestri, portuali e aeroportuali. Siccome il patrimonio della Difesa costituisce una realtà complessa e variegata per la molteplicità di tipologie costruttive ed edilizie, per epoche di realizzazione, per funzioni e destinazioni d'uso, la natura e la consistenza degli interventi dovranno essere attagliate a ciascuna realtà infrastrutturale.

Nel parco infrastrutturale, poi, devono essere considerate anche le installazioni logistiche temporanee nei vari Teatri Operativi, ove la riduzione dei consumi e conseguentemente del flusso energetico verso i sedimi infatti, determina una contrazione delle probabilità di rischio.

Figura 1 - Caratterizzazione energetica della Difesa

Fonte: Audizione del Gen. Isp. F. M. Noto, 23 ottobre 2018.

Al'interno dello sviluppo infrastrutturale la necessità degli interventi di efficientamento energetico deriva sia dall'esigenza di contenimento dei consumi per motivi di economicità, ma anche dalla necessità di ridurre la dipendenza dai vettori energetici al fine di incrementare la sicurezza delle infrastrutture. Sono infatti elevate le possibilità che, per diverse cause, si verifichino improvvisi shock (eventi su scala globale: terremoti, pandemie, incidenti nucleari, attentati) all'intero sistema energetico.
Da ciò discende l'obbligo di rafforzare, anche dal punto di vista infrastrutturale, gli aspetti riconducibili alla resilienza energetica, tanto più nel caso di un Paese dipendente per l'80% del suo fabbisogno energetico da importazioni.

Si segnala in proposito che il Ministero della Difesa e la Cassa depositi e prestiti S.p.A. hanno firmato un protocollo d'intesa inerente iniziative di valorizzazione, riammodernamento o riqualificazione ambientale ed energetica del parco infrastrutture della Difesa. Nel Protocollo è inclusa la collaborazione di Difesa Servizi S.p.A., società in house del Ministero della Difesa, tra le cui attribuzioni rientrano anche le attività di gestione economica dei beni immobili della Difesa. 

Per quanto concerne lo sviluppo delle fonti rinnovabili, la Difesa da anni ha avviato delle importanti iniziative per quanto riguarda gli impianti fotovoltaici che sono stati realizzati anche tramite accordi di project financing. Per il riscaldamento dovranno essere incrementate le pompe di calore che, in abbinamento al fotovoltaico, forniscono un alto rendimento, mentre le biomasse saranno da evitare a causa del loro impatto negativo sui livelli emissivi.

Nella Strategia Energetica della Difesa, uno degli obiettivi prioritari riguarda la conversione a metano delle diverse centrali termiche ancora alimentate a gasolio da riscaldamento. Il passaggio a metano, oltre a benefici in termine ambientale porterebbe ad un risparmio considerevole in termini energetici considerando che il metano ha un rapporto potere calorifico/costo di circa un terzo superiore a quello del gasolio.

Per quanto riguarda gli immobili di nuova costruzione, la Strategia Energetica della Difesa valuta la realizzazione di nuove infrastrutture come un'occasione imperdibile per realizzare progetti caratterizzati dalla perfetta adesione alle più moderne tecnologie e i concetti più evoluti in termini energetici. Secondo la normativa nazionale, tutti i nuovi edifici della P.A devono essere edifici ad energia quasi zero (Nearly Zero Energy Buildings- NZEB). Tali edifici, ad altissima prestazione energetica, minimizzano i consumi legati al riscaldamento, raffrescamento, ventilazione, illuminazione, produzione di acqua calda sanitaria, utilizzando energia da fonti rinnovabili, elementi passivi di riscaldamento e raffrescamento, oltre che idonei sistemi di ombreggiamento. Nei nuovi edifici risulta prioritaria l'implementazione delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT) per la realizzazione di Edifici intelligenti (Smart buildings), ovvero edifici ad alta efficienza energetica dotati di sistemi di gestione intelligente degli edifici in grado di controllare al meglio ogni componente impiantistica, in base alle reali esigenze degli occupanti, minimizzando l'effetto di comportamenti poco attenti da parte degli utenti.

Nel settore degli acquisti del comparto Difesa, oltre ad avere attuato una politica di razionalizzazione della spesa, dovrà essere data efficace puntualità nell'attuazione dei Green Public Procurement - (GPP). Il Codice ambientale introduce i criteri di sostenibilità energetica ed ambientale con cui le stazioni appaltanti contribuiscono al conseguimento degli obiettivi ambientali previsti dal Piano di azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione. Tali criteri hanno ad oggetto molteplici settori e dovranno essere estesi ad ogni acquisto di materiale dalla lampadina al sistema d'arma. In particolare durante la procedura di acquisizione di ogni nuovo materiale, dovrà essere preventivamente effettuata la definizione dei requisiti tecnici di ottimizzazione energetica e, successivamente valutati i consumi al fine di prediligere i beni caratterizzati da bassi consumi energetici e dunque bassi costi di gestione.

Il settore trasporti rappresenta il segmento di consumo particolarmente importante con un discreto potenziale in termini di efficienza energetica. E' dunque auspicabile avviare, in modo graduale e in base alla specificità di ogni Forza armata, la riqualificazione energetica del parco veicoli. In tale campo, infatti, la Difesa potrebbe trarre grossi e indubbi vantaggi. Il trasporto infatti, in ragione del consistente numero mezzi in dotazione, costituisce un potenziale settore di intervento immediato e diretto su cui attuare azioni mirate per il conseguimento delle finalità a breve termine. In tale contesto, per quanto attiene alla mobilità urbana, l'adozione di veicoli ibridi o elettrici, può essere valutata, soprattutto in abbinamento ad iniziative con partner commerciali, interessati alla  diffusione di tali assetti. Come un punto di partenza, per l'inserimento di questi veicoli si dovrà prendere l'ambito non operativo, in particolare, il trasferimento di personale/materiale in ambito di grossi centri urbani o interno a compendi militari da eseguirsi con veicoli di derivazione commerciali quali le autovetture, i furgoni e i mezzi per il trasporto collettivo. Allo stesso modo nell'ambito della mobilità su lungo raggio, attese le problematiche di inquinamento dei motori tradizionali e le varie politiche mondiali intraprese per un progressivo abbandono di questa tecnologia, si dovranno avviare studi per la "metanizzazione" dei veicoli militari, da intendersi come conversione parziale e progressiva dei parchi auto, da raggiungersi tramite interventi di adeguamento delle vetture militari già in uso o di acquisizione di nuove vetture militari compatibili.

Sempre nel settore trasporti, occorre incrementare la penetrazione delle fonti rinnovabili sui consumi finali, orientando l'adozione progressiva dei biocombustibili. Una particolare attenzione merita il possibile impiego dei biocarburanti nei mezzi militari, inclusi quelli operativi. In questo contesto si inserisce tra l'altro l'iniziativa "GREEN FLEET" della Marina Militare Italiana, che prevede l'impiego dei biocarburanti nelle Unità navali. Il progetto nasce - in via sperimentale - dall'esigenza operativa di individuare un prodotto alternativo di origine vegetale, con ridotta portata inquinante e clima-alterante rispetto al combustibile navale di origine petrolifera, per l'utilizzo a bordo delle Unità Navali.

Nell'approvvigionamento dei carburanti per i mezzi (anche operativi) si dovranno introdurre gradualmente combustibili sostenibili anche di origine vegetale certificati, ovvero provenienti da coltivazioni non in competizione col mercato alimentare; tali combustibili potranno essere impiegati in miscela con i tradizionali di origine fossile. Sarà inoltre possibile alimentare il processo (dopo opportune analisi e sperimentazioni da avviare con le società produttrici) anche con oli cosiddetti di "seconda" o "terza" generazione, ovvero provenienti da scarti (olio di cucina esausto, scarti industriali), oppure da colture avanzate (microalghe). Anche l'utilizzo del Gas Naturale Liquefatto (GNL), come combustibile navale, dovrà essere preso in considerazione, in una prospettiva di riduzione dei costi e possibilità di operare con un ridottissimo impatto ambientale sia in ambito portuale che all'interno di aree protette.

Per quanto concerne la Ricerca Tecnologica, lo strumento principale per perseguire l'innovazione tecnologica in ambito Difesa è il Piano Nazionale della Ricerca Militare (PNRM), gestito dal Segretariato Generale della Difesa. Negli ultimi anni il Segretariato Generale della Difesa ha ricevuto e vagliato numerose proposte di progetto in ambito energetico, cofinanziando alcuni programmi di elevato interesse sia per la valenza militare sia per la possibile valorizzazione e applicazione in campo civile (dual use). Le iniziative saranno orientate allo sviluppo di nuovi sistemi di produzione energetica e ottimizzazione delle risorse disponibili possibilmente integrando i sistemi tradizionali in modo da favorire l'inserimento delle soluzioni innovative caratterizzate da un miglior rendimento energetico. In tale campo, inoltre, è auspicabile che le attività proseguano a carattere multidisciplinare così da ampliare le possibilità di sviluppo del sistema e accelerare l'inserimento all'interno dei vari settori della Difesa.

ultimo aggiornamento: 18 marzo 2021

Il Codice dell'ordinamento militare (D.Lgs. n. 66/2010, articolo 355) prevede la facoltà per il Ministero della difesa di affidare in concessione o in locazione, o utilizzare direttamente, in tutto o in parte, i siti militari, le infrastrutture e i beni del demanio militare o a qualunque titolo in uso o in dotazione all'Esercito italiano, alla Marina militare, all'Aeronautica militare e all'Arma dei carabinieri, con la finalità di installare impianti energetici, ferma restando l'appartenenza al demanio dello Stato.

L'articolo 20 del D.L. 17/2022 (cd. decreto Energia) dispone che il Ministero della difesa, anche per il tramite di Difesa Servizi S.p.A., affida in concessione o utilizza direttamente, in tutto o in parte, i beni del demanio militare o a qualunque titolo in uso al medesimo Ministero, per installare impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili.

La finalità della norma è il perseguimento della resilienza energetica nazionale, della crescita sostenibile del Paese e della decarbonizzazione del sistema energetico.

Per la copertura degli oneri il Ministero della Difesa può anche ricorrere alle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, Missione 2, previo accordo con il Ministero della transizione ecologica, qualora ne ricorrano le condizioni in termini di coerenza con gli obiettivi specifici del PNRR e di conformità ai relativi principi di attuazione.

L'articolo 9, comma 1, del D.L.n. 50/2022 ha sostituito interamente il comma 2 del citato articolo 20 del D.L. 17/2022. La norma consente al Ministero della difesa e ai terzi concessionari di tali beni di costituire comunità energetiche rinnovabili nazionali, anche con altre pubbliche amministrazioni centrali e locali, derogando a taluni requisiti specifici previsti dalla normativa in materia ma consentendo l'accesso al regime di sostegni economici offerto dalla medesima normativa, a fronte del pagamento degli oneri di rete riconosciuti per l'illuminazione pubblica.

 

Una comunità energetica rinnovabile è un soggetto giuridico che:
  • si basa sulla partecipazione aperta e volontaria, è autonomo ed è effettivamente controllato da azionisti o membri che sono situati nelle vicinanze degli impianti di produzione detenuti dalla comunità di energia rinnovabile;
  • i cui azionisti o membri sono persone fisiche, piccole e medie imprese (PMI), enti territoriali o autorità locali, comprese le amministrazioni comunali, a condizione che, per le imprese private, la partecipazione alla comunità di energia rinnovabile non costituisca l'attività commerciale e/o industriale principale;
  • il cui obiettivo principale è fornire benefici ambientali, economici o sociali a livello di comunità ai propri azionisti o membri o alle aree locali in cui opera, piuttosto che profitti finanziari.
L' articolo 31 del D.Lgs. n. 199/2021 attribuisce ai clienti finali, ivi inclusi i clienti domestici, il diritto di organizzarsi in comunità energetiche rinnovabili, nel rispetto di determinate condizioni e requisiti espressamente elencati.

 

I beni del demanio militare o a qualunque titolo in uso al medesimo Ministero

  • sono qualificati di diritto come superfici e aree idonee ai sensi dell'articolo 20 del decreto legislativo n. 199/2021, relativo alla disciplina per l'individuazione di superfici e aree idonee per l'installazione di impianti a fonti rinnovabili,
  • sono assoggettati alle procedure autorizzative di cui all'articolo 22 del medesimo decreto legislativo.
Secondo il citato articolo 22, la costruzione e l'esercizio di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili nelle aree idonee sono disciplinati secondo le seguenti disposizioni:
a) nei procedimenti di autorizzazione di impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili su aree idonee, l'autorità competente in materia paesaggistica si esprime con parere obbligatorio non vincolante. Decorso inutilmente il termine per l'espressione del parere non vincolante, l'amministrazione competente provvede comunque sulla domanda di autorizzazione;
b) i termini delle procedure di autorizzazione per impianti in aree idonee sono ridotti di un terzo.

 

L'autorità competente ad esprimersi in materia paesaggistica è la Soprintendenza speciale per il PNRR, autorità operativa fino al 31 dicembre 2026, istituita dall'articolo 29 del decreto-legge n. 77/2021 (Governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure), presso il Ministero della cultura. La Soprintendenza speciale svolge le funzioni di tutela dei beni culturali e paesaggistici nei casi in cui tali beni siano interessati dagli interventi previsti dal PNRR sottoposti a VIA in sede statale oppure rientrino nella competenza territoriale di almeno due uffici periferici del Ministero.

ultimo aggiornamento: 23 maggio 2022

La Difesa attribuisce particolare rilievo alla realizzazione del progetto "Grandi Infrastrutture – Caserme Verdi per l'Esercito" che prevede l'individuazione di una nuova tipologia costruttiva specifica per la citata Forza armata, secondo i principi della  green economy, del risparmio energetico, della tutela ambientale.

Il programma dovrebbe svilupparsi in un arco temporale ventennale, per un investimento complessivo di circa 1,5 miliardi. Allo stato, in attesa dell'individuazione di uno canale di finanziamento ad hoc, la Difesa ha avviato 28 "progetti pilota" con fondi tratti dal proprio bilancio ordinario (cfr. audizione del 20 ottobre 2020).

L'elenco dei progetti è consultabile qui .

Su tale programma il Capo di Stato maggiore dell'Esercito ha riferito alla Commissione Difesa della Camera nella seduta del 20 settembre 2018 e in quella del 20 ottobre 2020 .

Il documento "Caserme verdi per l'Esercito-Studio per la realizzazione di grandi infrastrutture" è consultabile qui.

Da ultimo, nel Documento programmatico previsionale della Difesa per il triennio 2020-2023, la Difesa intende realizzare basi di nuova generazione che risulteranno efficienti, funzionali, pienamente rispondenti alle normative vigenti e ispirate a nuovi standard e secondo criteri costruttivi innovativi di modularità, rapidità di costruzione, basso impatto ambientale e ridotti costi di manutenzione.

 

ultimo aggiornamento: 17 marzo 2021

Gli smart military district sono distretti energetici intelligenti, nei quali sia massimizzato il ricorso all'autoconsumo e la gestione dei flussi energetici avvenga in tempo reale in un alveo certo di cyber security. Tali distretti potrebbero favorire lo sviluppo tecnologico delle aree geografiche interessate dal progetto in termini di infrastrutture e infostrutture e, parallelamente, creare le condizioni per l'attrazione di interessi industriali ed investimenti, a tutto vantaggio dello sviluppo economico e sociale delle Comunità interessate (cfr. seduta della Commissione Difesa della Camera del 23 settembre 2020, dedicata all'esame dello schema di relazione all'Assemblea sull'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund).

Figura 2 - Gli smart military district

Fonte: Audizione del Gen.Isp. F.M. Noto, 23 ottobre 2018
* NZEB è l'acronimo di Nearly Zero Energy Buildings (edifici ad energia quasi zero ). IOT è l'acronimo di Internet of things e ICT di tecnologie dell'informazione e della comunicazione.
ultimo aggiornamento: 18 marzo 2021

La sicurezza energetica è garantita anche dallo sviluppo delle capacità militari e delle conoscenze necessarie per supportare la protezione delle infrastrutture critiche e le linee di comunicazione/trasporto, vitali per l'approvvigionamento energetico (quasi sempre transnazionali e di rilevanza internazionale).

L'Italia, non disponendo di significative risorse energetiche fossili, è dipendente da forniture energetiche dall'estero e quindi:

  • la quasi totalità delle importazioni di gas naturale arriva tramite i gasdotti,
  • l'approvvigionamento di petrolio avviene attraverso navi petroliere.

La sicurezza delle vie di approvvigionamento riveste vitale interesse anche per le operazioni militari, in considerazione della necessità dell'approvvigionamento in Teatri Operativi talvolta in aree distanti dalla madrepatria - come ad esempio Iraq e Afghanistan. Oltre la funzione di protezione "fisica" delle Infrastrutture, per la tutela della sicurezza energetica si cerca di realizzare una rete di approvvigionamento che possa rendere indipendenti le basi strategiche dall'approvvigionamento esterno di combustibile. In tal senso rivestono un ruolo di primaria importanza le reti/oleodotti all'interno delle basi militari, quali quelli

  • della rete NATO Petroleum Oil and Lubrificant (che cura la ricezione, lo stoccaggio e la distribuzione di carburante agli Enti utilizzatori attraverso un oleodotto che, lungo circa 1000 Km, partendo dal porto della Spezia attraversa la Pianura Padan);
  • dei depositi carburanti on/off delle basi militari (costituiti da una serie di depositi dedicati a singole basi, in genere posti al di fuori del sedime, ma collegati a depositi più piccoli all'interno della medesima, oppure collocati direttamente nella base).


La Strategia Energetica della Difesa evidenzia inoltre che il crescente ricorso alle più recenti tecnologie per la gestione, trasferimento dei dati, controllo e tele-controllo, per la produzione, la distribuzione, il monitoraggio delle risorse energetiche e i sistemi basati sulle smart poligeneration grid comporta come effetto collaterale un incremento della vulnerabilità dei sistemi connessi alla rete. Ciascuna componente controllata da remoto può costituire potenzialmente una porta di accesso per un attacco informatico esterno, tendente a prendere il controllo del sistema o inibire la produzione del sistema energetico associato. Dovranno, quindi, essere trattate le interazioni della sicurezza energetica con gli aspetti della Cyber Security e con le minacce che derivano dagli ambienti del settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT) per tendere al raggiungimento di elevate capacità resilienti tali da assorbire e mitigare gli effetti dovuti a eventuali attacchi o a eventi naturali ed assicurare il mantenimento della capacità e della prontezza operativa delle F.A. anche nei contesti dei teatri operativi.
La Difesa può svolgere un ruolo determinante nell'incremento della resilienza nazionale, offrendo le sue infrastrutture e strutture, caratterizzate da elevati standard di sicurezza, per una condivisione con i maggiori enti responsabili della produzione, dispacciamento, trasporto, stoccaggio di energia, traendone il giusto ritorno in termini economici o di scambio di servizi.

ultimo aggiornamento: 18 marzo 2021
 
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