11. Città e comunità sostenibili
11. Città e comunità sostenibili

L'Obiettivo 11 mira a garantire la sostenibilità urbana. Il governo dello spazio urbano è un fattore cruciale di sviluppo che pone sfide e opportunità: le città sono responsabili della maggiore quota di consumo energetico e di emissioni di carbonio, della crescente pressione sull'ambiente e delle connesse problematiche legate alla salute pubblica. Perciò l'obiettivo è garantire alla popolazione che vive, lavora o transita nelle città accesso alla mobilità e qualità degli alloggi, sicurezza, sia in termini di adeguatezza strutturale di edifici e infrastrutture pubbliche e private, sia con riferimento alla tutela da forme di criminalità. Sul piano della salute pubblica, la riduzione dell'inquinamento e il miglioramento della qualità dell'aria costituiscono aspetti centrali, unitamente alla gestione dei rifiuti, del ciclo dell'acqua e delle acque reflue. Con riferimento alla gestione e alla sicurezza del territorio, occorre puntare sulle capacità di adattamento ai cambiamenti climatici e la mitigazione dei loro effetti e sulla gestione del rischio di disastri. 

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L'Obiettivo è declinato in dieci target , tre dei quali riferiti agli strumenti di attuazione (da 11.a a 11.c).

 

11.1  Entro il 2030, garantire a tutti l'accesso ad alloggi adeguati, sicuri e convenienti e ai servizi di base e riqualificare i quartieri poveri;

11.2 Entro il 2030, garantire a tutti l'accesso a un sistema di trasporti sicuro, conveniente, accessibile e sostenibile, migliorando la sicurezza delle strade, in particolar modo potenziando i trasporti pubblici, con particolare attenzione ai bisogni di coloro che sono più vulnerabili, donne, bambini, persone con invalidità e anziani;

11.3 Entro il 2030, potenziare un'urbanizzazione inclusiva e sostenibile e la capacità di pianificare e gestire in tutti i paesi un insediamento umano che sia partecipativo, integrato e sostenibile;

11.4 Potenziare gli sforzi per proteggere e salvaguardare il patrimonio culturale e naturale del mondo;

11.5 Entro il 2030, ridurre in modo significativo il numero di decessi e il numero di persone colpite e diminuire in modo sostanziale le perdite economiche dirette rispetto al prodotto interno lordo globale causate da calamità, comprese quelle legate all'acqua, con particolare riguardo alla protezione dei poveri e delle persone più vulnerabili;

11.6 Entro il 2030, ridurre l'impatto ambientale negativo pro-capite delle città, prestando particolare attenzione alla qualità dell'aria e alla gestione dei rifiuti urbani e di altri rifiuti;

11.7 Entro il 2030, fornire accesso universale a spazi verdi e pubblici sicuri, inclusivi e accessibili, in particolare per donne, bambini, anziani e disabili;

11.a Supportare i positivi legami economici, sociali e ambientali tra aree urbane, periurbane e rurali rafforzando la pianificazione dello sviluppo nazionale e regionale;

11.b Entro il 2020, aumentare considerevolmente il numero di città e insediamenti umani che adottano e attuano politiche integrate e piani tesi all'inclusione, all'efficienza delle risorse, alla mitigazione e all'adattamento ai cambiamenti climatici, alla resistenza ai disastri, e che promuovono e attuano una gestione olistica del rischio di disastri su tutti i livelli, in linea con il Quadro di Sendai per la Riduzione del Rischio di Disastri 2015-2030;

11.c Supportare i paesi meno sviluppati, anche con assistenza tecnica e finanziaria, nel costruire edifici sostenibili e resilienti utilizzando materiali locali.

 

ultimo aggiornamento: 20 aprile 2022

Nel 2023, aumenta la quota di famiglie con difficoltà di collegamento con il trasporto pubblico (32,7%) e si riavvicina al livello pre-pandemico (33,5%). La quota di utenti assidui dei mezzi pubblici (12,9%) sulla popolazione dai 14 anni rimane stabile nel 2023, così come la quota di studenti che usano i mezzi pubblici per raggiungere il luogo di studio (25,5%). Stabile anche l'incidenza di occupati che viaggiano solo con mezzi privati (76%). Nel 2022, nessun progresso per il servizio offerto dal trasporto pubblico locale (TPL), pari a 4.696 posti-km per abitante, che resta in linea con l'anno precedente. Nel 2022, la produzione di rifiuti urbani è in calo in 2 capoluoghi su 3 rispetto al 2021 e registra livelli inferiori al 2019 in più del 50% delle città. Peggiora la qualità dell'aria: nel 2022 in 56 capoluoghi aumentano le concentrazioni medie annue di PM2,5 e in 75 quelle di PM10.

ultimo aggiornamento: 10 settembre 2024

Secondo quanto riportato nella Relazione per Paese 2023, migliora la sostenibilità delle città e delle comunità italiane. Rilevano in positivo il tasso di riciclo e il tasso di inquinamento acustico, per cui l'Italia si posiziona meglio della media europea. Al contrario, per quanto in miglioramento, permane un divario rispetto alla media europea, in merito alla deprivazione abitativa, alle morti premature per esposizione al PM2,5 e alla quota di popolazione connessa al trattamento secondario delle acque reflue. Ad ogni modo, secondo quanto riportato nel Rapporto Istat SDGs, le condizioni abitative registrano notevoli miglioramenti. Inoltre, aumenta sia l'offerta di trasporto pubblico locale nel 2021, sia il suo utilizzo da parte degli studenti nel 2022. Considerando l'intera popolazione, si registra un incremento nell'utilizzo dei mezzi pubblici, che dista ancora, però, dai livelli pre-pandemici. Nel 2022, si rileva un calo nella produzione nazionale dei rifiuti urbani, pari all'1,8 per cento rispetto all'anno precedente, confermando l'andamento tendenzialmente decrescente, registrato dal 2010. Nel Nord del Paese, si continua a registrare la maggiore concentrazione dei rifiuti (circa il 47,5 per cento del totale), ma anche la contrazione più consistente (2,2 per cento rispetto al 2021). A ulteriore miglioramento del quadro generale, si rileva un aumento della raccolta differenziata dei rifiuti urbani che, nel 2022, risulta pari al 65,2 per cento. Parimenti, si nota una riduzione di circa l'8 per cento dei rifiuti urbani smaltiti in discarica, che conferma la tendenza decrescente degli ultimi cinque anni. Nel 2022, essi costituiscono circa il 18 per cento del totale. Prosegue anche nel 2022 la riduzione della concentrazione in atmosfera di PM2,5, i cui limiti sono rispettati su tutto il territorio nazionale, con pochissime eccezioni. Anche in questo caso, gli investimenti del PNRR andranno a intervenire nei diversi ambiti in cui l'Italia presenta criticità. Per rispondere a tali sfide, il PNRR ha riservato specifici strumenti, con un finanziamento complessivo di circa 21 miliardi di euro. Tra le misure più importanti, si menzionano: la realizzazione di nuovi impianti di gestione rifiuti e l'ammodernamento di impianti esistenti, lo sviluppo del trasporto locale, il potenziamento delle linee di trasporto regionale, nonché gli investimenti in progetti di rigenerazione urbana, i piani urbani integrati e i programmi innovativi per il miglioramento della qualità delle abitazioni.

ultimo aggiornamento: 9 aprile 2024