Il Piano nazionale di ripresa e resilienza contiene alcune specifiche misure che intervengono sul sistema giudiziario. Si tratta, in particolare, della previsione di riforme volte ad accelerare lo svolgimento dei processi, e di specifici stanziamenti per la digitalizzazione dei procedimenti giudiziari, per la gestione del carico pregresso di cause civili e penali e per l'efficientamento degli edifici giudiziari. Ulteriori risorse, dedicate all'edilizia penitenziaria, sono messe a disposizione dal Piano complementare.
Nel settore della giustizia, il Consiglio europeo, nelle sue annuali Raccomandazioni ha costantemente sollecitato l'Italia a "ridurre la durata dei processi civili in tutti i gradi di giudizio", nonché ad "aumentare l'efficacia della prevenzione e repressione della corruzione riducendo la durata dei processi penali e attuando il nuovo quadro anticorruzione" (cfr. Raccomandazioni del 2017-2019).
La Commissione Europea, nella Relazione per Paese relativa all'Italia 2020 (cd. Country Report 2020) del 26 febbraio 2020, rileva come l'Italia abbia compiuto progressi solo limitati nel dare attuazione alle sopra citate Raccomandazioni. In particolare:
Da ultimo, nelle Raccomandazioni specifiche all'Italia del 20 luglio 2020 il Consiglio europeo ha nuovamente invitato l'Italia ad adottare provvedimenti volti a "migliorare l'efficienza del sistema giudiziario".
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza individua nella lentezza nella realizzazione di alcune riforme strutturali, un limite al potenziale di crescita dell'Italia.
La riforma del sistema giudiziario, incentrata sull'obiettivo della riduzione del tempo del giudizio, è inserita dal PNRR tra le c.d. riforme orizzontali, o di contesto, che consistono in innovazioni strutturali dell'ordinamento, tali da interessare, in modo trasversale, tutti i settori di intervento del Piano. Per realizzare questa finalità, il Piano prevede - oltre a riforme ordinamentali, da realizzare ricorrendo allo strumento della delega legislativa - anche il potenziamento delle risorse umane e delle dotazioni strumentali e tecnologiche dell'intero sistema giudiziario, al quale sono destinati specifici investimenti.
Per ridurre la durata dei giudizi, il Piano si prefigge i seguenti obiettivi:
Per raggiungere tali obiettivi il Governo individua i seguenti ambiti di intervento prioritari.
Il PNRR prevede 3 filoni di intervento:
Infine, specifiche misure di riforma sono previste nel settore del contenzioso della famiglia, per il quale si prevede l'individuazione di un rito unitario per i procedimenti di separazione, divorzio e per quelli relativi all'affidamento e al mantenimento dei figli nati al di fuori del matrimonio.
Il Parlamento, rispettando le tempistiche previste dall'Unione europea, ha approvato la legge n. 206 del 2021, che prevede una ampia delega al Governo per la riforma del processo civile e per la revisione della disciplina degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie, oltre a misure urgenti di razionalizzazione dei procedimenti in materia di diritti delle persone e delle famiglie nonché in materia di esecuzione forzata. Nella documentazione allegata alla Relazione sullo stato di attuazione del PNRR del 23 dicembre 2021 il Governo dà conto della corrispondenza tra la legge delega e gli obiettivi del PNRR.
In attuazione della delega, che deve essere esercitata entro il 24 dicembre 2022, il Governo ha trasmesso alle Camere lo schema di decreto legislativo A.G. 407. Sullo schema hanno espresso un parere favorevole, con condizioni, tanto la Commissione giustizia della Camera (15 settembre 2022) quanto la Commissione giustizia del Senato (13 settembre 2022).
Ulteriori strumenti attuativi della riforma dovranno essere adottati entro giugno 2023 mentre l'impatto della riforma sulla durata dei procedimenti potrebbe verosimilmente stimarsi alla fine del 2024.
Negli allegati al PNRR [v. p. 369] il Governo prevede di apportare modifiche al c.d. Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza (d.lgs n. 14 del 2019), in particolare:
Il decreto-legge n. 118 del 2021, oltre ad aver ulteriormente rinviato l'entrata in vigore del Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza, ha disciplinato (artt. 2-19), a decorrere dal 15 novembre 2021, l'istituto della composizione negoziata per la soluzione della crisi d'impresa, il cui obiettivo è superare la situazione di squilibrio dell'impresa prima che si arrivi all'insolvenza (v. tema). Il provvedimento, che risponde alle indicazioni del PNRR per quanto riguarda le procedure extragiudiziali e la piattaforma online, è stato poi attuato dal decreto dirigenziale 28 settembre 2021. Inoltre, l'art. 35-ter del decreto-legge n. 152 del 2021 ha introdotto disposizioni sulla specializzazione dei magistrati delegati alle procedure concorsuali. Sui diritti di garanzia non possessori è invece intervenuto il D.M. Giustizia n. 114 del 2021.
Nella documentazione allegata alla Relazione sullo stato di attuazione del PNRR del 23 dicembre 2021 il Governo dà conto della corrispondenza tra gli interventi normativi citati e gli obiettivi del PNRR.
Inoltre, la legge di delegazione europea 2019-2020 (legge n. 53 del 2021) ha inserito nell'Allegato A la direttiva (UE) 2019/1023, riguardante i quadri di ristrutturazione preventiva, l'esdebitazione e le interdizioni, e le misure volte ad aumentare l'efficacia delle procedure di ristrutturazione, insolvenza ed esdebitazione. In merito, il Ministro della giustizia ha istituito una Commissione finalizzata a proporre modifiche alla disciplina dell'insolvenza che dovranno, in base al Piano, essere attuate entro il quarto trimestre 2022.
In vista di questa scadenza, l'art. 42 del decreto-legge n. 36 del 2022, ha posticipato al 15 luglio 2022 l'entrata in vigore del Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza (già prevista per il 16 maggio 2022); ciò al fine di allineare il termine di entrata in vigore del Codice con quello di attuazione della Direttiva (UE) 2019/1023 (17 luglio 2022). Quest'ultima è stata attuata con il decreto legislativo n. 83 del 2022, che incide su varie parti del Codice.
Nel PNRR il Governo si propone l'obiettivo di intervenire sulla giustizia tributaria per ridurre il numero di ricorsi alla Corte di Cassazione e consentire una loro trattazione più spedita. Il Piano muove infatti dalla considerazione di quanto il contenzioso tributario sia una componente importante dell'arretrato della Cassazione (50.000 ricorsi pendenti nel 2020) e di quanto spesso le decisioni della Cassazione portino all'annullamento delle decisioni delle Commissioni tributarie regionali (nel 47% dei casi nel 2020). L'obiettivo sarà perseguito:
Il Parlamento ha approvato la legge n. 130 del 2022, che introduce disposizioni in materia di giustizia e di processo tributari (per il contenuto della riforma v. dossier del Servizio studi). Il PNRR individua per l'attuazione della riforma il termine del quarto trimestre del 2022.
Il PNRR si propone l'obiettivo di rendere più efficiente il processo penale e di accelerarne i tempi di definizione, attraverso interventi inseriti nella legge n. 134 del 2021. In particolare, il Governo punta a:
Sono inoltre definiti interventi tesi a garantire una più accentuata riduzione dei procedimenti, in particolare intervenendo:
Il Parlamento ha approvato la legge 27 settembre 2021, n. 134, che delega il Governo ad operare, entro un anno, una complessiva riforma del processo penale, in linea con le indicazioni del PNRR. Nella documentazione allegata alla Relazione sullo stato di attuazione del PNRR del 23 dicembre 2021 il Governo dà conto della corrispondenza tra la legge delega e gli obiettivi del PNRR. In attuazione delle delega, che deve essere esercitata entro il 19 ottobre 2022, il Governo ha trasmesso alle Camere lo schema di decreto legislativo A.G. n. 414 sul quale le Commissioni Giustizia di Camera e Senato hanno espresso un parere favorevole.
Quanto ai tempi di attuazione, il PNRR prevede che i decreti attuativi debbano essere approvati entro il 2022. L'impatto sulla durata dei procedimenti potrebbe verosimilmente stimarsi alla fine del 2024.
Per realizzare gli obiettivi prefissati, oltre a delineare un piano di riforme, il PNRR prevede anche un quadro di investimenti, che vengono articolati in 6 Missioni e 16 Componenti; le sei Missioni sono: digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute.
All'interno della Missione n. 1 (digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura), il PNRR individua la componente "Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA", che - per gli aspetti di interesse del sistema giudiziario - comprende due distinti investimenti.
Anzitutto, in relazione all'obiettivo della digitalizzazione della PA, sono destinati in particolare 140,5 milioni di euro per il potenziamento dei sistemi telematici di gestione delle attività processuali. L'obiettivo è potenziare le infrastrutture digitali con la revisione e diffusione dei sistemi telematici di gestione delle attività processuali e di trasmissione di atti e provvedimenti. In particolare, il PNRR prevede [p. 432 e ss.] la digitalizzazione del cartaceo residuo per completare il fascicolo telematico (83 mln), progettualità di data-lake (software che funge di unico punto di accesso a tutti i dati grezzi prodotti dal sistema giudiziario, cui sono destinati 50 mln) per migliorare i processi operativi di giustizia ordinaria e Consiglio di Stato (7,5 mln). È prevista inoltre la creazione di una banca dati gratuita e accessibile di tutte le decisioni civili [p. 371]. L'investimento del Ministero della Giustizia è stato avviato a luglio 2021 e si concluderà nel giugno 2026; quello del Consiglio di Stato, avviato nel luglio 2021, terminerà invece nel giugno 2025.
Inoltre, per sostenere gli interventi di riforma della giustizia attraverso l'investimento in capitale umano per rafforzare l'ufficio del processo e superare le disparità tra tribunali, il PNRR stanzia 2.342,1 milioni di euro.
L'obiettivo principale dell'intervento è offrire un concreto ausilio alla giurisdizione, così da poter determinare un rapido miglioramento della performance degli uffici giudiziari per sostenere il sistema nell'obiettivo dell'abbattimento dell'arretrato e ridurre la durata dei procedimenti civili e penali. Il Governo prevede di realizzare l'obiettivo, in primo luogo, attraverso il potenziamento dello staff del magistrato con professionalità in grado di collaborare in tutte le attività collaterali al giudicare (ricerca, studio, monitoraggio, gestione del ruolo, preparazione di bozze di provvedimenti).
A tal fine, per quanto riguarda la giustizia ordinaria, viene finanziato con 2.300 milioni di euro un piano straordinario di assunzioni a tempo determinato per supportare i giudici nell'evasione delle pratiche procedurali pendenti e garantire le necessarie competenze tecniche richieste per affrontare la trasformazione tecnologica e digitale [v. p. 595 per le specifiche sull'impiego del personale tecnico, destinato anche alla gestione dell'intervento sull'edilizia previsto dalla Missione 2]. In particolare, le risorse stanziate saranno destinate a:
Una quota parte dei neo-assunti (400 addetti all'Ufficio del Processo) verrà specificatamente assegnata al progetto di innovazione organizzativa della Corte di Cassazione [p. 482] che prevede la revisione delle sezioni civili, in particolare la sezione tributaria e le sezioni dedicate all'immigrazione e al diritto di asilo.
Per quanto riguarda la giustizia amministrativa, viene finanziato con 42,1 milioni di euro un piano straordinario di assunzioni a tempo determinato per rafforzare temporaneamente l'ufficio del processo; assicurare al sistema competenze tecniche a supporto dello sforzo di gestione del cambiamento e alla transizione tecnologica; rafforzare stabilmente la capacità amministrativa del sistema giudiziario attraverso la formazione del personale e il trasferimento delle conoscenze. In particolare, il PNRR [p. 499 e ss.] prevede l'assunzione con contratti a tempo determinato della durata di 30 mesi di 250 funzionari e di 90 assistenti informatici. Le unità di personale saranno distribuite presso gli uffici giudiziari amministrativi che presentano il maggiore arretrato (Consiglio di Stato, TAR Lazio, TAR Lombardia, TAR Veneto, TAR Campania e TAR Sicilia).
Nel rispetto della tempistica dettata dal PNRR, il decreto-legge n. 80 del 2021 ha dettato modalità speciali per il reclutamento del personale per l'attuazione del PNRR da parte delle amministrazioni pubbliche. In particolare, per il Ministero della Giustizia sono intervenuti gli artt. 11 e ss. che autorizzano il Ministero a reclutare (v. focus):
- nel periodo 2021-2024, in due scaglioni, un contingente massimo di 16.500 unità di addetti all'ufficio per il processo, con contratto di lavoro a tempo determinato della durata massima di due anni e sette mesi per il primo scaglione e di due anni per il secondo (400 unità dovranno essere destinate alla corte di cassazione);
- nel periodo 2021-2026, con contratto di lavoro a tempo determinato della durata massima di trentasei mesi, con decorrenza non anteriore al 1° gennaio 2022, un contingente massimo di 5.410 unità di personale amministrativo.
In attuazione di queste previsioni è stato pubblicato il Bando per il reclutamento del primo contingente di 8.171 addetti all'Ufficio per il processo (scad. 23 settembre 2021). Nella Relazione sullo stato di attuazione del PNRR del 23 dicembre 2021 il Ministero afferma che sono state presentate 66.015 domande e che le graduatorie sono state chiuse. Sono stati altresì individuati i contingenti di addetti all'ufficio per il processo da assegnare ai singoli uffici giudiziari (D.M. Giustizia 26 luglio 2021) e il CSM ha emanato le linee guida per l'ufficio del processo (delibera 13 ottobre 2021).
Nell'audizione in Commissione del 15 febbraio 2022, la Ministra della Giustizia ha affermato che all'esito della procedura per il reclutamento di 8.171 addetti all'ufficio del processo: i posti coperti sono 7.212; i posti rimasti vacanti sono 959, con una percentuale di scopertura del 12%. I vincitori hanno preso servizio nell'ultima settimana di febbraio; il 14 febbraio 2022 sono stati immessi in servizio gli addetti presso la Corte di cassazione.
Proprio per ovviare a tali scoperture, l'art. 33 del decreto-legge n. 17 del 2022 ha semplificato la procedura di assunzione degli addetti all'ufficio del processo, prevedendo lo scorrimento delle graduatorie dei diversi distretti al fine di realizzare la copertura integrale dei posti messi a concorso. Il provvedimento ha inoltre introdotto l'incompatibilità tra la professione di avvocato e lo svolgimento dell'attività di addetto all'ufficio del processo, imponendo la sospensione dall'esercizio della professione per l'intero periodo di lavoro svolto presso la P.A., con obbligo di comunicazione al consiglio dell'ordine.
Successivamente, l'art. 9, co. 1, del decreto-legge n. 36 del 2022 ha chiarito che le assunzioni a tempo determinato effettuate dal Ministero della giustizia - nell'ambito del PNRR - presso l'ufficio per il processo, non possono essere rinnovate.
Nel lungo periodo, al fine di non disperdere lo sforzo e i risultati conseguiti con il reclutamento temporaneo di personale, laddove sia possibile, nel PNRR il Governo dichiara di voler stabilizzare la struttura organizzativa così costituita per mantenere inalterata la sua composizione e funzione. A tal fine è costruito un sistema di incentivi e corsie preferenziali volto al reclutamento e alla stabilizzazione delle risorse assunte in via temporanea.
Nella Missione n. 2 (rivoluzione verde e transizione ecologica), il PNRR individua la componente "Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici" che comprende anche l'obiettivo dell'efficientamento degli edifici pubblici, con uno stanziamento di 410 milioni di euro per l'efficientamento degli edifici giudiziari.
In particolare, la linea di investimento mira ad intervenire sulle strutture inadeguate che influiscono sull'erogazione del servizio giudiziario [p. 1081]. L'intervento si focalizza sulla manutenzione di beni esistenti, sulla tutela, la valorizzazione e il recupero del patrimonio storico che spesso caratterizza gli uffici dell'amministrazione della giustizia. La misura si pone l'obiettivo di intervenire su 48 edifici; il dettaglio degli immobili interessati dall'investimento è a p. 1085 degli allegati al PNRR.
Nell'audizione in Commissione Giustizia, alla Camera, del 15 febbraio 2022, la Ministra della Giustizia ha affermato che gli interventi ammessi al PNRR sono per lo più affidati ai Provveditorati delle opere pubbliche e consistono in 38 interventi di grande manutenzione e 10 interventi relativi a cittadelle della giustizia (Trani, Bergamo, Monza, Napoli, Benevento, Perugia, Roma, Latina, Velletri, Venezia).
Infine, nella Missione n. 5 (coesione e inclusione), la componente "Interventi speciali per la coesione territoriale" comprende uno stanziamento di 0,3 miliardi di euro per la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie. In particolare, il PNRR prevede la riqualificazione e valorizzazione di almeno 200 beni confiscati per fini di sviluppo economico e sociale.
In merito, l'art. 22 del decreto-legge n. 36 del 2022 ha istituito, nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, un Fondo per le spese di gestione dei beni confiscati alle mafie, di 2 milioni di euro per l'anno 2022, da trasferire all'Agenzia per la coesione territoriale, al fine di rendere effettivi gli obiettivi della misura "Valorizzazione dei beni confiscati alle mafie", di cui alla Missione 5 – Componente 3, Investimento 2, del PNRR.
Riconducibile a questa missione, e alla specifica componente "Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore", è anche uno stanziamento pari a 132,9 milioni di euro, reso disponibile dalla programmazione nazionale aggiuntiva (art. 1, comma 2, lett. g) del decreto-legge 59/2021). Si tratta di risorse finalizzate alla costruzione e al miglioramento di padiglioni e spazi per strutture penitenziarie per adulti e minori e ripartite dal 2022 al 2026 nelle seguenti misure:
Anno
|
Stanziamento nel bilancio del Ministero della giustizia (in mln di €)
|
2022
|
2,5
|
2023
|
19,0
|
2024
|
41,5
|
2025
|
57,00
|
2026
|
12,9
|
Totale
|
132,9
|
L'investimento si propone i seguenti obiettivi:
Gli stanziamenti consentiranno la realizzazione di 8 padiglioni penitenziari presso gli istituti di Ferrara, Vigevano, Rovigo, Perugia, Viterbo, Civitavecchia, Santa Maria Capua Vetere e Reggio Calabria Arghillà, per un totale di 640 nuovi posti detentivi.
Il complesso delle misure previste dal PNRR dovrebbe portare a una significativa riduzione dell'arretrato e della durata dei processi civili, penali e amministrativi [p. 49 e ss.]. E' questo infatti l'obiettivo principale tanto delle riforme quanto degli investimenti messi in campo.
In particolare, come specificato nell'allegato al PNRR [p. 372], il Governo si pone l'obiettivo di:
Ai fini del raggiungimento degli obiettivi, la Commissione europea ha richiesto che le percentuali di riduzione dell'arretrato e del disposition time civile e penale fossero calcolate rispetto ai corrispondenti valori del 2019 (c.d. baseline). A fini di rendicontazione alla Commissione, il Ministero della Giustizia effettua un monitoraggio semestrale dell'andamento degli indicatori PNRR.
Nel corso dell'audizione in Commissione Giustizia, alla Camera, dello scorso 15 febbraio 2022, la Ministra della Giustizia ha affermato che l'andamento dei flussi dei dati di fine 2021, per il settore civile, è decisamente confortante in quanto, rispetto al 2019, tutti gli indicatori PNRR sono in calo. Si tratta di:
- disposition time totale -11,1%
- arretrato in tribunale -4%
- arretrato in Corte di appello -11,6%
La complessiva analisi dei lussi del civile segnala poi, in tutte le fasi del giudizio, una riduzione di pendenze rispetto a 2019:
- in tribunale - 8,6%
- in Corte d'appello -13,5%
- in Corte di cassazione -5%
Nel settore penale, nel 2021, il disposition time fa registrare un miglioramento rispetto al 2020, anche se non siamo ancora tornati ai livelli prepandemia (+8,8% rispetto al 2019).