Al fine di accedere ai fondi del Dispositivo di ripresa e resilienza (RRF), nel quadro di Next Generation EU (NGEU), il nuovo strumento dell'Unione europea per la ripresa per il periodo 2021-2027, l'Italia ha approvato il proprio Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), approvato con Decisione di esecuzione del Consiglio del 13 luglio 2021.
Al fine di accedere ai fondi del Dispositivo di ripresa e resilienza (RRF), nel quadro di Next Generation EU (NGEU), il nuovo strumento dell'Unione europea per la ripresa che integra il Quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027, ciascuno Stato membro deve predisporre un Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (PNRR - Recovery and Resilience Plan), con cui definire un pacchetto coerente di riforme e investimenti per il periodo 2021-2026.
Il 30 aprile 2021 il PNRR dell'Italia è stato trasmesso dal Governo alla Commissione europea.
Il 22 giugno 2021 la Commissione europea ha pubblicato la proposta di decisione di esecuzione del Consiglio, fornendo una valutazione globalmente positiva del PNRR italiano. La proposta è accompagnata da una dettagliata analisi del Piano (documento di lavoro della Commissione
).
Il 13 luglio 2021 il PNRR dell'Italia è stato definitivamente approvato con Decisione di esecuzione del Consiglio , che ha recepito la proposta della Commissione europea. La Decisione contiene un allegato
con cui vengono definiti, in relazione a ciascun investimento e riforma, precisi obiettivi e traguardi, cadenzati temporalmente, al cui conseguimento si lega l'assegnazione delle risorse su base semestrale.
Con il D.M. del Ministero dell'economia e delle finanze del 6 agosto 2021 è stato, quindi, definito il riparto delle risorse finanziarie del PNRR (191,5 miliardi di euro) tra le Amministrazioni centrali titolari degli interventi, indicando la somma complessiva spettante a ciascuna di esse e la ripartizione delle risorse in relazione ai traguardi e agli obiettivi da conseguire, per ciascuna scadenza semestrale.
Il PNRR italiano prevede investimenti pari a 191,5 miliardi di euro, finanziati attraverso il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza (RRF), a cui si aggiungono 30,6 miliardi di risorse nazionali, confluite in un apposito Fondo complementare al PNRR, per un totale di 222,1 miliardi di euro (a cui si aggiungono ulteriori 13 miliardi del programma React EU).
In linea con i 6 pilastri individuati dalla normativa europea, il PNRR italiano si articola in 6 Missioni: 1) digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo; 2) rivoluzione verde e transizione ecologica; 3) infrastrutture per una mobilità sostenibile; 4) istruzione e ricerca; 5) inclusione e coesione; 6) salute – in piena coerenza con i sei pilastri del Programma Next Generation EU (NGEU) - suddivise in 16 Componenti, funzionali a realizzare gli obiettivi economico-sociali definiti nella strategia del Governo. Le misure previste dal Piano si articolano intorno a tre assi strategici condivisi a livello europeo: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale.
La prima missione, "Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura", stanzia complessivamente 49,1 miliardi – di cui 40,7 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 8,5 miliardi dal Fondo complementare.
La seconda missione, "Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica", stanzia complessivamente 68,6 miliardi – di cui 59,4 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 9,1 miliardi dal Fondo complementare.
La terza missione, "Infrastrutture per una Mobilità Sostenibile", stanzia complessivamente 31,4 miliardi – di cui 25,4 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 6,06 miliardi dal Fondo complementare.
La quarta missione, "Istruzione e Ricerca", stanzia complessivamente 31,9 miliardi di euro – di cui 30,9 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 1 miliardo dal Fondo complementare.
La quinta missione, "Inclusione e Coesione", stanzia complessivamente 22,5 miliardi – di cui 19,8 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 2,7 miliardi dal Fondo complementare.
La sesta missione, "Salute", stanzia complessivamente 18,5 miliardi, di cui 15,6 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 2,9 miliardi dal Fondo.
Sui 206 miliardi complessivi (considerando, cioè, anche le risorse del Piano nazionale complementare) ripartibili secondo il criterio del territorio, il Piano ne destina 82 miliardi al Mezzogiorno, corrispondenti a una quota del 40% (a fronte del limite minimo del 34%, pari alla popolazione residente, previsto dalla normativa vigente per la ripartizione territoriale degli investimenti ordinari). Per una disamina più approfondita relativa a tali interventi si rinvia al tema Il Mezzogiorno nel PNRR.
Nel rispetto delle soglie stabilite dalla normativa europea, il Piano prevede che il 37% delle risorse sia indirizzato a interventi per la transizione ecologica e il 25% alla transizione digitale.
Il Piano prevede un ampio programma di riforme, ritenute necessarie per facilitare la sua attuazione e contribuire alla modernizzazione del Paese e all'attrazione degli investimenti.
In particolare si prevedono la riforma della pubblica amministrazione (con, tra le altre cose, il cambiamento dei processi di selezione e formazione dei dipendenti pubblici e la semplificazione e digitalizzazione delle procedure amministrative); la riforma della giustizia (con tra le altre cose, la semplificazione del rito processuale civile e la completa attuazione del processo telematico, interventi per la riduzione del contenzioso tributario e, nel settore penale, l'ampliamento dei riti alternativi, l'accesso più selettivo all'azione penale e al dibattimento, la definizione dei termini di durata dei processi); la semplificazione della legislazione e la promozione della concorrenza (con, tra le altre cose, il potenziamento dell'Autorità antitrust e l'agevolazione dell'attività d'impresa in settore strategici come le reti digitali, l'energia e i porti). Molte delle riforme richiedono misure legislative. Qui il cronoprogramma (aggiornato al 30 settembre 2022) delle misure legislative previste dal PNRR con il relativo stato di attuazione.
Il Piano contiene una stima dell'impatto delle misure in esso contenute: in particolare, si prevede che nel 2026 il Pil sarà di 3,6 punti percentuali più alto rispetto allo scenario di base, mentre nell'ultimo triennio dell'orizzonte temporale del Piano (2024-2026) l'occupazione sarà più alta di 3,2 punti percentuali. Nel DEF 2022 l'impatto macroeconomico del PNRR sul Pil è stato rivisto al ribasso: nel 2026 si stima una crescita del 3,2 per cento (-0,4 per cento). Tale revisione è dovuta a due fattori: in primo luogo, ad aprile 2021 si era ipotizzata una dinamica temporale di spesa per il Fondo complementare simile a quella del resto del Piano, mentre nella versione attuale circa 9,5 miliardi del Fondo saranno utilizzati dopo il 2026; in secondo luogo, influisce sui risultati della simulazione la differente e meno rapida dinamica del cronoprogramma di spesa complessivo rispetto a quanto ipotizzato in precedenza.