La riforma del coordinamento delle politiche di bilancio degli Stati membri dell'Unione europea (cd. riforma della governance economica europea) è entrata in vigore il 30 aprile 2024 con la pubblicazione di tre atti legislativi: il regolamento (UE) 1263/2024 (cd. "braccio preventivo"), il regolamento (UE) 1264/2024 (cd. "braccio correttivo") e la direttiva (UE) 2024/1265. Nei considerando del regolamento (UE) 1263/2024 sono illustrati alcuni obiettivi principali, tra i quali: adottare una programmazione di medio-lungo periodo per conseguire finanze pubbliche sane e sostenibili; affrontare le sfide della transizione ecologica e digitale, della sicurezza energetica, del pilastro europei dei diritti sociali, della difesa dell'UE; consentire un maggiore margine per le politiche fiscali anticicliche. La riforma modifica gli strumenti e le procedure del coordinamento delle politiche di bilancio europee, introducendo un documento di programmazione pluriennale, presentato da ciascuno Stato membro e valido per un periodo analogo alla durata della legislatura nazionale: il Piano Strutturale di Bilancio. Esso contiene un unico programma di investimenti e riforme e il livello della spesa netta che dovrà essere osservato secondo un percorso di aggiustamento di bilancio, finalizzato a ridurre il rapporto debito/PIL in modo duraturo e a mantenere il rapporto deficit/PIL sotto il 3%. Il percorso di aggiustamento avrà una durata di 4 anni, ma potrà essere esteso fino a 7 anni, a fronte di investimenti ambiziosi. Per verificare la corretta attuazione degli obiettivi del Piano, la riforma prevede una Relazione sui progressi compiuti, che sarà presentata annualmente dal Governo alle istituzioni europee. La riforma introduce inoltre un indicatore operativo di riferimento, la spesa primaria netta, e modifica le principali condizioni per l'attivazione delle procedure per disavanzo eccessivo. In linea con queste, il Consiglio dell'Unione europea, con la Decisione (UE) 2024/2124 del 26 luglio 2024, ha dichiarato l'esistenza di un disavanzo eccessivo per l'Italia per l'anno 2023 per il criterio del deficit. Il 27 settembre 2024, il Governo ha trasmesso alle Camere la proposta di Piano strutturale di bilancio a medio termine per l'Italia per il periodo 2025-2029; a seguito delle deliberazioni parlamentari, e della proposta di Raccomandazione del Consiglio formulata dalla Commissione europea il 21 ottobre 2024, il 21 gennaio 2025 il Consiglio dell'Unione europea ha approvato il Piano con Raccomandazione del 14 gennaio 2025. Per un'analisi del contenuto del Piano strutturale di bilancio dell'Italia si rimanda al Dossier predisposto dal Servizio Studi; per un'analisi comparata delle valutazioni svolte dalla Commissione europea sugli altri Piani strutturali di bilancio presentati dagli altri Paesi europei, si rimanda al Dossier predisposto dall'Osservatorio sulla finanza pubblica e sulle politiche di bilancio. Nel Piano il Governo ha proposto misure finalizzate all'estensione del periodo di aggiustamento di bilancio da quattro a sette anni, dunque fino al 2031. Il Piano contiene inoltre la quantificazione della spesa primaria netta finanziata a livello nazionale, quantificata in 1.040,3 miliardi di euro per l'anno 2023 (Tavola II.2.4, pp. 73-74). Conseguentemente, il Governo, tenendo conto dell'apertura della procedura per deficit eccessivo, ha formulato nel Piano la traiettoria di spesa netta per l'Italia, stabilendo un tasso di crescita annuale nominale medio della spesa primaria netta nazionale pari all'1,6% del PIL in media nel periodo 2025-2029 e all'1,5% del PIL nel periodo 2025-2031, derivante da un saldo primario strutturale pari allo 0,55% del PIL negli anni 2025 e 2026, e pari allo 0,52% del PIL negli anni successivi fino al 2031. Nelle previsioni del Governo, tale traiettoria dovrebbe consentire di anticipare il rientro dalla procedura per deficit eccessivo già nel 2027: infatti, il rapporto deficit/PIL dovrebbe attestarsi al 2,8% nel 2026, consentendo dunque l'anno dopo (2027) la fuoriuscita dalla procedura. In relazione alle riforme e agli investimenti illustrati nel Piano, tale programma include misure già previste dal PNRR, da completare e sviluppare ulteriormente; nuovi interventi rivolti a affrontare le criticità concernenti principalmente cinque aree di riforma (giustizia, pubblica amministrazione, fisco, ambiente imprenditoriale, spesa pubblica); nonché le misure per rispondere alle Raccomandazioni specifiche per Paese e per affrontare le priorità comuni dell'Unione.