Nella seduta del 22 marzo 2023, la Commissione Affari esteri della Camera ha deliberato all'unanimità, ai sensi dell'articolo 144, comma 1 del Regolamento ed essendo pervenuta l'intesa in tal senso da parte del Presidente della Camera, conformemente alla valutazione unanime dell'ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi della Commissione espressa nella riunione del 15 febbraio 2022, lo svolgimento dell'indagine conoscitiva sui risvolti geopolitici connessi all'approvvigionamento delle cosiddette terre rare.
L'indagine conoscitiva ha la finalità di analizzare ed approfondire, nelle sue varie sfumature, il vasto tema dei risvolti geopolitici connessi all'approvvigionamento delle cosiddette terre rare, il gruppo di 17 elementi chimici che ha proprietà magnetiche e conduttive particolarissime, essenziali nel contesto dell'odierna industria elettronica e tecnologica.
L'importanza strategica di questi elementi deriva soprattutto dal loro massiccio utilizzo nell'industria dell'elettronica di consumo, nel settore medico e nell'industria della difesa, tutti ambiti che hanno acquisito un'importanza crescente nelle dinamiche dei rapporti interstatuali.
In particolare, allo stato attuale la Cina ha assunto un ruolo dominante nel settore. Il Paese infatti detiene circa un terzo delle riserve del pianeta di terre rare e, soprattutto, ha il primato in termini di produzione. L'importazione di terre rare dalla Cina è probabilmente la questione più sensibile in termini strategici in questo ambito, dati i possibili risvolti sulla regione europea in primis. Allo stesso tempo la «corsa» all'approvvigionamento di questi elementi sul continente africano sta determinando importanti e spesso non positive conseguenze sugli assetti politici e i sistemi di alleanze di quel continente.
Come noto, la Comunità internazionale sta vivendo un momento storico particolarmente complesso e la deflagrazione della guerra alle porte dell'Unione europea è solamente uno degli aspetti di un più complessivo confronto che coinvolge molteplici teatri, da quello est-asiatico a quello africano. In tale contesto, appare particolarmente importante approfondire i riflessi della questione dell'approvvigionamento delle terre rare sui Paesi della regione euro-atlantica e sui sistemi di alleanza di cui l'Italia è parte. Ciò sulla base del dato, segnalato da molti analisti, che tale questione avrà un impatto determinante sui futuri equilibri geostrategici dei maggiori attori internazionali, con risvolti a livello globale.
Un primo ambito di indagine è, dunque, quello della valutazione dello scenario attuale e dell'impatto sulle relazioni internazionali, nel medio e lungo periodo, delle tendenze attuali per quanto concerne Italia, Europa e Nord America.
Un secondo settore di indagine è relativo, in particolare, alle implicazioni per la politica estera dell'UE. Quest'ultima è fortemente condizionata, da un lato, dalla necessità di garantire sufficienti forniture di petrolio e gas, dall'altro, dalle esigenze ambientali che stanno alla base dell'European green deal. Si ricorda a tale proposito che, in ragione della sua scarsità di risorse interne, l'Ue si trova a dover importare circa l'87 per cento del petrolio e il 74 per cento del gas naturale che consuma e ha sviluppato nel tempo grandi problemi di dipendenza in termini di diversificazione dell'approvvigionamento. Sotto questo punto di vista l'European Green Deal, certamente contribuirà in maniera significativa a ridurre i problemi di sicurezza connessi a petrolio e gas, ma potrebbe innescare nuovi rischi strategici per la sicurezza energetica, connessi all'importazione di minerali e metalli necessari per la produzione di pannelli solari, turbine eoliche, batterie e veicoli elettrici.
Un ultimo settore di indagine allarga l'orizzonte della riflessione al conflitto in corso in Ucraina e più in generale alla situazione politica dell'Asia centrale, allo scopo di comprendere in quale misura le esigenze di approvvigionamento e commercializzazione delle terre rare influenzino i conflitti e la geopolitica di quelle aree.
L'attività di indagine sarà principalmente svolta attraverso audizioni di soggetti rilevanti in relazione al tema oggetto dell'analisi e, ove necessario, attraverso sopralluoghi al di fuori del Parlamento previa autorizzazione richiesta al Presidente della Camera.
Il termine dell'indagine, inizialmente fissato al 31 marzo 2024, è stato prorogato al 30 settembre 2024 e poi al 31 dicembre 2024.
Sul sito della Camera dei deputati sono disponibili i resoconti delle audizioni.
n. | Auditi | Seduta |
1 | Stefano Bonetti, rappresentante della Fondazione Rara e ordinario di fisica della materia all'Università Ca' Foscari di Venezia | 11 luglio 2023 |
2 | Federico Tassan-Viol, rappresentante di ECCO | 11 ottobre 2023 |
3 | Lucia Tajoli e Alessandro Gili, rappresentanti dell'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI) | 14 novembre 2023 |
4 | Pier Paolo Raimondi, rappresentante dell'Istituto Affari Internazionali (IAI) | 22 novembre 2023 |
5 | Luca Landoni, rappresentante della Associazione nazionale industrie elettroniche ed elettrotecniche (ANIE Federazione) | 6 dicembre 2023 |
6 | Leopoldo Rubinacci, Vice Direttore generale per il commercio della Commissione europea | 13 dicembre 2023 (notturna) |
7 | Luca Dal Fabbro, presidente di IREN | 13 dicembre 2023 (pomeridiana) |
8 | Claudia Brunori, rappresentante di ENEA | 16 maggio 2024 |
9 | Gianclaudio Torlizzi, fondatore della società T-Commodity | 28 maggio 2024 |
10 | David Abraham, Coordinatore del Technology, Rare and Electronics Materials Center (TREM Center) | 13 giugno 2024 |
11 | Laura Cozzi, direttrice per la sostenibilità, la tecnologia e le prospettive dell'Agenzia Internazionale per l'Energia (AIE) | 12 novembre 2024 |
12 | Henrik Schiellerup, Direttore Risorse e Ambiente del Geological Survey of Norway (NGU) | 18 dicembre 2024 |