In occasione dell'ultimo Convegno di Farmindustria dal titolo "Per una primavera demografica. Quali politiche per la natalità" sono stati presentati i dati ISTAT sulla natalità (a consuntivo fino ai primi 10 mesi del 2022), a cura della Direttrice centrale, Sabrina Prati (qui il link).
Emerge un quadro in cui nel corso degli ultimi decenni cala il numero medio dei figli per donna e aumenta l'età media alla nascita del primo figlio, con il conseguente fenomeno della contrazione dei secondi figli e ad una diminuzione drastica dei terzi figli e oltre.
Aumentano sensibilmente le donne senza figli, che sono 1 su 4 per le nate nel 1980 (dato stimato per la fine della vita riproduttiva), vale a dire circa il doppio rispetto alla generazione del 1950 (erano l'11,1% delle donne ini età riproduttiva).
Il record negativo del più basso numero di nascite raggiunto nel 2020 in Italia è stato nuovamente superato nel 2021, con 400.249 nati. Significa un calo dell'1,1% rispetto al 2020 e del 31% rispetto al 2008, anno del massimo relativo più recente delle nascite.
Un forte calo osservato a gennaio 2021 in corrispondenza delle concezioni dei primi mesi dell'ondata epidemica. Nei soli primi 10 mesi del 2022, sono state registrate 9 mila nascite in meno (in tutto il 2021 le minori nascite sono state pari a 5 mila).
Il fenomeno è legato anche alla diminuzione del tasso di fecondità sotto i 30 anni ed il rinvio protratto nel tempo si traduce spesso nella rinuncia definitiva ad avere figli.
Cala il numero medio di figli per donna che nel totale è stato di 1,25 nel 2021, di cui 1,18 per le italiane e 1,87 per le straniere (era 1,44 nel 2008, di cui 1,33 per le italiane e 2,53 per le straniere) e l'età media al parto nel 2021 è di 32,4 anni, di cui 32,8 anni per le italiane e 29,7 anni per le straniere (era di 31 anni nel 2008, di cui 31,6 anni per le italiane e 27,5 anni per le straniere).
Tra le cause del calo delle nascite si individua una correlazione con la diminuzione dei matrimoni, con un peso delle nascite da genitori non coniugati che arriva nel 2021 al 39,9% e la minore presenza di giovani under 25 che in Italia, unico caso in Europa, sono scesi sotto quota 23%. Si tratta di ben 7 milioni di under 25 in meno rispetto alla Francia che ha tassi di longevità e dimensione demografica paragonabili all'Italia, ma con un tasso di fecondità più alto a confronto (prossimo a due figli per donna).
Rispetto agli altri paesi europei, i giovani italiani continuano a lasciare la casa dei genitori più tardi: gli uomini, dopo i 30 anni. In Francia e Germania, a 25 anni, nel Nord Europa a 20 anni.
Se poi da un lato è aumentata la partecipazione femminile al mercato del lavoro con un tasso di occupazione femminile in aumento ed un conseguente gap di genere in contrazione, per le donne tra i 25 e i 49 anni, invece, l'occupazione non è cresciuta e, per le donne con figli piccoli, è addirittura diminuita.
Il numero di anziani ogni 100 giovani è al 1° gennaio 2022 pari a 188, mentre nel 1951 erano 31 ogni 100 giovani e pertanto occorrerà agire per contenere la diminuzione delle persone in età da lavoro in Italia, come evidenziato dalle piramidi demografiche di scenario.
Tra gli altri interventi, si segnala la proposta della Ministra per la Famiglia e le pari opportunità di un Codice di autodisciplina di imprese responsabili in favore della maternità.