EXECUTIVE SUMMARY
Nell'ultimo decennio la presenza di organizzazioni armate di matrice salafita-jihadista in Africa subsahariana si è evoluta in funzione di una graduale proiezione continentale dello Stato Islamico (IS), accanto a una ben radicata presenza di gruppi affiliati ad al-Qa'ida.
Il Sahel centrale costituisce una delle aree maggiormente esposte allo sviluppo di insorgenze jihadiste. A partire dal 2015 la regione di confine tra Mali, Niger e Burkina Faso – la zona del "Liptako-Gourma" – ha fatto da teatro alle ricomposizioni della galassia jihadista: processi aggregativi e dinamiche centrifughe che hanno visto, da un lato, l'istituzione di una franchigia locale di IS, lo Stato Islamico nel Grande Sahara (ISGS), nata da una scissione interna a un'organizzazione qaidista locale promossa dal comandante militare Adnan Abu Walid al-Sahrawi, e dall'altro, la creazione di un network, il Gruppo di Sostegno all'Islam e ai Musulmani (Jama'a Nusrat al-Islam wa al-Muslimin, JNIM), composto dai principali gruppi qaidisti guidato dal leader tuareg Iyad ag Ghali. Se a lungo si è parlato della coesistenza di gruppi jihadisti appartenenti a network rivali in Sahel come di un'anomalia – a fronte della strutturale conflittualità registrata in altre aree del globo – gli scontri occorsi tra la Katiba Macina e i miliziani di ISGS tra la fine del 2019 e gli inizi del 2020 hanno posto fine a tale eccezione: il conflitto violento tra al-Qa'ida e lo Stato Islamico ha aggiunto un elemento di complessità ulteriore in uno scenario di crisi multidimensionale.
Nel nord-est della Nigeria e nel bacino del Lago Ciad l'attivismo di Jamaʿat ahl as-Sunna li-daʿwa wa'lJihad, meglio noto come Boko Haram, si affianca a quello dello Stato Islamico in Africa occidentale
(ISWAP), e rinvia a un primato indiscusso di IS negli equilibri del jihad regionale: la presenza di al-
Qa'ida è circoscritta all'attivismo di Ansaru in un'area a nord-ovest della Nigeria, dove il jihad sembra incrociare (e sovrapporsi a) dinamiche di banditismo armato. La rapida successione di figure di leadership alla guida di ISWAP ha dato prova di un'estrema conflittualità interna alla provincia dello Stato Islamico, che sembra in parte legarsi alla competizione tra orientamenti strategici divergenti.
In un contesto di fragile statualità seguita al collasso del regime nazionalista di Siad Barre, il jihad di Harakat al-Shabaab, organizzazione salafita presente nelle aree rurali del sud della Somalia e affiliata ad al-Qa'ida, si definisce, paradossalmente, come il prodotto della guerra globale al terrorismo combattuta dagli Stati Uniti e dagli attori regionali (Etiopia, Kenya), intervenuti militarmente nel paese per accomodare interessi nazionali strategici. Anche qui il radicamento di attori affiliati allo Stato Islamico – Islamic State in Somalia (ISS) – ha riprodotto le dinamiche di un conflitto violento tra network globali in competizione, senza però che il primato di al-Qa'ida sia mai stato messo seriamente in discussione.
Infine, la nascita di una nuova wilaya del califfato in Africa centrale nel 2019, tra il nord-est della Repubblica Democratica del Congo – Madinat Tawhid wal-Muwahidin – e la provincia settentrionale di Cabo Delgado in Mozambico – Ahlu al-Sunnah Wal-Jamaah – ha plasmato gli sviluppi più recenti dell'attivismo salafita-jihadista in Africa subsahariana.
Accanto alla centralità dell'elemento religioso, l'agenda locale dei gruppi armati è spesso preminente nella determinazione delle ragioni all'origine della mobilitazione e degli obiettivi della lotta armata. Quella internazionale, tuttavia, costituisce una dimensione non trascurabile. Le strategie internazionali di controterrorismo assumono, anzi, un peso rilevante, e in molti casi primario, nel dare impulso e aggravare le insorgenze jihadiste: in questo senso, i regimi locali hanno spesso contribuito a connotare le ribellioni locali come espressione di fenomeni di terrorismo jihadista per ottenere dai partner internazionali risorse militari e finanziarie utili al rafforzamento degli apparati securitari e, in ultima istanza, al consolidamento delle élite al potere