segnalazione 17 maggio 2021
Studi - Affari sociali Test salivari per la diagnosi di infezione da SARS-CoV-2: le indicazioni del Ministero della salute

La circolare del 14 maggio 2021 "Uso dei test molecolare e antigenico su saliva ad uso professionale per la diagnosi di infezione da SARS-CoV-2" in premessa conferma le indicazioni contenute nelle circolari n. 705 dell'8 gennaio 2021 e n. 5616 del 15 febbraio 2021 relativamente all'uso dei test antigenici e molecolari per la rilevazione di SARS-CoV-2. Viene pertanto ribadito quanto detto sulle strategie di testing, ovvero l'indicazione per cui il test molecolare rappresenta il gold standard internazionale per la diagnosi di COVID-19 in termini di sensibilità e specificità, seguito dai test antigenici rapidi che rilevano la presenza di proteine virali (antigeni).

Detto questo, la circolare del 14 maggio chiarisce che l'uso della saliva per la diagnosi di infezione da SARS-CoV-2 può essere considerato un'opzione per il rilevamento dell'infezione da SARSCoV-2 qualora non sia possibile ottenere tamponi oro/nasofaringei. In questi casi, la saliva può essere utilizzata come alternativa ai tamponi oro/nasofaringei per l'identificazione di infezione da SARS-CoV-2 preferibilmente entro i primi cinque giorni dall'inizio dei sintomi. Inoltre poiché il test su saliva prevede un metodo di raccolta non invasivo, può essere considerato un'opzione per il rilevamento dell'infezione da SARSCoV-2 in:

- individui asintomatici sottoposti a screening ripetuti per motivi professionali o di altro tipo, per aumentare l'accettabilità di test ripetuti;

- individui molto anziani o disabili, sottoposti a screening, in caso di carenza di tamponi;

- testing nei bambini. A questo proposito la circolare chiarisce che i dati sull'uso della saliva in pazienti pediatrici sono limitati, anche se, data la semplificazione della tecnica di prelievo i test salivari possono rappresentare uno strumento utile per il monitoraggio e controllo dell'infezione da SARS-CoV-2 in ambito scolastico. Alcuni studi pubblicati nel 2020 hanno rilevato sensibilità comprese tra il 53 e il 73%.

Un altro passaggio su cui la circolare si sofferma è la corretta raccolta del campione salivare, cruciale per la buona riuscita del test. Infatti, i campioni di saliva possono essere eterogenei (saliva orale, saliva orofaringea posteriore) e le diverse tecniche e sedi di raccolta possono avere un impatto sulla sensibilità del metodo.


Saliva orale raccolta mediante dispositivi, sputo generale "general spitting" (raccolta della saliva accumulata a livello del pavimento orale), saliva orofaringea posteriore del primo mattino, sbavatura "drooling" (raccolta di saliva intera in assenza di stimolazione), sputo faringeo posteriore "posterior pharyngeal spitting" (raccolta di secrezioni respiratorie miste, provenienti dalle vie aeree superiori e inferiori).


Inoltre i campioni di saliva possono essere mucosi e viscosi, determinando difficoltà di lavorazione con i metodi e le attrezzature automatizzate di estrazione dell'RNA o di estrazione/amplificazione esistenti. Nel complesso, gli studi disponibili indicano una sensibilità diagnostica variabile dei test molecolari su campioni di saliva, in relazione alla tecnica di raccolta: una sensibilità maggiore è stata rilevata nella saliva orofaringea posteriore del primo mattino, mentre una sensibilità inferiore è stata osservata con la tecnica del "general spitting". Come già detto, la sensibilità diminuisce dopo i primi cinque giorni dall'inizio dei sintomi.