segnalazione 24 settembre 2019
Studi - Affari esteri Climate Action Summit 2019

Il 23 settembre si è svolto a New York il Climate Action Summit 2019 dedicato a raccogliere nuove iniziative e gli impegni di governi, imprese e società civile per raggiungere gli obiettivi dell'Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici e per orientare l'azione verso la sostanziale riduzione a zero delle emissioni entro la metà del secolo.

Al termine del Climate Action Summit 2019, al quale hanno preso parte capi di Stato e di governo, leader aziendali, accademici e scienziati, giovani, rappresentanti della società civile, leader locali e il sistema delle Nazioni Unite, il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha annunciato che:

  • 77 Paesi, molti dei quali appartenenti alle aree sviluppate del pianeta, si sono impegnati a ridurre a zero le emissioni nette di gas serra entro il 2050;
  • 70 Paesi hanno annunciato di voler promuovere i propri piani d'azione nazionale entro il 2020;
  • oltre 100 imprenditori del settore privato si sono impegnati ad accelerare il loro passaggio alla green economy.
  • numerosi Paesi e oltre 100 città, tra cui molte delle più grandi del mondo, hanno annunciato nuovi passi concreti per combattere la crisi climatica;

Il Segretario generale ha sottolineato che i Paesi più piccoli, molti dei quali in via di sviluppo o meno sviluppati, pur avendo contribuito in misura minore al problema del cambiamento climatico, hanno assunto gli impegni più grandi. Tra gli altri impegni, Guterres ha citato quello dell'International Development Finance Club, la piattaforma internazionale per la promozione dei finanziamenti allo sviluppo sostenibile (della quale fa parte Cassa Depositi e Prestiti), che ha annunciato la mobilitazione di mille miliardi di dollari in finanziamenti per l'energia pulita entro il 2025 in 20 paesi meno sviluppati. E, ancora, la decisione di 130 banche, pari a "un terzo del settore bancario globale, di allineare le proprie attività agli obiettivi dell'accordo di Parigi e agli obiettivi di sviluppo sostenibile".

 

Più in dettaglio, si segnalano i seguenti annunci:

  • la Francia non stipulerebbe alcun accordo commerciale con paesi che hanno politiche contrarie all'accordo di Parigi;
  • la Germania si impegna per la carbon-neutrality entro il 2050;
  • alcuni Paesi (Svezia, Repubblica di Corea, Olanda, Spagna, Austria Monaco, Islanda, Slovenia e Liechtenstein) si sono impegnati a rifinanziare, in misura diversa, il Green Climate Fund, la piattaforma per gli investimenti allo sviluppo a bassa emissione nei Paesi in via di sviluppo; altri (Danimarca, Lussemburgo, Ungheria) hanno annunciato analoga intenzione e altri ancora (Germania, Norvegia, Francia e Regno Unito) avevano annunciato già prima del Summit l'intenzione di raddoppiare i propri contributi (qui il link agli importi);
  • l'India si è impegnata ad aumentare la capacità di energia rinnovabile;
  • la Cina ha dichiarato che ridurrà le emissioni di oltre 12 miliardi di tonnellate all'anno e perseguirà un percorso di crescita e sviluppo a basse emissioni di carbonio;
  • l'Unione europea ha annunciato che almeno il 25% del prossimo bilancio dell'UE sarà destinato ad attività legate al clima;
  • la Federazione Russa ha annunciato l'intenzione di ratificare l'Accordo di Parigi.

Alla data del 24 settembre 2019 sono 186 i Paesi Parte dell'Accordo, firmato a Parigi il 12 dicembre 2015 e in vigore dal 4 novembre 2016. Oltre alla Federazione russa, non hanno ratificato l'Accordo Angola, Eritrea, Iran, Iraq, Kyrgyzstan, Libano, Libia, Sud Sudan, Turchia e Yemen.

 

Quanto all'Italia, nel comunicato finale (qui il link al testo) il nostro Paese è annoverato tra quelli i cui capi di Stato hanno manifestato la volontà di operare per la graduale eliminazione del carbone (qui il testo della dichiarazione del Presidente della Repubblica).