Torna all'esame della Camera, a seguito delle modifiche approvate dal Senato lo scorso 14 dicembre, il progetto di legge A.C. 893-B, che riforma le disposizioni penali a tutela del patrimonio culturale, attualmente contenute prevalentemente nel Codice dei beni culturali (d.lgs. n. 42 del 2004), e le inserisce nel codice penale. L'obiettivo della proposta di legge, approvata in prima lettura dalla Camera il 18 ottobre 2018, è quello di operare una profonda riforma della materia, ridefinendo l'assetto della disciplina nell'ottica di un tendenziale inasprimento del trattamento sanzionatorio.
Il tentativo di riorganizzare il quadro sanzionatorio penale a tutela del nostro patrimonio culturale risale ormai a tre legislature fa, quando fu avviato l'esame alla Camera del disegno di legge A.C. 2806; nella XVI legislatura il disegno di legge del Governo A.S. 3016 fu invece presentato al Senato. In entrambi i casi il progetto riformatore non ha superato la fase dell'esame da parte delle commissioni parlamentari in sede referente.
Nella scorsa legislatura, un disegno di legge del Governo (A.C. 4220) è stato approvato dalla Camera, interrompendo il proprio iter al Senato (A.S. 2864). Da tale testo è ripartito il dibattito nell'attuale legislatura con la calendarizzazione dell'A.C. 893, di iniziativa parlamentare, che riproduceva il testo approvato dalla Camera nella legislatura precedente. Modificato nel corso dell'esame, il provvedimento è stato approvato dalla Camera il 18 ottobre 2018; il Senato ha confermato l'impianto complessivo della riforma, pur apportandovi alcune modifiche che rendono dunque necessaria la terza lettura.
Di seguito si dà conto del contenuto complessivo dell'A.C. 893-B, evidenziando le disposizioni oggetto di modifica da parte del Senato, sulle quali deve concentrarsi l'attuale esame parlamentare.