L'Obiettivo 2 è finalizzato a garantire all'intera umanità l'accesso a un'alimentazione sana e nutriente. Benché i problemi della fame e della sicurezza alimentare si concentrino nei Paesi in via di sviluppo, la strategia coinvolge tutti i Paesi del mondo, in uno sforzo di miglioramento della nutrizione sia sotto il profilo quantitativo sia sotto il profilo qualitativo, nonché di promozione dell'agricoltura sostenibile. All'attuazione di tale strategia concorrono diversi fattori, considerati essenziali per garantire la sicurezza alimentare a una popolazione mondiale in rapida crescita e la sostenibilità ambientale della produzione di cibo: dal buon funzionamento del mercato agricolo a un equo accesso alla terra e alla tecnologia, dalle politiche di sostegno allo sviluppo rurale alla conservazione della diversità genetica vegetale e animale e alla promozione di pratiche agricole a basso impatto ambientale.
L'Obiettivo 2 è declinato in otto target, due dei quali sono riferiti alla nutrizione (2.1 e 2.2), tre dei quali sono riferiti alla produzione del cibo (2.2, 2.3 e 2.4); altri tre, infine, riguardano le politiche agricole e sono riferiti agli strumenti di attuazione (2.a, 2.b e 2.c).
2.1 Entro il 2030, porre fine alla fame e garantire a tutte le persone, in particolare ai poveri e le persone più vulnerabili, tra cui neonati, un accesso sicuro a cibo nutriente e sufficiente per tutto l'anno;
2.2 Entro il 2030, porre fine a tutte le forme di malnutrizione; raggiungere, entro il 2025, i traguardi concordati a livello internazionale contro l'arresto della crescita e il deperimento nei bambini sotto i 5 anni di età; soddisfare le esigenze nutrizionali di ragazze adolescenti, donne in gravidanza e allattamento e le persone anziane;
2.3 Entro il 2030, raddoppiare la produttività agricola e il reddito dei produttori di cibo su piccola scala, in particolare le donne, i popoli indigeni, le famiglie di agricoltori, i pastori e i pescatori, anche attraverso un accesso sicuro ed equo a terreni, altre risorse e input produttivi, conoscenze, servizi finanziari, mercati e opportunità per valore aggiunto e occupazioni non agricole;
2.4 Entro il 2030, garantire sistemi di produzione alimentare sostenibili e implementare pratiche agricole resilienti che aumentino la produttività e la produzione, che aiutino a proteggere gli ecosistemi, che rafforzino la capacità di adattamento ai cambiamenti climatici, a condizioni meteorologiche estreme, siccità, inondazioni e altri disastri e che migliorino progressivamente la qualità del suolo;
2.5 Entro il 2020, mantenere la diversità genetica delle sementi, delle piante coltivate, degli animali da allevamento e domestici e delle specie selvatiche affini, anche attraverso banche di semi e piante diversificate e opportunamente gestite a livello nazionale, regionale e internazionale; promuovere l'accesso e la giusta ed equa ripartizione dei benefici derivanti dall'utilizzo delle risorse genetiche e della conoscenza tradizionale associata, come concordato a livello internazionale;
2.a Aumentare gli investimenti, anche attraverso il miglioramento della cooperazione internazionale, in infrastrutture rurali, ricerca agricola e formazione, sviluppo tecnologico e le banche di geni vegetali e animali, al fine di migliorare la capacità produttiva agricola nei paesi in via di sviluppo, in particolare i paesi meno sviluppati;
2.b Correggere e prevenire restrizioni commerciali e distorsioni nei mercati agricoli mondiali, anche attraverso l'eliminazione parallela di tutte le forme di sovvenzioni alle esportazioni agricole e di tutte le misure di esportazione con effetto equivalente, conformemente al mandato del Doha Development Round;
2.c Adottare misure per garantire il corretto funzionamento dei mercati delle materie prime alimentari e loro derivati e facilitare l'accesso rapido alle informazioni di mercato, incluse le riserve di cibo, al fine di contribuire a limitare l'instabilità estrema dei prezzi dei beni alimentari.
Nel 2023 l'1,5% della popolazione italiana soffre di insicurezza alimentare (-0,8 p.p. rispetto all'anno precedente). La quota è significativamente più alta nel Mezzogiorno (2,7%). Continua a crescere, nel 2022, la quota di bambini e adolescenti sovrappeso: 33,5% nella classe 3-5 anni (+2,7 p.p. dal 2017) e 27,2% nella classe 3-17 anni. Elevata, ma in calo, l'occupazione irregolare in agricoltura (23,2% nel 2021, -1,2 p.p. sull'anno precedente); nel Mezzogiorno gli occupati irregolari sono il 30,2%. Nel 2022 diminuiscono fertilizzanti e fitosanitari distribuiti in agricoltura (-26,6% e -11,6% sull'anno precedente) e le emissioni di ammoniaca del settore agricolo (-11,7%).
La Relazione per Paese del 2023 evidenzia che, per quanto in miglioramento, l'Italia deve accelerare i propri sforzi per raggiungere la media europea rispetto all'obiettivo 2 a livello complessivo. A pesare negativamente sul risultato finale sono la spesa pubblica in ricerca e sviluppo nel settore agricolo e l'inquinamento da ammoniaca. Tuttavia, in relazione a quest'ultimo aspetto, si evidenziano notevoli progressi che hanno permesso all'Italia di raggiungere l'obiettivo per il 2020 in merito alla riduzione delle emissioni di ammoniaca e di avvicinarsi a quello del 2030. Da quanto emerge nel Rapporto Istat SDGs, la quota delle famiglie con segnali di insicurezza alimentare si è ridotta (dall'1,7 per cento del 2020 all'1,3 per cento del 2022), nonostante rimanga più elevata nel Mezzogiorno (2,7 per cento nel 2022). Risulta in aumento il sovrappeso o l'obesità tra i bambini e gli adolescenti: nel 2021, essa ha raggiunto il 33,3 per cento nella fascia di età dai 3 ai 5 anni e il 35,1 per cento tra i bambini da 6 a 10 anni. Nelle fasce di età maggiore, la percentuale va a decrescere progressivamente con l'età.
Si evidenzia, tuttavia, che, per quanto in aumento, l'obesità in età adulta risulta inferiore rispetto alla media europea. La percentuale di persone adulte in sovrappeso o obese sul totale è rimasta perlopiù stabile attorno al 45 per cento tra il 2019 e il 2023, seppure con alcune differenze tra maschi e femmine (il gap tra maschi e femmine si attesta a sfavore dei primi). Nell'orizzonte di previsione 2024-2027 si prevede una lieve riduzione cumulata dell'indicatore pari a 0,3 punti percentuali rispetto al livello del 2023. Migliora, invece, la sostenibilità economica delle piccole aziende agricole: il valore della produzione e il margine operativo lordo sono aumentati nel 2021, allineandosi con i valori medi del settore e con gli obiettivi di miglioramento della produttività e del reddito dei piccoli produttori fissati dall'Agenda 2030. L'Italia continua a eccellere nello sviluppo dell'agricoltura biologica. Tuttavia, le quantità distribuite di fertilizzanti e prodotti fitosanitari rimangono ancora significative, con una rilevanza maggiore nel Nord del Paese. Si conferma, infine, un incremento del ricorso al lavoro irregolare in agricoltura, che nel 2020 ha raggiunto il 24,4 per cento. Tale dato risulta quasi doppio rispetto al valore stimato per l'intera economia, che negli ultimi dieci anni è rimasto perlopiù stabile. Lo scenario descritto costituisce il punto di partenza per il rafforzamento degli sforzi di riforma e di investimento. A tal proposito, nel PNRR revisionato è stata introdotta una nuova misura volta a favorire l'avvio dei contratti di filiera dei settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo. La misura è finanziata da un apposito Fondo di 2 miliardi di euro. A tale iniziativa, si aggiungono le ulteriori misure previste nella legge di bilancio 2024 e nel PNC per favorire l'autoproduzione da fonte rinnovabile, ma soprattutto, in senso più ampio e strategico, una maggiore sostenibilità e competitività del settore agricolo.