tema 30 settembre 2022
La necessità di definire una  strategia volta a rispondere più efficacemente ai limiti e alle criticità del quadro socio-economico europeo  ha indotto l'UE ad adottare, nel 2017, il  Pilastro europeo dei diritti sociali  per  sostenere mercati del lavoro e sistemi di protezione sociale equi e ben funzionanti  e servire da  bussola  per un  nuovo processo di convergenza  verso migliori condizioni di vita e di lavoro in Europa, in un contesto caratterizzato dalla ridefinizione dei mercati del lavoro e delle economie europei sotto l'effetto, tra l'altro, dei cambiamenti climatici e delle sfide ambientali, della digitalizzazione, della globalizzazione e delle tendenze demografiche.
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Il Pilastro europeo dei diritti sociali sancisce 20 principi e diritti fondamentali, che si articolano in tre categorie ( grafico della Commissione europea): 1) pari opportunità e accesso al mercato del lavoro; 2) condizioni di lavoro eque; 3) protezione sociale e inclusione.
Il Pilastro ribadisce alcuni dei diritti già presenti nell' acquis dell'Unione e aggiunge nuovi principi per affrontare le sfide derivanti dai cambiamenti sociali, tecnologici ed economici. I principi sanciti nel Pilastro riguardano i cittadini dell'Unione e i cittadini di Paesi terzi regolarmente residenti nell'Unione e quelli che si riferiscono ai lavoratori, si applicano a tutte le persone occupate, indipendentemente dalla loro situazione occupazionale, dalle modalità e dalla durata dell'occupazione.
ultimo aggiornamento: 30 settembre 2022
Nel 2020, lo scoppio della crisi pandemica ha provocato pesanti conseguenze socio-economiche, soprattutto in termini di aumento della disoccupazione, specie giovanile, delle disuguaglianze e della povertà e dell'esclusione sociale. Nel tentativo di attenuarle, le Istituzioni europee hanno adottato diverse iniziative, tra le quali ha assunto particolare rilievo lo strumento europeo di sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione in un'emergenza ( SURE) che, istituito con il regolamento (UE) 2020/672, mette a disposizione degli Stati membri prestiti per un importo massimo di 100 miliardi di euro per far fronte agli aumenti improvvisi della spesa pubblica per il mantenimento dell'occupazione. Per l'Italia è stato approvato un sostegno finanziario di 27,4 miliardi di euro, il più alto tra quelli previsti, il quale è già stato interamente erogato.
La crisi pandemica ha reso più evidente come l 'attuazione del Pilastro rappresenti la principale strategia sociale dell'Unione al fine di supportare i lavoratori, rafforzare la protezione sociale, combattere la povertà e le disuguaglianze e garantire che la transizione alla neutralità climatica, la digitalizzazione e il cambiamento demografico siano socialmente equi e giusti. Attuare il Pilastro è estremamente importante anche se si considera l'attuale contesto di aumento dei prezzi dell'energia e dell'inflazione a seguito dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia.
L'attuazione viene monitorata nel quadro del Semestre europeo, il ciclo dell'UE per il coordinamento delle politiche sociali ed economiche, e attraverso il Social Scoreboard della Commissione europea.
Sebbene si tratti di una responsabilità comune tra le Istituzioni europee e gli Stati membri, l'attuazione del Pilastro è demandata in via prioritaria a questi ultimi, che sono i principali responsabili in tema di occupazione, competenze e politiche sociali. Gli Stati membri, infatti, e per molti ambiti le parti sociali, hanno competenze primarie o addirittura esclusive in settori quali il diritto del lavoro, la retribuzione minima, l'istruzione, l'assistenza sanitaria e l'organizzazione dei sistemi di protezione sociale e forniscono la maggior parte dei finanziamenti nei settori interessati dal Pilastro.
A livello UE si possono utilizzare in primis le risorse del Fondo sociale europeo Plus per il periodo 2021-2027, ma anche del Dispositivo per la ripresa e la resilienza, che richiede espressamente ai Piani nazionali per la ripresa e resilienza (PNRR) degli Stati membri di " attenuare l'impatto sociale ed economico della crisi, contribuendo all'attuazione del Pilastro europeo dei diritti sociali e rafforzando la coesione sociale, economica e territoriale e la convergenza all'interno dell'Unione".
Il Piano d'azione della Commissione europea
La Commissione europea ha presentato, nel marzo 2021, un Piano d'azione per l'attuazione del Pilastro, con cui ha delineato le azioni, legislative e non, che intende adottare, durante il suo mandato (entro la fine del 2024) e ha contestualmente proposto i seguenti tre obiettivi principali in materia di occupazione, competenze e protezione sociale che l'UE deve conseguire entro il 2030:
Gli obiettivi sono stati "accolti con favore" dai leader dell'UE in occasione del Vertice sociale di Porto del 7-8 maggio 2021 ( Dichiarazione di Porto) e del Consiglio europeo del 25 giugno 2021 ( conclusioni).
Circa il primo obiettivo ( almeno il 78% della popolazione di età compresa tra i 20 e i 64 anni dovrebbe avere un lavoro), si segnala che secondo gli ultimi dati Eurostat il tasso di occupazione nell'UE era del 74,5% nel primo trimestre 2022.
Circa il secondo obiettivo ( almeno il 60% degli adulti dovrebbe partecipare ogni anno ad attività di formazione), va evidenziato che, secondo la Commissione, fino al 2016 solo il 37% degli adulti partecipava ogni anno ad attività di apprendimento.
Circa il terzo obiettivo ( ridurre di almeno 15 milioni il numero di persone a rischio di povertà o di esclusione sociale (5 milioni dei quali dovrebbero essere bambini), si segnala che, secondo gli ultimi dati Eurostat, a fine 2021 le persone a rischio di povertà o di esclusione sociale nell'UE costituivano il 21,5% della popolazione totale.
La Commissione europea ha chiesto agli Stati membri di fissare gli obiettivi a livello nazionale. Al Consiglio "Occupazione, politica sociale, salute e consumatori" del 16 giugno 2022 tutti gli Stati membri hanno presentato le proposte relative ai propri obiettivi nazionali.
Le principali misure presentate e/o adottate
Sono state presentate e/o adottate numerose iniziative, legislative e non, sia nella precedente che nell'attuale legislatura europea per attuare il Pilastro.
Molte delle misure già adottate sono finalizzate a promuovere l'inclusione sociale e a combattere la povertà, come la Strategia UE sui diritti dei minori e la  Garanzia europea per l'infanzia, le quali intendono garantire che i minori a rischio di povertà e di esclusione sociale abbiano effettivamente accesso a servizi chiave quali l'assistenza sanitaria e l'istruzione, o ancora la strategia per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030 e la strategia europea per l'assistenza. In tema di contrasto alla povertà, la Commissione ha anche lanciato una piattaforma europea per la lotta contro la mancanza di una fissa dimora.
Le Istituzioni europee hanno inoltre adottato iniziative volte a rafforzare i sistemi di protezione sociale degli Stati membri, attraverso una loro modernizzazione, prestando particolare attenzione ai minori e ai gruppi svantaggiati. In quest'ottica, la r accomandazione sull'accesso alla protezione sociale è volta a migliorare la protezione sociale dei disoccupati, dei lavoratori atipici e dei lavoratori autonomi.
Molte iniziative sono poi finalizzate a migliorare le condizioni di lavoro, come la direttiva relativa a condizioni di lavoro trasparenti e prevedibili nell'UE, la direttiva sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un'esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni durante il lavoro o il quadro strategico dell'UE in materia di salute e sicurezza sul luogo di lavoro 2021-2027, e a contrastare la disoccupazione, come la citata iniziativa SURE, la nuova Garanzia per i giovani, volta a garantire che tutti i giovani di età inferiore a 30 anni ricevano un'offerta qualitativamente valida di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato o tirocinio entro un periodo di quattro mesi dall'inizio della disoccupazione o dall'uscita dal sistema d'istruzione formale, o la raccomandazione relativa a un sostegno attivo ed efficace all'occupazione (EASE) in seguito alla crisi COVID-19 ( C(2021)1372), che fornisce orientamenti per promuovere la creazione di posti di lavoro e le transizioni professionali verso settori in espansione, in particolare quelli digitale e verde.
Tra le iniziative già adottate, si ricordano anche la direttiva relativa all'equilibrio tra attività professionale e vita familiare, il regolamento per l'istituzione di un'Autorità europea del lavoro e l' Agenda per le competenze per l'Europa, nonché, in tema di uguaglianza, la strategia per la parità di genere 2020-2025 e il piano d'azione UE contro il razzismo 2020-2025. La Commissione ha altresì adottato un piano d'azione per l'economia sociale.
Per approfondimenti, si veda la pagina tematica della Commissione europea.
Sono, invece, tuttora in corso i negoziati tra le Istituzioni europee su importanti misure legislative in campo sociale e occupazionale, tra le quali figurano:
  • la proposta di direttiva volta a rafforzare l'applicazione del principio della parità di retribuzione per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore tra uomini e donne, che è stata esaminata dall'XI Commissione Lavoro della Camera dei deputati (documento finale);
  • la proposta di direttiva sull'equilibrio di genere nei consigli di amministrazione delle società, sulla quale il 7 giugno scorso è stato raggiunto un accordo politico tra Consiglio e Parlamento europeo;
  • la proposta di direttiva relativa al miglioramento della condizione giuridica, economica e sociale di quanti nell'UE prestino attività lavorativa attraverso piattaforme digitali (c.d. platform workers), che ha l'obiettivo principale di garantire che ai platform workers venga riconosciuta la situazione occupazionale legale che corrisponde alle loro modalità di lavoro effettive, il che gli permetterebbe di beneficiare dei diritti dei lavoratori e delle prestazioni sociali loro spettanti. È stata esaminata dall'XI Commissione Lavoro della Camera dei deputati (documento finale);
  • la proposta di direttiva relativa a salari minimi adeguati, sulla quale il 6 giugno scorso è stato raggiunto un accordo politico tra Consiglio e Parlamento europeo che quest'ultimo l'ha approvato il 14 settembre 2022. La direttiva non incide, se non indirettamente, sulla quantificazione delle retribuzioni nell'Unione, limitandosi a porre condizioni utili affinché i salari minimi siano fissati a livelli adeguati in tutti gli Stati membri, tramite la contrattazione collettiva o iniziative legislative, e affinché ne sia assicurato il rispetto e l'applicazione efficace. È stata esaminata dall'XI Commissione Lavoro della Camera dei deputati (documento finale).

    Il 28 settembre 2022 la Commissione europea ha anche presentato una proposta di raccomandazione del Consiglio relativa a un adeguato reddito minimo che garantisca un'inclusione attiva. La raccomandazione fornisce agli Stati membri orientamenti sulle modalità per garantire che i propri regimi di reddito minimo siano efficaci nella lotta alla povertà e nella promozione dell'inclusione attiva nella società e nei mercati del lavoro.

Inoltre, nel contesto della citata strategia europea per l'assistenza, è in corso di esame la proposta di raccomandazione del Consiglio relativa alla revisione degli obiettivi di Barcellona in materia di educazione e cura della prima infanzia, che in particolare invita gli Stati membri ad impegnarsi affinché, entro il 2030, almeno il 50% dei bambini di età inferiore ai tre anni e almeno il 96% dei bambini dai 3 anni fino all'età della scuola primaria dell'obbligo partecipi all'educazione e cura della prima infanzia.
ultimo aggiornamento: 30 settembre 2022
 
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