tema 20 settembre 2022
Studi - Attività produttive Sostegno all'imprenditoria femminile

Gli strumenti di sostegno alla creazione e allo sviluppo di imprese a prevalente o totale partecipazione femminile hanno subito una consistente implementazione. Nell'attuale legislatura, è stato rafforzato il sostegno al credito e sono state anche introdotte forme di sostegno diretto, assieme ad azioni per la diffusione della cultura imprenditoriale tra la popolazione femminile, affidate ad organismi pubblici a ciò preposti. Il Comitato Impresa Donna è stato costituito - ai sensi di quanto previsto dalla legge di bilancio 2021 - presso il Ministero dello sviluppo economico e tra le sue attribuzioni rientra quella di formulare raccomandazioni relative allo stato della legislazione e dell'azione amministrativa, nazionale e regionale, in materia di imprenditorialità femminile e sui temi della presenza femminile nell'impresa e nell'economia. Le risorse del PNRR costituiscono il sostegno finanziario principale per la creazione di imprese femminili.

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Con la legge di bilancio 2021 è stato istituito il Fondo impresa femminile per promuovere e sostenere l'avvio e il rafforzamento delle imprese femminili, programmi ed iniziative per la diffusione della cultura dell'imprenditorialità tra la popolazione femminile, inclusi programmi di formazione e orientamento anche verso percorsi di studio STEM e verso professioni tipiche dell'economia digitale (articolo 1, commi 97-103, legge 30 dicembre 2020, n. 178) .

La dotazione iniziale di 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022 è stata successivamente integrata. Con decreto interministeriale del 24 novembre 2021 si sono aggiunti 160 milioni di euro provenienti dall'investimento 1.2 «Creazione di imprese femminili», previsto nell'ambito della Missione 5 «Inclusione e coesione», Componente 1 «Politiche per l'occupazione» del PNRR (quanto all'impiego delle altre risorse PNRR, pari a 240 milioni, vedi infra).

Ai sensi di legge, il Fondo può concedere:

  • contributi a fondo perduto per l'avvio di imprese femminili (con particolare attenzione alle imprese individuali, alle attività libero professionali e alle atttività avviate da donne disoccupate di qualsiasi età); nonché
  • finanziamenti a tasso zero o agevolati per avviare e sostenere le attività di imprese femminili. E' ammessa anche la combinazione di contributi a fondo perduto e finanziamenti.

Le attività devono incentrarsi sulla collaborazione con le regioni e gli enti locali, con le associazioni di categoria, con il sistema delle camere di commercio e con i comitati per l'imprenditoria femminile, anche attraverso forme di cofinanziamento tra i rispettivi programmi in materia.

Il Ministro dello sviluppo economico deve presentare annualmente alle Camere una relazione sull'attività svolta e sulle possibili misure da adottare per risolvere i problemi relativi alla partecipazione della popolazione femminile alla vita economica e imprenditoriale del Paese. A tal fine, la legge ha previsto la costituzione del Comitato impresa donna, di cui il Ministro si avvale per l'esecizio delle attività sopra indicate.

Il Decreto interministeriale 30 settembre 2021 disciplina l'ambito di applicazione, le finalità dell'intervento, la ripartizione della dotazione finanziaria del Fondo. Il Decreto interministeriale 27 luglio 2021 disciplina la composizione e le modalità di nomina del Comitato impresa donna, i cui componenti sono stati nominati l'8 marzo 2022.

Le residue risorse PNRR, pari a 240 milioni di euro sono state destinate ad ulteriori misure che hanno mostrato particolare efficacia:

  • 100 milioni di euro per la misura cd. NITO-ON, per l'autoimprenditorialità femminile (credito agevolato integrato da contribuzione a fondo perduto per le micro, piccole e medie femminili, di cui al Tit. I, Capo 01, del D.Lgs. n. 185/2000);
  • 100 milioni per la misura cd. Smart &Start Italia per le startup innovative (di cui al D.M. 24 settembre 2014 e ss.mod. e int.). Questa misura non è esclusivamente diretta a sostenerele startup innovative femminili, sebbene per esse rechi delle percentuali di agevolazione maggiori.
  • 40 milioni sono utilizzate per l'attuazione di misure di accompagnamento, monitoraggio e campagne di comunicazione. Una quota di essi, pari a 1,2 milioni è utilizzata dal Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri per la realizzazione di campagne pluriennali di informazione e comunicazione.  

Ai sensi dell'articolo 2, comma 6-bis, del D.L. n. 77/2021 (L. n. 108/2021) almeno il 40% delle risorse PNRR deve essere destinato al finanziamento di progetti da realizzare nelle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

ultimo aggiornamento: 20 settembre 2022

L'accesso al credito per le piccole e medie imprese a totale o prevalente partecipazione femminile è sostenuto anche attraverso il riconoscimento di mutui a tasso zero e l'accesso agevolato alla Sezione speciale del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese – Sezione Pari Opportunità.

Mutui a tasso zero e quota a fondo perduto 

Il Capo 01 del Titolo I del D.Lgs. n. 185/2000 - introdotto dal D.L. 145/2013 (Legge n. 9/2014) e riformato dall'articolo 29 del D.L. n. 34/2019 (L. n. 58/2019) - contiene misure dirette a sostenere, attraverso condizioni agevolate di accesso al credito, la creazione di micro e piccole imprese a prevalente o totale partecipazione giovanile o femminile, in tutto il territorio nazionale.

I mutui agevolati a tasso zero sono di durata massima di dieci anni (anziché 8 come previsto prima del decreto-legge n. 34/2019) e di importo non superiore al 75% della spesa ammissibile nei limiti consentiti dalla disciplina sugli aiuti di Stato di importanza minore, cd. "de minimis" (Regolamento (UE) n. 1407/2013), per cui l'entità dell'aiuto - in termini di sgravio sugli interessi - non può essere superiore a 200.000 euro nell'arco di tre esercizi finanziari.

 

L'intervento in questione è stato potenziato con la legge di bilancio 2020 (L. n. 160/2019 art. 1, comma 90, lett. d)), che ha introdotto la possibilità di integrare i finanziamenti agevolati di cui al capo 01 del D.Lgs. n. 185/2000, con una quota a fondo perduto, concessa con procedura a sportello, in misura non superiore al 20 per cento delle spese ammissibili.

In ogni caso, la misura massima delle agevolazioni complessivamente concedibili non può superare il 90 per cento delle spese ammissibili.

 

Possono essere finanziate le iniziative che prevedono investimenti non superiori a 1,5 milioni di euro, ovvero – in virtù della novella apportata alla normativa dal decreto-legge n. 34/2019 - 3 milioni di euro per le imprese costituite da almeno trentasei mesi e da non oltre sessanta.

Le iniziative di investimento devono riguardare la produzione di beni nei settori dell'industria, dell'artigianato, della trasformazione dei prodotti agricoli ovvero all'erogazione di servizi in qualsiasi settore, incluso il commercio e il turismo, nonché le iniziative relative agli ulteriori settori di particolare rilevanza per lo sviluppo dell'imprenditoria giovanile (individuate dal decreto interministeriale attuativo).

 

I beneficiari sono le imprese:

a) costituite da non più di sessanta mesi alla data di presentazione della domanda di agevolazione;

b) di micro e piccola dimensione;

c) costituite in forma societaria;

d) in cui la compagine sia composta, per oltre la metà numerica dei soci e di quote partecipazione, da soggetti di età compresa tra i 18 ed i 35 anni ovvero da donne.

Possono chiedere le agevolazioni anche le persone fisiche che intendono costituire un'impresa purché, entro 45 dalla comunicazione di ammissione alle agevolazioni, facciano pervenire la documentazione necessaria a comprovare l'avvenuta costituzione dell'impresa e il possesso dei requisiti richiesti per l'accesso alle agevolazioni.

L'inclusione delle imprese agricole di nuova costituzione è stato inserito con il decreto-legge n. 23/2020 (art. 41, comma 4-ter).

 

La gestione degli interventi è affidata ad INVITALIA S.p.a.

 

La disciplina attuativa è contenuta nel decreto interministeriale 4 dicembre 2020

Con decreto interministeriale del 24 novembre 2021 sono stati destinati alla misura 100 milioni a valere sulle risorse PNRR dell'investimento 1.2 «Creazione di imprese femminili», previsto nell'ambito della Missione 5 «Inclusione e coesione», Componente 1 «Politiche per l'occupazione»

La Sezione speciale "Imprenditoria Femminile" del Fondo di garanzia PMI

Il Fondo di garanzia per le PMI costituisce uno dei principali strumenti finalizzati a facilitare l'accesso al credito delle piccole e medie imprese, garantendone la liquidità attraverso un sostegno in garanzia per la contrazione di finanziamenti. Con l'intervento del Fondo, l'impresa non ha un contributo in denaro, ma ha la concreta possibilità di ottenere finanziamenti senza garanzie aggiuntive (e quindi senza costi di fidejussioni o polizze assicurative) sugli importi garantiti dal Fondo stesso.

 

La Sezione Speciale "Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità" (cd. Sezione Speciale "imprenditoria femminile") è stata istituita ai sensi del decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, 26 gennaio 2012 e dell'Atto di Convenzione del 14 marzo 2013 tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per le Pari opportunità, il Ministero dello sviluppo economico e il Ministero dell'economia e delle finanze. L'atto di convenzione è stato successivamente integrato da un Atto aggiuntivo, sottoscritto in data 2 dicembre 2014 e approvato con decreto della Presidenza del Consiglio - Dipartimento per le Pari Opportunità, del Ministero dello sviluppo economico e del Ministero dell'economia e finanze del 20 aprile 2015. La Sezione speciale è destinata alla concessione dell'intervento in garanzia a favore delle imprese femminili e delle donne professioniste.

La Sezione interviene nella forma di garanzia diretta, di controgaranzia/riassicurazione e di cogaranzia del Fondo stesso, a copertura di operazioni finanziarie finalizzate all'attività di impresa.

Le imprese femminili beneficiarie dell'intervento in garanzia (ai sensi di quanto stabilito dall'art. 53, comma 1, lett. a) D.Lgs. n. 198/2006) sono le micro, piccole e medie imprese con le seguenti caratteristiche:

  • società cooperative e società di persone costituite in misura non inferiore al 60% da donne;
  • società di capitali le cui quote di partecipazione spettano in misura non inferiore ai due terzi a donne e i cui organi di amministrazione siano costituiti per almeno i due terzi da donne; imprese individuali gestite da donne.

 

In favore delle imprese Start up femminili è riservata una quota pari al 50 per cento della dotazione della Sezione speciale "Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per le Pari opportunità". Tale riserva può subire modifiche in aumento o in diminuzione sulla base di opportune valutazioni della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Sono start up femminili, ai sensi della Convenzione, le PMI aventi i requisiti sopra indicati che sono state costituite o hanno iniziato la propria attività da meno di tre anni rispetto alla data di presentazione della richiesta di ammissione alla garanzia del Fondo, come risultanti dalle ultime due dichiarazioni fiscali presentate dall'impresa.

La circolare n. 11/2015 del Mediocredito Centrale, che ha reso operativa l'estensione degli interventi della Sezione speciale alle donne professioniste, definisce tale categoria. Le donne professioniste sono quelle iscritte agli ordini professionali o aderenti alle associazioni professionali iscritte nell'elenco tenuto dal Ministero dello sviluppo economico ai sensi della L. n. 4/2013 e in possesso dell'attestazione rilasciata ai sensi della medesima legge.

Alle imprese femminili e alle donne professioniste sono riservate condizioni speciali vantaggiose per la concessione dell'intervento in garanzia del Fondo, e, in particolare:

  • possibilità di prenotare direttamente la garanzia
  • priorità di istruttoria e di delibera;
  • esenzione dal versamento della commissione una tantum al Fondo.

Per quanto non esplicitamente previsto dalla specifica regolamentazione della Sezione Speciale per le Pari Opportunità, vale la normativa ordinaria del Fondo contenuta nelle Disposizioni operative in vigore (approvate con D.M. 13 febbraio 2019).

Si rinvia al sito del Fondo centrale di garanzia per le PMI e, in particolare, al link dedicato alla Sezione "Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità".

Si rammenta, infine, che, alle agevolazioni specificamente dirette alle imprese femminili, possono applicarsi, entro i limiti di cumulabilità derivanti dalla disciplina europea in materia di aiuti di Stato, ulteriori forme incentivanti generalmente previste per le imprese, quali, ad esempio, quelle a sostegno delle start up innovative o a sostegno delle imprese dislocate nelle aree del Mezzogiorno.

ultimo aggiornamento: 15 novembre 2021
Promozione del venture capital in favore di progetti di imprenditoria femminile ad elevata innovazione

La legge di bilancio 2021 ha rifinanziato per 3 milioni di euro per l'anno 2021 il Fondo a sostegno del Venture capital - istituito dalla Legge di bilancio 2019 (articolo 1, comma 209, legge n. 145/2018) al fine di sostenere progetti di imprenditoria femminile ad elevata innovazione tecnologica o a contenuto di innovazione tecnologica. Si tratta di progetti  che prevedono il rientro dell'investimento solo nel lungo periodo, realizzati entro i confini del territorio nazionale da società il cui capitale è detenuto in maggioranza da donne (L. n. 178/2020, art. 1, co.107-108).

In attuazione, è stato adottato il Decreto ministeriale 27 dicembre 2021, il quale ha disposto che il Ministero dello sviluppo economico utilizzi le risorse stanziate dalla legge di bilancio per sottoscrivere ulteriori quote del Fondo di co-investimento MiSE - gestito da CDP Venture Capital S.p.A., società di gestione del risparmio (SGR) -  le cui relative risorse sono riservate a investimenti nel capitale di rischio di imprese femminili che realizzano i progetti imprenditoriali.

 Ai fini dell'intervento, le imprese femminili non devono essere quotate in mercati regolamentati e devono trovarsi nella fase di sperimentazione (seed financing), di costituzione (start-up financing), di avvio dell'attività (early-stage financing) o di sviluppo del prodotto (expansion, scale up financing).

Fondo Green New Deal e imprese femminili

La legge di bilancio 2020 (articolo 1, commi 85-90, L. n. 160/2019),  che recano un complesso di misure concernenti il "Green and Innovation Deal" italiano, destinate all'aumento della sostenibilità ambientale, all'efficientamento energetico e all'innovazione tecnologica, in coerenza con il Green Deal europeo.

Sono ammessi al sostegno progetti economicamente sostenibili di decarbonizzazione dell'economia, economia circolare, il supporto all'imprenditoria giovanile e femminile, la riduzione dell'uso della plastica e la sostituzione della plastica con materiali alternativi, la rigenerazione urbana, il turismo sostenibile, l'adattamento e la mitigazione dei rischi sul territorio derivanti dal cambiamento climatico e, in generale, di programmi di investimento e progetti a carattere innovativo e ad elevata sostenibilità ambientale e che tengano conto degli impatti sociali.

Si deve trattare di progetti di imprese ammesse ai finanziamenti agevolati del FRI (Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca), e prevede la concessione di contributi per attività di ricerca industriale, sviluppo sperimentale e, per le PMI, di industrializzazione dei risultati della ricerca e sviluppo. L'intervento è realizzato nell'ambito del Fondo per la crescita sostenibile (FCS)

La misura è stata attuata con il Decreto interministeriale 1° dicembre 2021 e con il Decreto direttoriale 23 agosto 2022, ai sensi del quale la presentazione delle domande di accesso al contributo decorre dal 17 novembre 2022.

ultimo aggiornamento: 21 settembre 2022

Misure agevolative per l'accesso al credito da parte delle imprese femminili in agricoltura sono state riconosciute con la Legge di bilancio 2020 (L. n. 160/2019, art. 1, co. 504-506).

La legge ha disposto l'istituzione, nello stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, del Fondo rotativo per favorire lo sviluppo dell'imprenditoria femminile in agricoltura, dotato di pari a 15 milioni di euro per l'anno 2020 per la concessione, nei limiti fissati dalla disciplina europea sugli aiuti di Stato, di mutui a tasso zero, nel limite di 300.000 euro, per la durata massima di quindici anni comprensiva del periodo di preammortamento, nel rispetto della normativa europea sugli aiuti di Stato per il settore agricolo e per quello della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli.

Per la gestione del Fondo rotativo è stata autorizzata l'apertura di un'apposita contabilità speciale presso la tesoreria dello Stato intestata al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. Il fondo viene dunque gestito fuori bilancio. Il D.M. 9 luglio 2020 ha definito la disciplina di attuazione della misura

ultimo aggiornamento: 23 giugno 2021
 
focus
 
Obiettivi Agenda 2030
 
temi di Sviluppo economico e politiche energetiche