segnalazione 27 maggio 2022
Studi - Affari esteri OSSERVATORIO DI POLITICA INTERNAZIONALE: Focus Flussi migratori n. 44, gennaio-aprile 2022, a cura del Centro Studi di Politica internazionale (CeSPI)

Nell'ambito dell'Osservatorio di politica internazionale è stato pubblicato il seguente studio: Focus Flussi migratori n. 44  a cura del Centro Studi di Politica internazionale (CeSPI), maggio 2022

Abstract

 

La guerra in Ucraina, cominciata il 24 febbraio 2022, sta avendo conseguenze drammatiche in Ucraina, ma ha implicazioni dirette su scala regionale e implicazioni a livello mondiale. Per questa ragione, tutte e tre le sezioni del Focus approfondiscono dimensioni e fenomeni in relazione diretta e indiretta con la nuova emergenza che l'Europa si trova ad affrontare. Anche se tutti gli occhi sono puntati sulla crisi ucraina, le conseguenze mettono a dura prova popolazioni vulnerabili anche nel resto del mondo.

La sezione migrazione internazionale approfondisce due temi: le implicazioni della guerra sulla situazione dei rifugiati nel resto del mondo e gli effetti possibili sul flusso di rimesse nel mondo. Per quanto riguarda il tema dei rifugiati, la situazione era drammatica già prima dello scoppio della guerra in Ucraina: nel 2021, più di 84 milioni di persone erano sfollate con la forza in tutto il mondo a causa di conflitti armati, violenza diffusa o indiscriminata o violazioni dei diritti umani. Secondo le Nazioni Unite, gli sfollati comprendevano 26,6 milioni di rifugiati, 4,4 milioni di richiedenti asilo, 48 milioni di sfollati interni e 5,7 milioni di venezuelani sfollati all'estero. Il sotto finanziamento degli interventi umanitari a sostegno di rifugiati e sfollati interni rischia di aggravarsi, a fronte dell'impegno straordinario da parte della comunità internazionale, in primis i Paesi OCSE, a favore della popolazione ucraina. Oltre alle principali ragioni che possono far prefigurare una minore attenzione alle tante crisi dei rifugiati nel mondo, protratte nel tempo, sono presentati alcuni recenti dati sulla gravità di alcune di queste crisi: Siria, Afghanistan, Myanmar, Sudan del sud, Yemen e diversi altri Paesi dell'Africa sub-sahariana. 

Per quanto riguarda le rimesse nel mondo, i flussi di rimesse in uscita dalla Russia potrebbero crollare del 40%, dato il previsto calo del PIL e l'ulteriore effetto negativo dovuto alle sanzioni. Le incertezze in Russia potrebbero determinare problemi occupazionali e, quindi, un calo anche del flusso di immigrati stagionali provenienti soprattutto dai Paesi vicini, con un conseguente forte calo dei trasferimenti di rimesse verso i Paesi dell'Asia centrale che ne sono fortemente dipendenti. Oltre alla regione dell'Asia centrale, sono passati in rassegna i possibili effetti negativi della guerra in Ucraina sul flusso di rimesse verso le altre regioni del mondo.

In poco più di due mesi, da quando la Federazione russa ha lanciato la sua offensiva il 24 febbraio 2022, più di 5,5 milioni di persone sono fuggite dall'Ucraina. Secondo le stime, più del 50% è arrivato in Polonia. Anche Ungheria, Moldavia, Romania, Slovacchia e altri Paesi europei stanno accogliendo un gran numero di rifugiati. La seconda sezione presenta la situazione regionale in tutta la sua eccezionalità. Da una parte, abbiamo assistito alla crisi dei rifugiati in più rapida crescita dalla Seconda Guerra Mondiale; dall'altra parte, la risposta in termini di sostegno e accoglienza offerti dall'UE è senza precedenti. Le autorità governative, le organizzazioni umanitarie, le comunità locali e i volontari che si occupano dell'accoglienza e dell'assistenza dei rifugiati hanno segnalato diverse difficoltà, ma si stanno impegnando molto. Dopo una presentazione delle stime dei rifugiati nei diversi Paesi, a cominciare da quelli che confinano con l'Ucraina, un'attenzione particolare è rivolta alle iniziative dell'UE: l'attivazione della direttiva 2001/55/CE sulla Protezione Temporanea in caso di afflusso massiccio di sfollati, mai applicata in precedenza, è forse la misura più emblematica di questo sforzo senza precedenti. Il profilo particolare dei rifugiati – al 95% donne e minori – è solo uno dei fattori che concorrono a spiegare l'attitudine molto diversa degli europei rispetto a quella sperimentata nei confronti di rifugiati di altre nazionalità e che sono oggetto di approfondimento. Infine, mostrando lo stato dell'accoglienza degli ucraini in Europa, sono evidenziate le principali sfide che si profilano al riguardo

La terza sezione del focus si concentra sulla situazione attuale in Ucraina, approfondendo simmetricamente a quanto fatto nella prima sezione sia il tema degli sfollati interni che quello delle rimesse. Gli sfollati interni a inizio maggio hanno superato la soglia degli 8 milioni di persone. Dopo una breve presentazione degli andamenti demografici più recenti, è illustrata la localizzazione e concentrazione territoriale degli sfollati, sia in termini di aree di destinazione che di zone di provenienza di questa componente particolarmente vulnerabile della popolazione. Una popolazione a prevalenza femminile, esposta a una molteplicità di rischi e che gli interventi umanitari raggiungono con molta difficoltà. Il trasferimento delle rimesse verso l'Ucraina, infine, è un dato che riflette il nuovo posizionamento geopolitico dell'Ucraina: nel corso degli anni, la quota delle rimesse dalla Polonia è cresciuto ininterrottamente fino a rappresentare un terzo del totale, mentre la quota delle rimesse dalla Russia è ininterrottamente sceso fino ad arrivare a pesare solo il 6% del totale nel 2021. Non solo le rimesse sono la prima componente della finanza per lo sviluppo (bene superiore a Investimenti diretti esteri e Aiuti pubblici allo sviluppo) ma mostrano una resilienza a seguito di shock imprevisti. È probabile che le rimesse dalla Russia si azzerino, ma saranno più che compensate da un aumento di rimesse (con costi di trasferimento ridotti) dall'Occidente, il che dovrebbe portare a un picco mai raggiunto di rimesse nel 2022. Esattamente l'opposto dovrebbe accadere ai Paesi dell'Asia centrale, dipendenti dalle rimesse provenienti dalla Russia, che dovrebbero registrare un forte calo.