Nella seduta del 21 aprile 2022 della Conferenza Stato-Regioni si è registrata la mancata intesa sullo schema di decreto del Ministro della salute, di concerto con il MEF, concernente il regolamento recante "Modelli e standard per lo sviluppo dell'Assistenza Territoriale nel Servizio Sanitario Nazionale" - PNRR M6-C1-Riforma 1, Reti di prossimità strutture e telemedicina per l'assistenza sanitaria territoriale". La mancata intesa è conseguente al parere contrario ribadito dalla Regione Campania, che lo ha motivato con la mancanza di risorse aggiuntive dedicate all'assunzione e messa a disposizione del personale previsto dai nuovi standard di assistenza territoriale (cure primarie). L'adozione del decreto, entro il 30 giugno 2022, è il punto di partenza della riforma dell'assistenza territoriale.
Con riguardo alle risorse, il percorso implementativo della riforma si fonda su tre fonti di finanziamento:
- risorse stabili del fondo sanitario nazionale, incrementate ad opera del decreto legge n. 34 del 2020. Si rammenta a questo proposito che il decreto legge n. 34 del 2020 ha autorizzato a regime, a valere sul livello del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard cui concorre lo Stato per l'anno di riferimento, le seguenti risorse: - 480.000.000 euro per il reclutamento di personale infermieristico (art.1, co. 5); - 766.466.017 euro: di cui 733.969.086 euro previsti per il rafforzamento dell'ADI (art. 1, co. 4) e 32.496.931 euro per l'operatività delle Centrali regionali (art.1, comma 8);
- risorse finalizzate per l'assunzione di personale dipendente e di personale convenzionato, a valere sul Fondo sanitario nazionale, stanziate dall'art. 1, co. 274 della legge di bilancio 2022, di accompagnamento al percorso di implementazione (per gli anni 2022-2026) e a regime a sostegno permanente degli standard per l'assistenza territoriale per una spesa di 90,9 milioni di euro per il 2022, di 150,1 milioni di euro per il 2023, di 328,3 milioni di euro per il 2024, di 591,5 milioni di euro per il 2025 e di 1.015,3 milioni di euro a decorrere dal 2026. La norma dispone che tale autorizzazione di spesa decorra dalla data di entrata in vigore del Regolamento di cui supra e che con successivo decreto del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, le predette somme siano ripartite fra le regioni e le province autonome in base ai criteri definiti dal medesimo decreto anche tenendo conto degli obiettivi previsti dal PNRR;
- risorse rivenienti dal PNRR per il finanziamento della Componente 1 relativamente al progetto "Casa come primo luogo di cura – Assistenza Domiciliare" per un totale di risorse impegnate pari, complessivamente, a 7 miliardi, ai quali si aggiungono 1,50 miliardi di risorse React EU e 0,50 miliardi di risorse afferenti al Fondo complementare. L'obiettivo della componente è il rafforzamento del Servizio sanitario nazionale, compresa la protezione dai rischi sanitari ambientali e climatici, per meglio rispondere alle esigenze delle comunità in materia di cure e assistenza a livello locale. Gli interventi di questa componente, che si devono leggere in parallelo con quelli della Missione 5, Componente 2, dedicati all'assistenza sociale, intendono rafforzare le cure intermedie erogate sul territorio grazie al potenziamento e alla creazione di strutture e presidi territoriali (Case e Ospedali di Comunità), il contemporaneo rafforzamento dell'assistenza domiciliare e lo sviluppo della telemedicina.
Con riguardo al versante legislativo, il precorso implementativo della Riforma si fonda su:
- omogeneità del modello organizzativo degli ATS (Ambiti Territoriali Sociali) da assicurarsi medianti atti di programmazione regionali o provinciali ( art. 1, comma 161, legge n. 234 del 2021 - legge di bilancio 2022);
- introduzione dell'Infermiere di Famiglia o di Comunità (IFoC) (art. 1 co. 5 del decreto legge n. 34 del 2020). In sintesi, l'Infermiere di Famiglia o Comunità: - collabora all'intercettazione del bisogno di salute, agendo sulla promozione, prevenzione e gestione della salute in tutte le fasce d'età; - contribuisce alla programmazione delle attività anche attraverso gli strumenti propri della gestione degli assistiti finalizzati a mantenere la popolazione in condizioni di buona salute rispondendo ai bisogni del singolo paziente sia in termini di prevenzione sia di cura delle condizioni croniche; - favorisce l'accessibilità e l'orientamento ai servizi al fine di garantire un'effettiva presa in carico della persona assistita; - promuove il coinvolgimento attivo e consapevole della comunità, organizzando processi e momenti di educazione sanitaria di gruppo in presenza o in remoto, in collaborazione con tutti i livelli e gli attori sanitari; - utilizza sistematicamente strumenti digitali e di telemedicina e teleassistenza;
- conferma dell'Unità di Continuità Assistenziale nel limite previsto ai sensi dell'art. 1, co. 274, della legge di bilancio 2022, che è un'équipe mobile distrettuale per la gestione e il supporto della presa in carico di individui, o di comunità, che versano in condizioni clinico-assistenziali di particolare complessità e che comportano una comprovata difficoltà operativa. Standard: - 1 Medico e 1 Infermiere ogni 100.000 abitanti. -Standard di personale di 1 COT per 100.000 abitanti: 5-6 Infermieri, 1-2 unità di Personale di Supporto (Si rinvia alla relazione tecnica all'articolo 1, comma 274, della legge 30 dicembre 2021, n. 234);
- intervento inerente i Livelli essenziali delle prestazioni sociali (LEPS) per la non autosufficienza e gli Ambiti Territoriali Sociali (ATS) operato dalla legge di bilancio 2022 (commi 159-171) al fine di favorire l'integrazione tra gli ambiti sanitari, sociosanitari e sociali, ferme restando le rispettive competenze e ferme restando le risorse umane e strumentali di rispettiva competenza. La legge di bilancio 2022 ha infatti definito il contenuto dei livelli essenziali delle prestazioni sociali per la non autosufficienza, e qualificato gli ambiti territoriali sociali (ATS) quale sede necessaria in cui programmare, coordinare, realizzare e gestire gli interventi, i servizi e le attività utili al raggiungimento dei LEPS nonché a garantire la programmazione, il coordinamento e la realizzazione dell'offerta integrata dei LEPS sul territorio. Inoltre, gli ATS concorrono alla piena attuazione degli interventi previsti dal PNRR nell'ambito delle politiche per l'inclusione e la coesione sociale. Da sottolineare, l'istituzione dei Punti unici di accesso (PUA), la cui sede operativa è situata presso le Case della comunità, grazie ai quali il Servizio sanitario nazionale e gli ATS garantiscono alle persone in condizioni di non autosufficienza l'accesso ai servizi sociali e ai servizi sociosanitari.
Per saperne di più:
Agenas, Analisi comparata delle cure primarie in Europa, supplemento alla Rivista Monitor, aprile 2022
Un analisi comparativa dei modelli organizzativi dell'assistenza primaria (assistenza territoriale) in sei Paesi europei: Francia, Germania, Italia, Regno Unito, Spagna e Svezia.
Video intervista del presidente Agenas in occasione della 5° Edizione del Lean Health Award