segnalazione 15 dicembre 2020
Studi - Affari sociali Nuove raccomandazioni OMS sulla cannabis accolte dalla Commissione droga delle Nazioni unite

Nel gennaio del 2019, l'Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) ha pubblicato sei raccomandazioni relative alla cannabis.

L'OMS raccomanda in primis la rimozione della cannabis dalla tabella IV della Convenzione unica sugli stupefacenti del 1961, che contiene le sostanze "particolarmente dannose e di valore medico o terapeutico estremamente ridotto" e l'inserimento di determinate preparazioni farmaceutiche a base di cannabis nella tabella III della stessa convenzione,che elenca le sostanze con valore terapeutico e con basso rischio di abuso. Inoltre il THC viene rimosso dalla Convenzione sulle sostanze psicotrope del 1971 e ricondotto alla sola tabella I della convenzione del 1961. Vengono così riconosciute le le applicazioni mediche di di cannabis e cannabinoidi, che vengono reintegrati nella farmacopea. Infine l'OMS esplicita che le preparazione di cannabidiolo puro, con meno dello 0,2% di THC, non devono essere sotto controllo internazionale.

In seguito le raccomandazioni OMS sono state inoltrate alle Nazioni Unite, per essere votate dalla Commission on Narcotic Drugs, l'organo esecutivo per la politica sulle droghe con sede a Vienna. La Commissione, nella sua riunione annuale, ha preso in considerazione, ed accolto, soltanto la 'raccomandazione' del 2019 dell'OMS, che chiedeva di togliere la cannabis dalla Tabella IV della Convenzione del 1961, dove era elencata insieme a sostanze come eroina e cocaina.

 L'Italia ha legalizzato l'uso di cannabinoidi per finalità mediche nel 2007; nel 2014, un memorandum d'intesa tra i Ministeri della Difesa, Salute e Agricoltura ha lanciato un progetto pilota per la produzione di infiorescenze presso lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze, conclusosi con successo nel 2016. Da allora sono stati prodotti circa 300 kg di FM2 [titolato al 5-8% in THC (Delta-9-tetraidrocannabinolo o dronabinolo) e 7-12% in CBD (cannabidiolo) varietà] per anno; a dicembre 2017 il Parlamento ha stanziato 1.6 milioni di euro per estendere la produzione nazionale fino a 500kg prevedendo un secondo prodotto denominato FM19.

Dal 2012, 12 amministrazioni regionali hanno introdotto leggi speciali per il rimborso di cannabinoidi come già avviene per moltissimi altri tipi di medicine.

L'Italia inoltre importa prodotti a base di cannabis, in particolare dai Paesi Bassi e dal Regno Unito. Le associazioni che presentano questo intervento sono contattata quotidianamente da persone che incontrano difficoltà nel reperire i farmaci prescritti dai propri medici anche causa delle restrizioni burocratiche poste dalla convenzioni alle importazioni di farmaci contenenti sostanze controllate che non permettono di adeguare l'offerta di farmaci ad una domanda in forte crescita. A dicembre del 2016, l'Italia ha legalizzato nuovamente la canapa industriale, il 22 maggio 2018, il Ministero dell'Agricoltura ha approvato l'uso di prodotti contenenti fino a 0.2% di THC per cannabis sativa. Le prime stime prodotte dall'industria parlano di un giro d'affari di 45 milioni per il 2017.