segnalazione 17 novembre 2020
Studi - Affari esteri OSSERVATORIO DI POLITICA INTERNAZIONALE, Nota n. 86, Balcani 2020: una regione contesa nel cuore dell'Europa, a cura del CeSI (Centro Studi Internazionali), novembre 2020

Nell'ambito dell'Osservatorio di politica internazionale è stata pubblicata la Nota n. 86, Balcani occodentali: una regione contesa nel cuore dell'Europa, a cura del CeSi (Centro Studi Internazionali)

Abstract

I Balcani occidentali costituiscono uno degli esempi più fulgidi di spazio geopolitico conteso. Infatti, a partire dalla dissoluzione della Jugoslavia socialista e dello scoppio delle guerre civili ad essa collegate, la regione è stata al centro di una competizione serrata tra diversi attori internazionali desiderosi di acquisire posizioni preminenti al suo interno.

Ad accentuare ulteriormente i contenuti ed i tratti di tale competizione è stata la tradizionale vocazione dei governi balcanici a differenziare i canali di dialogo e le partnership internazionali, guardando tanto ad ovest (UE, NATO) quanto ad est (Russia, Turchia, Monarchie del Golfo, Cina).

Oggi, Mosca, Pechino, Riyadh ed Ankara proiettano influenza nella regione, con obbiettivi e strumenti differenti e sfruttano le difficoltà e le fasi di stallo nei negoziati e nei rapporti tra i governi dei Balcani occidentali e l'Unione Europea. La loro azione, seppur appare in grado di produrre benefici economici nel breve periodo grazie a prestiti ed investimenti, rischia di avere effetti politici deleteri sugli Stati balcanici e sul processo di integrazione europeo nel lungo periodo. Infatti, l'assenza di condizionalità nel supporto economico e il sostegno a movimenti e partiti politici estremisti, anti-atlantici ed euroscettici non solo minaccia le conquiste democratiche ottenuta sinora da Belgrado a Skopje, ma potrebbe riaccendere i focolai di conflittualità interni ai singoli Stati e tra di essi nonché disincentivare i programmi di riforma e modernizzazione.

Parallelamente alla competizione portata avanti dai soggetti statuali, la regione rimane il palcoscenico di fenomeni di instabilità, come le organizzazioni jihadiste autoctone, ormai mature e pienamente integrate nei network transazionali di al-Qaeda e dello Stato Islamico, e i traffici di esseri umani che attraversano la rotta balcanica per recarsi in Europa occidentale. Entrambe queste dinamiche, in maniera totalmente differente, rappresentano, inoltre, un dossier securitario di assoluta rilevanza per l'intero continente europeo.