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Politiche per il lavoro e previdenziali

Il settore del lavoro è stato caratterizzato da un ampio processo di riforma, finalizzato alla ridefinizione delle tipologie contrattuali, alla riduzione del costo del lavoro, alla promozione di forme di occupazione stabile. Gli interventi nel settore previdenziale si sono inseriti nella direzione tracciata con le riforme delle precedenti legislature, facendo salve, allo stesso tempo, le aspettative e le esigenze di specifiche categorie di lavoratori, per i quali sono state previste modalità di accesso anticipato al trattamento pensionistico.

Per quanto riguarda il mercato del lavoro, nei primi mesi della XVIII legislatura è stato approvato il decreto legge numero 87 del 2018 (cosiddetto decreto dignità) che contiene misure volte al contrasto del precariato e che interviene in materia di contratti a termine, di contratti di somministrazione a tempo determinato, nonché in materia di licenziamento illegittimo. In particolare, viene ridotta la durata massima del contratto di lavoro a termine (pari a 12 mesi), vengono introdotte le cosiddette causali per una durata superiore (nel rispetto di un limite massimo di 24 mesi) e viene ridisegnata la disciplina del lavoro accessorio.

Dal punto di vista previdenziale, la legge di bilancio 2019 ha introdotto, a decorrere dal 1° gennaio 2019 e per la durata di 5 anni, una riduzione dell'importo delle pensioni eccedenti la soglia di 100.000 euro lordi annui, mediante specifiche aliquote di riduzione, crescenti per specifiche fasce di importo.

La medesima legge di bilancio 2019 ha, inoltre, definito una nuova disciplina, valida per il periodo dal 2019 al 2021, della perequazione automatica dei trattamenti pensionistici, successivamente modificata dalla legge di bilancio 2020.

A tal proposito, la Corte costituzionale, con la sentenza n. 234 del 2020, ha ritenuto legittimi la limitazione della rivalutazione automatica per il triennio 2019-2021 delle pensioni superiori a determinati importi, in quanto ragionevole e proporzionato, e la decurtazione percentuale delle pensioni superiori a 100.000 euro lordi annui, ma non per la durata quinquennale, perché eccessiva rispetto all'orizzonte triennale del bilancio di previsione dello Stato.

Si segnala, inoltre, il decreto legge numero 4 del 2019 recante disposizioni in merito all'introduzione del Reddito e della Pensione di cittadinanza, nonché alla disciplina relativa al pensionamento anticipato, attraverso l'introduzione di nuovi istituti (come la cosiddetta Quota 100), la proroga di altri già esistenti (Anticipo pensionistico sociale e Opzione donna) e l'esclusione, ricorrendo determinate circostanze, dell'adeguamento alla speranza di vita dei requisiti contributivi previsti per l'accesso al pensionamento anticipato.

Si ricorda, infine, l'adozione di alcune misure specifiche volte a fronteggiare l'emergenza COVID-19 indirizzate, tra l'altro, alla tutela dei lavoratori, con l'obiettivo, in particolare, di favorire lo svolgimento dell'attività lavorativa in modalità agile e di predisporre strumenti di sostegno al reddito in conseguenza della riduzione o sospensione del lavoro conseguente all'emergenza.

 
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