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Ambiente e gestione del territorio

L'Unione europea pone, da diversi anni, le politiche ambientali al centro di una strategia di sviluppo basata sulla sostenibilità e sull'uso efficiente delle risorse. Con il Green Deal europeo è stato previsto un ulteriore rafforzamento di tale strategia e, al fine di contrastare i cambiamenti climatici, l'azzeramento delle emissioni nette di gas serra entro il 2050. In risposta alla crisi derivata dalla pandemia da Covid 19, la transizione ecologica è divenuta ora uno dei tre assi strategici (al quale sono destinate il 40% delle risorse complessive) del programma europeo Next Generation EU e del Piano nazionale di ripresa e resilienza dell'Italia (PNRR) che vi dà attuazione. 

I temi in questione hanno un ruolo centrale anche nell'agenda politica del Governo e del Parlamento italiani. Ingenti stanziamenti sono stati previsti dalla legge di bilancio 2020 (che include disposizioni per un green new deal italiano), Da ultimo, sono stati emanati diversi decreti legislativi finalizzati all'attuazione di direttive europee per la promozione dell'economia circolare.

Temi centrali dell'agenda politica sono inoltre il contrasto al dissesto idrogeologico, la tutela delle acque, la messa in sicurezza delle infrastrutture idriche, la ricostruzione dei territori e il sostegno delle popolazioni colpite dagli eventi sismici, in particolare quelli avvenuti in Italia centrale a partire dal 24 agosto 2016.

DA MODIFICARE

I temi della sostenibilità ambientale hanno rappresentato uno dei filoni principali dell'attività parlamentare nella XVIII legislatura, in ragione degli obiettivi di transizione ecologica definiti in sede europea nel contesto delle iniziative poste in essere per far fronte alle conseguenze della crisi pandemica e da ultimo della crisi energetica globale aggravatasi in c, in conseguenza del conflitto tra Russia e Ucraina. La transizione ecologica è divenuta l'asse principale attorno al quale si muovono tutte le altre politiche di settore ed appare destinata a restarlo nei prossimi anni in relazione al rapido evolversi delle situazioni di crisi sul piano geopolitico e all'accentuarsi della crisi climatica. Di tale centralità fornisce riprova anche la recente revisione dell'art. 9 della Costituzione, che ha inserito la tutela dell'ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi accanto alla tutela del paesaggio tra i principi fondamentali della Carta costituzionale.

In sede europea l'azione di contrasto ai cambiamenti climatici e al degrado ambientale, già da anni avviata, ha fatto segnare una nuova tappa nel dicembre 2019, con il lancio da parte dell'Unione europea del Green Deal europeo, una tabella di marcia con una serie di azioni per rendere sostenibile lo sviluppo dell'UE. Poco dopo, nel gennaio 2020, la Commissione europea ha presentato il piano di investimenti del Green Deal europeo e del meccanismo per una transizione giusta e, a seguire, nel mese di marzo 2020, una proposta legislativa sul clima, intesa a garantire un'Unione europea a impatto climatico zero entro il 2050, nonché una proposta di un piano d'azione per l'economia circolare incentrato sull'uso sostenibile delle risorse. In data 18 dicembre 2020 l'UE ha trasmesso all'UNFCCC il proprio NDC, che contiene l'obiettivo aggiornato e rafforzato di ridurre almeno del 55% le emissioni di gas a effetto serra entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.

All'iniziativa dell'Unione europea ha fatto seguito quella dell'Italia, con i commi 85 e seguenti dell'articolo unico della legge di bilancio 2020 (L. 160/2019), che hanno introdotto misure volte alla realizzazione di un piano di investimenti pubblici per lo sviluppo di un Green new deal italiano, orientato al contrasto ai cambiamenti climatici, alla riconversione energetica, all'economia circolare, alla protezione dell'ambiente e alla coesione sociale e territoriale, nell'approccio di promozione del benessere equo e sostenibile.

In conseguenza della crisi determinata dalla pandemia da Covid-19, un impulso fondamentale ad una ripresa sostenibile dell'economia italiana nel segno della transizione ecologica è quindi venuto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) il quale  delinea  un  pacchetto  completo  e  coerente  di  riforme  e  investimenti,  necessario  ad  accedere alle  risorse  finanziarie  messe  a  disposizione  dall'UE  con  il  Dispositivo  per  la  ripresa  e  la  resilienza  (Recovery and  Resilience  Facility  -  RRF),  perno  della  strategia  di  ripresa  post-pandemica  finanziata  tramite  il programma  Next  Generation  EU  (NGEU). Nell'ambito del Piano,  il  43% del  totale  delle  risorse  previste  è  destinato  alla missione  2  "Rivoluzione  verde  e  transizione  ecologica"  (a cui  sono  assegnati  circa  70  miliardi  di  euro)  e  alla  missione  3  "Infrastrutture  per  una  mobilità sostenibile"  (a  cui  sono  destinati  31,5  miliardi  di  euro).

Il PNRR prevede misure in materia di territorio (quali quelle per la realizzazione di un sistema di monitoraggio e previsione che consenta di individuare e prevedere i rischi sul territorio e per il finanziamento di interventi per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico), di tutela e valorizzazione delle risorse idriche (come, ad esempio, gli investimenti in infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell'approvvigionamento idrico), di tutela delle aree protette e della biodiversità marina, e di economia circolare, tra le quali si segnalano gli investimenti per la realizzazione di nuovi impianti di gestione dei rifiuti e l'ammodernamento degli impianti esistenti e l'adozione di una nuova strategia nazionale per l'economia circolare.

Alle misure del PNRR in materia di transizione ecologica si agganciano, in una linea di continuità, gli obiettivi perseguiti dal Piano per la transizione ecologica - adottato ai sensi dell'art. 4 del D.L. n. 22/2021 - che si articolano nelle seguenti 8 aree di intervento: 1) decarbonizzazione (con il rispetto dell'impegno europeo di "net zero" al 2050); 2) mobilità  sostenibile; 3) miglioramento della qualità dell'aria; 4) contrasto al consumo di suolo e al dissesto idrogeologico; 5) risorse idriche e relative infrastrutture; 6) biodiversità; 7) tutela del mare; 8) promozione dell'economia circolare.

Una delle dimensioni in cui si misura di più la trasversalità della transizione ecologica come obiettivo sistemico è quella dell'economia circolare. In tale ambito meritano di essere segnalate le disposizioni contenute nei decreti legislativi nn. 116, 118, 119 e 121 del 2021 con i quali il Governo ha recepito le nuove direttive europee in materia di rifiuti e discariche. Un particolare rilievo a tal fine assumono inoltre gli investimenti previsti dal PNRR per la realizzazione di nuovi impianti di gestione dei rifiuti e l'ammodernamento degli impianti esistenti, quantificati in 1,5 miliardi di euro, mentre tra le riforme in materia il PNRR ha previsto la nuova Strategia nazionale per l'economia circolare e il Programma nazionale per la gestione dei rifiuti (PNGR) (quest'ultimo adottato a luglio 2022). Tali interventi sono finalizzati a consentire il raggiungimento nei prossimi anni degli obiettivi definiti in ambito europeo - ossia il riciclaggio entro il 2025 per almeno il 55% dei rifiuti urbani (60% entro il 2030 e 65% entro il 2035), la riduzione dello smaltimento in discarica, che dovrà scendere al 10% entro il 2035, e il riciclaggio del 65% degli imballaggi entro il 2025 e del 70% entro il 2030.

In tema di lotta ai cambiamenti climatici, un importante intervento normativo operato nel corso della XVIII legislatura è stato rappresentato dal c.d. decreto clima (D.L. n. 111/2019). Degna di nota anche l'adozione definitiva del Piano nazionale integrato per l'energia e il clima (PNIEC) che ha recepito le novità contenute nel citato D.L. 111/2019. Più in generale, il nuovo livello di ambizione nel contrasto all'emergenza climatica definito in ambito europeo e recepito a livello nazionale fornisce l'inquadramento strategico per l'evoluzione del sistema programmatorio e normativo. Il PNRR prefigura infatti un futuro aggiornamento del PNIEC e della Strategia di lungo termine per la riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra, per riflettere i mutamenti nel frattempo intervenuti, con il pacchetto normativo "Fit for 55", nella definizione degli obiettivi di riduzione delle emissioni in sede europea.

In tema di tutela e gestione delle acque, l'attività parlamentare svolta nella XVIII legislatura ha riguardato principalmente un pacchetto di norme per il recupero dei rifiuti in mare e nelle acque interne, che hanno condotto all'approvazione della legge n. 60/2022 (cd. legge salvamare). Tale legge si propone contribuire al risanamento dell'ecosistema marino e alla promozione dell'economia circolare, nonché alla sensibilizzazione della collettività per la diffusione di modelli comportamentali virtuosi rivolti alla prevenzione del fenomeno dell'abbandono dei rifiuti in mare e nelle acque di fiumi, laghi e lagune. Tra i principali interventi normativi adottati in materia hanno inoltre riguardato il Piano nazionale di interventi nel settore idrico e la gestione commissariale per il coordinamento e la realizzazione degli interventi funzionali a garantire il superamento del contenzioso europeo in materia di acque reflue. Sempre in tema di tutela e gestione delle acque, i recenti fenomeni di siccità che hanno colpito il nostro Paese nell'estate del 2022 hanno indotto Governo e Parlamento a rafforzare gli strumenti ordinamentali preposti ad affrontare le emergenze idriche introducendo nel Codice della protezione civile, con il D.L. 115/2022, la possibilità di dichiarazioni dello stato di emergenza di rilievo nazionale derivante da deficit idrico anche di tipo preventivo, qualora cioè, sulla base delle informazioni e dei dati, anche climatologici, disponibili, sia possibile prevedere che lo scenario in atto possa evolvere in una condizione emergenziale.

Relativamente al contrasto del dissesto idrogeologico, nella XVIII legislatura è stata modificata la governance del settore e, anche in conseguenza del moltiplicarsi di eventi alluvionali che negli ultimi anni hanno interessato diverse parti del territorio nazionale, sono stati numerosi interventi normativi ad opera delle leggi di bilancio finalizzati in particolare a stanziare ingenti risorse fino al 2034 per la messa in sicurezza di edifici e territorio. Un ruolo centrale in tale prospettiva sarà giocato dalle misure previste dal PNRR in materia di territorio, tra le quali si ricordano gli investimenti per la realizzazione di un sistema avanzato ed integrato di monitoraggio e previsione che consenta di individuare e prevedere i rischi sul territorio, il finanziamento di interventi per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico (quest'ultimo per un importo di circa 2,5 miliardi di euro), e gli interventi per la resilienza e la valorizzazione del territorio, nonché per l'efficienza energetica dei Comuni (per un importo di 6 miliardi di euro).

Per quanto riguarda, infine, i territori colpiti da eventi sismici, nella XVIII legislatura sono stati adottati diversi interventi a favore delle popolazioni e dei territori delle regioni dell'Italia centrale interessate dal sisma verificatosi a far data dal 24 agosto 2016, nonché varie misure a favore di territori colpiti da altri eventi sismici. Resta peraltro non ancora soddisfatta l'esigenza – cui cercavano di rispondere alcune iniziative legislative presentate nella XVIII legislatura (tra le quali un disegno di legge delega del Governo, deliberato dal Consiglio dei ministri ma mai presentato alle Camera in conseguenza del sopravvenuto scioglimento anticipato) – di porre mano ad un complessivo riordino normativo in materia di procedure per la ricostruzione nei territori colpiti da eventi sismici, al fine di superare la disomogeneità e frammentazione che caratterizza le discipline di volta in volta adottate, spesso con provvedimenti d'urgenza, in occasione dei vari eventi sismici verificatisi negli ultimi anni.

 
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