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Sviluppo economico e politiche energetiche

Nel corso della XVIII legislatura, le misure a sostegno del tessuto produttivo sono state fortemente caratterizzate e condizionate dalla necessità di far fronte agli effetti economico-finanziari dell'epidemia da COVID-19, scoppiata a febbraio 2020, e dalla necessità di contrastare gli effetti sulle famiglie e sulle imprese degli aumenti di prezzo delle materie prime, gas, energia elettrica, carburanti verificatisi a partire dal secondo semestre del 2021 e accentuatisi in coincidenza con la crisi ucraina, con la conseguente ulteriore necessità di approntare interventi e azioni, anche in sede internazionale, per la riduzione della dipendenza energetica dalla Russia e accelerare, anche attraverso misure semplificatorie, lo sviluppo delle fonti rinnovabili.

Quanto ai rincari energetici, tra gli interventi più di rilievo adottati, si segnala lo stanziamento di ingenti risorse per ridurre temporaneamente la bolletta elettrica e del gas, principalmente mediante la compensazione del peso degli oneri generali di sistema sostenuti in bolletta; il rafforzamento degli strumenti a tutela dei clienti più vulnerabili - come i bonus sociali elettricità e gas e il bonus elettrico per disagio fisico; tra gli interventi fiscali, i crediti di imposta a favore delle imprese per la spesa da esse sostenuta per l'acquisto di gas ed energia elettrica e gli interventi fiscali, la diminuzione al 5 per cento dell'IVA sul gas, la riduzione delle accise su benzina, gasolio e GPL, e la riduzione dell'IVA sul gas per l'autotrasporto.

I regimi di aiuto alle imprese per contrastare gli effetti dell'emergenza pandemica sono stati prevalentemente orientati al sostegno della liquidità (moratoria ex lege sui finanziamenti contratti, schema di garanzie pubbliche straordinarie e transitorie sui finanziamenti bancari alle imprese, incentrato sul ruolo di SACE S.p.A. e del Fondo di garanzia delle PMI, interventi per la patrimonializzazione dei Confidi). Rilevanti sono stati anche i contributi a fondo perduto a favore dei soggetti che hanno subito riduzioni del fatturato. Ulteriori misure hanno riguardato il sostegno all'export e all'internazionalizzazione, la sospensione di taluni adempimenti e di versamenti tributari e interventi per le imprese in crisi, per la riconversione industriale e i contratti di sviluppo, la cui disciplina è stata anche, nell'ultimo anno di legislatura, oggetto di riforma.

La tutela del tessuto economico imprenditoriale nazionale è passata anche attraverso modifiche, talune delle quali temporanee, talaltre poi messe a regime anche in considerazione dell'attuale contesto di crisi energetica, relative all'esercizio di poteri speciali nei settori di rilevanza strategica (cd. golden power). A tale proposito appare rilevante la messa a regime, a decorrere dal 1° gennaio 2023, dell'obbligo di notifica anche degli acquisti, a qualsiasi titolo, di partecipazioni di controllo da parte di soggetti appartenenti all'Unione europea, in diversi settori strategici quali l'energia, tali da determinare l'insediamento stabile dell'acquirente. All'interno dei beni e i rapporti di rilevanza strategica per l'interesse nazionale, rientrano anche le concessioni, comunque affidate, incluse le concessioni di grande derivazione idroelettrica – oggetto di riforma anche con la legge sulla concorrenza 2021 - demandandosi ad un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri l'individuazione dei meccanismi di raccordo tra obbligo di notifica e procedure di gara.

Le misure di sostegno alle imprese, sia nel contesto emergenziale da COVID-19, sia nell'attuale crisi energetica, sono stati adottati prevalentemente attraverso decreti legge, in un quadro di maggiore flessibilità consentita dalla disciplina europea sugli aiuti di Stato, nonché agevolati da ulteriori misure di sostegno adottate in sede europea (quali quelle sula flessibilità dell'impiego dei fondi strutturali e l'attivazione della clausola di salvaguardia relativamente al Patto di stabilità e crescita.

A tali interventi si è aggiunto il Piano europeo di ripresa e resilienza. Nel PNRR dell'Italia, definitivamente approvato dalle Istituzioni europee il 13 luglio 2021 gli obiettivi di decarbonizzazione e sviluppo delle fonti rinnovabili e dell'efficienza energetica rivestono un ruolo centrale. La Transizione verde discende a sua volta direttamente dal Green Deal adottato nell'ambito della Governance economica dell'energia e dal doppio obiettivo dell'Ue di neutralità climatica entro il 2050 e riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del 55 per cento rispetto allo scenario del 1990 entro il 2030. In questo senso, gli investimenti del PNRR sono pienamente funzionali, unitamente alle riforme in esso previste, agli obiettivi di indipendenza energetica perseguiti.

Quanto al PNRR, appare infine opportuno rilevare come esso si sia già tradotto in un rifinanziamento delle misure fiscali già ascrivibili al cd. Piano Nazionale Industria 4.0, ora Transizione 4.0, pure riformate nel corso dell'attuale legislatura, e in un consistente potenziamento delle misure a sostegno dell'imprenditoria femminile.

 
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