Il decreto legge n. 14 del 2022 , convertito con modificazioni, dalla legge 5 aprile 2022, n. 28 ha autorizzato fino al 31 dicembre 2022, la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative dell'Ucraina, in deroga alle disposizioni di cui alla legge n. 185 del 1990 e agli articoli 310 e 311 del codice dell'ordinamento militare, di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66. La cessione, secondo quanto espressamente disposto dal provvedimento è stata subordinata all'adozione di un atto d'indirizzo delle Camere.
L'elenco dei mezzi, dei materiali e degli equipaggiamenti militari oggetto della cessione e le modalità di realizzazione della stessa, anche ai fini del "discarico" contabile sono definiti con uno o più decreti del Ministro della difesa, adottati di concerto con il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale e con il Ministro dell'economia e delle finanze.
È previsto, infine, che il Ministro della difesa e il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, con cadenza almeno trimestrale, riferiscano alle Camere sull'evoluzione della situazione in atto.
Con deliberazione del Consiglio dei Ministri del 28 febbraio 2022 è stato dichiarato fino al 31 dicembre 2022 lo stato di emergenza di rilievo nazionale in relazione all'esigenza di assicurare soccorso ed assistenza alla popolazione ucraina sul territorio nazionale.
Contestualmente, per i primi interventi di soccorso, sono stati stanziati 10 milioni di euro, a carico del Fondo per le emergenze nazionali, come previsto della medesima deliberazione.
Per fare fronte alle eccezionali criticità di tipo umanitario, sono successivamente intervenuti due provvedimenti d'urgenza.
In un primo momento il già richiamato decreto-legge n. 14 del 2022 ha incrementato le risorse finanziarie destinate alle attività del sistema di prima accoglienza di competenza del Ministero dell'interno (+54,2 mln di euro per il 2022, corrispondenti al costo di circa 5.000 posti), destinandole in via prioritaria per l'accoglienza delle persone vulnerabili provenienti dall'Ucraina.
Per le stesse finalità è stata autorizzata l'attivazione di ulteriori 3.000 posti nel Sistema di accoglienza e integrazione (SAI), gestito dagli enti locali. È stata inoltre estesa ai profughi provenienti dall'Ucraina la riserva di posti (complessivamente 5.000) del Sistema di accoglienza e integrazione (SAI) già prevista e finanziata per i cittadini afghani con il D.L. n. 139 del 2021 e la legge dì bilancio per il 2022.
Un'ulteriore disposizione di quel decreto ha stabilito che i cittadini ucraini, a decorrere dall'inizio del conflitto, possono essere accolti, sia nell'ambito delle strutture territoriali del Sistema di accoglienza e integrazione (SAI), che nei centri governativi di prima accoglienza e nei centri di accoglienza temporanea (CAS), anche se non in possesso della qualità di richiedente protezione internazionale o degli altri titoli di accesso previsti dalla normativa vigente.
Successivamente, in considerazione dell'esigenza di integrare le misure di assistenza ed accoglienza ordinariamente previste, a fronte del continuo incremento del numero delle persone provenienti dall'Ucraina, il decreto-legge 21 marzo 2022, n. 21 , convertito, con modificazioni, dalla legge 20 maggio 2022, n. 51, ha previsto l'attivazione di ulteriori modalità di assistenza diffusa affidata a Comuni e associazioni del terzo settore per garantire l'accoglienza fino a 15.000 persone.
È stata inoltre disposta la concessione, per un massimo di 60.000 persone, di un contributo per il sostentamento di coloro che hanno già provveduto ad autonoma sistemazione per la durata massima di 90 giorni dall'ingresso in Italia; nonché un contributo alle regioni per le spese di assistenza sanitaria per complessivi 100.000 posti.
Le attività così autorizzate possono svolgersi entro il termine del 31 dicembre 2022 e nel limite complessivo di 348 milioni di euro a valere sulle risorse del Fondo per le emergenze nazionali, di cui si prevede contestualmente un corrispondente incremento nell'anno 2022.
È inoltre disposto un incremento di circa 7,5 milioni di euro per l'anno 2022 delle risorse iscritte nel bilancio statale al fine di incrementare la capacità delle strutture di prima accoglienza.
In deroga alla normativa vigente, è stato inoltre autorizzato l'esercizio temporaneo delle qualifiche professionali sanitarie e della qualifica di operatore socio-sanitario da parte dei professionisti cittadini ucraini, residenti in Ucraina prima del 24 febbraio 2022
Per il coordinamento delle misure e delle procedure finalizzate alle attività di assistenza nei confronti dei minori non accompagnati (MSNA) provenienti dall'Ucraina il prefetto Francesca Ferrandino, Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno è stata nominata Commissaria delegata provvedendo all'adozione il 25 marzo 2022 di un "Piano minori stranieri non accompagnati ".
A completamento delle prime indicazioni operative, il 13 aprile è stato adottato il Piano nazionale per l'accoglienza e l'assistenza alla popolazione proveniente dall'Ucraina , che descrive le misure generali organizzative messe in atto dal Servizio Nazionale della protezione civile per assicurare il monitoraggio qualitativo dei flussi, l'accoglienza e l'assistenza alla popolazione proveniente dall'Ucraina.
È importante ricordare che, ai fini dell'attuazione nel diritto interno della decisione di esecuzione 2022/382 che ha disposto l'introduzione della protezione temporanea a livello UE, è stato emanato il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 28 marzo 2022 , ai sensi del quale la protezione temporanea si applica alle seguenti categorie di persone che sono sfollate dall'Ucraina a partire dal 24 febbraio, a seguito dell'invasione militare delle forze armate russe che ha avuto inizio in tale data:
- cittadini ucraini residenti in Ucraina prima del 24 febbraio 2022;
- apolidi e cittadini di paesi terzi diversi dall'Ucraina che beneficiavano di protezione internazionale o di protezione nazionale equivalente in Ucraina prima del 24 febbraio 2022;
- familiari delle predette categorie di persone;
- gli apolidi e i cittadini di paesi terzi diversi dall'Ucraina che possono dimostrare che soggiornavano legalmente in Ucraina prima del 24 febbraio 2022.
La protezione temporanea ha la durata di un anno a decorrere dal 4 marzo 2022.
Ulteriori rilevanti misure di solidarietà per la popolazione in fuga dal conflitto russo-ucraino sono state previste dal decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50 , convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2022, n. 91.
In particolare è stato esteso l'ambito di applicazione, destinando a tal fine nuove risorse, delle misure di assistenza e accoglienza in favore delle persone provenienti dall'Ucraina, già adottate in attuazione del decreto-legge n. 21 del 2022.
I profili salienti di questo nuovo intervento sono i seguenti:
a) incrementare di ulteriori 15.000 unità i posti previsti per le attività di accoglienza diffusa attivabili attraverso i Comuni ed enti e associazioni del terzo settore, già disposte nel numero massimo di 15.000 unità con decreto-legge. n. 21 del 2022.
b) incrementare, per un massimo di ulteriori 20.000 unità, i potenziali destinatari del contributo di sostentamento concesso dal decreto-legge n. 21 del 2022, nel limite massimo di 60.000 unità, per coloro che hanno già provveduto ad autonoma sistemazione per la durata massima di 90 giorni dall'ingresso in Italia;
c) integrare, nel limite di euro 27.000.000 per l'anno 2022, il contributo in favore delle Regioni per l'erogazione dell'assistenza sanitaria ai cittadini provenienti dall'Ucraina richiedenti e titolari della protezione temporanea (cfr. supra), di modo che rispetto alle 100.000 unità già previste dal decreto-legge n. 21 del 2022, siano finanziate ulteriori 20.000 unità:
d) aumentare di 112,749 milioni di euro per l'anno 2022 le risorse messe a disposizione dal decreto-legge n. 14 del 2022 (pari a circa 54,2 milioni di euro), da destinare in via prioritaria all'accoglienza delle persone vulnerabili provenienti dall'Ucraina. Le risorse di cui si tratta riguardano il finanziamento dei centri governativi di accoglienza ordinari e straordinari (CAS);
e) autorizzare il Dipartimento della protezione civile ad assegnare ai Comuni che ospitino un significativo numero di persone richiedenti la protezione temporanea ai sensi del richiamato DPCM 28 marzo 2022, un contributo una tantum, nel limite di 40 milioni per l'anno 2022, allo scopo di rafforzare, in via temporanea, l'offerta di servizi sociali.
f) erogare uno o più prestiti a beneficio del Governo dell'Ucraina istituendo nello stato di previsione del ME, per l'anno 2022, un fondo con una dotazione di 200 milioni di euro destinato alla fornitura di uno o più prestiti finanziari a beneficio del Governo dell'Ucraina di importo complessivo non superiore a 200 milioni di euro, quale sostegno al bilancio generale del predetto Stato.
Il decreto-legge n. 50 del 2022 ha perfezionato la gamma degli interventi di sostegno alla popolazione ucraina in fuga dalla guerra. È stata infatti prevista l'adozione di specifiche misure per la valutazione degli apprendimenti e per lo svolgimento degli esami di Stato conclusivi del primo e del secondo ciclo di istruzione dei profughi ucraini accolti nelle scuole italiane.
Sono state inoltre estese a rifugiati e migranti le disposizioni in materia di agricoltura sociale, al fine di consentire loro di usufruire di livelli adeguati di assistenza socio-sanitaria, educativa e di supporto all'inserimento socio-lavorativo.
È stata inoltre riconosciuta ai rifugiati di guerra, in attuazione della normativa europea, la facoltà di ottenere il cambio delle banconote denominate in hryvnìa ("banconote ucraine") con banconote denominate in euro.
Le autorità di gestione di Programmi operativi 2014-2020 attuativi dei Fondi strutturali europei e del Fondo europeo per gli aiuti agli indigenti sono state autorizzate, a richiedere l'applicazione del tasso di cofinanziamento fino al 100 per cento a carico dei Fondi UE per le spese dichiarate nelle domande di pagamento nel periodo decorrente dal 1° luglio 2021 fino al 30 giugno 2022, ivi comprese le spese emergenziali sostenute per fare fronte alle sfide migratorie conseguenti alla crisi Ucraina.
Sono state inoltre dettate ulteriori misure per la gestione delle risorse oggetto di congelamento a seguito della crisi ucraina, con specifico riferimento all'immatricolazione nei registri italiani dei natanti presenti nel territorio nazionale. Il 5 agosto scorso il ministro dell'Economia Daniele Franco ed il suo omologo ucraino Serhiy Marchenko hanno perfezionato l'accordo, in attuazione del decreto-legge n. 50 del 2022, che prevede l'erogazione di 200 milioni di euro per il pagamento delle retribuzioni del personale scolastico ucraino.
Lo scorso 1° marzo la Camera, a conclusione delle comunicazioni sugli sviluppi del conflitto tra Russia e Ucraina rese dal Presidente del Consiglio, ha approvato con distinte votazioni la risoluzione Davide Crippa, Molinari, Serracchiani, Barelli, Lollobrigida, Boschi, Marin, Fornaro, Schullian, Tasso, Lapia, Lupi, Magi e Muroni n. 6-00207 e la risoluzione Fratoianni ed altri n. 6-00210
, limitatamente al dispositivo ad eccezione del 4° e 6° capoverso, che ha respinto con distinta votazione (Qui
il resoconto).
Nella medesima giornata il Senato ha approvato la proposta di risoluzione unitaria n. 1.
Il punto 3 della risoluzione 6-00207 impegna il Governo ad assicurare sostegno e solidarietà al popolo ucraino e alle sue istituzioni attivando, con le modalità più rapide e tempestive, tutte le azioni necessarie a fornire assistenza umanitaria, finanziaria, economica e di qualsiasi altra natura, nonché – tenendo costantemente informato il Parlamento e in modo coordinato con gli altri Paesi europei e alleati – la cessione di apparati e strumenti militari che consentano all'Ucraina di esercitare il diritto alla legittima difesa e di proteggere la sua popolazioni.
A sua volta il punto 3 della proposta di risoluzione unitaria n. 1 impegna il Governo ad assicurare sostegno al popolo ucraino, con azioni di assistenza umanitaria e finanziaria e - tenendo informato il Parlamento e in coordinamento con altri paesi europei e alleati - con la cessione di apparati e strumenti militari per la difesa dell'Ucraina.
Il 19 maggio il Presidente del Consiglio ha reso una informativa urgente alle Camere sugli ulteriori sviluppi del conflitto tra Russia e Ucraina.
Nel corso dell'informativa il Presidente del Consiglio ha fatto presente che l'attività di deterrenza nei confronti della Russia comprende anche l'intensificarsi delle operazioni dell'Alleanza atlantica. A tal proposito ha reso noto che "il comandante supremo alleato ha rafforzato il livello di risposta lungo il fianco orientale, uno sforzo a cui l'Italia contribuisce con 2.500 unità. Nel medio periodo" ha specificato il Presidente del Consiglio, "siamo pronti a rafforzare ulteriormente il nostro contributo in Ungheria e Bulgaria, rispettivamente con 250 e 750 unità, in linea con l'azione dei nostri alleati. Valutiamo infine la possibilità di sostenere la Romania nelle attività di sminamento marittimo nel Mar Nero e la Slovacchia nella difesa antiaerea".
Nella seduta del 22 giugno il Presidente del Consiglio ha reso comunicazioni alla Camera in vista del Consiglio europeo del 24 e 25 giugno 2022. Al termine della discussione la Camera ha approvato la risoluzione Berti, De Luca, Marrocco, Pettarin, Fornaro, Giglio Vigna, Colaninno, Ermellino, Emanuela Rossini, Magi e Lupi n. 6-00224, con la quale si impegna, tra l'altro, il Governo a continuare a garantire, secondo quanto precisato da decreto-legge n.14 del 2022, il necessario ed ampio coinvolgimento delle Camere con le modalità ivi previste, in occasione dei più rilevanti summit internazionali riguardanti la guerra in Ucraina e le misure di sostegno alle Istituzioni ucraine, ivi comprese le cessioni di forniture militari.
L'attenzione del Parlamento sulla crisi ucraina nei rapporti con la Russia, in corso dal 2013, si è manifestata sin dall'inizio della XVIII Legislatura, con richiami puntuali a questo scenario di crisi nell'ambito di più generali dibattiti, soprattutto quelli in previsione o a commento dei periodici appuntamenti europei.
Il primo dibattito parlamentare più specificamente dedicato all'Ucraina, nell'imminenza del precipitare della crisi, era l'audizione, nella seduta del l'8 febbraio 2022, del ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, e del ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, presso le Commissioni riunite Affari esteri e Difesa della Camera e del Senato.
I due Ministri delineavano la strategia del nostro Paese, imperniata sull'unità con gli alleati, la fermezza nei confronti di Mosca e seri sforzi diplomatici privi di ambiguità. In particolare, irrinunciabile era definita la difesa dell'integrità territoriale dell'Ucraina, come anche l'impossibilità di pregiudicare a quel Paese una possibile futura adesione all'Alleanza atlantica.
Il 23 febbraio si svolgevano al Senato e alla Camera
due informative urgenti del Governo sull'ulteriore aggravamento della situazione: nei suoi interventi il ministro degli Esteri Di Maio condannava l'invio da parte della Russia di soldati per "sedicenti operazioni di peace-keeping". In caso di nuove azioni militari, precisava Di Maio, avrebbero potuto essere varate nuove sanzioni contro la Russia. "Malgrado la gravità del momento e gli ultimi sviluppi cui stiamo assistendo in queste ore, vogliamo continuare a concentrarci su ogni iniziativa diplomatica che possa scongiurare una guerra. Una soluzione che riteniamo ancora possibile, anche se con margini che si riducono di giorno in giorno" riferiva il Ministro al Senato.
Il 25 febbraio al Senato ed alla Camera
interveniva in prima persona il presidente del Consiglio Mario Draghi: nei suoi interventi il Presidente del Consiglio affermava tra l'altro: "Per quanto riguarda le sanzioni, l'Italia è perfettamente in linea con gli altri Paesi dell'Unione Europea, primi tra tutti Francia e Germania. Le misure sono state coordinate insieme ai nostri partner del G7, con i quali condividiamo pienamente strategia e obiettivi". In relazione all'impegno militare del Paese, "le forze italiane che prevediamo essere impiegate dalla NATO" – aggiungeva – "sono costituite da unità già schierate in zona di operazioni … e da altre che saranno attivate su richiesta del Comando Alleato". Tuttavia, precisava Draghi, "le sanzioni … ci impongono di considerare con grande attenzione l'impatto sulla nostra economia", con la maggiore preoccupazione per il settore energetico.
Il 1° marzo il Presidente del Consiglio Mario Draghi interveniva in mattinata per comunicazioni al Senato – e nel pomeriggio alla Camera dei deputati, affermando tra l'altro: "Negli ultimi decenni, molti si erano illusi che la guerra non avrebbe più trovato spazio in Europa…in altre parole, che potessimo dare per scontate le conquiste di pace, sicurezza, benessere che le generazioni che ci hanno preceduto avevano ottenuto con enormi sacrifici". Il Premier ricordava poi come l'Italia avesse risposto all'appello del Presidente Zelensky con un aiuto che andava al di là della sola deterrenza, esprimendo anche solidarietà e ammirazione per il popolo ucraino.
Il Senato approvava in seguito, con 244 voti favorevoli, 13 contrari e 3 astenuti, una risoluzione ‘bipartisan' presentata dalla maggioranza e dall'opposizione sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio, respingendone altre presentate da senatori del gruppo Misto. Alla Camera era approvata parimenti una risoluzione unitaria della maggioranza e dell'opposizione, nonché ampie parti del dispositivo di una risoluzione del deputato Fratoianni.
Il 16 marzo si svolgeva presso l'Assemblea di Montecitorio un'ulteriore informativa urgente del Governo sugli ultimi sviluppi del conflitto tra Russia e Ucraina: il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio nel suo intervento affermava che l'offensiva russa proseguiva senza sosta e senza alcun rispetto per le norme di diritto internazionale umanitario, in un'operazione concentrica che convergeva verso la capitale Kyiv, ormai in condizioni disperate. Di Maio aggiungeva che le Nazioni Unite avevano ricevuto rapporti attendibili sull'uso di munizioni a grappolo da parte delle forze russe, anche nelle aree popolate. Il Ministro assicurava poi: "stiamo lavorando con gli attori internazionali, a partire dalle Nazioni Unite e la Croce Rossa, per l'apertura di corridoi che consentano l'uscita in sicurezza della popolazione civile".
La crisi ucraina era al centro del dibattito anche nella giornata del 23 marzo, quando sia alla Camera che al Senato
il Presidente del Consiglio rendeva comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 24 e 25 marzo. Il Presidente Draghi informava sul fatto che il Consiglio europeo si sarebbe aperto con l'incontro con il Presidente americano Biden e sarebbe stato preceduto dai vertici della NATO e del G7, allo scopo di ribadire l'impegno comune della comunità euroatlantica a sostegno dell'Ucraina. Al Senato era approvata una risoluzione della maggioranza e parti di un'analogo strumento dell'opposizione. Alla Camera si approvava una risoluzione di maggioranza, nonché parti di una risoluzione di esponenti del Gruppo Misto e di un'altra dell'opposizione.
La Commissione straordinaria del Senato per la tutela e la promozione dei diritti umani evidenziava la propria attenzione per i profili soprattutto umanitari della crisi ucraina nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui livelli e i meccanismi di tutela dei diritti umani, vigenti in Italia e nella realtà internazionale. Più in particolare:
- nella seduta del 24 marzo
, l'audizione di Rosario Maria Gianluca Valastro, vice presidente nazionale della Croce Rossa Italiana;
- nella seduta del 5 aprile
, l'
audizione di Chiara Cardoletti, rappresentante dell'UNHCR per l'Italia, la Santa Sede e San Marino;
- nella seduta del 21 aprile,
l'audizione di Andrea Iacomini, portavoce di UNICEF Italia;
- nella seduta del 3 maggio
, l'audizione del sottosegretario per gli Affari esteri e la Cooperazione internazionale, Benedetto Della Vedova, sulle iniziative in ambito Corte penale internazionale e Corte internazionale di giustizia a seguito della guerra in Ucraina;
- nella seduta del 19 maggio
: audizione del sottosegretario di Stato per l'interno, Ivan Scalfarotto, sul tema dei rifugiati ucraini in Italia.
La Commissione parlamentare bicamerale per l'infanzia e l'adolescenza esaminava in tre sedute (24 marzo, 27 aprile e 25 maggio) un Affare assegnato sulle iniziative da adottarsi a favore dei bambini e degli adolescenti che si trovano in Ucraina e dei profughi minori di età provenienti da questa zona di conflitto. La discussione sfociava nell'approvazione della risoluzione Doc. XXIV-bis, n. 1.
La medesima Commissione, collateralmente all'esame dell'affare assegnato, svolgeva audizioni ad esso correlate, e precisamente:
24 marzo: audizione del rappresentante del Comitato italiano per il Fondo delle nazioni unite per l'infanzia (Unicef), del Presidente della «Fondazione S.O.S. – il Telefono Azzurro Onlus», e del Presidente dell'associazione italo-ucraina «I Nuovi Confini Aps»;
30 marzo: audizione del sottosegretario di stato alla salute, Andrea Costa;
13 aprile: audizione del Commissario delegato per il coordinamento delle misure e delle procedure finalizzate alle attività di assistenza nei confronti dei minori non accompagnati provenienti dall'Ucraina a seguito del conflitto in atto, nonché di rappresentanti dell'ANCI;
21 aprile: audizione del Ministro dell'istruzione, nonché di rappresentanti dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), della Croce Rossa Italiana e della Comunità di Sant'Egidio;
27 aprile: audizione del Ministro per le pari opportunità e la famiglia.
Le Commissioni Riunite Esteri e Cultura della Camera, nelle sedute del 30 marzo e del 20 aprile discutevano proposte di risoluzione sulla tutela del patrimonio culturale e artistico in Ucraina, terminando l'esame con l'approvazione della risoluzione conclusiva n. 8-00165.
La Commissione Esteri di Montecitorio il 5 aprile 2022 ha discusso e approvato in una riformulazione la risoluzione 7-00815 del Presidente Fassino sull'integrazione europea di Ucraina, Georgia, Moldova e dei Paesi dei Balcani Occidentali.
La medesima Commissione il 5 e il 6 aprile svolgeva la discussione della risoluzione 7-00813 dell'On. Delrio, sull'uso di bombe a grappolo e mine antipersona in Ucraina, approvandone il testo come riformulato.
Il 12 aprile le Commissioni Riunite Esteri e Difesa della Camera ascoltavano comunicazioni dei rispettivi Presidenti sugli esiti della missione svolta a Parigi in occasione della Conferenza interparlamentare sulla Politica estera e di sicurezza comune (PESC) e sulla Politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC) il 24 e il 25 febbraio 2022, Conferenza nella quale la crisi ucraina era stata al centro dell'attenzione, proprio nei giorni dell'inizio dell'invasione russa.
Il 13 aprile la Commissione Esteri di Montecitorio, nel quadro dell'indagine conoscitiva sull'impegno dell'Italia nella Comunità internazionale per la promozione e tutela dei diritti umani e contro le discriminazioni, teneva l'audizione in videoconferenza, di una delegazione della Commissione per i diritti umani, la de-occupazione e reintegrazione dei territori temporaneamente occupati delle regioni del Donetsk, Luhansk e della Repubblica autonoma di Crimea e per le relazioni interetniche del Parlamento di Kiev.
Le Commissioni Difesa congiunte della Camera e del Senato ascoltavano il 5 maggio comunicazioni del Ministro della difesa, Lorenzo Guerini, sui recenti sviluppi della situazione in Ucraina. Il Ministro affermava tra l'altro: "sulla base di quanto indicato dalla legge e in relazione all'evoluzione sul terreno, l'impegno italiano continuerà a supportare l'Ucraina nella sua difesa dall'aggressione russa anche con dispositivi in grado di neutralizzare le postazioni dalle quali la Russia bombarda indiscriminatamente le città e la popolazione civile … abbiamo assunto la decisione di secretare la tipologia di sistema d'armamento ceduto in modo condiviso con l'Ucraina e con un significativo numero di Paesi donatori ... il Parlamento comunque non è stato escluso: io sono andato due volte al COPASIR … e ho elencato materiali, quantità, valori e tipologia dei materiali inviati".
Il 19 maggio il Presidente del Consiglio teneva informative urgenti alla Camera e al Senato sugli ulteriori sviluppi del conflitto tra Russia e Ucraina.
Il 21 giugno l'Assemblea del Senato ascoltava comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 giugno 2022: la conseguente discussione sfociava nell'approvazione di una proposta di risoluzione della maggioranza, nella quale la crisi ucraina occupava un posto centrale. Il 22 giugno analoghe comunicazioni erano rese alla Camera, ove erano approvate una risoluzione della maggioranza e una dell'opposizione.
Gli esiti del Consiglio europeo del 23 e 24 giugno erano oggetto di comunicazioni rese il 7 luglio dal Governo alle Commissioni riunite Esteri e Politiche dell'Unione europea dei due rami del Parlamento.
Da ultimo la crisi ucraina ha costituito uno dei temi centrali delle missioni svolte da delegazioni della Commissione Esteri del Senato in Slovacchia, dal 5 al 7 luglio, e a Washington, dal 12 al 14 luglio, sulle quali la Presidente della Commissione ha reso comunicazioni il 3 agosto; nonché della missione svolta a Praga in occasione della Conferenza interparlamentare (4-5 settembre) sulla Politica estera e di sicurezza comune (PESC) e sulla Politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC), sulla quale riferiva il 15 settembre il Presidente della Commissione Esteri On. Fassino innanzi alle Commissioni riunite Esteri e Difesa della Camera.
seguito delle comunicazioni del Presidente del Consiglio, Mario Draghi, sugli sviluppi del conflitto tra Russia e Ucraina, la Camera dei deputati ha approvato il 1° marzo 2022 la risoluzione risoluzione n. 6-00207 che impegna il Governo a:
- esigere dalle Autorità russe l'immediata cessazione delle operazioni belliche e il ritiro di tutte le forze militari russe, ripristinando il rispetto della sovranità e integrità territoriale dell'Ucraina;
- sostenere ogni iniziativa multilaterale e bilaterale utile ad una de-escalation militare e alla ripresa di un percorso negoziale tra Kiev e Mosca, anche raccogliendo la disponibilità della Santa Sede a svolgere un'opera di mediazione;
- attivare strategie di diversificazione degli approvvigionamenti energetici, di investimento sulle energie rinnovabili e di utilizzo delle sorgenti di energia del Paese e concorrendo alle decisioni dell'UE nella direzione dell'Unione dell'energia;
- sostenere l'urgenza di un netto rafforzamento della Politica estera e di sicurezza comune europea, anche attivando le riforme procedurali necessarie;
- mantenere uno stretto e permanente coordinamento con i Paesi del G7, dell'Alleanza Atlantica e dell'Unione europea.
A seguito delle comunicazioni del Presidente del Consiglio, Mario Draghi, in vista del Consiglio europeo del 24 e 25 marzo 2022, la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica hanno approvato il 23 marzo 2022, rispettivamente, le risoluzioni n. 6-00212, e n. 6-00214, n. 2 , che impegnano il Governo a
- rafforzare il ruolo dell'Europa nel quadro multilaterale, proseguendo l'impegno a porsi come attore-chiave per una mediazione tra le Parti, in sinergia con altri Paesi già attivi su questo fronte e sostenendo ogni iniziativa internazionale e bilaterale utile al raggiungimento di un cessate il fuoco e alla conclusione positiva di un percorso negoziale tra Kiev e Mosca;
- continuare ad assicurare sostegno e solidarietà al popolo ucraino e alle sue istituzioni attraverso la partecipazione alle iniziative assistenziali e di accoglienza a tal fine stabilite a livello europeo, con particolare riguardo alla costituzione di corridoi umanitari per il trasferimento, l'evacuazione e l'accoglienza di donne, minori, anziani, persone fragili e con disabilità;
- raccogliere e sostenere l'aspirazione europea dell'Ucraina e, in vista della proposta della Commissione europea sullo status di candidato all'adesione all'Unione europea, a rafforzare la cooperazione Ue-Ucraina.
A seguito delle comunicazioni del Presidente del Consiglio, Mario Draghi, in vista del Consiglio europeo del 24 e 25 giugno 2022, il Senato della Repubblica e la Camera dei deputati hanno approvato, rispettivamente il 21 e 22 giugno 2022 le risoluzione 6-00226, n. 5 e n. 6-00224
, che impegnano il Governo a:
- esigere, insieme ai partner europei, dalle Autorità russe l'immediata cessazione delle operazioni belliche e il ritiro di tutte le forze militari che illegittimamente occupano il suolo ucraino, con iniziative multilaterali o bilaterali utili a una de-escalation militare che realizzi un cambio di fase nel conflitto, aumentando in parallelo gli sforzi diplomatici intesi a trovare una soluzione pacifica basata sul rispetto della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina e dei principi del diritto internazionale;
- rafforzare il ruolo dell'Europa nel quadro multilaterale, proseguendo l'impegno a porsi come attore-chiave per una mediazione tra le Parti, in sinergia con altri Paesi già attivi su questo fronte e attraverso ogni azione diplomatica internazionale e bilaterale utile al raggiungimento di un cessate il fuoco e alla conclusione positiva di un percorso negoziale;
- garantire sostegno e solidarietà al popolo e alle istituzioni ucraine, legittimati dall'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite – che sancisce il diritto all'autodifesa individuale e collettiva – confermando il ruolo dell'Italia nel quadro dell'azione multilaterale, a partire dall'Unione europea e dall'Alleanza Atlantica, finalizzata al raggiungimento del primario obiettivo del cessate il fuoco e della pace;
- continuare a garantire, secondo quanto precisato dal decreto-legge n. 14 del 2022, il necessario e ampio coinvolgimento delle Camere con le modalità ivi previste, in occasione dei più rilevanti summit internazionali riguardanti la guerra in Ucraina, e le misure di sostegno alle Istituzioni ucraine, ivi comprese le cessioni di forniture militari;
- definire ogni soluzione necessaria a livello bilaterale e multilaterale, a partire dall'ONU, dall'Unione europea e dal G7, per assicurare la sicurezza alimentare a livello globale, attraverso corridoi sicuri e lo sminamento dei porti;
- supportare le domande di adesione all'Unione europea di Ucraina, Repubblica Moldova e Georgia, in un quadro di rispetto dei criteri di Copenaghen, e accelerare il percorso di adesione all'Unione europea dei Paesi dei Balcani Occidentali.
Si ricorda che il 22 marzo 2022 si è svolto un intervento in video collegamento del Presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky, davanti alle Camere riunite, che ha illustrato la situazione di guerra in Ucraina, esortando ad adottare ulteriori sanzioni nei confronti della Russia e ad aiutare l'Ucraina nella futura ricostruzione. Dopo l'intervento di Zelensky è intervenuto il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, che in particolare ha ricordato il sostegno dell'Italia all'Ucraina, e la volontà di sostenere ulteriormente l'Ucraina e i suoi rifugiati, indicando, anche la disponibilità ad inviare aiuti militari alla resistenza ucraina. Il Presidente Draghi ha, infine, affermato la volontà di disegnare un percorso di maggiore vicinanza dell'Ucraina all'Europa, che sarà lungo e richiederà le riforme necessarie, affermando che l'Italia vuole l'Ucraina nell'Unione europea.
L'UE ha più volte adottato, a livello di Consiglio europeo, dichiarazioni di condanna dell'aggressione militare della Russia, ribadendo il fermo sostegno all'indipendenza, alla sovranità e all'integrità territoriale dell'Ucraina entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale.
Il Consiglio europeo ha adottato un quadro di sanzioni nei confronti della Russia e approvato il sostegno militare all'Ucraina.
Il Consiglio europeo ha, inoltre, riconosciuto le aspirazioni europee dell'Ucraina, concedendole lo status di paese candidato all'adesione dell'UE e impegnandosi a contribuire, una volta cessato il conflitto, alla ricostruzione dell'Ucraina.
Da ultimo, il Consiglio dell'UE in una riunione informale di emergenza svoltasi il 21 settembre 2022, a New York, a margine dell'Assemblea Generale dell'Onu, ha adottato una dichiarazione nella quale ha condannato l'organizzazione da parte della Russia di referendum illegali che mirano all'annessione di parti delle regioni di Donetsk, Kherson, Lugansk e Zaporižžja.
Il Consiglio europeo del 23 e 24 giugno 2022 ha adottato conclusioni sull'Ucraina, sia sotto il profilo del sostegno al paese nel contesto della aggressione militare della Russia, sia decidendo di concedere all'Ucraina lo status di paese candidato all'adesione.
Il Consiglio europeo ha in particolare:
- ribadito la condanna degli attacchi indiscriminati della Russia contro i civili e le infrastrutture civili ed esortato la Russia a ritirare immediatamente e incondizionatamente tutte le sue truppe e l'equipaggiamento militare dall'intero territorio dell'Ucraina;
- affermato che proseguiranno i lavori sulle sanzioni, anche per rafforzarne l'attuazione, invitando tutti i paesi ad allinearsi con le sanzioni dell'UE;
- invitato il Consiglio dell'UE a lavorare rapidamente ad un ulteriore aumento del sostegno militare all'Ucraina;
- invitato la Commissione a presentare rapidamente le sue proposte sul sostegno dell'UE alla ricostruzione in Ucraina;
- esortato la Russia a cessare immediatamente di prendere di mira le strutture agricole e di sottrarre i cereali ed a sbloccare il Mar Nero, segnatamente il porto di Odessa, in modo da consentire l'esportazione dei cereali e le operazioni di trasporto marittimo commerciale.
Il quadro delle sanzioni dell'UE nei confronti della Russia
A partire dal 24 febbraio 2022, in seguito all'invasione russa in Ucraina, il Consiglio dell'UE ha adottato un complesso di sanzioni e misure restrittive nei confronti della Russia che riguardano in particolare:
- misure restrittive (congelamento di beni e divieto di viaggio) nei confronti di 1206 individui (tra cui il Presidente, Vladimir Putin, il Ministro degli Affari esteri della Federazione russa, Sergey Lavrov, i membri della Duma di Stato russa) e 108 entità giuridiche;
- sanzioni finanziarie, tra le quali il divieto di finanziamento della Federazione russa, del suo governo e della sua Banca centrale, la sospensione dal sistema di messaggistica finanziaria per scambiare dati finanziari (SWIFT) per le principali banche russe;
- sanzioni economiche e commerciali, quali: il divieto di tutte le operazioni con determinate imprese statali; il divieto alla partecipazione di società russe negli appalti pubblici nell'UE; il divieto di esportazione di prodotti siderurgici e beni di lusso; sanzioni nei confronti di società nei settori militare, dell'aviazione, dei beni a duplice uso, della cantieristica navale e della costruzione di macchinari; divieti di esportazione dall'UE in Russia di computer quantistici e semiconduttori avanzati, elettronica di alta gamma, software, macchinari sensibili e attrezzature per il trasporto, legno, cemento, fertilizzanti, prodotti ittici e liquori, divieto di importazione di oro e gioielli;
- sanzioni nel settore energetico, quali in particolare il divieto, a partire da agosto 2022, di acquistare, importare o trasferire nell'UE carbone e altri combustibili fossili solidi, se originari della Russia o esportati dalla Russia, e petrolio greggio e altri prodotti petroliferi.
Tali sanzioni prevedono il divieto di acquisto, importazione o trasferimento dalla Russia nell'UE di petrolio greggio (a partire dal 5 dicembre 2022) e di determinati prodotti petroliferi (a partire dal 5 febbraio 2023). È prevista un'eccezione temporanea per le importazioni di petrolio greggio mediante oleodotto negli Stati membri dell'UE che, data la loro situazione geografica, soffrono di una dipendenza specifica dagli approvvigionamenti russi e non dispongono di opzioni alternative praticabili. Tali paesi non potranno però rivendere il petrolio greggio importato via oleodotto dalla Russia. Inoltre, la Bulgaria e la Croazia beneficeranno anche di deroghe temporanee riguardanti l'importazione, rispettivamente, di petrolio greggio russo trasportato per via marittima e di gasolio russo sotto vuoto. La Germania e la Polonia (che importano petrolio russo via oleodotto) si sono impegnate a porre fine alle importazioni di petrolio dalla Russia entro la fine del 2022. Il Consiglio dell'UE ha, inoltre, approvato il divieto per gli operatori dell'UE di assicurare o finanziare il trasporto via nave del petrolio russo a paesi terzi (la Commissione europea aveva proposto di vietare totalmente tale trasporto).
- il divieto di sorvolo, atterraggio e decollo nello spazio aereo dell'UE di aeromobili e vettori russi; il divieto alle navi registrate sotto la bandiera della Russia di accedere ai porti dell'UE; il divieto alle imprese di trasporto su strada russe e bielorusse di trasportare merci su strada nell'Unione;
- la sospensione totale dell'accordo sulla facilitazione dei visti per l'ingresso nell'area Schengen, a partire dal 12 settembre 2022.
Fra il 2014 e il 2021 l'UE ha fornito all'Ucraina un'assistenza finanziaria pari a 1,7 miliardi di euro in sovvenzioni a titolo dello strumento europeo di vicinato, 5,4 miliardi di euro nell'ambito di cinque programmi di assistenza macrofinanziaria sotto forma di prestiti, 194 milioni di euro in aiuti umanitari e 355 milioni di euro a titolo di strumenti di politica estera e la Banca europea per gli investimenti e la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo hanno mobilitato 10 miliardi di euro in prestiti per l'Ucraina.
Dall'inizio dell'aggressione russa, l'UE ha intensificato il sostegno, mobilitando circa 7,2 miliardi di euro per la resilienza economica, sociale e finanziaria complessiva dell'Ucraina sotto forma di assistenza macrofinanziaria, sostegno al bilancio, assistenza emergenziale, risposta alle crisi e aiuto umanitario. Il 4 marzo 2022 la Banca europea per gli investimenti (BEI) ha approvato, sulla base di garanzie sul bilancio dell'UE, un primo pacchetto di prestiti a favore dell'Ucraina, per 668 milioni di euro e il 25 luglio 2022 un secondo pacchetto per ulteriori 1,59 miliardi di euro.
Il piano per la ricostruzione dell'Ucraina della Commissione europea
Il 18 maggio 2022 la Commissione europea ha presentato un piano di sostegno all'Ucraina articolato in:
- un sostegno finanziario a breve termine, sotto forma di prestiti, con rate a lunga scadenza e interessi agevolati fino a 9 miliardi di euro (di cui 6 già erogati);
- un quadro di riferimento per la ricostruzione a lungo termine attraverso la creazione di una Piattaforma per la ricostruzione dell'Ucraina, guidata congiuntamente dall'Ucraina e dalla Commissione europea che fungerebbe da organismo di governance generale per un piano di ricostruzione denominato "RebuildUkraine" che dovrebbe basarsi su quattro pilastri principali: ricostruire il paese, in particolare le infrastrutture, i servizi sanitari, l'edilizia abitativa e le scuole; promuovere la modernizzazione dello Stato e delle sue istituzioni; approfondire l'integrazione economica e sociale dell'Ucraina con l'UE; sostenere la ripresa dell'economia e della società ucraina.
La Commissione indica che le esigenze finanziarie per il piano di ricostruzione dell'Ucraina, pur se non ancora quantificabili, saranno comunque di gran lunga superiori alle risorse disponibili nell'attuale quadro finanziario pluriennale 2021-2027. La Commissione indica, quindi, che le sovvenzioni supplementari da mettere a disposizione dell'Ucraina potrebbero essere finanziate mediante contributi aggiuntivi degli Stati membri (e dei paesi terzi che lo desiderino), avvalendosi dei meccanismi finanziari e delle garanzie dell'Unione, oppure attraverso una revisione mirata del quadro finanziario pluriennale o in alternativa raccogliendo fondi per i prestiti per conto dell'UE o con garanzie degli Stati membri.
Sostegno militare
Il Consiglio dell'UE, con successive decisioni, a partire dal 28 febbraio 2022 ( di cui l'ultima il 19 luglio 2022), ha stanziato complessivamente 2,5 miliardi di euro per la fornitura all'Ucraina di attrezzatura militare, a titolo dello Strumento europeo per la Pace (European Peace Facility – EPF), di cui 2,33 miliardi di euro destinati a finanziare la fornitura, alle forze armate ucraine, di materiale e piattaforme militari concepiti per l'uso letale della forza e 170 milioni di euro per il finanziamento per attrezzature e forniture non concepite per l'uso letale della forza.
Il Consiglio dell'UE affari esteri e difesa informale del 30 e 31 agosto 2022 ha raggiunto un accordo per avviare i lavori preparatori per l'istituzione di una missione dell'UE di addestramento per l'esercito ucraino al fine di fornire un maggiore sostegno all'Ucraina, per la quale dovranno ora essere definiti il formato, i parametri operativi e gli obiettivi.
Assistenza umanitaria
Il Consiglio dell'UE ha adottato, il 4 marzo 2022, la decisione di esecuzione (UE) 2022/382 con la quale ha attivato per la prima volta il meccanismo previsto dalla direttiva 2001/55/CE sulla protezione temporanea in caso di afflusso massiccio di rifugiati.
La decisione prevede la possibilità per i cittadini dell'Ucraina e loro familiari in fuga dal paese di risiedere e muoversi nel territorio dell'UE per un periodo fino a un anno, estendibile dal Consiglio di un anno ulteriore (e, su proposta della Commissione europea, di un ulteriore anno ancora, fino quindi ad un massimo di 3 anni, ai sensi della direttiva 2001/55/CE) con possibilità di lavorare e di avere accesso a diritti sociali, come il diritto di alloggio e di assistenza sanitaria.
La Commissione ha istituito una piattaforma di solidarietà, che riunisce gli Stati membri e le agenzie dell'UE, per coordinare il sostegno agli Stati membri bisognosi e ha presentato il 28 marzo 2022 un piano per l'accoglienza delle persone in fuga dalla guerra contro l'Ucraina.
Il 4 aprile 2022 il Consiglio dell'UE ha adottato il regolamento riguardante l'azione di coesione a favore dei rifugiati in Europa (CARE), con l'obiettivo di sbloccare quasi 17 miliardi di euro da destinare agli aiuti ai rifugiati ucraini.
Giustizia penale internazionale
Il 25 maggio 2022, il Consiglio dell'UE ha adottato delle modifiche relative al regolamento (UE) 2018/1727 volte a consentire a Eurojust di preservare, analizzare e conservare le prove relative ai principali crimini internazionali.
Il 25 maggio 2022 la Commissione europea ha presentato a) una proposta di decisione volta ad aggiungere la violazione delle misure restrittive dell'Unione all'elenco dei reati riconosciuti dall'UE; b) una proposta di direttiva
che prevede disposizioni volte ad ampliare le possibilità di confisca dei beni derivanti da una serie più vasta di reati, compresa la violazione delle misure restrittive dell'UE.
L'8 giugno 2022 la Commissione europea ha previsto un finanziamento di 7,25 milioni di euro per sostenere le capacità investigative della Corte penale internazionale, in relazione ai crimini di guerra in Ucraina.
Misure commerciali
A partire dal 4 giugno 2022 è entrata in vigore la sospensione per un anno di tutte le tariffe e contingenti tariffari sulle importazioni nell'UE dall'Ucraina.
Dopo la Guerra fredda, l'Alleanza ha cercato di creare un partenariato strategico con la Russia. Negli ultimi anni, tuttavia, i rapporti tra gli Alleati NATO e la Russia si sono progressivamente deteriorati, soprattutto all'indomani dell'annessione della Crimea nel 2014 e a causa del continuo sostegno da parte russa a gruppi armati illegali che operano nei territori occupati delle regioni di Donetsk e Luhansk, fino alla guerra contro l'Ucraina nel 2022, senza tralasciare la situazione nei territori georgiani dell'Abkhazia e dell'Ossezia del Sud/Tskhinvali.
Si ricorda che era stato creato nel maggio 2002 un Consiglio NATO-Russia, organo di consultazione e cooperazione su temi di sicurezza e contrasto al terrorismo. Il Consiglio si è riunito l'ultima volta il 12 gennaio 2022. Le precedenti riunioni risalivano al luglio 2019. Dal 2014 si sono tenute 10 riunioni. Dopo la creazione del Consiglio NATO-Russia, l'Assemblea parlamentare e la delegazione russa hanno deciso la creazione di un Consiglio parlamentare NATO-Russia che, nel formato a 29 (ovvero 28 paesi alleati + Russia) era divenuto sede di confronto su questioni di comune interesse. Con l'intervento militare della Russia in Georgia nel 2008, le relazioni dell'Assemblea NATO con il Parlamento russo hanno iniziato a deteriorarsi fino ad interrompersi definitivamente a seguito dell'invasione della Crimea. In seno all'Assemblea parlamentare NATO, inoltre, la Russia godeva dello status di membro associato, sospeso anch'esso nel 2014.
Dopo il primo rafforzamento militare della Russia in Ucraina e lungo i suoi confini nel 2021, l'Assemblea ha espresso la sua ferma condanna delle azioni aggressive della Russia e riaffermato il suo sostegno all'Ucraina, alla sua sovranità, integrità territoriale e diritto all'autodifesa e all'autodeterminazione. Dopo l'invasione del 2022, l'Assemblea ha ulteriormente rafforzato le sue attività e azioni a sostegno dell'Ucraina e della postura di deterrenza, in stretto coordinamento con la Delegazione ucraina.
L'Assemblea ha altresì stabilito di adeguare il suo programma di lavoro del 2022 ai nuovi eventi per assicurare che i nuovi scenari di guerra fossero adeguatamente posti all'attenzione dei parlamentari. In particolare, alla Sessione primaverile del maggio 2022 è stata approvata la Dichiarazione Far fronte alla minaccia russa , mentre molti relatori hanno inserito all'interno dei temi dei rapporti concordati per la Sessione annuale del 2022 l'analisi delle azioni della Russia e delle sue conseguenze. In particolare, la Commissione difesa e sicurezza ha all'esame un rapporto dal titolo La lotta dell'Ucraina per la libertà e la risposta alleata e globale alla guerra russa
e un altro su L'invasione dell'Ucraina da parte della Russia: le conseguenze per la difesa collettiva degli alleati e gli imperativi per il Nuovo concetto strategico
mentre la Commissione politica ha all'esame il rapporto su L'adattamento politico e di sicurezza della NATO in risposta alla guerra della Russia: ripensare il concetto strategico
. I tre rapporti saranno discussi e approvati alla Sessione annuale dell'Assemblea in programma a Madrid nel novembre 2022.
Si ricorda che dopo l'indipendenza dell'Ucraina nel 1991, il Parlamento ucraino è diventato un membro associato dell'Assemblea NATO e partecipato con continuità alle sue attività. Sulla scia dell'approvazione della Carta per un partenariato distintivo tra NATO e Ucraina del 1997, ha avuto corso una nuova relazione tra l'Assemblea e il Parlamento ucraino con la creazione di un Gruppo di monitoraggio congiunto che ha portato una dimensione parlamentare alla Commissione NATO-Ucraina. Nel 2002, dopo che l'Ucraina ha espresso la sua intenzione di aderire alla NATO, in seno all'Assemblea è stato istituito il Consiglio interparlamentare NATO-Ucraina (UNIC), sede di confronto e dialogo parlamentare focalizzato sulle relazioni NATO-Ucraina ma anche sugli aspetti parlamentari delle riforme politiche e nel settore della difesa in atto nel Paese. Anche l'Italia è presente nell'UNIC. L'Assemblea ha altresì partecipato attivamente alle missioni di osservazione delle elezioni parlamentari in Ucraina a conferma del sostegno al processo di transizione democratica nel Paese. Le già eccellenti relazioni con l'Ucraina, si sono ulteriormente rafforzate e consolidate a seguito dell'invasione russa della Crimea nel marzo 2014. L'Assemblea ha preso una posizione ferma a sostegno della sovranità e integrità territoriale del paese e creato un gruppo informale di sostegno per la Piattaforma Crimea che si propone promuovere la consapevolezza dei membri dell'Assemblea NATO sugli sviluppi relativi alla Crimea e a mantenere il sostegno per il non riconoscimento dell'annessione illegale della Russia.
L'Assemblea, oltre ad esaminare i rapporti citati in precedenza, ha anche approvato alla Sessione primaverile di Vilnius (maggio 2022) la Dichiarazione Solidarietà con l'Ucraina e deciso la creazione di un nuovo fondo speciale per sostenere le istituzioni democratiche dell'Ucraina, in particolare per il sostegno alla democrazia, all'organizzazione di riunioni in Ucraina e alla Verkhovna Rada.
A maggio 2022, l'Assemblea ha altresì organizzato una missione straordinaria a Rzeszow, Polonia, al confine con l'Ucraina cui hanno partecipato anche parlamentari italiani. Oltre ad incontri in Polonia, si sono svolti incontri anche a Leopoli con rappresentanti delle istituzioni e delle autorità locali.
L'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa ha dedicato, il 14-15 marzo scorsi, una sessione straordinaria all'aggressione russa all'Ucraina, al fine di valutare il ritiro della Federazione Russa dall'Organizzazione. Al termine della sessione, l'APCE ha adottato all'unanimità un parere (300 (2022) invitando il Comitato dei Ministri a chiedere alla Russia "di ritirarsi immediatamente dal Consiglio d'Europa".
Il 16 marzo il Comitato dei Ministri ha quindi deciso, nell'ambito della procedura avviata ai sensi dell'articolo 8 dello Statuto del Consiglio d'Europa, che la Federazione Russa ha cessato di essere membro del Consiglio d'Europa a partire da quel giorno, dopo 26 anni di appartenenza.
Si ricorda che il 24 febbraio, a conclusione di una riunione straordinaria cui hanno partecipato i rappresentanti dei 47 Stati membri del Consiglio d'Europa, il Comitato dei Ministri aveva condannato con la massima fermezza l'attacco armato sferrato dalla Federazione russa contro l'Ucraina, in violazione del diritto internazionale, decidendo di esaminare immediatamente, in stretto coordinamento con l'Assemblea parlamentare e la Segretaria generale, le misure da adottare in risposta alla grave violazione da parte della Federazione russa dei suoi obblighi statutari in quanto Stato membro del Consiglio d'Europa. Il Comitato dei Ministri ha tenuto un'altra riunione straordinaria il 25 febbraio 2022, nella quale ha preso in esame le misure da adottare, ivi comprese quelle previste ai sensi dell'articolo 8 (sospensione ed espulsione) dello Statuto del Consiglio d'Europa .
La riunione è stata preceduta dalla convocazione del Comitato Misto, organo composto da rappresentanti del Comitato dei Ministri e dell'Assemblea parlamentare, per uno scambio di vedute sulle possibili misure. Nell'ambito della riunione è emersa una posizione largamente maggioritaria a favore della sospensione della Russia. Per la Delegazione italiana ha partecipato la Presidente, Marta Grande.
Si è quindi svolta la riunione del Comitato dei Ministri, che ha approvato con 42 voti a favore, 2 contrari (Russia e Armenia), 1 astensione (Turchia) la sospensione dei diritti di rappresentanza della Federazione Russa in seno al Comitato dei Ministri e all'Assemblea parlamentare, ai sensi dell'art. 8 dello Statuto. Serbia e Azerbaijan non hanno partecipato al voto.
Al termine del CM, si è riunito il Bureau dell'APCE, che nell'esprimere pieno apprezzamento per la misura incredibilmente incisiva assunta dal CdE, che avrà un peso per il futuro della Russia, aveva stabilito di convocare una Sessione straordinaria dell'Assemblea il 14 e 15 marzo 2022, da dedicare alla discussione delle conseguenze dell'invasione dell'Ucraina, tra cui la crisi umanitaria e i flussi migratori. Al Bureau ha partecipato la Presidente della Delegazione italiana, Marta Grande.
Il 10 marzo si è svolta un'ulteriore riunione del Comitato dei Ministri, con all'ordine del giorno le conseguenze dell'aggressione russa verso l'Ucraina e decisioni in vista della sessione straordinaria dell'APCE. Il Comitato dei Ministri ha deciso per consenso di avviare la consultazione dell'Assemblea parlamentare su un potenziale ulteriore uso dell'art. 8 dello Statuto.
Sospensione ed espulsione di uno stato membro
Si ricorda che in base all'articolo 8 "Ogni membro del Consiglio d'Europa che violi gravemente le disposizioni dell'Articolo 3 può essere sospeso dal suo diritto di rappresentanza e invitato dal Comitato dei Ministri a recedere nelle condizioni previste dall'Articolo 7. Il Comitato dei Ministri, qualora lo Stato membro non ottemperi a tale richiesta, può decidere che detto Stato membro cessi di appartenere al Consiglio a partire dalla data che sarà determinata dal Comitato stesso".
A sua volta l'articolo 3 stabilisce che "Ogni Membro del Consiglio d'Europa riconosce il principio della preminenza del diritto e il principio secondo il quale ogni persona soggetta alla sua giurisdizione deve godere dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali".
La norma esplicita altresì che gli stati membri si obbligano a collaborare fattivamente per il perseguimento dei principi e valori propri del Consiglio d'Europa, contenuti nel capo I. In particolare, il CdE ha lo scopo d'attuare un'unione più stretta fra i suoi membri per tutelare e promuovere gli ideali e i principi che sono loro comune patrimonio e per favorire il progresso economico e sociale. Tale obiettivo viene perseguito dagli organi statutari, tra l'altro, mediante un'opera comune nel campo economico, sociale, culturale, scientifico, giuridico e amministrativo e mediante la tutela e lo sviluppo dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali.
L'unico paese ad essere uscito dal Consiglio d'Europa, prima della Federazione Russa, è stata la Grecia, il 12 dicembre 1969. In quella occasione il Comitato dei Ministri stava esaminando una risoluzione per violazione dell'art. 3 dello Statuto da parte della Grecia, dopo il colpo di stato dei "colonnelli", in applicazione dell'art. 8 dello Statuto. Nel corso della discussione stessa il Ministro degli esteri greco denunciò il Trattato e dichiarò che il suo paese usciva dall'Organizzazione. La Grecia fece poi ritorno nel CdE nel 1974, dopo la transizione alla democrazia.
Ulteriori dibattiti relativi alla Russia
Nonostante l'espulsione della Russia dal CdE, l'Assemblea ha continuato a monitorare le conseguenze dell'aggressione russa, cercando di individuare possibili strumenti per arginare e contrastare le politiche della Federazione, tra cui l'istituzione di un Tribunale ad hoc ovvero la definizione di un ruolo maggiormente proattivo per l'organizzazione stessa.
In particolare, nel corso della sessione primaverile 2022, si è svolto un dibattito politico generale sulle conseguenze del proseguimento dell'aggressione della Federazione Russa nonché un dibattito urgente sull'assicurazione della responsabilità per gravi violazioni del diritto internazionale umanitario.
In riferimento al primo, approvando la Risoluzione 2433 e la Raccomandazione 2228 sulla base di un rapporto di Frank Schwabe (Germania, SOC), l'Assemblea ha dichiarato: "Una nuova linea di demarcazione è tornata sulla mappa dell'Europa, tracciata dalle autorità russe con la loro retorica e azioni".
Descrivendo l'aggressione della Russia contro l'Ucraina come "un atto di gravità senza precedenti" con conseguenze di vasta portata in tutto il mondo, l'APCE ha lanciato un forte appello all'unità nel sostenere l'Ucraina (la sua integrità territoriale, sovranità e indipendenza) e alla massima pressione sulla Federazione Russa affinché cessi immediatamente e incondizionatamente la sua aggressione, nonché alla comunità internazionale perché svolga un'azione decisiva per difendere l'ordine democratico mondiale. L'aggressione russa, tra le altre cose, ha anche provocato la più grave crisi umanitaria in Europa dalla seconda guerra mondiale, ha posto una sfida alla governance globale e ha portato a un forte aumento dei costi energetici e all'insicurezza alimentare. "Non è solo l'entità della sfida attuale, ma anche la risposta del Consiglio d'Europa e dei suoi Stati membri a dare forma al futuro della storia europea". L'APCE ha affermato di essere "allarmata per le crescenti prove di atrocità commesse dalle forze armate russe" e ha espresso il suo pieno sostegno a tutti gli sforzi volti a indagare sulle violazioni da parte della Russia dei diritti umani internazionali e del diritto umanitario internazionale e altri crimini internazionali, inclusi crimini di guerra, crimini contro l'umanità e il genocidio e assicurando la responsabilità dell'aggressore. Allo stesso tempo, l'Assemblea ha anche proposto di intensificare l'impegno del Consiglio d'Europa con la società civile bielorussa e russa, i difensori dei diritti umani, i giornalisti indipendenti, il mondo accademico e le forze democratiche che rispettano i valori e i principi dell'Organizzazione.
Successivamente, con la Risoluzione 2436 e la Raccomandazione 2231 , basate sul rapporto preparato da Aleksander Pociej (Polonia, PPE/CD), l'Assemblea ha invitato tutti gli Stati membri e gli Stati osservatori ad istituire urgentemente un tribunale penale internazionale ad hoc, che dovrebbe ricevere il mandato di "indagare e perseguire il crimine di aggressione presumibilmente commesso dalla leadership politica e militare della Federazione Russa".
Tale tribunale dovrebbe "applicare la definizione di reato di aggressione" come stabilito dal diritto internazionale consuetudinario. Con sede a Strasburgo, in vista di possibili sinergie con la Corte europea dei diritti dell'uomo, il Tribunale dovrebbe altresì "avere il potere di emettere mandati di cattura internazionali" cui non potrebbero essere opposte le "immunità dei capi di Stato e di governo e di altri funzionari dello Stato". L'Assemblea ha esortato la comunità internazionale a inviare un chiaro messaggio: "gli autori di crimini di guerra e crimini contro l'umanità, e l'eventuale genocidio, saranno ritenuti responsabili". Lo stesso deve valere per gli autori del crimine di aggressione, vale a dire la leadership politica e militare della Federazione Russa che sono responsabili dell'inizio della guerra in corso. Gli Stati membri e osservatori dovrebbero sostenere e cooperare con il procuratore della Corte penale internazionale e avvalersi della giurisdizione universale per indagare e perseguire tali crimini.
Nella sessione di giugno 2022, è stata avviata una riflessione sul ruolo del Consiglio d'Europa nell'ambito della crisi in atto ("Le recenti sfide sulla sicurezza in Europa: qual è il ruolo del CdE?", relatore Bogdan Klich, Polonia, PPE/CD).
Partendo dal fatto che la guerra di aggressione "non provocata né giustificata della Federazione russa nei confronti dell'Ucraina", in violazione del diritto internazionale, ha inferto gravi danni all'ordine internazionale e ha destabilizzato l'architettura multilaterale europea, la risoluzione (Ris. 2444 ) ha evidenziato la necessità, per gli stati membri, di "rinnovare il proprio impegno verso i valori democratici, i diritti umani e lo stato di diritto" e di proseguire nel supporto all'organizzazione. Quest'ultima è infatti "uno spazio condiviso per far prosperare tali valori, nel perseguimento della pace fondata sulla giustizia e sulla cooperazione internazionale". Il Consiglio, forte del proprio mandato, dovrebbe rafforzare la sicurezza degli Stati membri, rendendoli più resilienti nel contrastare le minacce e nel prevenire i conflitti. Al contempo, prosegue la risoluzione, l'Assemblea dovrebbe affrontare con urgenza la regressione democratica alla quale si sta assistendo. A tal proposito risulta di cruciale importanza andare ad innovare le pratiche democratiche e trovare nuove modalità di partecipazione della società civile al processo decisionale.
Si è svolto poi il dibattito congiunto sui rapporti Nella regione del Caucaso settentrionale permane la necessità di ristabilire i diritti umani e lo stato di diritto (Res. 2445 - relatore Frank Schwabe, Germania, SOC) e Casi segnalati di prigionieri politici nella Federazione russa (Ris. 2446
- relatrice Thórhildur Sunna Ævarsdóttir, Islanda, SOC).
Adottando all'unanimità le due risoluzioni, l'Assemblea ha sottolineato che giornalisti, difensori dei diritti umani, persone LGBTI, donne che rifiutano di sottomettersi alle richieste dei "valori tradizionali" e chiunque si opponga al regime autoritario rischia persecuzioni, torture e persino di perdere la vita per aver espresso le proprie opinioni. Inoltre, ha espresso la sua profonda preoccupazione per l'ampio e crescente numero di prigionieri politici nella Federazione Russa e per la sistematica repressione da parte delle attuali autorità contro tutti gli oppositori, condannando l'introduzione di numerose leggi restrittive.
Le risoluzioni hanno ricordato alle autorità federali e locali russe i loro obblighi: internazionali di rispettare i diritti fondamentali, anche dopo l'esclusione del Paese dal Consiglio d'Europa (con particolare riguardo al trattamento dei prigionieri di guerra); di dare attuazione alle risoluzioni dell'Assemblea relative alla situazione dei diritti umani nel Caucaso settentrionale; di attuare tutte le sentenze e decisioni della Corte europea (tra cui quelle riguardanti i ricorrenti che soddisfano la definizione di "prigioniero politico" contenuta nella risoluzione APCE 1900 (2012) e a rilasciare immediatamente Alexei Navalny e Alexei Pichugin) e cooperare con il CPT "finché la Russia rimane parte della Convenzione europea per la Prevenzione della tortura".
Invita gli Stati membri e osservatori del Consiglio d'Europa a considerare attentamente le domande di asilo dei residenti della regione del Caucaso settentrionale, "in particolare i membri di gruppi particolarmente vulnerabili", e a facilitare la concessione dei visti (oltre a tenere in attenta considerazione le richieste di asilo) di ex prigionieri politici e politici russi dell'opposizione, attivisti della società civile, giornalisti e difensori dei diritti umani.
Infine, l'Assemblea ha invitato la Corte europea dei diritti dell'uomo "a continuare ad esaminare i casi pendenti e futuri contro la Federazione Russa" e in via prioritaria quelli promossi dai ricorrenti detenuti o condannati in conseguenza di una violazione dei loro diritti della Convenzione, ricordando che La Russia resta vincolata alla Convenzione fino al 16 settembre 2022.
Il 22 giugno si è invece svolto un altro dibattito congiunto sui rapporti concernenti i risvolti sociali delle situazioni di conflitto (con particolare riguardo al conflitto russo-ucraino): si è discusso delle preoccupanti conseguenze umanitarie causate dall'invasione ai danni dell'Ucraina, andando ad approvare la risoluzione "Le conseguenze umanitarie e le migrazioni interne ed esterne legate all'aggressione della Federazione russa ai danni dell'Ucraina" (Ris. 2448 ), che evidenzia la necessità, da parte degli Stati Membri, di continuare a garantire un sostegno continuo e coordinato che permetta agli sfollati e ai rifugiati ucraini di ottenere tutta l'assistenza di cui necessitino. Il dibattito è proseguito con l'analisi del rapporto in tema di protezione e cure alternative per i minori migranti o rifugiati non accompagnati o separati dalle famiglie (Ris. 2449
). Grande rilievo è stato posto, successivamente, sul ruolo della donna durante i conflitti e presso i tavoli negoziali, con enfasi sul bisogno di giustizia e sicurezza.
In particolare, è stato presentato il rapporto di Yevheniia Kravchuk (Ucraina, ALDE), che si concentra sulle perduranti conseguenze negative della guerra per le donne, come ad esempio accaduto nei paesi dell'Ex-Jugoslavia, e sulla crescente importanza della presenza femminile nei meccanismi politici, legali e sociali e nelle corti penali internazionali, al fine di garantire giustizia, pace e riconciliazione. Nella risoluzione approvata "Giustizia e sicurezza per le donne nei processi di riconciliazione e di pace" (Ris. 2450 ), l'Assemblea afferma che le donne devono svolgere un ruolo di maggior rilievo sia all'interno dei più alti organi decisionali sia nei colloqui di pace, "perché esse sono mediatrici per vocazione naturale". Come emerso durante la crisi pandemica da Covid-19, le donne sono le prime ad offrire le proprie cure tanto nell'unità familiare, quanto nell'intera società, "hanno la capacità di resistere, adattarsi, innovare e comunicare e devono essere considerate come leader". Ulteriore dimostrazione dell'importanza della figura femminile si è avuta in merito all'aggressione russa: le donne e le giovani ragazze sono tra le prime vittime dei conflitti ma sono, al contempo, anche in prima linea in ambito politico, militare e umanitario. "Le donne ucraine hanno dimostrato di saper catturare l'attenzione del mondo sulla drammatica situazione in corso e di agire strenuamente per porre fine al conflitto".